Figli della Notte
di
Tuboz
genere
incesti
Capitolo 1 Sorelle
Victoria vagava per le strade mentre tornava a casa; la mente continuava a tornare su ciò che aveva scoperto: Sophia, sua sorella minore di un anno, a quanto pare si era data al sesso sfrenato con sconosciuti conosciuti online. Per caso, aveva preso il telefono della sorella e trovato immagini e video dei suoi incontri.
La giovane sospirò tristemente, pensando: "Perché non me ne ha parlato?"
Victoria sapeva che il loro rapporto era da tempo teso, sguardi e silenzi, strane battute e quel bacio che si erano scambiate mesi prima. Per molto tempo Victoria ignorò i segnali, dando la colpa a una serata con troppo alcol, ma le era chiaro che era attratta da sua sorella, ed era convinta che l'attrazione fosse reciproca, anche se nessuna delle due aveva mai preso l'iniziativa a riguardo.
Entrando in casa, la giovane si rilassò; l'aria familiare della casa la distrasse dai suoi pensieri. Passando per il soggiorno, il suo sguardo cadde su Sophia, che adagiata sul divano guardava un film erotico. La sua mano si muoveva dentro la camicetta in modo disinvolto ed esperto.
“Vedo che ormai non hai neanche più il pudore di farlo in privato”, esclamò Victoria, imbarazzata e arrabbiata per lo spettacolo davanti ai suoi occhi.
Sophia lentamente girò la testa, con uno sguardo infastidito e di sfida. "Cosa ti importa, Vix? Mi risulta che lo faccia anche tu, questo", fece una pausa e aggiunse, ridacchiando: "Sei invidiosa per caso? O sei solo gelosa?"
Victoria arrossì leggermente. "Gelosa? Gelosa di cosa, Sophi? Del fatto che ti stia buttando via da sola? Ho visto i video, Sophia, Cristo, ma cosa stai facendo? Stai diventando una puttana!"
Lo schiaffo di Sophia la colpì di sorpresa, l'impatto fu tale da farla cadere a terra. La sorella era in piedi davanti a lei, gli occhi furiosi e il viso duro. "Come osi? Sarai anche la più grande, ma non ti permettere, Vix", disse. "Ora fai la santa e pura? Devo ricordarti dove nascondi i vibratori? Di quando per poco non ti sei fatta beccare con quello del fast food in macchina da papà? Come ti permetti di giudicarmi? È la mia vita, decido io se voglio scopare con qualcuno o meno, non tu!"
Victoria nel frattempo si era rialzata. Sulla guancia già le si formava il livido per lo schiaffo ricevuto, ma più di quello le bruciava il fatto che Sophia aveva ragione, non aveva diritto di giudicare.
Sophia, ormai furiosa, uscì di casa sbattendo la porta mentre urlava alla sorella: "Fatti una cazzo di scopata ogni tanto, Victoria, potrebbe farti bene!"
Victoria fu tentata di inseguire Sophia e cercare quanto meno di riportare la discussione su un tono meno aggressivo, ma conosceva fin troppo bene sua sorella; andarle dietro avrebbe solo peggiorato la situazione. Decise quindi di andare a dormire, e in mattinata avrebbe chiarito con Sophia, almeno sperava.
Malgrado tutto, Victoria non riusciva a prendere sonno; le parole di Sophia continuavano a galleggiare nella sua mente: "Fatti una cazzo di scopata, Victoria", e poi continuava a pensare a quello stramaledetto bacio. Dovette ammettere infine che forse era davvero gelosa.
Ore dopo, un rumore la distolse dai suoi pensieri: la porta di casa che si apriva. Sophia era tornata. Vix si alzò, intenzionata a concludere la discussione, ma poi, in base ai rumori, capì che Sophia non era sola. Risatine sommesse e rumore di baci lungo le scale, Sophia che sottovoce diceva al suo ospite: "Fai piano che mia sorella dorme", e la porta della camera che si chiudeva.
Victoria seppellì il viso nel cuscino, sperando di bloccare la sinfonia di rumori osceni che arrivavano dalla stanza accanto, inesorabilmente generati dai lamenti di Sophia e del suo amante. La mente di Vix iniziò a produrre immagini vivide nella sua mente: immagini del corpo sudato e contorto nell'estasi di Sophia e del suo amante, alimentate dal suono della carne che sbatteva frenetica. Queste immagini iniziarono a alimentare un oscuro desiderio nella ragazza.
Finalmente, alle prime luci dell'alba, il misterioso amante di Sophia portò a compimento l'incontro amoroso in un gemito congiunto con Sophia. Esaurita e confusa dalle sensazioni che il suo corpo le mandava, Victoria riuscì finalmente a riposare qualche ora, i suoi sogni comunque invasi dalle immagini della sorella in estasi post-coitale.
Erano circa le undici quando Victoria emerse dal suo torpore. La casa era immersa nel silenzio. Victoria aprì la porta per andare in bagno, passo davanti alla porta socchiusa della camera di Sophia, silenziosamente entrò nella stanza. L'ambiente era un tributo a una notte selvaggia appena trascorsa: vestiti sparsi a terra, una bottiglia di vino semivuota, dei bicchieri, un incarto di un preservativo a terra. Si avvicinò al letto.
Victoria arrossì violentemente, mentre osservava Sophia nuda e dormiente. Il suo stesso corpo reagiva in un modo che neanche lei comprendeva appieno, il calore che avvertiva nel suo nucleo era innegabile.
La ragazza perse un respiro quando Sophia si mosse nel letto, aprendo le gambe ed esponendo la sua intimità alla vista, mentre una mano scendeva ad accarezzare il ventre.
La mente di Vix vacillò, combattendo con le emozioni contrastanti che si agitavano dentro di lei: ribrezzo, eccitazione e un pervaso senso di fascinazione, quando la mano inconsapevole di Sophia cominciò ad accarezzare le proprie pieghe umide. In un movimento istintivo e primordiale, fu come se una scossa attraversasse il corpo di Vix. Il suo clitoride pulsava frenetico. Victoria si morse il labbro, combattendo l'impulso di unirsi all'atto, anche se le sue dita tremavano con la necessità di toccarsi.
Il suo respiro si fece intenso, quasi ansimante, mentre le barriere che la trattenevano andavano via via sbriciolandosi. Lentamente si adagiò vicino a Sophia, la sua mano iniziò ad accarezzare il corpo della sorella, mentre l'ultima reticenza veniva spazzata via da un desiderio sempre più travolgente e incontrollabile. La sua mano si unì a quella di Sophia nell'esplorazione del sesso umido della ragazza addormentata.
L'inaspettato tocco esterno fece aprire di scatto gli occhi di Sophia. Vix rimase di ghiaccio mentre gli occhi della sorella si fissavano su di lei mentre usciva dal sonno. Il tempo sembrò fermarsi mentre Victoria tratteneva il fiato e la mente di Sophia elaborava quello che stava accadendo. Poi, con un sorriso malizioso, Sophia esclamò: "Finalmente ti sei decisa", mentre riprendeva il movimento con le mani sul suo sesso, disse: "Continua".
Sophia, eccitata da quella situazione, guidò la testa della sorella verso la sua fessura, invitandola a dare sfogo al suo desiderio. Victoria si lasciò guidare mentre iniziava con la lingua ad assaporare quel sapore proibito.
L'eccitazione sfociò in un climax intenso per Sophia, senza che Vix si allontanasse da lei, troppo presa dal desiderio oscuro che le ardeva dentro.
Quando l'eco dell'orgasmo di Sophia si affievolì, Victoria alzò lo sguardo verso Sophia. La piena consapevolezza di ciò che era appena successo la colpì in pieno, come un treno.
Arrossì violentemente, si rese conto che avevano appena violato uno dei legami più sacri in favore di un piacere carnale oscuro e perverso. Incapace di sostenere lo sguardo della sorella, Victoria si alzò di scatto e scappò nella sua camera.
Col viso nascosto nel cuscino, Vix tentava di scacciare le immagini della perversione che aveva appena perpetrato. Il tocco gentile di Sophia che le accarezzava i capelli la fece sobbalzare.
"Cosa c'è che non va?" domandò Sophia.
Victoria, tra le lacrime, rispose che era stato sbagliato, terribilmente sbagliato, che non avrebbe dovuto comportarsi così.
Sophia le alzò il mento delicatamente, fissando i suoi occhi in quelli di Victoria in modo fermo ma sereno, e replicò: "Non hai fatto nulla di male, e poi, se non lo avessi voluto, anch'io ti avrei fermata, non credi?"
Malgrado la protesta di Vix sull'essere sorelle e sulla possibilità di essere scoperte dai genitori, Sophia concluse con sicurezza: "Saremo anche sorelle, ma i nostri desideri sono solo nostri, e in fin dei conti siamo maggiorenni. Abbiamo il diritto di vivere come vogliamo."
Sophia si alzò dal letto e andò a cambiarsi per andare a lavorare, lasciando Victoria confusa e con la sensazione di aver varcato un confine da cui non poteva fare ritorno.
Victoria vagava per le strade mentre tornava a casa; la mente continuava a tornare su ciò che aveva scoperto: Sophia, sua sorella minore di un anno, a quanto pare si era data al sesso sfrenato con sconosciuti conosciuti online. Per caso, aveva preso il telefono della sorella e trovato immagini e video dei suoi incontri.
La giovane sospirò tristemente, pensando: "Perché non me ne ha parlato?"
Victoria sapeva che il loro rapporto era da tempo teso, sguardi e silenzi, strane battute e quel bacio che si erano scambiate mesi prima. Per molto tempo Victoria ignorò i segnali, dando la colpa a una serata con troppo alcol, ma le era chiaro che era attratta da sua sorella, ed era convinta che l'attrazione fosse reciproca, anche se nessuna delle due aveva mai preso l'iniziativa a riguardo.
Entrando in casa, la giovane si rilassò; l'aria familiare della casa la distrasse dai suoi pensieri. Passando per il soggiorno, il suo sguardo cadde su Sophia, che adagiata sul divano guardava un film erotico. La sua mano si muoveva dentro la camicetta in modo disinvolto ed esperto.
“Vedo che ormai non hai neanche più il pudore di farlo in privato”, esclamò Victoria, imbarazzata e arrabbiata per lo spettacolo davanti ai suoi occhi.
Sophia lentamente girò la testa, con uno sguardo infastidito e di sfida. "Cosa ti importa, Vix? Mi risulta che lo faccia anche tu, questo", fece una pausa e aggiunse, ridacchiando: "Sei invidiosa per caso? O sei solo gelosa?"
Victoria arrossì leggermente. "Gelosa? Gelosa di cosa, Sophi? Del fatto che ti stia buttando via da sola? Ho visto i video, Sophia, Cristo, ma cosa stai facendo? Stai diventando una puttana!"
Lo schiaffo di Sophia la colpì di sorpresa, l'impatto fu tale da farla cadere a terra. La sorella era in piedi davanti a lei, gli occhi furiosi e il viso duro. "Come osi? Sarai anche la più grande, ma non ti permettere, Vix", disse. "Ora fai la santa e pura? Devo ricordarti dove nascondi i vibratori? Di quando per poco non ti sei fatta beccare con quello del fast food in macchina da papà? Come ti permetti di giudicarmi? È la mia vita, decido io se voglio scopare con qualcuno o meno, non tu!"
Victoria nel frattempo si era rialzata. Sulla guancia già le si formava il livido per lo schiaffo ricevuto, ma più di quello le bruciava il fatto che Sophia aveva ragione, non aveva diritto di giudicare.
Sophia, ormai furiosa, uscì di casa sbattendo la porta mentre urlava alla sorella: "Fatti una cazzo di scopata ogni tanto, Victoria, potrebbe farti bene!"
Victoria fu tentata di inseguire Sophia e cercare quanto meno di riportare la discussione su un tono meno aggressivo, ma conosceva fin troppo bene sua sorella; andarle dietro avrebbe solo peggiorato la situazione. Decise quindi di andare a dormire, e in mattinata avrebbe chiarito con Sophia, almeno sperava.
Malgrado tutto, Victoria non riusciva a prendere sonno; le parole di Sophia continuavano a galleggiare nella sua mente: "Fatti una cazzo di scopata, Victoria", e poi continuava a pensare a quello stramaledetto bacio. Dovette ammettere infine che forse era davvero gelosa.
Ore dopo, un rumore la distolse dai suoi pensieri: la porta di casa che si apriva. Sophia era tornata. Vix si alzò, intenzionata a concludere la discussione, ma poi, in base ai rumori, capì che Sophia non era sola. Risatine sommesse e rumore di baci lungo le scale, Sophia che sottovoce diceva al suo ospite: "Fai piano che mia sorella dorme", e la porta della camera che si chiudeva.
Victoria seppellì il viso nel cuscino, sperando di bloccare la sinfonia di rumori osceni che arrivavano dalla stanza accanto, inesorabilmente generati dai lamenti di Sophia e del suo amante. La mente di Vix iniziò a produrre immagini vivide nella sua mente: immagini del corpo sudato e contorto nell'estasi di Sophia e del suo amante, alimentate dal suono della carne che sbatteva frenetica. Queste immagini iniziarono a alimentare un oscuro desiderio nella ragazza.
Finalmente, alle prime luci dell'alba, il misterioso amante di Sophia portò a compimento l'incontro amoroso in un gemito congiunto con Sophia. Esaurita e confusa dalle sensazioni che il suo corpo le mandava, Victoria riuscì finalmente a riposare qualche ora, i suoi sogni comunque invasi dalle immagini della sorella in estasi post-coitale.
Erano circa le undici quando Victoria emerse dal suo torpore. La casa era immersa nel silenzio. Victoria aprì la porta per andare in bagno, passo davanti alla porta socchiusa della camera di Sophia, silenziosamente entrò nella stanza. L'ambiente era un tributo a una notte selvaggia appena trascorsa: vestiti sparsi a terra, una bottiglia di vino semivuota, dei bicchieri, un incarto di un preservativo a terra. Si avvicinò al letto.
Victoria arrossì violentemente, mentre osservava Sophia nuda e dormiente. Il suo stesso corpo reagiva in un modo che neanche lei comprendeva appieno, il calore che avvertiva nel suo nucleo era innegabile.
La ragazza perse un respiro quando Sophia si mosse nel letto, aprendo le gambe ed esponendo la sua intimità alla vista, mentre una mano scendeva ad accarezzare il ventre.
La mente di Vix vacillò, combattendo con le emozioni contrastanti che si agitavano dentro di lei: ribrezzo, eccitazione e un pervaso senso di fascinazione, quando la mano inconsapevole di Sophia cominciò ad accarezzare le proprie pieghe umide. In un movimento istintivo e primordiale, fu come se una scossa attraversasse il corpo di Vix. Il suo clitoride pulsava frenetico. Victoria si morse il labbro, combattendo l'impulso di unirsi all'atto, anche se le sue dita tremavano con la necessità di toccarsi.
Il suo respiro si fece intenso, quasi ansimante, mentre le barriere che la trattenevano andavano via via sbriciolandosi. Lentamente si adagiò vicino a Sophia, la sua mano iniziò ad accarezzare il corpo della sorella, mentre l'ultima reticenza veniva spazzata via da un desiderio sempre più travolgente e incontrollabile. La sua mano si unì a quella di Sophia nell'esplorazione del sesso umido della ragazza addormentata.
L'inaspettato tocco esterno fece aprire di scatto gli occhi di Sophia. Vix rimase di ghiaccio mentre gli occhi della sorella si fissavano su di lei mentre usciva dal sonno. Il tempo sembrò fermarsi mentre Victoria tratteneva il fiato e la mente di Sophia elaborava quello che stava accadendo. Poi, con un sorriso malizioso, Sophia esclamò: "Finalmente ti sei decisa", mentre riprendeva il movimento con le mani sul suo sesso, disse: "Continua".
Sophia, eccitata da quella situazione, guidò la testa della sorella verso la sua fessura, invitandola a dare sfogo al suo desiderio. Victoria si lasciò guidare mentre iniziava con la lingua ad assaporare quel sapore proibito.
L'eccitazione sfociò in un climax intenso per Sophia, senza che Vix si allontanasse da lei, troppo presa dal desiderio oscuro che le ardeva dentro.
Quando l'eco dell'orgasmo di Sophia si affievolì, Victoria alzò lo sguardo verso Sophia. La piena consapevolezza di ciò che era appena successo la colpì in pieno, come un treno.
Arrossì violentemente, si rese conto che avevano appena violato uno dei legami più sacri in favore di un piacere carnale oscuro e perverso. Incapace di sostenere lo sguardo della sorella, Victoria si alzò di scatto e scappò nella sua camera.
Col viso nascosto nel cuscino, Vix tentava di scacciare le immagini della perversione che aveva appena perpetrato. Il tocco gentile di Sophia che le accarezzava i capelli la fece sobbalzare.
"Cosa c'è che non va?" domandò Sophia.
Victoria, tra le lacrime, rispose che era stato sbagliato, terribilmente sbagliato, che non avrebbe dovuto comportarsi così.
Sophia le alzò il mento delicatamente, fissando i suoi occhi in quelli di Victoria in modo fermo ma sereno, e replicò: "Non hai fatto nulla di male, e poi, se non lo avessi voluto, anch'io ti avrei fermata, non credi?"
Malgrado la protesta di Vix sull'essere sorelle e sulla possibilità di essere scoperte dai genitori, Sophia concluse con sicurezza: "Saremo anche sorelle, ma i nostri desideri sono solo nostri, e in fin dei conti siamo maggiorenni. Abbiamo il diritto di vivere come vogliamo."
Sophia si alzò dal letto e andò a cambiarsi per andare a lavorare, lasciando Victoria confusa e con la sensazione di aver varcato un confine da cui non poteva fare ritorno.
2
5
voti
voti
valutazione
6.4
6.4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Figli della Notte capitolo 2
Commenti dei lettori al racconto erotico