La Vicina (Parte 3)
di
LukaRiot
genere
feticismo
Il fine settimana passò non proprio tranquillamente, continuavo a pensare a sabato, a quello che era successo e a Laura. Possibile che quella donna così tranquilla e pacata si fosse trasformata in una specie di dominatrice? Se così si può definire. La notte prima di lunedì non riuscii a prendere sonno, il pensiero di incontrarla il giorno dopo mi tenne sveglio, non sapevo cosa aspettarmi.
Alle 7.30 scesi al bar a fare colazione, mi misi davanti al bancone ad aspettare caffè e pasta e nel frattempo scambiai qualche parola con il barista.
La vidi passare attraverso la vetrata e mi si gelò il sangue, non ero pronto ad affrontarla adesso. Si accorse di me, si voltò ed entrò anche lei al bar "buongiorno" fece un saluto generico. Si avvicinò a me e si mise al mio fianco "prendo un caffè anche io" disse al barista, poi avvicinò la testa e con voce bassa.
"Buongiorno Lu, passato un buon week end?" Mi si rizzarono persino i peli dietro la nuca, ero estremamente in imbarazzo.
"Sì mi sono riposato" cercavo di mantenere il controllo delle emozioni e parlai quasi sottovoce "e tu?" Le chiesi.
"Sì anche io a parte che ho dovuto sistemare casa, le ragazze hanno fatto un casino" si riferiva alle 2 figlie adolescenti. In quel momento mi voltai un attimo per osservarla, era senza trucco, le si vedevano distintamente le lentiggini sul viso, portava una giacca nera e sotto un maglioncino bianco, dei jeans e un paio di ballerine nere. Si voltò anche lei per guardarmi negli occhi e appena incrociai il suo sguardo mi rigirai a guardare la tazzina di caffè, il disagio era palpabile.
"Che hai? Non dirmi che sei arrabbiato con me?" Chiese mentre girava lentamente il cucchiaino nella tazzina.
"No no, non sono arrabbiato" risposi senza guardarla.
"E allora perché fai così? È per quello che è successo sabato?" Appoggiò la mano sul mio braccio.
"Ssssshhh" parlò con un tono normale ma appena accennò a sabato mi prese il panico.
"Dai che è stato divertente" mi afferrò il braccio amichevolmente "ok la fine è stato un colpo basso però è andato tutto bene, non devi essere in imbarazzo" si mise a ridere, alla fine il colpo basso c'è stato davvero.
"Tranquilla è tutto ok non preoccuparti" Ero serissimo.
"Pensa l'ho raccontato a Francesca e ha detto che è una figata" Mi bloccai all'istante.
"Che hai fatto? L'hai detto a Francesca?" l'ansia aumentò.
"Tranquillo non le ho detto che eri tu, ci siamo viste ieri e ci siamo scambiate delle confidenze così le ho raccontato questa cosa... ma non le ho detto niente di te tranquillo" cercò di rassicurarmi.
"Lau cazzo tu non capisci" dissi in tono sconsolato.
"Perché non me lo spieghi" rispose subito "sono sempre io Lu, non sono mica un'aliena" parlava sempre con un tono basso.
"Sii onesto" mi scosse il braccio invitandomi a guardarla negli occhi "guardami Lu, vuoi dirmi davvero che non ti è piaciuto?" Era seria ma l'espressione era rilassata, calma, si avvicinò un po' di più per poter parlare sottovoce. Si diede un'occhiata in giro per assicurarsi che nessuno stesse guardando, si rigirò verso di me. "Questo non ti piace?" Si sfilò la ballerina e abbassò lo sguardo invitandomi a fare lo stesso, mi mostrò il piede, era bellissimo con quello smalto rosso scurissimo. Cominciò ad accarezzarmi la caviglia e la tibia "non vorresti toccarlo?" Cominciai subito a sentire gli effetti nei pantaloni e lei se ne accorse "Vedi?" Indicò con lo sguardo il pacco. Cazzo se aveva ragione. Tolse il piede e si rinfilò la scarpa "ci vediamo dopo su a casa" andò alla cassa, pagò e se ne andò. Uscii per fumarmi una sigaretta prima di incominciare la giornata, pensai e ripensai e arrivai alla conclusione che aveva ragione lei, forse mi imbarazzava così tanto perché la conoscevo da tanto tempo e non mi aspettavo certo che avesse questo lato.
Verso metà mattina presi i cani di Laura e li portai a passeggio, lei non c'era e sinceramente rimasi un po' deluso. Dopo un'oretta tornai, entrai a casa con i cani e lei era lì, seduta su uno sgabello alto in cucina, era vestita come la mattina ma non aveva le scarpe, sganciai i guinzagli e lasciai andare i cani che corsero in terrazza.
"Sono stati bravi?" Chiese senza nemmeno voltarsi.
"Sì come sempre" il cuore accelerò, non sapevo quello che sarebbe successo.
"Allora che fai? Non ti stendi?" Mi chiese questa volta voltandosi e guardandomi dritto neglio occhi.
"Scusa... non ho capito" rimasi un attimo attonito. Scese dallo sgabello e si avvicinò, posò le mani sulle spalle e dolcemente mi invitò ad abbassarmi. "Mettiti in ginocchio" mi disse, non era un ordine, il tono era calmo, amichevole. Mi accarezzò i capelli per qualche secondo. "Proviamo così, togliti la maglietta" mi aiuto a sflilarmi la maglietta. "Ora togliti i pantaloni" rimasi un attimo bloccato, con il collo del piede mi strusciò le palle, potevo già sentire l'erezione. Mi tolsi i jeans, girò intorno a me e con la mano appoggiata sulla testa mi fece sdraiare a terra a pancia in su. Rimasi fermo immobile, ero completamente inerme. Sollevò il piede e me lo appoggiò in faccia cominciando ad accarezzarmi, prima le guance e poi la bocca. "Questo ti piace?" Non risposi ma era abbastanza chiaro, sentire il suo piede sul viso era meraviglioso, non aveva veramente bisogno di una risposta. Spostò il piede sul petto, appoggiò le mani sul muro e si alzò mettendo l'altro piede sulla pancia, era sopra di me con tutto il suo peso. Dopo poco tolse il piede dal petto e lo mise in faccia, non era facile reggere una persona in quel modo anche se non era così pesante, spostava il peso dalla gamba destra alla sinistra. Ero in suo potere, cercai di non muovermi anche per non farle perdere l'equilibrio. Quando si accorse che respiravo a fatica scese e si fermò di lato dandomi qualche secondo per riprendere fiato.
"Vedo che ti è piaciuto" guardando giù e vedendo l'erezione. Alzò nuovamente il piede e mi accarezzò la faccia.
"In questi giorni ho letto un pochino su questa roba" iniziò "Siete creature semplici voi maschietti" continuava ad accarezzarmi la faccia, poi con le dita passò sulle labbra e poi sul mento fino a scendere sul petto passando per il collo. Con il piede appoggiato sul petto fece perno per spostare l'altro piede che era appoggiato a terra tra le mie gambe. Continuò a muovere il piede sul petto e scese fino alla pancia vicino al pene che ormai era più duro che mai.
"Mi basta un piede, uno solo" proseguì mentre scendeva ancora lentamente "Posso darti piacere" Appoggiò il piede sul pene e iniziò a massaggiarlo per qualche secondo, avanti e indietro, dopo qualche secondo passò alle palle e fece lo stesso movimento.
"Oppure..." si fermò un attimo, alzò il piede e lo fece ricadere colpendomi le palle, non era forte ma mi centrò bene facendomi piuttosto male.
"Oppure darti dolore" Feci un grugnito, cercai subito di portare le mani per proteggermi ma me lo impedì, il suo piede era ancora lì, non lo tolse. Cercai di rimanere fermo ma sentivo dolore.
"Ti piace questo eh, è rimasto bello duro" in effetti l'erezione c'era ancora, il colpo non aveva abbassato l'eccitazione ma mi faceva ancora male.
"Calmati adesso" mi guardò fisso negli occhi. "Inspira ed espira lentamente" proseguì.
"Inspira" e mentre lo disse mosse il piede che era ancora appoggiato sul pene. "Ed espira" e continuò con quel movimento lentamente, avanti e indietro. Il dolore cominciò a diminuire o forse il piacere che provavo era più forte del dolore. Continuò a massaggiarmi il pene e a dirmi di inspirare ed espirare per un po', ogni tanto massaggiava anche le palle delicatamente, l'eccitazione era al massimo.
"Bravo continua così" il tono era basso, eccitante. Aumentò la velocità con il piede e con esso anche il mio respiro si fece più affannoso, ormai mancava poco.
"Su dai ci siamo quasi" sempre più veloce, aumentò anche la forza premendo sul pene.
"Eccoci" capii che stavo per venire così in quel preciso momento si fermò per un istante, tolse il piede, caricò e fece partire un calcio. Mi colpì con il collo del piede centrando entrambe le palle.
Esplosi, sentii il dolore fino al cervello.
Mi girai di lato tenendomi le palle appena colpite e mi misi in posizione fetale, continuavo a sussultare, era un mix tra dolore e piacere. Di fianco a me lei torreggiava guardandomi in quella posizione, io vedevo i suoi piedi a pochi centimetri dalla faccia.
Quando il dolore diminui distesi le gambe e cercai di girarmi per rimettermi a pancia in su, lei sollevò il piede e mi spostò le mani che ancora proteggevano le palle per poter vedere.
"Ti è piaciuto tanto vedo, sono contenta" guardando le mutande, ero completamente bagnato, non sarei riuscito a spiegarlo a parole quello che provai, sapevo solo che mi era piaciuto da morire, dai suoi piedi morbidi e lisci sulla faccia alla sega e anche i calci nelle palle. Tutto.
Alzò nuovamente il piede e mi accarezzò la faccia delicatamente, passò sulle labbra e istintivamente e senza pensarci troppo lo baciai, lei sorrise. Tolse il piede e si spostò, capii che potevo alzarmi.
"È stato divertente, spero ti sia divertito anche tu" disse dirigendosi verso il corridoio che portava alle camere. "Ci vediamo Lu, magari la prossima volta ci divertiremo di più....." fece una pausa. "Forse ci sarà anche una sorpresa" concluse e andò via.
Mi alzai a fatica, ero svuotato completamente, cercai di sistemarmi per andare via. Uscii di casa ma ero inebetito, non ricordo quanto durò ma fu meraviglioso e pensai alla volta successiva, a quando sarebbe ricapitato e quale sarebbe stata la sorpresa a cui aveva accennato poco prima.
Per chi volesse darmi consigli o lasciare qualche commento lascio la mia mail : ilviandanteanonimo@gmail.com
Alle 7.30 scesi al bar a fare colazione, mi misi davanti al bancone ad aspettare caffè e pasta e nel frattempo scambiai qualche parola con il barista.
La vidi passare attraverso la vetrata e mi si gelò il sangue, non ero pronto ad affrontarla adesso. Si accorse di me, si voltò ed entrò anche lei al bar "buongiorno" fece un saluto generico. Si avvicinò a me e si mise al mio fianco "prendo un caffè anche io" disse al barista, poi avvicinò la testa e con voce bassa.
"Buongiorno Lu, passato un buon week end?" Mi si rizzarono persino i peli dietro la nuca, ero estremamente in imbarazzo.
"Sì mi sono riposato" cercavo di mantenere il controllo delle emozioni e parlai quasi sottovoce "e tu?" Le chiesi.
"Sì anche io a parte che ho dovuto sistemare casa, le ragazze hanno fatto un casino" si riferiva alle 2 figlie adolescenti. In quel momento mi voltai un attimo per osservarla, era senza trucco, le si vedevano distintamente le lentiggini sul viso, portava una giacca nera e sotto un maglioncino bianco, dei jeans e un paio di ballerine nere. Si voltò anche lei per guardarmi negli occhi e appena incrociai il suo sguardo mi rigirai a guardare la tazzina di caffè, il disagio era palpabile.
"Che hai? Non dirmi che sei arrabbiato con me?" Chiese mentre girava lentamente il cucchiaino nella tazzina.
"No no, non sono arrabbiato" risposi senza guardarla.
"E allora perché fai così? È per quello che è successo sabato?" Appoggiò la mano sul mio braccio.
"Ssssshhh" parlò con un tono normale ma appena accennò a sabato mi prese il panico.
"Dai che è stato divertente" mi afferrò il braccio amichevolmente "ok la fine è stato un colpo basso però è andato tutto bene, non devi essere in imbarazzo" si mise a ridere, alla fine il colpo basso c'è stato davvero.
"Tranquilla è tutto ok non preoccuparti" Ero serissimo.
"Pensa l'ho raccontato a Francesca e ha detto che è una figata" Mi bloccai all'istante.
"Che hai fatto? L'hai detto a Francesca?" l'ansia aumentò.
"Tranquillo non le ho detto che eri tu, ci siamo viste ieri e ci siamo scambiate delle confidenze così le ho raccontato questa cosa... ma non le ho detto niente di te tranquillo" cercò di rassicurarmi.
"Lau cazzo tu non capisci" dissi in tono sconsolato.
"Perché non me lo spieghi" rispose subito "sono sempre io Lu, non sono mica un'aliena" parlava sempre con un tono basso.
"Sii onesto" mi scosse il braccio invitandomi a guardarla negli occhi "guardami Lu, vuoi dirmi davvero che non ti è piaciuto?" Era seria ma l'espressione era rilassata, calma, si avvicinò un po' di più per poter parlare sottovoce. Si diede un'occhiata in giro per assicurarsi che nessuno stesse guardando, si rigirò verso di me. "Questo non ti piace?" Si sfilò la ballerina e abbassò lo sguardo invitandomi a fare lo stesso, mi mostrò il piede, era bellissimo con quello smalto rosso scurissimo. Cominciò ad accarezzarmi la caviglia e la tibia "non vorresti toccarlo?" Cominciai subito a sentire gli effetti nei pantaloni e lei se ne accorse "Vedi?" Indicò con lo sguardo il pacco. Cazzo se aveva ragione. Tolse il piede e si rinfilò la scarpa "ci vediamo dopo su a casa" andò alla cassa, pagò e se ne andò. Uscii per fumarmi una sigaretta prima di incominciare la giornata, pensai e ripensai e arrivai alla conclusione che aveva ragione lei, forse mi imbarazzava così tanto perché la conoscevo da tanto tempo e non mi aspettavo certo che avesse questo lato.
Verso metà mattina presi i cani di Laura e li portai a passeggio, lei non c'era e sinceramente rimasi un po' deluso. Dopo un'oretta tornai, entrai a casa con i cani e lei era lì, seduta su uno sgabello alto in cucina, era vestita come la mattina ma non aveva le scarpe, sganciai i guinzagli e lasciai andare i cani che corsero in terrazza.
"Sono stati bravi?" Chiese senza nemmeno voltarsi.
"Sì come sempre" il cuore accelerò, non sapevo quello che sarebbe successo.
"Allora che fai? Non ti stendi?" Mi chiese questa volta voltandosi e guardandomi dritto neglio occhi.
"Scusa... non ho capito" rimasi un attimo attonito. Scese dallo sgabello e si avvicinò, posò le mani sulle spalle e dolcemente mi invitò ad abbassarmi. "Mettiti in ginocchio" mi disse, non era un ordine, il tono era calmo, amichevole. Mi accarezzò i capelli per qualche secondo. "Proviamo così, togliti la maglietta" mi aiuto a sflilarmi la maglietta. "Ora togliti i pantaloni" rimasi un attimo bloccato, con il collo del piede mi strusciò le palle, potevo già sentire l'erezione. Mi tolsi i jeans, girò intorno a me e con la mano appoggiata sulla testa mi fece sdraiare a terra a pancia in su. Rimasi fermo immobile, ero completamente inerme. Sollevò il piede e me lo appoggiò in faccia cominciando ad accarezzarmi, prima le guance e poi la bocca. "Questo ti piace?" Non risposi ma era abbastanza chiaro, sentire il suo piede sul viso era meraviglioso, non aveva veramente bisogno di una risposta. Spostò il piede sul petto, appoggiò le mani sul muro e si alzò mettendo l'altro piede sulla pancia, era sopra di me con tutto il suo peso. Dopo poco tolse il piede dal petto e lo mise in faccia, non era facile reggere una persona in quel modo anche se non era così pesante, spostava il peso dalla gamba destra alla sinistra. Ero in suo potere, cercai di non muovermi anche per non farle perdere l'equilibrio. Quando si accorse che respiravo a fatica scese e si fermò di lato dandomi qualche secondo per riprendere fiato.
"Vedo che ti è piaciuto" guardando giù e vedendo l'erezione. Alzò nuovamente il piede e mi accarezzò la faccia.
"In questi giorni ho letto un pochino su questa roba" iniziò "Siete creature semplici voi maschietti" continuava ad accarezzarmi la faccia, poi con le dita passò sulle labbra e poi sul mento fino a scendere sul petto passando per il collo. Con il piede appoggiato sul petto fece perno per spostare l'altro piede che era appoggiato a terra tra le mie gambe. Continuò a muovere il piede sul petto e scese fino alla pancia vicino al pene che ormai era più duro che mai.
"Mi basta un piede, uno solo" proseguì mentre scendeva ancora lentamente "Posso darti piacere" Appoggiò il piede sul pene e iniziò a massaggiarlo per qualche secondo, avanti e indietro, dopo qualche secondo passò alle palle e fece lo stesso movimento.
"Oppure..." si fermò un attimo, alzò il piede e lo fece ricadere colpendomi le palle, non era forte ma mi centrò bene facendomi piuttosto male.
"Oppure darti dolore" Feci un grugnito, cercai subito di portare le mani per proteggermi ma me lo impedì, il suo piede era ancora lì, non lo tolse. Cercai di rimanere fermo ma sentivo dolore.
"Ti piace questo eh, è rimasto bello duro" in effetti l'erezione c'era ancora, il colpo non aveva abbassato l'eccitazione ma mi faceva ancora male.
"Calmati adesso" mi guardò fisso negli occhi. "Inspira ed espira lentamente" proseguì.
"Inspira" e mentre lo disse mosse il piede che era ancora appoggiato sul pene. "Ed espira" e continuò con quel movimento lentamente, avanti e indietro. Il dolore cominciò a diminuire o forse il piacere che provavo era più forte del dolore. Continuò a massaggiarmi il pene e a dirmi di inspirare ed espirare per un po', ogni tanto massaggiava anche le palle delicatamente, l'eccitazione era al massimo.
"Bravo continua così" il tono era basso, eccitante. Aumentò la velocità con il piede e con esso anche il mio respiro si fece più affannoso, ormai mancava poco.
"Su dai ci siamo quasi" sempre più veloce, aumentò anche la forza premendo sul pene.
"Eccoci" capii che stavo per venire così in quel preciso momento si fermò per un istante, tolse il piede, caricò e fece partire un calcio. Mi colpì con il collo del piede centrando entrambe le palle.
Esplosi, sentii il dolore fino al cervello.
Mi girai di lato tenendomi le palle appena colpite e mi misi in posizione fetale, continuavo a sussultare, era un mix tra dolore e piacere. Di fianco a me lei torreggiava guardandomi in quella posizione, io vedevo i suoi piedi a pochi centimetri dalla faccia.
Quando il dolore diminui distesi le gambe e cercai di girarmi per rimettermi a pancia in su, lei sollevò il piede e mi spostò le mani che ancora proteggevano le palle per poter vedere.
"Ti è piaciuto tanto vedo, sono contenta" guardando le mutande, ero completamente bagnato, non sarei riuscito a spiegarlo a parole quello che provai, sapevo solo che mi era piaciuto da morire, dai suoi piedi morbidi e lisci sulla faccia alla sega e anche i calci nelle palle. Tutto.
Alzò nuovamente il piede e mi accarezzò la faccia delicatamente, passò sulle labbra e istintivamente e senza pensarci troppo lo baciai, lei sorrise. Tolse il piede e si spostò, capii che potevo alzarmi.
"È stato divertente, spero ti sia divertito anche tu" disse dirigendosi verso il corridoio che portava alle camere. "Ci vediamo Lu, magari la prossima volta ci divertiremo di più....." fece una pausa. "Forse ci sarà anche una sorpresa" concluse e andò via.
Mi alzai a fatica, ero svuotato completamente, cercai di sistemarmi per andare via. Uscii di casa ma ero inebetito, non ricordo quanto durò ma fu meraviglioso e pensai alla volta successiva, a quando sarebbe ricapitato e quale sarebbe stata la sorpresa a cui aveva accennato poco prima.
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