Nave scuola

di
genere
dominazione

Oggi ha preso una camera con due ragazzi di colore. Quella cagna era un mese che non si faceva vedere e mi arriva dopo mezzogiorno con due torelli negri che insieme avranno la metà dei suoi anni. Alla troia piacciono i cazzi giovani, fa da nave scuola, in un anno se n'è portati una dozzina, ma io non voglio casini, mi faccio mostrare i documenti. Solo una volta ho lasciato correre, se consenzienti non possono dirmi nulla, ma non mi faccio chiudere per colpa di una ninfomane.
Okay, dico, possono salire con la puttana, sono appena maggiorenni, avranno più centimetri di cazzo che anni.
Di lei so tutto, dove vive e quando è nata, si chiama Manuela ha trentasei anni, su instagram ha foto in palestra con top e leggings. Un bel sette per le tette e un nove pieno per il culo allenato. Se lo allena in palestra e con cazzi giovani. È porca come poche, mi sfida con gli occhi quando prende la camera coi suoi boytoys, mi vuol far vedere chi se la scopa questa volta.
Ma oggi le darò una bella lezione, chiamo gli amici. 'C'è la troia, se la stanno sbattendo due negri.'
Arrivano in cinque, la cagna si fa desiderare, fa le cose per bene, ha un sacco di cose da insegnare ai due torelli. Aspettiamo con calma, così è anche più divertente. Ogni tanto salgo per sentire a che punto è, sento gemiti e tonfi, se la stanno ancora gonfiando.
I ragazzi scendono alle cinque, si sono rimessi in ordine, hanno fatto anche la doccia. Mi guardano imbarazzatati, li tranquillizzo, la camera la paga lei, dico. Un po' li invidio, si sono sbattuti quella figa per l'intero pomeriggio e m'incazzo di più. Ma so aspettare, do alla cagna il tempo per riprendersi, lei scende sempre dopo, dorme un paio d'ore.
Okay, non possiamo aspettare oltre, salgo con Carlo, ho le chiavi, dorme, non ci sente entrare. Mutandine in bocca, cappuccio in testa e la leghiamo ai quattro angoli del letto. Me la scopo per primo. Nel culo spanato che è peggio della figa. Ho aspettato troppo, vengo subito. La lascio a Carlo, salgono anche gli altri, se la gonfiano in cinque. Scendo per una birra e torno per un secondo giro, questa volta la chiavo figa e culo da sentirmi mancare, sborro che sono sudato marcio. L'hanno slegata e tolto il cappuccio, la cagna non ha un buco libero.
Uno roba veloce ma intensa, devono tutti tornare a casa per cena. La lasciamo dormire.
Scende verso mezzanotte, c'è un cliente che guarda le televisione con me, un operaio in trasferta.
S'è messa gli occhiali scuri. Sono un debole, mi fa pena, l'abbiamo massacrata per benino, mi pento e allora penso ai due negri: per questa cagna siamo stati acqua fresca.
Mi torna duro, è troppo figa questa cagna. Mi alzo e vado al bancone.
Manu tira fuori la carta e la passa per pagare.
'Grazie Mirko. Ci vediamo tra un mese.'
scritto il
2025-02-03
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