Camilla 2/4
di
Miss Serena
genere
corna
Decisi di lasciare a Carlo un paio di giorni per capire il ruolo di cornuto e contento, era l’unico che potesse avere in un rapporto di coppia, e che anzi doveva esser grato alla sua compagna di lasciargli fare il guardone.
Quando lo chiamai era come se non aspettasse altro che la mia telefonata, così non persi tempo in preamboli ed andai dritta al punto.
“Stasera alle nove in punto passerai a prendermi per andare a un vernissage; quindi, mettiti il vestito delle feste perché non voglio fare brutta figura. Dopo aver visto le opere esposte e fatta una buona conversazione torneremo a casa mia, facendo salire da me un paio d’amici che avranno il compito di farmi godere, cosa che tu non sei in grado di fare per ovvi motivi, e se sarai stato bravo tutta la sera ti concederò il privilegio d’assistere, tutto chiaro o hai domande ?”
“No signora Camilla, anzi una l’avrei, va bene lo smoking ?” mi domandò quasi balbettando.
“Certo che va bene, anzi è l’abito giusto per l’occasione, ora ti lascio che devo prepararmi; quindi, mi raccomando voglio sentire suonare il campanello alle nove in punto, oppure partiamo male ciao.”
In realtà non erano neanche le sei, quindi avevo tutto il tempo del mondo per truccarmi e scegliere un abito, ma non volevo dare troppa confidenza a quello che avevo deciso sarebbe diventato un mio giocattolo personale.
Dopo un bel bagno e un piccolo spuntino, iniziai a truccarmi in modo non pesante, se non per le labbra sulle quali misi un rossetto rosso fuoco che trovavo molto sexy. La scelta dell’abito cadde subito su uno nero da sera lungo con un piccolo spacco frontale, col corpetto preformato che di fatto rendeva inutile l’uso del reggiseno. Limitai quindi la lingerie a un microscopico tanga e delle autoreggenti anche loro neri, finendo poi la vestizione con delle scarpe di vernice ovviamente dello stesso colore.
Carlo fu puntualissimo e come mi vide uscire dal portone, non poté trattenersi da un’esclamazione di stupore.
“Signora Camilla lei è bellissima.” mi disse quasi non avesse mai visto una donna in un abito elegante.
“Grazie Carlo, adesso però andiamo che non voglio perdermi l’inizio.”
Per tutto il viaggio non feci che torturarlo, umiliandolo in tal modo che feci quasi fatica a capire come riuscisse a sopportare i miei insulti senza dire nulla.
“Scommetto che vorresti fermarti da qualche parte per potermi sbattere come una troia sul cofano, e magari sentirti dire che mi stai facendo godere come non c’era mai riuscito nessun altro.” gli dissi mettendogli una mano sulla gamba fin troppo vicino ai genitali, e quasi strusciandomi su di lui “Poi mi faresti piegare per potermelo mettere nel culo, sino a riempirmelo di sborra e quindi farti pulire il cazzo con la lingua. Invece sei solo un gran cornuto che l’altro giorno ha visto la sua ragazza scopare con uno che avrà il cervello di una formica, ma il cazzo di un cavallo, e alla fine eri così arrapato che non sei neanche riuscito a farti una sega.”
“Signora Camilla la prego, così è difficile guidare.” mi rispose balbettando,
“Infatti sei buono solo a fare da autista.” gli dissi rimettendomi in una posizione meno equivoca “Tanto poi saprò io come farti scoppiare cazzo e palle.”
Giunti alla mostra Carlo si comportò da perfetto cavaliere, portandomi in giro sottobraccio, e facendo conversazione senza mai sbagliare una parola.
Solo quando comprese che i due ragazzi che s’erano avvicinati senza presentarsi, erano in realtà la coppia che m’avrebbe scopata, ebbe un momento d’esitazione nel dar loro la mano, ma giusto il tempo di ricordargli chi fosse e qual era il suo ruolo nella serata.
“Carlo non esser timido, loro sono Luis e Miguel, due miei cari amici spagnoli che sono qui per studiare, ma soprattutto per fottere donne esigenti come me che tu non sei in grado di soddisfare avendo il cazzo piccolo.” dissi al mio accompagnatore facendolo sprofondare nella vergogna “Adesso finiamo velocemente il giro della mostra e poi torniamo da me, con loro dietro anche se sanno benissimo la strada.”
Passammo forse meno di cinque minuti nella galleria, prima di tornare alla sua macchina, dove ripresi ad eccitarlo anche se in modo diverso da prima.
“Sai come ho conosciuto quei due ?” gli dissi alzandomi il vestito in modo da potermi toccare lascivamente fra le gambe “Ero al mare ad annoiarmi quando vedo Miguel e non resisto alla voglia di portarmelo in camera e farmi una bella scopata. Lascio lui e incontro Luis e anche col secondo stessa storia. La sera si rendono conto che hanno scopato la stessa donna, così mi portano da loro e non ti dico come mi hanno ridotta, sai messi insieme fanno mezzo metro di cazzo, e fra fica e soprattutto culo mi hanno devastata, facendomi tornare nella mia camera con le gambe che mi tremavano ancora. Da quel giorno quando ho voglia di due cazzi chiamo loro, e credimi se ti dico che non mi hanno mai delusa.”
Mentre parlavo sapevo benissimo che Carlo guardava con un occhio e la strada, e con l’altro le mie mani birichine, ma del resto il mio principale divertimento oltre l’umiliarlo in continuazione, era proprio il farlo eccitare il più possibile, per poi lasciarlo a bocca asciutta.
Arrivammo in casa mia giusto un paio di minuti prima della coppia di ragazzi iberici, e con loro vicini potei dare inizio alle nuove umiliazioni di Carlo.
Per iniziare feci usare la sua cravatta per legargli i polsi dietro lo schienale della sedia messa sul lato corto del tavolo, sul quale poi salii per poi togliermi l’abito, sotto il quale indossavo solo un piccolo tanga e delle autoreggenti il tutto nero.
Luis e Miguel mi fecero quindi sedere per potermi baciare, ma soprattutto toccare fra le gambe, senza però tralasciare in alcun modo il seno, tanto che mi ritrovai subito i capezzoli duri come chiodi. Ben presto le loro bocche iniziarono a correre su e giù per il mio corpo, fermandosi sempre più spesso sulla mia passera, che divenne in men che non si dica un lago.
“Spogliatevi e fatelo in fretta.” dissi loro sdraiandomi a pancia sotto.
Miguel fu il più veloce nel mettermi a disposizione il suo bel membro, che presi subito in bocca, quasi fosse qualcosa che non facevo da anni, mentre Luis una volta nudo prese a toccarmi la passera, ma senza entrarci mai dentro.
Dei due Miguel era quello con la mazza leggermente più grande, ma l’altro aveva un non so che di selvaggio, che mi faceva uscire di testa ogni volta che mi scopava, e quella sera avevo non solo voglia di farmeli entrambi, ma anche di umiliare sino all’inverosimile Carlo.
“Penso che tu ce l’abbia abbastanza duro per sbattermelo dentro, così quella cosa inutile vede come si fa a far godere un donna.” dissi a Miguel girandomi sulla schiena ed avvicinando la bocca al bastone del suo amico.
Lo spagnolo mi penetrò completamente con un paio di potenti affondi, facendomi subito gemere per il piacere, ma poi fu Luis a farmi godere anche se in bel altra maniera.
“Dimmi stronzo è vero che la tua ragazza s’è fatta scopare da uno davanti a te ?” disse a Carlo che non poté che annuire con la testa.
“Allora stasera ti facciamo divertire guardone del cazzo, mentre ci sbattiamo questa bella signora alla quale puoi giusto baciare i piedi.”
Quando Luis prese il posto del suo amico, per me la musica cambiò di ben poco, dato che anche lui prese a fottermi di gran carriera, mentre Miguel se la prendeva col povero Carlo dandogli del frocio impotente.
I due ragazzi mi scopavano a loro piacimento, girandomi sul tavolo come una bistecca sulla griglia. Messa fra loro due ben presto arrivai alla soglia dell’orgasmo, ma invece di concedermelo volli dare l’ennesima mazzata all’orgoglio dell’aspirante cornuto.
“Dai andiamo tutti sul letto, e tu Luis libera Carlo così me lo può mettere nel culo.”
Luis rimase stupito da quella mia richiesta, ma conoscendo fin troppo bene il mio grado di perversione, ubbidì al mi ordine e liberò Carlo arrivando poi con lui nella mia camera.
“Allora stronzo vedi di capirmi alla prima perché non ho voglia di ripetermi.” dissi al poco dotato sventolandogli un dildo per il sesso anale che avevo preso da un cassetto “Per iniziare mi lecchi bene il culo, poi prendi questo dildo, lo copri di lubrificante che è sopra il comodino, e solo dopo me lo metti dentro il mio bel fiorellino, così quando poi m’inculano loro due trovano la strada già aperta.”
“Ma io veramente …” farfugliò il ragazzo in chiaro imbarazzo.
“Tu cosa ? Non avrai per caso pensato ti incularmi col tu ridicolo cazzetto ? Vedi di fare quanto ti ho detto e fallo bene, altrimenti non ti faccio neanche una sega e torni a casa col cazzo duro.”
Carlo ubbidì senza fiatare, eseguendo alla lettera le mie istruzioni, mentre io mi divertivo a giocare con la bocca coi due membri dei ragazzi più dotati. Nonostante non avesse alcuna esperienza, usò bene il dildo, facendolo scorrere dentro il mio retto senza mai accelerare troppo, ma allo stesso tempo facendomi bene sentire la punta a palla del giocattolo.
“Dimmi un po’ sfigato, ma tu l’hai mai messo nel culo a una donna ? Intendo il moncherino che hai fra le gambe non un cazzo finto.” gli domandò Luis spingendomi tutta la sua mazza fra le labbra.
“E cosa vuoi che infili quel brufolone.” gli rispose l’amico “Va già bene se Camilla gli fa vedere il culo, almeno potrà dire che sa com’è fatto.”
“Hai ragione e poi cosa vuoi che faccia godere qualcuna, al limite mentre crede di farle il culo quella si cura le unghie.”
Il continuo umiliare Carlo mi fece eccitare ancora di più del dildo, così quasi spinsi via l’aspirante cornuto con un piede per fargli lasciare il posto a chi avrebbe usato un pene vero per sodomizzarmi.
Miguel fu il più veloce a capire le mie intenzioni, così con un balzo quasi felino, saltò dietro di me per poi prendermi per i fianchi e riempirmi lo sfintere con la sua mazza. La penetrazione fu abbastanza violenta, ma non dolorosa grazie al “lavoro preventivo” fatto da Carlo, che si mise in disparte quasi sapesse che per lui gli insulti non sarebbero mai finiti.
“Lo sai perché non geme dal piacere ?” chiese Miguel alla sua vittima “Perché ha un altro cazzo in bocca, altrimenti sentiresti tutta una sinfonia di gemiti e urletti. Con te invece potrebbe solo schiarirsi la voce perché sei un senza cazzo.”
“Però volendo gliela possiamo far sentire un po’ di musica allo sfigato.” gli rispose Luis sdraiandosi vicino a me “Tu falla salire sul mio cazzo che poi sai come cambia la musica.”
Non ci voleva certo un genio per comprendere le loro intenzioni, ma del resto avevo un lago fra le gambe, e non era neanche la prima volta che mi scopavano insieme. Così salii sopra Luis per poi far sparire la sua mazza dentro la passera, e subito dopo Miguel riprese a fottermi il culo.
In mezzo a quei due stalloni non potevo che provare un immenso piacere, una sorta di orgasmo continuo che non mi fece più dare alcuna importanza a Carlo, ma solo pensare a me stessa. Era come stare sulle montagne russe, dove ad ogni discesa corrispondeva una completa doppia penetrazione, e le salite erano molto più veloci che al luna park.
Quasi non mi accorsi di quando i due ragazzi mi fecero sdraiare al centro del letto, per schizzarmi addosso i loro orgasmi tanto era stato violento il mio, e così forte da togliermi il respiro per diversi minuti.
Quando mi ripresi mi resi conto che mi avevano ricoperta dalla base dal collo sino ai capezzoli col loro sperma, ma soprattutto che Carlo era in piedi quasi incredulo di quello a cui aveva assistito, neanche fosse un ragazzino che vede il suo primo porno.
“Vattene.” gli dissi con la voce carica di disprezzo.
“Come ha detto signora ?” mi rispose ancora imbambolato.
“Hai capito benissimo vattene. E sia chiaro che non ti chiamerò mai più perché di fatto sei inutile. Un vero cornuto sarebbe già qui a ripulirmi di questa sborra, ma tu non hai ancora capito qual è il tuo ruolo ne mondo, quindi vattene e non farti più vedere.”
Non dissi più nulla neanche quando lo vidi piangere, non se per l’ultima umiliazione o per lo sconforto, ma del resto con lui mi ero divertita abbastanza e non avevo più ragione di averlo fra i piedi.
Dopo che Carlo se ne andò ancora in lacrime, congedai Luis e Miguel promettendogli di rivederli a breve, poi andai a farmi una doccia rinfrescante e quindi mi misi a letto.
Sentivo che con Carlo avevo fallito, non essendo riuscita a sottometterlo come volevo io, ma del resto non ero mai stata una regina del sadomaso, e non m’interessa neanche diventarlo.
“Però col prossimo senza cazzo devo divertirmi di più.” pensai prima d’addormentarmi, con ancora l’odore dei due ragazzi che la doccia non aveva portato via.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visualizzazioni.
Umberto & friends, ma non avete di meglio da fare ?
Dai andate a farvi una vita vera, magari ci esce qualcosa di buono :-)
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Quando lo chiamai era come se non aspettasse altro che la mia telefonata, così non persi tempo in preamboli ed andai dritta al punto.
“Stasera alle nove in punto passerai a prendermi per andare a un vernissage; quindi, mettiti il vestito delle feste perché non voglio fare brutta figura. Dopo aver visto le opere esposte e fatta una buona conversazione torneremo a casa mia, facendo salire da me un paio d’amici che avranno il compito di farmi godere, cosa che tu non sei in grado di fare per ovvi motivi, e se sarai stato bravo tutta la sera ti concederò il privilegio d’assistere, tutto chiaro o hai domande ?”
“No signora Camilla, anzi una l’avrei, va bene lo smoking ?” mi domandò quasi balbettando.
“Certo che va bene, anzi è l’abito giusto per l’occasione, ora ti lascio che devo prepararmi; quindi, mi raccomando voglio sentire suonare il campanello alle nove in punto, oppure partiamo male ciao.”
In realtà non erano neanche le sei, quindi avevo tutto il tempo del mondo per truccarmi e scegliere un abito, ma non volevo dare troppa confidenza a quello che avevo deciso sarebbe diventato un mio giocattolo personale.
Dopo un bel bagno e un piccolo spuntino, iniziai a truccarmi in modo non pesante, se non per le labbra sulle quali misi un rossetto rosso fuoco che trovavo molto sexy. La scelta dell’abito cadde subito su uno nero da sera lungo con un piccolo spacco frontale, col corpetto preformato che di fatto rendeva inutile l’uso del reggiseno. Limitai quindi la lingerie a un microscopico tanga e delle autoreggenti anche loro neri, finendo poi la vestizione con delle scarpe di vernice ovviamente dello stesso colore.
Carlo fu puntualissimo e come mi vide uscire dal portone, non poté trattenersi da un’esclamazione di stupore.
“Signora Camilla lei è bellissima.” mi disse quasi non avesse mai visto una donna in un abito elegante.
“Grazie Carlo, adesso però andiamo che non voglio perdermi l’inizio.”
Per tutto il viaggio non feci che torturarlo, umiliandolo in tal modo che feci quasi fatica a capire come riuscisse a sopportare i miei insulti senza dire nulla.
“Scommetto che vorresti fermarti da qualche parte per potermi sbattere come una troia sul cofano, e magari sentirti dire che mi stai facendo godere come non c’era mai riuscito nessun altro.” gli dissi mettendogli una mano sulla gamba fin troppo vicino ai genitali, e quasi strusciandomi su di lui “Poi mi faresti piegare per potermelo mettere nel culo, sino a riempirmelo di sborra e quindi farti pulire il cazzo con la lingua. Invece sei solo un gran cornuto che l’altro giorno ha visto la sua ragazza scopare con uno che avrà il cervello di una formica, ma il cazzo di un cavallo, e alla fine eri così arrapato che non sei neanche riuscito a farti una sega.”
“Signora Camilla la prego, così è difficile guidare.” mi rispose balbettando,
“Infatti sei buono solo a fare da autista.” gli dissi rimettendomi in una posizione meno equivoca “Tanto poi saprò io come farti scoppiare cazzo e palle.”
Giunti alla mostra Carlo si comportò da perfetto cavaliere, portandomi in giro sottobraccio, e facendo conversazione senza mai sbagliare una parola.
Solo quando comprese che i due ragazzi che s’erano avvicinati senza presentarsi, erano in realtà la coppia che m’avrebbe scopata, ebbe un momento d’esitazione nel dar loro la mano, ma giusto il tempo di ricordargli chi fosse e qual era il suo ruolo nella serata.
“Carlo non esser timido, loro sono Luis e Miguel, due miei cari amici spagnoli che sono qui per studiare, ma soprattutto per fottere donne esigenti come me che tu non sei in grado di soddisfare avendo il cazzo piccolo.” dissi al mio accompagnatore facendolo sprofondare nella vergogna “Adesso finiamo velocemente il giro della mostra e poi torniamo da me, con loro dietro anche se sanno benissimo la strada.”
Passammo forse meno di cinque minuti nella galleria, prima di tornare alla sua macchina, dove ripresi ad eccitarlo anche se in modo diverso da prima.
“Sai come ho conosciuto quei due ?” gli dissi alzandomi il vestito in modo da potermi toccare lascivamente fra le gambe “Ero al mare ad annoiarmi quando vedo Miguel e non resisto alla voglia di portarmelo in camera e farmi una bella scopata. Lascio lui e incontro Luis e anche col secondo stessa storia. La sera si rendono conto che hanno scopato la stessa donna, così mi portano da loro e non ti dico come mi hanno ridotta, sai messi insieme fanno mezzo metro di cazzo, e fra fica e soprattutto culo mi hanno devastata, facendomi tornare nella mia camera con le gambe che mi tremavano ancora. Da quel giorno quando ho voglia di due cazzi chiamo loro, e credimi se ti dico che non mi hanno mai delusa.”
Mentre parlavo sapevo benissimo che Carlo guardava con un occhio e la strada, e con l’altro le mie mani birichine, ma del resto il mio principale divertimento oltre l’umiliarlo in continuazione, era proprio il farlo eccitare il più possibile, per poi lasciarlo a bocca asciutta.
Arrivammo in casa mia giusto un paio di minuti prima della coppia di ragazzi iberici, e con loro vicini potei dare inizio alle nuove umiliazioni di Carlo.
Per iniziare feci usare la sua cravatta per legargli i polsi dietro lo schienale della sedia messa sul lato corto del tavolo, sul quale poi salii per poi togliermi l’abito, sotto il quale indossavo solo un piccolo tanga e delle autoreggenti il tutto nero.
Luis e Miguel mi fecero quindi sedere per potermi baciare, ma soprattutto toccare fra le gambe, senza però tralasciare in alcun modo il seno, tanto che mi ritrovai subito i capezzoli duri come chiodi. Ben presto le loro bocche iniziarono a correre su e giù per il mio corpo, fermandosi sempre più spesso sulla mia passera, che divenne in men che non si dica un lago.
“Spogliatevi e fatelo in fretta.” dissi loro sdraiandomi a pancia sotto.
Miguel fu il più veloce nel mettermi a disposizione il suo bel membro, che presi subito in bocca, quasi fosse qualcosa che non facevo da anni, mentre Luis una volta nudo prese a toccarmi la passera, ma senza entrarci mai dentro.
Dei due Miguel era quello con la mazza leggermente più grande, ma l’altro aveva un non so che di selvaggio, che mi faceva uscire di testa ogni volta che mi scopava, e quella sera avevo non solo voglia di farmeli entrambi, ma anche di umiliare sino all’inverosimile Carlo.
“Penso che tu ce l’abbia abbastanza duro per sbattermelo dentro, così quella cosa inutile vede come si fa a far godere un donna.” dissi a Miguel girandomi sulla schiena ed avvicinando la bocca al bastone del suo amico.
Lo spagnolo mi penetrò completamente con un paio di potenti affondi, facendomi subito gemere per il piacere, ma poi fu Luis a farmi godere anche se in bel altra maniera.
“Dimmi stronzo è vero che la tua ragazza s’è fatta scopare da uno davanti a te ?” disse a Carlo che non poté che annuire con la testa.
“Allora stasera ti facciamo divertire guardone del cazzo, mentre ci sbattiamo questa bella signora alla quale puoi giusto baciare i piedi.”
Quando Luis prese il posto del suo amico, per me la musica cambiò di ben poco, dato che anche lui prese a fottermi di gran carriera, mentre Miguel se la prendeva col povero Carlo dandogli del frocio impotente.
I due ragazzi mi scopavano a loro piacimento, girandomi sul tavolo come una bistecca sulla griglia. Messa fra loro due ben presto arrivai alla soglia dell’orgasmo, ma invece di concedermelo volli dare l’ennesima mazzata all’orgoglio dell’aspirante cornuto.
“Dai andiamo tutti sul letto, e tu Luis libera Carlo così me lo può mettere nel culo.”
Luis rimase stupito da quella mia richiesta, ma conoscendo fin troppo bene il mio grado di perversione, ubbidì al mi ordine e liberò Carlo arrivando poi con lui nella mia camera.
“Allora stronzo vedi di capirmi alla prima perché non ho voglia di ripetermi.” dissi al poco dotato sventolandogli un dildo per il sesso anale che avevo preso da un cassetto “Per iniziare mi lecchi bene il culo, poi prendi questo dildo, lo copri di lubrificante che è sopra il comodino, e solo dopo me lo metti dentro il mio bel fiorellino, così quando poi m’inculano loro due trovano la strada già aperta.”
“Ma io veramente …” farfugliò il ragazzo in chiaro imbarazzo.
“Tu cosa ? Non avrai per caso pensato ti incularmi col tu ridicolo cazzetto ? Vedi di fare quanto ti ho detto e fallo bene, altrimenti non ti faccio neanche una sega e torni a casa col cazzo duro.”
Carlo ubbidì senza fiatare, eseguendo alla lettera le mie istruzioni, mentre io mi divertivo a giocare con la bocca coi due membri dei ragazzi più dotati. Nonostante non avesse alcuna esperienza, usò bene il dildo, facendolo scorrere dentro il mio retto senza mai accelerare troppo, ma allo stesso tempo facendomi bene sentire la punta a palla del giocattolo.
“Dimmi un po’ sfigato, ma tu l’hai mai messo nel culo a una donna ? Intendo il moncherino che hai fra le gambe non un cazzo finto.” gli domandò Luis spingendomi tutta la sua mazza fra le labbra.
“E cosa vuoi che infili quel brufolone.” gli rispose l’amico “Va già bene se Camilla gli fa vedere il culo, almeno potrà dire che sa com’è fatto.”
“Hai ragione e poi cosa vuoi che faccia godere qualcuna, al limite mentre crede di farle il culo quella si cura le unghie.”
Il continuo umiliare Carlo mi fece eccitare ancora di più del dildo, così quasi spinsi via l’aspirante cornuto con un piede per fargli lasciare il posto a chi avrebbe usato un pene vero per sodomizzarmi.
Miguel fu il più veloce a capire le mie intenzioni, così con un balzo quasi felino, saltò dietro di me per poi prendermi per i fianchi e riempirmi lo sfintere con la sua mazza. La penetrazione fu abbastanza violenta, ma non dolorosa grazie al “lavoro preventivo” fatto da Carlo, che si mise in disparte quasi sapesse che per lui gli insulti non sarebbero mai finiti.
“Lo sai perché non geme dal piacere ?” chiese Miguel alla sua vittima “Perché ha un altro cazzo in bocca, altrimenti sentiresti tutta una sinfonia di gemiti e urletti. Con te invece potrebbe solo schiarirsi la voce perché sei un senza cazzo.”
“Però volendo gliela possiamo far sentire un po’ di musica allo sfigato.” gli rispose Luis sdraiandosi vicino a me “Tu falla salire sul mio cazzo che poi sai come cambia la musica.”
Non ci voleva certo un genio per comprendere le loro intenzioni, ma del resto avevo un lago fra le gambe, e non era neanche la prima volta che mi scopavano insieme. Così salii sopra Luis per poi far sparire la sua mazza dentro la passera, e subito dopo Miguel riprese a fottermi il culo.
In mezzo a quei due stalloni non potevo che provare un immenso piacere, una sorta di orgasmo continuo che non mi fece più dare alcuna importanza a Carlo, ma solo pensare a me stessa. Era come stare sulle montagne russe, dove ad ogni discesa corrispondeva una completa doppia penetrazione, e le salite erano molto più veloci che al luna park.
Quasi non mi accorsi di quando i due ragazzi mi fecero sdraiare al centro del letto, per schizzarmi addosso i loro orgasmi tanto era stato violento il mio, e così forte da togliermi il respiro per diversi minuti.
Quando mi ripresi mi resi conto che mi avevano ricoperta dalla base dal collo sino ai capezzoli col loro sperma, ma soprattutto che Carlo era in piedi quasi incredulo di quello a cui aveva assistito, neanche fosse un ragazzino che vede il suo primo porno.
“Vattene.” gli dissi con la voce carica di disprezzo.
“Come ha detto signora ?” mi rispose ancora imbambolato.
“Hai capito benissimo vattene. E sia chiaro che non ti chiamerò mai più perché di fatto sei inutile. Un vero cornuto sarebbe già qui a ripulirmi di questa sborra, ma tu non hai ancora capito qual è il tuo ruolo ne mondo, quindi vattene e non farti più vedere.”
Non dissi più nulla neanche quando lo vidi piangere, non se per l’ultima umiliazione o per lo sconforto, ma del resto con lui mi ero divertita abbastanza e non avevo più ragione di averlo fra i piedi.
Dopo che Carlo se ne andò ancora in lacrime, congedai Luis e Miguel promettendogli di rivederli a breve, poi andai a farmi una doccia rinfrescante e quindi mi misi a letto.
Sentivo che con Carlo avevo fallito, non essendo riuscita a sottometterlo come volevo io, ma del resto non ero mai stata una regina del sadomaso, e non m’interessa neanche diventarlo.
“Però col prossimo senza cazzo devo divertirmi di più.” pensai prima d’addormentarmi, con ancora l’odore dei due ragazzi che la doccia non aveva portato via.
Voglio ringraziare la combriccola che si divere a mettere "zero" a tutti i miei racconti, fosse solo perchè così fanno alzare le visualizzazioni.
Umberto & friends, ma non avete di meglio da fare ?
Dai andate a farvi una vita vera, magari ci esce qualcosa di buono :-)
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