Ischia
di
Apollin
genere
etero
Sal era seduto sul suo divano, una tazzina di caffè tra le mani. Il vapore si alzava lentamente. Riguardò la copertina del libro che aveva appena finito di rileggere, Bella di giorno. Osservò sorridendo la copertina.
Marella e Séverine? Sorseggiò il caffè.
Portò la tazza alle labbra, bevendo l’ultimo sorso del caffè ormai tiepido.
Si rese conto che non sarebbe stato mai capace di entrare nell’animo di quella donna, conoscerla e capirla e del resto, questo valeva anche per lui stesso.
Una sola certezza si eccitava per i suoi racconti. Immaginarla tra le braccia di un altro per dargli piacere e goderne lei stessa. Qual era i significato di questo profondo desiderio?
Posò la tazza sul tavolino davanti a sé, lasciandosi andare contro lo schienale del divano sobbalzando con il suono improvviso del telefono. Guardò il telefono ed il nome di Marella illuminò lo schermo.
“Buongiorno, signora” disse, con un tono scherzoso. “Che onore ricevere la sua chiamata.”
Dall’altro lato della linea, la risata morbida di Marella.
“Sempre così teatrale” rispose lei con leggerezza. “Non posso chiamarti senza che tu mi faccia una scenata?”
“Puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi,” replicò lui, “ma il mio tono dipende sempre da cosa hai in mente.”
“Stavolta niente di strano,” disse lei, con un tono che tradiva la malizia nascosta.
“Stavo pensando a quanto sia noioso mio marito, tutto qui. È sempre più assorbito dal lavoro, dai suoi impegni. A volte mi sembra che abbia dimenticato di essere vivo.”
Sal ascoltava in silenzio.
“E poi niente,” continuò lei. “Sono un pò stufa, ho voglia di divertirmi e giocare un pò”
“Giocare,” ripeté Sal.”
“Esattamente,” disse Marella, e il suo tono cambiò, diventando più intimo.
“Sai, non riesco a smettere di pensare a quella sera. È stato così… perfetto.”
Sal si sistemò sul divano. “Sono contento che ti sia piaciuto. Sembravi piuttosto soddisfatta, devo dire.”
“Più che soddisfatta,” ammise Marella, con un tono leggermente provocatorio. “E tu? Hai pensato alla mia serata? Ti è piaciuto… ascoltare il mio raccontino?”
“Mi è piaciuto tutto e ti ho desiderata”
Marella ridacchiò piano senza commentare.
“Marella, sei libera per il prossimo weekend.”
“Forse,” rispose lei, curiosa.
“Un giro in barca. Lo sto organizzando con una coppia di amici. Partiremmo sabato mattina presto, e saremo a Ischia nel pomeriggio.
Dormiamo in rada la notte. Una domenica di mare e relax, poi domenica in serata torniamo.”
Dall’altra parte ci fu un breve silenzio, poi Marella rispose con un tono leggermente più cauto.
“Sembra… interessante. Ma non so ancora se posso. Dipende da mio marito.”
Sal si accigliò, ma il suo tono rimase neutro. “Non riesci a venire?”
“Non è detto. Mi ha accennato che potrebbe essere fuori la prossima settimana,” spiegò Marella. “Deve andare con una delegazione del comune in quella piccola cittadina tedesca gemellata con il nostro. Ma non è ancora sicuro. Mi darà conferma solo lunedì sera o martedì.”
“Capisco,” disse. “Allora aspetterò fino a martedì per la tua risposta. Ma sappi che sarebbe… interessante averti con me.”
“Interessante, eh?” rispose lei, il tono che si fece più morbido e leggermente provocatorio. “Vedremo. Sai che mi piace tenerti sulle spine.”
“Lo so bene,” ribatté lui con un sorriso, “ma sai anche che non sono bravo ad aspettare.”
“Bene, allora ti farò sapere. Promesso.”
“Martedì,” ripeté lui, la voce bassa ma ferma. “Aspetto il tuo messaggio.”
“D’accordo,” disse Marella “Martedì sicuro, ma non mi hai detto con chi andremo. Chi sono? Li conosco?.”
“Sono una coppia di Napoli, entrambi medici. Persone molto tranquille, aperte, e… come dire, discrete. Hanno già fatto altre uscite con me in barca, e sono molto simpatici. Ti piaceranno.”
“Ah, capisco,” rispose Marella con un tono neutro, ma che tradiva una leggera curiosità. “Cosa intendi per aperti?”
Sal ridacchiò piano. “Intendo dire che non sono una di quelle coppie rigide o tradizionali. Vivono con molta libertà, senza giudicare né farsi troppe domande. Sono a loro agio in qualsiasi situazione, ma rispettano sempre gli altri. Non sono invadenti, né ti farebbero sentire sotto osservazione, se è questo che ti preoccupa.”
“Ok, bene” disse Marella, il tono che si fece più pensieroso. “Ma, Sal, non è che stai cercando di propormi un altro ‘gioco’, vero?”
Sal rise piano. “Non necessariamente.” e continuando:
“Lascio a te decidere cosa fare del weekend. In ogni caso, la mia barca ha quattro cabine. Potrai avere la tua privacy, se lo vorrai. Nessuno ti obbligherà a condividere più di quanto ti faccia piacere. Martedì aspetto la tua decisione.”
“Certo” concluse Marella.
Lunedì il telefono di Sal vibrò sulla scrivania, interrompendo la sua concentrazione. Guardò il display e il nome di Marella comparve, portando immediatamente un sorriso sul suo volto. Rispose subito, curioso.
“E allora?” chiese Sal, cercando di mascherare l’entusiasmo.
“Allora… ci sto,” rispose lei. “Ho verificato: mio marito partirà mercoledì mattina con la delegazione in Germania. Quindi sono libera e verrò volentieri con te e i tuoi amici.”
“Sono felice di sentirtelo dire,” rispose. “Vedrai sarà un weekend perfetto, te lo prometto. Mare, vento, una buona compagnia… e la libertà di rilassarti.”
Marella rise piano. “Sono contenta anch’io, ho proprio bisogno di rilassarmi un pò.”
“Ti chiamerò venerdì mattina per confermare tutto, e passerò a prenderti intorno alle 15, così potremo partire senza fretta e goderci il viaggio.”
“D’accordo,” disse Marella. “Allora ci sentiamo venerdì.”
“Perfetto. Preparati a staccare da tutto.”
“Lo spero,” concluse lei.
Sal chiuse la telefonata con un sorriso che non riusciva a trattenere. Il pensiero di Marella in barca con lui, gli accendeva una scintilla di eccitazione.
Il telefono di Marella squillò.
“Buongiorno, confermo ti passo a prendere alle 15, subito dopo aver raccolto i miei amici, Marzia e Roberto.”
Roberto era un uomo affascinante. Cinquantacinque anni porti splendidamente. Fisico snello e atletico, con spalle larghe e un sorriso contagioso che lo rendeva immediatamente simpatico. I capelli brizzolati gli davano un’aria elegante e sicura.
Marzia, sua compagna, era di tutt’altro genere, ma altrettanto magnetica. Più giovane di lui, sui quarant’anni, aveva capelli rosso mogano lunghi e lucenti, che incorniciavano un viso raffinato. Alta, slanciata, con un corpo che non passava inosservato: gambe lunghe e un seno generoso che portava con naturalezza. Marzia aveva una bellezza decisa e sofisticata, i suoi modi gentili e la voce morbida la rendevano estremamente piacevole da avere vicino.
Alle 15 in punto, Sal si fermò davanti all’abitazione e lei era già sulla soglia del portone di casa.
“Pronta, signora?” chiese, il tono leggermente provocatorio.
Marella sorrise, avvicinandosi con passo sicuro e uno sguardo curioso verso gli altri passeggeri. Sal scese dall’auto per aprire la portiera posteriore. “Vieni, voglio presentarti Roberto e Marzia.”
Dalla macchina scese Roberto, il suo sorriso caloroso immediatamente accattivante.
“Ciao, Marella,” disse, tendendole una mano. “Piacere di conoscerti. Sal ci ha parlato di te.”
Marzia uscì poco dopo, avvicinandosi.
“È un piacere, Marella,” disse con un sorriso sincero, che illuminava i suoi occhi verdi. “Spero che il viaggio sarà piacevole per tutti noi.”
Marella li salutò entrambi, scambiando le prime cortesie con naturalezza, mentre Sal si assicurava che fosse a suo agio. “Accomodati dietro,” le disse, indicando il sedile. “Io guido, e Roberto starà davanti con me. Non voglio rischiare che si perda.”
Marzia rise, entrando anche lei sedendosi accanto a Marella.
“Vedrai che Sal si diverte a organizzare tutto alla perfezione,” disse, inclinando leggermente la testa verso di lei.
Marella osservò i tre, già sentendosi curiosa e un po’ intrigata dal mix di persone con cui avrebbe condiviso quel weekend. Mentre l’auto si avviava, il sole di giugno era ancora caldo. Si annunciava un fine settimana promettente.
Marella e Marzia, trovarono subito un’intesa naturale, iniziando una conversazione che passava con leggerezza dai dettagli delle loro vite quotidiane ai progetti per il weekend. Marzia, con il suo tono dolce e rilassato, raccontò aneddoti delle precedenti uscite in barca con Sal e Roberto, mentre Marella ascoltava con interesse, intervallando con domande curiose e commenti arguti che suscitavano risate sincere.
Roberto, dal sedile del passeggero accanto a Sal, partecipava ogni tanto alla conversazione, aggiungendo qualche battuta o sottolineando i momenti più divertenti. Sal, intanto, guidava con calma, un sorriso soddisfatto sul volto mentre ascoltava i suoi amici chiacchierare.
Quando arrivarono in porto, parcheggiò l’auto accanto alla passerella che conduceva alle barche ormeggiate.
Sal indicò la barca aprendo il bagagliaio per recuperare le valige.
Roberto e Marzia lo seguirono con entusiasmo, mentre Marella si fermò un attimo ad ammirare quella vista.
Una volta a bordo, Sal fece gli onori di casa, mostrando a tutti i loro spazi. La barca era perfettamente attrezzata e comoda, con un ampio pozzetto per rilassarsi all’aperto e un interno elegante e accogliente.
“Nella cabina di poppa starò io,” disse Sal.
“Perfetto,” aggiunse Roberto, mentre si dirigeva con Marzia verso la cabina di prua. “Questa è nostra,” disse con un sorriso.
Infine, Sal accompagnò Marella verso la cabina degli ospiti, al centro dell’imbarcazione. “E questa è per te,” disse, aprendo la porta per mostrarle uno spazio accogliente con un letto comodo, mobili in legno chiaro e un piccolo oblò che dava direttamente sul mare.
“Comodissima,” disse Marella, posando la sua borsa sul letto e accarezzando il legno lucido del mobile accanto. “Direi che non mi mancherà nulla.”
“La barca è fatta per rilassarsi,” spiegò Sal. “E questo weekend sarà tutto dedicato al piacere.”
Quando tutti furono sistemati, Roberto e Sal salirono nel pozzetto per brindare con un bicchiere di fresco vino bianco, prima di prepararsi a mollare gli ormeggi.
Marella uscì dalla sua cabina dopo aver sistemato rapidamente le sue cose e si avviò per salire sul ponte ma non riuscì a non notare la porta socchiusa della cabina di prua.
Marzia era lì, rivolta verso lo specchio della cabina, intenta a cambiarsi. La luce naturale che entrava dall’oblò accanto al letto illuminava il suo corpo con una morbida chiarezza, mettendo in risalto ogni curva e dettaglio. Aveva tolto la maglia rimando completamente nuda. Le spalle larghe il seno in perfetta armonia con il resto del suo corpo, un contrasto armonioso con la vita sottile. Le lunghe gambe, slanciate e un ventre senza un filo di pancia.
Marella, rimase immobile per un attimo, sorpresa e presa da una sottile eccitazione.
Marzia, sembrava ignara del suo sguardo, si passò una mano tra i capelli, fissando il proprio riflesso con naturalezza. La luce giocava sui suoi capelli, accendendo riflessi ramati che Marella trovò quasi ipnotici. Poi Marzia si girò leggermente di lato per infilarsi una camicia leggera, e il movimento mise in risalto ancora di più la linea del suo bellissimo corpo.
Marzia si voltò, come se avesse percepito la sua presenza. Marella fece un passo indietro, il respiro trattenuto, cercando di evitare di essere scoperta. Ma Marzia non sembrò accorgersene, tornando a sistemarsi la camicia con movimenti tranquilli. Marella si girò infine verso la scaletta, il volto appena arrossato, ancora sorpresa da ciò che aveva provato.
“Questo weekend sarà più interessante di quanto immaginassi,” pensò tra sé, mentre saliva sul ponte cercando di scacciare la sensazione persistente di calore che le si concentrava tra le cosce.
Quando anche Marzia salì sul ponte si avvicinò a Marella e prima di qualsiasi altra cosa, accostandosi all’orecchio di Marella, le sussurrò “perchè non sei entrata… non dirmi che un corpo nudo di donna ti imbarazza?”.
Marella la guarda e le risponde con un sorriso.
“No assolutamente, e che purtroppo ho sempre paura delle mie reazioni. Sei troppo bella, sarebbe stato pericoloso”.
Marzia si avvicinò ancora di più, inclinando appena la testa mentre il suo sguardo scintillava di malizia. “Anche tu nuda devi essere bellissima”.
Marella la fissò. Sentiva che Marzia stava giocando, ma con una sicurezza e una leggerezza che la mettevano a proprio agio.
Marella si concesse un sorriso, cercando di mantenere la propria compostezza. “Forse il problema è proprio questo, Marzia,” rispose, il tono che si fece più basso. “Non sono sicura di volermi trattenere.”
Marzia rise piano, un suono morbido e affascinante. “Bene,” disse, con una piccola strizzata d’occhio. “Allora lasciamo che questo weekend ci porti dove vuole. Chissà, magari il mare saprà aiutarci a prendere decisioni più… coraggiose.”
La barca aveva lasciato il porto. Il mare era calmo, i raggi dorati del sole sempre più bassi all’orizzonte, creavano un tappeto scintillante che sembrava infinito. L’aria era tiepida, portando con sé il profumo salmastro del mare e quella sensazione di libertà che solo la navigazione sa regalare.
A prua, Marella e Marzia erano sedute una accanto all’altra, i capelli mossi dal vento che giocava con le loro ciocche. Marella aveva le gambe distese e lo sguardo fisso sull’orizzonte, dove Ischia si stagliava sempre più vicina, con le sue colline verdi che si ergevano dal mare come un’oasi. Marzia, accanto a lei, aveva il volto rivolto al sole, gli occhi socchiusi mentre si godeva il calore sulla pelle. Ogni tanto, le due donne scambiavano qualche parola, le risate leggere che si mescolavano al rumore del mare.
Le loro voci erano lontane per Sal e Roberto, che se ne stavano a poppa, impegnati al timone. Sal aveva preso in mano la guida della barca, con Roberto accanto a lui che faceva battute e osservazioni sulla rotta, il tutto condito da una risata contagiosa. I due scherzavano come vecchi amici, la complicità tra loro era evidente.
Ogni tanto, Sal alzava lo sguardo verso la prua, osservando le due donne immerse nella loro conversazione. Gli piaceva vederle lì, così rilassate, così a loro agio. Avevano trovato un’intesa naturale, una complicità che rendeva l’atmosfera ancora più piacevole. Roberto lo notò e gli diede una pacca sulla spalla. “Guarda lì,” disse ridendo. “Ci stanno lasciando da soli. Penso che si siano già dimenticate di noi.”
Sal sorrise. “Meglio così,” rispose, stringendo leggermente il timone per regolare la rotta. “Le donne felici rendono il viaggio più interessante.”
Intanto, il sole cominciava a scendere leggermente verso l’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature dorate e arancioni. Ischia era ormai vicina, il profilo delle sue spiagge e delle sue case bianche che si faceva più chiaro a ogni miglio. La barca avanzava con grazia, tagliando il mare senza sforzo, mentre il vento portava con sé una promessa di pace e avventura.
Marella, con lo sguardo fisso sull’isola che si avvicinava, si girò verso Marzia. “È perfetto, vero?” disse, il tono morbido, quasi un sussurro.
“Perfetto,” rispose Marzia, sorridendole. “Ma penso che il meglio debba ancora venire.”
Sal manovrò con sicurezza la barca fino a una rada tranquilla poco lontana dal porticciolo, dove gettarono l’ancora.
“Benvenuti a Ischia,” annunciò con un sorriso soddisfatto, spegnendo il motore mentre il leggero dondolio della barca li cullava. “Spero che abbiate appetito, perché ci aspetta una cena speciale.”
Il gruppo si preparò con calma per scendere a terra. Marella e Marzia si ritirarono nelle loro cabine per rinfrescarsi, mentre Sal e Roberto si occupavano delle ultime cose. Quando finalmente scesero sulla banchina dal tender che li aveva portati a riva, Marella notò con piacere come l’isola fosse avvolta in un’atmosfera rilassata e accogliente, il profumo del mare che si mescolava con quello di limoni e piante mediterranee.
Sal li condusse a un ristorante intimo e affacciato sul mare, con tavoli all’aperto che godevano di una vista spettacolare sul porto illuminato dalle luci delle barche e delle strade. Il locale era semplice ma curato, con tovaglie bianche, piatti in ceramica decorati e lanterne che proiettavano una luce calda e soffusa.
La cena iniziò con un antipasto di mare: carpaccio di pesce fresco, insalata di polpo e bruschette con pomodorini e alici. Il vino cominciò a scorrere subito: un bianco locale, fresco e profumato, perfetto per accompagnare i piatti. Sal, sempre premuroso, si assicurava che i bicchieri fossero pieni, e le risate al tavolo si fecero più frequenti man mano che la serata avanzava.
Il piatto principale fu un semplice ma delizioso spaghetto alle vongole, condito con olio d’oliva e prezzemolo fresco. Marella e Marzia erano entusiaste del sapore, e Roberto, con il suo spirito da anfitrione naturale, iniziò a raccontare aneddoti di viaggio che fecero ridere tutti.
Quando arrivarono al dolce, un sorbetto al limone, il quarto o quinto bicchiere di vino aveva ormai reso l’atmosfera ancora più rilassata. Marella notò come Sal sembrasse particolarmente affascinato dai giochi di parole e dalle battute maliziose di Marzia, che con la sua risata contagiosa stava animando la serata. Roberto, d’altro canto, era chiaramente colpito dall’eleganza di Marella.
Alla fine della cena fecero ritorno verso la barca e una volta risaliti, Roberto tirò fuori una bottiglia di champagne da un piccolo frigorifero nel pozzetto. “Non possiamo chiudere questa serata senza un brindisi finale!” annunciò con un sorriso contagioso, mentre Sal preparava i quattro calici.
“Brindo a questa splendida compagnia e a un weekend che promette di essere memorabile,” disse Roberto, alzando il bicchiere. Tutti brindarono con entusiasmo, ridendo e chiacchierando mentre il mare calmo li cullava.
Poi Roberto si avvicinò al pannello di controllo e accese la radio di bordo. Un ritmo vibrante riempì l’aria: una salsa allegra e travolgente che sembrava impossibile ignorare. Le note calde e ritmate si diffusero sulla barca, accendendo immediatamente l’atmosfera.
Marzia e Marella, brille e visibilmente su di giri, si guardarono complici e risero. “Dai, Marella,” disse Marzia, afferrandole la mano.
“Con una musica così non possiamo stare ferme!” Le due donne si spostarono verso la prua, dove lo spazio era più ampio, e iniziarono a muoversi al ritmo della musica. Marella, con il vento che le scompigliava i capelli e il leggero dondolio della barca sotto di lei, si lasciò andare, seguendo i passi improvvisati di Marzia. I loro corpi si muovevano con naturalezza e sensualità, mentre le risate si mescolavano alla musica.
Marzia era più audace, con i fianchi che si muovevano in maniera esagerata e provocante, avvicinandosi a Marella e incrociando le sue mani per farla girare. Marella, brilla ma divertita, la seguiva, cercando di imitare i suoi movimenti con una grazia naturale. Le due donne si sfioravano, le mani che si intrecciavano, le risate che diventavano sempre più contagiose.
Dopo qualche minuto, Marzia, accaldata e con il viso illuminato da una leggera lucentezza, si fermò un attimo. “È troppo caldo!” esclamò, ridendo, mentre si sfilava lentamente la camicia, lasciando intravedere un reggiseno nero che esaltava la sua figura perfetta. Il suo gesto non era casuale: ogni movimento sembrava fatto per attirare l’attenzione.
Marella la guardò con un misto di sorpresa e divertimento, ma anche con una leggera tensione.
“Sei stupenda, Marzia,” disse ridendo.
Marzia le lanciò uno sguardo diretto, avvicinandosi con passo lento ma deciso, fino a essere così vicina che Marella poteva sentire il suo respiro, leggermente affannato.
“Sì il desiderio mi rende bella” rispose Marzia con un sorriso malizioso.
“Anche tu amore, lo sei.”
Prima che Marella potesse dire qualcosa, Marzia le prese il viso tra le mani e la baciò. Fu un bacio pieno di passione travolgente. Le loro labbra si incontrarono, le lingue si cercarono in un’esplosione di calore, e Marella si lasciò andare dall’intensità del momento. Il sapore dello champagne era ancora presente sulle labbra di entrambe, mentre il vento del mare continuava a soffiare intorno a loro. Marzia la teneva stretta, le mani che scivolarono dolcemente lungo la sua schiena, mentre il ritmo della salsa sembrava fare da colonna sonora perfetta per quell’attimo di abbandono accompagnando quei corpi che danzavano.
Dal pozzetto di poppa, Sal e Roberto osservavano la scena in silenzio, affascinati.
Dopo il bacio, Marella e Marzia rimasero immobili per un istante, i loro occhi che si incontravano sotto la luce soffusa delle stelle. Non c’era bisogno di parole: nei loro sguardi c’era complicità, un’intesa improvvisa e sorprendente, come se entrambe avessero deciso di lasciarsi andare completamente a quella notte. Marzia le prese la mano, intrecciando le dita con naturalezza, e le fece un cenno verso la scaletta che portava alle cabine. Marella la seguì senza opporre resistenza, un sorriso leggero sulle labbra.
Camminarono insieme verso la poppa, dove Sal e Roberto, seduti con i calici di champagne ancora in mano, le osservavano con sguardi curiosi e divertiti. Quando le due donne passarono accanto a loro, Marzia rallentò appena il passo, voltandosi verso di loro con un sorriso malizioso.
“Se volete,” disse ridendo, “potete scendere e guardare.” La frase rimase sospesa nell’aria per un istante, mentre Roberto e Sal si scambiarono uno sguardo complice.
Roberto, alzando il bicchiere in segno di brindisi rispose: “Avete trovato il modo perfetto per chiudere la serata, a quanto pare”.
Marzia strizzò l’occhio ai due uomini e tirò delicatamente Marella verso la scaletta, scendendo con passo sicuro. Marella la seguì.
Le due donne scomparvero nella penombra delle cabine, lasciando Sal e Roberto a fissare il punto in cui erano scomparse. Il mare continuava a dondolare la barca, e la musica della radio riempiva ancora l’aria. La notte era diventata improvvisamente più intensa e sarebbe stata piena di sorprese.
Marzia e Marella entrarono in cabina lasciandosi dietro il resto del mondo. Marzia non si preoccupò di chiudere la porta.
Marzia era vicina Marella, il sorriso malizioso non aveva abbandonato il suo volto da quando erano scese. Le prese le mani e la attirò ancor più vicina, i loro corpi che si sfioravano mentre la tensione nell’aria cresceva. Lentamente, iniziò a sbottonare la camicetta di Marella, facendola scivolare lentamente dalle sue spalle.
Marella la guardava e si lasciava fare attratta da quella situazione, ricambiò il gesto, aiutando Marzia a liberarsi del reggiseno. In pochi istanti, i vestiti furono abbandonati sul pavimento, e le due donne rimasero nude, i loro corpi che si riflettevano nello specchio accanto al letto. I capezzoli sfioravano quelli dell’altra, le mani ne sfioravano la pelle.
Le mani di Marzia scorrevano lungo i fianchi di Marella, le labbra che si cercavano. Il calore dei loro corpi si mescolava.
Le mani di Marella cominciarono a esplorare la schiena di Marzia, tracciando le linee sinuose. La pelle di entrambe era calda e liscia, i loro respiri accelerati, mentre i loro movimenti diventavano sempre più sicuri e naturali.
Sulla soglia della cabina, Sal e Roberto arrivarono dopo pochi minuti, attirati dalla curiosità e dall’eccitazione che ormai li aveva sopraffatti. La luce soffusa all’interno rivelava una scena che li lasciò senza fiato. Rimasero immobili per un attimo, come se non volessero disturbare. Roberto, fu il primo a reagire, osservando con un sorriso divertito. “Beh,” sussurrò piano, rivolto a Sal, “direi che non ci hanno mentito… questo è decisamente uno spettacolo.”
Sal rispose con un sorriso mentre il suo sguardo era tutto per loro. Non riusciva a distogliere gli occhi. Guardava Marella abbandonarsi completamente al momento, il suo corpo che si muoveva con grazia e naturalezza, le mani che accarezzavano Marzia con un misto di dolcezza e passione.
Marzia, consapevole della loro presenza, aprì leggermente gli occhi e lanciò un’occhiata maliziosa verso la porta, senza interrompere ciò che stava facendo. Poi, con un sorriso appena accennato, sussurrò all’orecchio di Marella: “Abbiamo un pubblico… te la senti di continuare a giocare?”
Marella, senza fermarsi, girò appena la testa verso la porta, incontrando lo sguardo di Sal per un istante che sembrò durare un’eternità. Poi sorrise, un sorriso che era una chiara risposta a Marzia e un invito implicito ai due uomini.
Sal rimase immobile sulla soglia, con il fiato appena trattenuto, mentre osservava le due donne nella cabina. La vista di Marella e Marzia, nude, intrecciate in quel gioco di baci e carezze, era un mix travolgente di bellezza, desiderio e trasgressione. Ma ciò che lo colpiva di più era il suo stesso ruolo in quel momento. Non partecipava. Osservava.
Il suo sguardo seguiva ogni movimento con una sorta di adorazione, il corpo teso per l’eccitazione, ma la mente che si allontanava, riflettendo su quella situazione inaspettata. “Sono come l’uomo di Moravia,” pensò, “il protagonista di L’uomo che guarda. Anch’io sono qui, immobile, a osservare, mentre il desiderio si consuma davanti a me.”
Nel romanzo, il protagonista è un professore universitario che vive un rapporto tormentato con la moglie Silvia. È un uomo passivo, che sembra incapace di prendere l’iniziativa, ma che è ossessionato dall’idea di guardare. La sua vita è dominata dalla distanza emotiva e dall’analisi costante di ciò che lo circonda. Quando scopre, o immagina, che Silvia lo tradisce con il padre, si abbandona a un ruolo di voyeur, incapace di reagire direttamente, ma completamente immerso nella contemplazione di ciò che accade.
Sal rifletteva su questo parallelismo. “Anche io sono qui, fermo, mentre loro agiscono,” pensò. Ma c’era una differenza fondamentale: lui non era lì per subire, ma per assaporare. Il suo ruolo di osservatore non era imposto, ma scelto. Guardare Marella e Marzia non era una forma di impotenza o alienazione, come per il professore di Moravia, ma una decisione consapevole di godere di ogni istante, di ogni dettaglio.
Eppure, non poteva ignorare quella domanda che il libro gli aveva lasciato la prima volta che l’aveva letto: “Guardare basta? O c’è un momento in cui devi agire?”
Sal sapeva che Marella non lo avrebbe mai escluso del tutto. Anche in quel momento, nei suoi gesti con Marzia, c’era qualcosa di deliberatamente esibito, un modo per farlo sentire incluso, anche se a distanza. Quando Marella aveva girato lo sguardo verso di lui, il sorriso sulle sue labbra era stato un messaggio chiaro: “Sto facendo tutto questo anche per te.”
Ma quanto posso resistere? si chiese Sal, il cuore che gli martellava nel petto. Fino a quando posso rimanere fermo, limitandomi a osservare?
E mentre continuava a osservare, il desiderio e la tensione dentro di lui crescevano, pronte a esplodere nel momento giusto.
Sal continuava a guardare, il suo sguardo inchiodato sulla scena davanti a lui. Marella era completamente immersa nel momento, il suo corpo che si muoveva con naturalezza contro quello di Marzia, le mani che esploravano la pelle dell’altra donna, le labbra che si cercavano con una passione che sembrava quasi esclusiva. Eppure, anche in quel momento di apparente distacco, Sal sentiva un legame invisibile con Marella, un filo sottile che lo teneva collegato a lei, anche se non era parte attiva della scena.
Ma mentre osservava, qualcosa dentro di lui cominciò a cambiare. La bellezza di Marella e la sua sicurezza, quel modo di abbandonarsi senza remore, cominciarono a suscitare in lui non solo desiderio, ma anche una scintilla di sfida. “Sta giocando con me,” pensò Sal. “Sa che sto guardando, sa che mi sta provocando. Forse si aspetta che io rimanga qui, a contemplarla in silenzio. Ma cosa succederebbe se fossi io a prendere il controllo?”
L’idea lo colpì con forza, accendendo un fuoco dentro di lui che non era solo eccitazione, ma qualcosa di più profondo, più oscuro. Cominciò a immaginare Marella non più libera di muoversi come voleva, ma completamente alla sua mercé. La visualizzò legata, i suoi polsi avvolti da corde morbide ma sicure, che la tenevano ferma, vulnerabile, esposta al suo volere. Il pensiero gli tolse il fiato per un momento, il cuore che gli accelerava mentre l’immagine si faceva sempre più chiara nella sua mente.
“Vorrei legarti, Marella,” pensò, osservandola mentre continuava a esplorare il corpo di Marzia. “Vorrei che non potessi più decidere, che fossi costretta a seguire solo le mie regole.”
Sal sentì il calore crescere dentro di lui, un misto di eccitazione e un desiderio di vendetta che lo sorprendeva. Non era una rabbia, ma un gioco mentale che si stava sviluppando nella sua testa, alimentato dalla scena davanti ai suoi occhi. Marella, con il suo corpo e il suo sorriso provocatorio, sembrava invulnerabile in quel momento, completamente padrona della situazione. E Sal desiderava capovolgere quella dinamica.
Si immaginò avvicinarsi, interrompere quel gioco tra le due donne, e prendere Marella per sé. Vedeva i suoi occhi spalancarsi per la sorpresa, forse anche per una leggera protesta, ma poi abbandonarsi completamente, come sapeva che avrebbe fatto. “Ti farei capire che non sei tu a comandare questa volta,” pensò.
Ma per ora rimase fermo, godendo di quella tensione crescente, osservando Marella e Marzia con occhi che non lasciavano nulla al caso. “Aspetterò,” si disse, il respiro pesante, quasi trattenuto. “Ma quando sarà il momento, Marella, saprai cosa significa davvero giocare con me.”
Sal, ancora fermo sulla soglia, vide Roberto avvicinarsi alle due donne nella cabina. Si muoveva con naturalezza, il suo sorriso rilassato a contrastare il calore evidente nella stanza. Marella, con uno sguardo complice, fece spazio con un gesto invitante, allungando una mano verso di lui. Roberto si avvicinò senza esitazione, le sue dita che sfiorarono le spalle di Marella mentre con l’altra mano accarezzava i capelli di Marzia.
Le tre figure si intrecciarono lentamente, i loro corpi che si muovevano con una fluidità quasi ipnotica. Marella, al centro, sembrava completamente a suo agio, accogliendo i gesti di Roberto e Marzia con la stessa passione e naturalezza con cui aveva iniziato quel gioco. Marzia, con il suo sorriso malizioso, si spostava tra loro due, le mani che esploravano ogni centimetro della pelle di Marella e Roberto, mantenendo il controllo della situazione con una grazia che sembrava innata.
Roberto, con la sua presenza sicura e discreta, si lasciava guidare, i suoi gesti mai invadenti ma carichi di desiderio. Le loro risate basse, i sospiri e i movimenti lenti si mescolavano al leggero ondeggiare della barca, creando un’atmosfera carica di tensione e sensualità.
“Potrei entrare e far parte di tutto questo,” pensò, “ma non è quello che voglio.” Guardare gli dava una strana forma di piacere, una combinazione di controllo e distacco che gli permetteva di assaporare ogni dettaglio senza perdersi nell’impulso del momento. Ma sotto quella calma apparente, un’altra idea si faceva strada, alimentata dai suoi pensieri precedenti.
“Per ora guarderò,” pensò. “Ma non passerà molto prima che io prenda ciò che voglio.”
Marella e Séverine? Sorseggiò il caffè.
Portò la tazza alle labbra, bevendo l’ultimo sorso del caffè ormai tiepido.
Si rese conto che non sarebbe stato mai capace di entrare nell’animo di quella donna, conoscerla e capirla e del resto, questo valeva anche per lui stesso.
Una sola certezza si eccitava per i suoi racconti. Immaginarla tra le braccia di un altro per dargli piacere e goderne lei stessa. Qual era i significato di questo profondo desiderio?
Posò la tazza sul tavolino davanti a sé, lasciandosi andare contro lo schienale del divano sobbalzando con il suono improvviso del telefono. Guardò il telefono ed il nome di Marella illuminò lo schermo.
“Buongiorno, signora” disse, con un tono scherzoso. “Che onore ricevere la sua chiamata.”
Dall’altro lato della linea, la risata morbida di Marella.
“Sempre così teatrale” rispose lei con leggerezza. “Non posso chiamarti senza che tu mi faccia una scenata?”
“Puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi,” replicò lui, “ma il mio tono dipende sempre da cosa hai in mente.”
“Stavolta niente di strano,” disse lei, con un tono che tradiva la malizia nascosta.
“Stavo pensando a quanto sia noioso mio marito, tutto qui. È sempre più assorbito dal lavoro, dai suoi impegni. A volte mi sembra che abbia dimenticato di essere vivo.”
Sal ascoltava in silenzio.
“E poi niente,” continuò lei. “Sono un pò stufa, ho voglia di divertirmi e giocare un pò”
“Giocare,” ripeté Sal.”
“Esattamente,” disse Marella, e il suo tono cambiò, diventando più intimo.
“Sai, non riesco a smettere di pensare a quella sera. È stato così… perfetto.”
Sal si sistemò sul divano. “Sono contento che ti sia piaciuto. Sembravi piuttosto soddisfatta, devo dire.”
“Più che soddisfatta,” ammise Marella, con un tono leggermente provocatorio. “E tu? Hai pensato alla mia serata? Ti è piaciuto… ascoltare il mio raccontino?”
“Mi è piaciuto tutto e ti ho desiderata”
Marella ridacchiò piano senza commentare.
“Marella, sei libera per il prossimo weekend.”
“Forse,” rispose lei, curiosa.
“Un giro in barca. Lo sto organizzando con una coppia di amici. Partiremmo sabato mattina presto, e saremo a Ischia nel pomeriggio.
Dormiamo in rada la notte. Una domenica di mare e relax, poi domenica in serata torniamo.”
Dall’altra parte ci fu un breve silenzio, poi Marella rispose con un tono leggermente più cauto.
“Sembra… interessante. Ma non so ancora se posso. Dipende da mio marito.”
Sal si accigliò, ma il suo tono rimase neutro. “Non riesci a venire?”
“Non è detto. Mi ha accennato che potrebbe essere fuori la prossima settimana,” spiegò Marella. “Deve andare con una delegazione del comune in quella piccola cittadina tedesca gemellata con il nostro. Ma non è ancora sicuro. Mi darà conferma solo lunedì sera o martedì.”
“Capisco,” disse. “Allora aspetterò fino a martedì per la tua risposta. Ma sappi che sarebbe… interessante averti con me.”
“Interessante, eh?” rispose lei, il tono che si fece più morbido e leggermente provocatorio. “Vedremo. Sai che mi piace tenerti sulle spine.”
“Lo so bene,” ribatté lui con un sorriso, “ma sai anche che non sono bravo ad aspettare.”
“Bene, allora ti farò sapere. Promesso.”
“Martedì,” ripeté lui, la voce bassa ma ferma. “Aspetto il tuo messaggio.”
“D’accordo,” disse Marella “Martedì sicuro, ma non mi hai detto con chi andremo. Chi sono? Li conosco?.”
“Sono una coppia di Napoli, entrambi medici. Persone molto tranquille, aperte, e… come dire, discrete. Hanno già fatto altre uscite con me in barca, e sono molto simpatici. Ti piaceranno.”
“Ah, capisco,” rispose Marella con un tono neutro, ma che tradiva una leggera curiosità. “Cosa intendi per aperti?”
Sal ridacchiò piano. “Intendo dire che non sono una di quelle coppie rigide o tradizionali. Vivono con molta libertà, senza giudicare né farsi troppe domande. Sono a loro agio in qualsiasi situazione, ma rispettano sempre gli altri. Non sono invadenti, né ti farebbero sentire sotto osservazione, se è questo che ti preoccupa.”
“Ok, bene” disse Marella, il tono che si fece più pensieroso. “Ma, Sal, non è che stai cercando di propormi un altro ‘gioco’, vero?”
Sal rise piano. “Non necessariamente.” e continuando:
“Lascio a te decidere cosa fare del weekend. In ogni caso, la mia barca ha quattro cabine. Potrai avere la tua privacy, se lo vorrai. Nessuno ti obbligherà a condividere più di quanto ti faccia piacere. Martedì aspetto la tua decisione.”
“Certo” concluse Marella.
Lunedì il telefono di Sal vibrò sulla scrivania, interrompendo la sua concentrazione. Guardò il display e il nome di Marella comparve, portando immediatamente un sorriso sul suo volto. Rispose subito, curioso.
“E allora?” chiese Sal, cercando di mascherare l’entusiasmo.
“Allora… ci sto,” rispose lei. “Ho verificato: mio marito partirà mercoledì mattina con la delegazione in Germania. Quindi sono libera e verrò volentieri con te e i tuoi amici.”
“Sono felice di sentirtelo dire,” rispose. “Vedrai sarà un weekend perfetto, te lo prometto. Mare, vento, una buona compagnia… e la libertà di rilassarti.”
Marella rise piano. “Sono contenta anch’io, ho proprio bisogno di rilassarmi un pò.”
“Ti chiamerò venerdì mattina per confermare tutto, e passerò a prenderti intorno alle 15, così potremo partire senza fretta e goderci il viaggio.”
“D’accordo,” disse Marella. “Allora ci sentiamo venerdì.”
“Perfetto. Preparati a staccare da tutto.”
“Lo spero,” concluse lei.
Sal chiuse la telefonata con un sorriso che non riusciva a trattenere. Il pensiero di Marella in barca con lui, gli accendeva una scintilla di eccitazione.
Il telefono di Marella squillò.
“Buongiorno, confermo ti passo a prendere alle 15, subito dopo aver raccolto i miei amici, Marzia e Roberto.”
Roberto era un uomo affascinante. Cinquantacinque anni porti splendidamente. Fisico snello e atletico, con spalle larghe e un sorriso contagioso che lo rendeva immediatamente simpatico. I capelli brizzolati gli davano un’aria elegante e sicura.
Marzia, sua compagna, era di tutt’altro genere, ma altrettanto magnetica. Più giovane di lui, sui quarant’anni, aveva capelli rosso mogano lunghi e lucenti, che incorniciavano un viso raffinato. Alta, slanciata, con un corpo che non passava inosservato: gambe lunghe e un seno generoso che portava con naturalezza. Marzia aveva una bellezza decisa e sofisticata, i suoi modi gentili e la voce morbida la rendevano estremamente piacevole da avere vicino.
Alle 15 in punto, Sal si fermò davanti all’abitazione e lei era già sulla soglia del portone di casa.
“Pronta, signora?” chiese, il tono leggermente provocatorio.
Marella sorrise, avvicinandosi con passo sicuro e uno sguardo curioso verso gli altri passeggeri. Sal scese dall’auto per aprire la portiera posteriore. “Vieni, voglio presentarti Roberto e Marzia.”
Dalla macchina scese Roberto, il suo sorriso caloroso immediatamente accattivante.
“Ciao, Marella,” disse, tendendole una mano. “Piacere di conoscerti. Sal ci ha parlato di te.”
Marzia uscì poco dopo, avvicinandosi.
“È un piacere, Marella,” disse con un sorriso sincero, che illuminava i suoi occhi verdi. “Spero che il viaggio sarà piacevole per tutti noi.”
Marella li salutò entrambi, scambiando le prime cortesie con naturalezza, mentre Sal si assicurava che fosse a suo agio. “Accomodati dietro,” le disse, indicando il sedile. “Io guido, e Roberto starà davanti con me. Non voglio rischiare che si perda.”
Marzia rise, entrando anche lei sedendosi accanto a Marella.
“Vedrai che Sal si diverte a organizzare tutto alla perfezione,” disse, inclinando leggermente la testa verso di lei.
Marella osservò i tre, già sentendosi curiosa e un po’ intrigata dal mix di persone con cui avrebbe condiviso quel weekend. Mentre l’auto si avviava, il sole di giugno era ancora caldo. Si annunciava un fine settimana promettente.
Marella e Marzia, trovarono subito un’intesa naturale, iniziando una conversazione che passava con leggerezza dai dettagli delle loro vite quotidiane ai progetti per il weekend. Marzia, con il suo tono dolce e rilassato, raccontò aneddoti delle precedenti uscite in barca con Sal e Roberto, mentre Marella ascoltava con interesse, intervallando con domande curiose e commenti arguti che suscitavano risate sincere.
Roberto, dal sedile del passeggero accanto a Sal, partecipava ogni tanto alla conversazione, aggiungendo qualche battuta o sottolineando i momenti più divertenti. Sal, intanto, guidava con calma, un sorriso soddisfatto sul volto mentre ascoltava i suoi amici chiacchierare.
Quando arrivarono in porto, parcheggiò l’auto accanto alla passerella che conduceva alle barche ormeggiate.
Sal indicò la barca aprendo il bagagliaio per recuperare le valige.
Roberto e Marzia lo seguirono con entusiasmo, mentre Marella si fermò un attimo ad ammirare quella vista.
Una volta a bordo, Sal fece gli onori di casa, mostrando a tutti i loro spazi. La barca era perfettamente attrezzata e comoda, con un ampio pozzetto per rilassarsi all’aperto e un interno elegante e accogliente.
“Nella cabina di poppa starò io,” disse Sal.
“Perfetto,” aggiunse Roberto, mentre si dirigeva con Marzia verso la cabina di prua. “Questa è nostra,” disse con un sorriso.
Infine, Sal accompagnò Marella verso la cabina degli ospiti, al centro dell’imbarcazione. “E questa è per te,” disse, aprendo la porta per mostrarle uno spazio accogliente con un letto comodo, mobili in legno chiaro e un piccolo oblò che dava direttamente sul mare.
“Comodissima,” disse Marella, posando la sua borsa sul letto e accarezzando il legno lucido del mobile accanto. “Direi che non mi mancherà nulla.”
“La barca è fatta per rilassarsi,” spiegò Sal. “E questo weekend sarà tutto dedicato al piacere.”
Quando tutti furono sistemati, Roberto e Sal salirono nel pozzetto per brindare con un bicchiere di fresco vino bianco, prima di prepararsi a mollare gli ormeggi.
Marella uscì dalla sua cabina dopo aver sistemato rapidamente le sue cose e si avviò per salire sul ponte ma non riuscì a non notare la porta socchiusa della cabina di prua.
Marzia era lì, rivolta verso lo specchio della cabina, intenta a cambiarsi. La luce naturale che entrava dall’oblò accanto al letto illuminava il suo corpo con una morbida chiarezza, mettendo in risalto ogni curva e dettaglio. Aveva tolto la maglia rimando completamente nuda. Le spalle larghe il seno in perfetta armonia con il resto del suo corpo, un contrasto armonioso con la vita sottile. Le lunghe gambe, slanciate e un ventre senza un filo di pancia.
Marella, rimase immobile per un attimo, sorpresa e presa da una sottile eccitazione.
Marzia, sembrava ignara del suo sguardo, si passò una mano tra i capelli, fissando il proprio riflesso con naturalezza. La luce giocava sui suoi capelli, accendendo riflessi ramati che Marella trovò quasi ipnotici. Poi Marzia si girò leggermente di lato per infilarsi una camicia leggera, e il movimento mise in risalto ancora di più la linea del suo bellissimo corpo.
Marzia si voltò, come se avesse percepito la sua presenza. Marella fece un passo indietro, il respiro trattenuto, cercando di evitare di essere scoperta. Ma Marzia non sembrò accorgersene, tornando a sistemarsi la camicia con movimenti tranquilli. Marella si girò infine verso la scaletta, il volto appena arrossato, ancora sorpresa da ciò che aveva provato.
“Questo weekend sarà più interessante di quanto immaginassi,” pensò tra sé, mentre saliva sul ponte cercando di scacciare la sensazione persistente di calore che le si concentrava tra le cosce.
Quando anche Marzia salì sul ponte si avvicinò a Marella e prima di qualsiasi altra cosa, accostandosi all’orecchio di Marella, le sussurrò “perchè non sei entrata… non dirmi che un corpo nudo di donna ti imbarazza?”.
Marella la guarda e le risponde con un sorriso.
“No assolutamente, e che purtroppo ho sempre paura delle mie reazioni. Sei troppo bella, sarebbe stato pericoloso”.
Marzia si avvicinò ancora di più, inclinando appena la testa mentre il suo sguardo scintillava di malizia. “Anche tu nuda devi essere bellissima”.
Marella la fissò. Sentiva che Marzia stava giocando, ma con una sicurezza e una leggerezza che la mettevano a proprio agio.
Marella si concesse un sorriso, cercando di mantenere la propria compostezza. “Forse il problema è proprio questo, Marzia,” rispose, il tono che si fece più basso. “Non sono sicura di volermi trattenere.”
Marzia rise piano, un suono morbido e affascinante. “Bene,” disse, con una piccola strizzata d’occhio. “Allora lasciamo che questo weekend ci porti dove vuole. Chissà, magari il mare saprà aiutarci a prendere decisioni più… coraggiose.”
La barca aveva lasciato il porto. Il mare era calmo, i raggi dorati del sole sempre più bassi all’orizzonte, creavano un tappeto scintillante che sembrava infinito. L’aria era tiepida, portando con sé il profumo salmastro del mare e quella sensazione di libertà che solo la navigazione sa regalare.
A prua, Marella e Marzia erano sedute una accanto all’altra, i capelli mossi dal vento che giocava con le loro ciocche. Marella aveva le gambe distese e lo sguardo fisso sull’orizzonte, dove Ischia si stagliava sempre più vicina, con le sue colline verdi che si ergevano dal mare come un’oasi. Marzia, accanto a lei, aveva il volto rivolto al sole, gli occhi socchiusi mentre si godeva il calore sulla pelle. Ogni tanto, le due donne scambiavano qualche parola, le risate leggere che si mescolavano al rumore del mare.
Le loro voci erano lontane per Sal e Roberto, che se ne stavano a poppa, impegnati al timone. Sal aveva preso in mano la guida della barca, con Roberto accanto a lui che faceva battute e osservazioni sulla rotta, il tutto condito da una risata contagiosa. I due scherzavano come vecchi amici, la complicità tra loro era evidente.
Ogni tanto, Sal alzava lo sguardo verso la prua, osservando le due donne immerse nella loro conversazione. Gli piaceva vederle lì, così rilassate, così a loro agio. Avevano trovato un’intesa naturale, una complicità che rendeva l’atmosfera ancora più piacevole. Roberto lo notò e gli diede una pacca sulla spalla. “Guarda lì,” disse ridendo. “Ci stanno lasciando da soli. Penso che si siano già dimenticate di noi.”
Sal sorrise. “Meglio così,” rispose, stringendo leggermente il timone per regolare la rotta. “Le donne felici rendono il viaggio più interessante.”
Intanto, il sole cominciava a scendere leggermente verso l’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature dorate e arancioni. Ischia era ormai vicina, il profilo delle sue spiagge e delle sue case bianche che si faceva più chiaro a ogni miglio. La barca avanzava con grazia, tagliando il mare senza sforzo, mentre il vento portava con sé una promessa di pace e avventura.
Marella, con lo sguardo fisso sull’isola che si avvicinava, si girò verso Marzia. “È perfetto, vero?” disse, il tono morbido, quasi un sussurro.
“Perfetto,” rispose Marzia, sorridendole. “Ma penso che il meglio debba ancora venire.”
Sal manovrò con sicurezza la barca fino a una rada tranquilla poco lontana dal porticciolo, dove gettarono l’ancora.
“Benvenuti a Ischia,” annunciò con un sorriso soddisfatto, spegnendo il motore mentre il leggero dondolio della barca li cullava. “Spero che abbiate appetito, perché ci aspetta una cena speciale.”
Il gruppo si preparò con calma per scendere a terra. Marella e Marzia si ritirarono nelle loro cabine per rinfrescarsi, mentre Sal e Roberto si occupavano delle ultime cose. Quando finalmente scesero sulla banchina dal tender che li aveva portati a riva, Marella notò con piacere come l’isola fosse avvolta in un’atmosfera rilassata e accogliente, il profumo del mare che si mescolava con quello di limoni e piante mediterranee.
Sal li condusse a un ristorante intimo e affacciato sul mare, con tavoli all’aperto che godevano di una vista spettacolare sul porto illuminato dalle luci delle barche e delle strade. Il locale era semplice ma curato, con tovaglie bianche, piatti in ceramica decorati e lanterne che proiettavano una luce calda e soffusa.
La cena iniziò con un antipasto di mare: carpaccio di pesce fresco, insalata di polpo e bruschette con pomodorini e alici. Il vino cominciò a scorrere subito: un bianco locale, fresco e profumato, perfetto per accompagnare i piatti. Sal, sempre premuroso, si assicurava che i bicchieri fossero pieni, e le risate al tavolo si fecero più frequenti man mano che la serata avanzava.
Il piatto principale fu un semplice ma delizioso spaghetto alle vongole, condito con olio d’oliva e prezzemolo fresco. Marella e Marzia erano entusiaste del sapore, e Roberto, con il suo spirito da anfitrione naturale, iniziò a raccontare aneddoti di viaggio che fecero ridere tutti.
Quando arrivarono al dolce, un sorbetto al limone, il quarto o quinto bicchiere di vino aveva ormai reso l’atmosfera ancora più rilassata. Marella notò come Sal sembrasse particolarmente affascinato dai giochi di parole e dalle battute maliziose di Marzia, che con la sua risata contagiosa stava animando la serata. Roberto, d’altro canto, era chiaramente colpito dall’eleganza di Marella.
Alla fine della cena fecero ritorno verso la barca e una volta risaliti, Roberto tirò fuori una bottiglia di champagne da un piccolo frigorifero nel pozzetto. “Non possiamo chiudere questa serata senza un brindisi finale!” annunciò con un sorriso contagioso, mentre Sal preparava i quattro calici.
“Brindo a questa splendida compagnia e a un weekend che promette di essere memorabile,” disse Roberto, alzando il bicchiere. Tutti brindarono con entusiasmo, ridendo e chiacchierando mentre il mare calmo li cullava.
Poi Roberto si avvicinò al pannello di controllo e accese la radio di bordo. Un ritmo vibrante riempì l’aria: una salsa allegra e travolgente che sembrava impossibile ignorare. Le note calde e ritmate si diffusero sulla barca, accendendo immediatamente l’atmosfera.
Marzia e Marella, brille e visibilmente su di giri, si guardarono complici e risero. “Dai, Marella,” disse Marzia, afferrandole la mano.
“Con una musica così non possiamo stare ferme!” Le due donne si spostarono verso la prua, dove lo spazio era più ampio, e iniziarono a muoversi al ritmo della musica. Marella, con il vento che le scompigliava i capelli e il leggero dondolio della barca sotto di lei, si lasciò andare, seguendo i passi improvvisati di Marzia. I loro corpi si muovevano con naturalezza e sensualità, mentre le risate si mescolavano alla musica.
Marzia era più audace, con i fianchi che si muovevano in maniera esagerata e provocante, avvicinandosi a Marella e incrociando le sue mani per farla girare. Marella, brilla ma divertita, la seguiva, cercando di imitare i suoi movimenti con una grazia naturale. Le due donne si sfioravano, le mani che si intrecciavano, le risate che diventavano sempre più contagiose.
Dopo qualche minuto, Marzia, accaldata e con il viso illuminato da una leggera lucentezza, si fermò un attimo. “È troppo caldo!” esclamò, ridendo, mentre si sfilava lentamente la camicia, lasciando intravedere un reggiseno nero che esaltava la sua figura perfetta. Il suo gesto non era casuale: ogni movimento sembrava fatto per attirare l’attenzione.
Marella la guardò con un misto di sorpresa e divertimento, ma anche con una leggera tensione.
“Sei stupenda, Marzia,” disse ridendo.
Marzia le lanciò uno sguardo diretto, avvicinandosi con passo lento ma deciso, fino a essere così vicina che Marella poteva sentire il suo respiro, leggermente affannato.
“Sì il desiderio mi rende bella” rispose Marzia con un sorriso malizioso.
“Anche tu amore, lo sei.”
Prima che Marella potesse dire qualcosa, Marzia le prese il viso tra le mani e la baciò. Fu un bacio pieno di passione travolgente. Le loro labbra si incontrarono, le lingue si cercarono in un’esplosione di calore, e Marella si lasciò andare dall’intensità del momento. Il sapore dello champagne era ancora presente sulle labbra di entrambe, mentre il vento del mare continuava a soffiare intorno a loro. Marzia la teneva stretta, le mani che scivolarono dolcemente lungo la sua schiena, mentre il ritmo della salsa sembrava fare da colonna sonora perfetta per quell’attimo di abbandono accompagnando quei corpi che danzavano.
Dal pozzetto di poppa, Sal e Roberto osservavano la scena in silenzio, affascinati.
Dopo il bacio, Marella e Marzia rimasero immobili per un istante, i loro occhi che si incontravano sotto la luce soffusa delle stelle. Non c’era bisogno di parole: nei loro sguardi c’era complicità, un’intesa improvvisa e sorprendente, come se entrambe avessero deciso di lasciarsi andare completamente a quella notte. Marzia le prese la mano, intrecciando le dita con naturalezza, e le fece un cenno verso la scaletta che portava alle cabine. Marella la seguì senza opporre resistenza, un sorriso leggero sulle labbra.
Camminarono insieme verso la poppa, dove Sal e Roberto, seduti con i calici di champagne ancora in mano, le osservavano con sguardi curiosi e divertiti. Quando le due donne passarono accanto a loro, Marzia rallentò appena il passo, voltandosi verso di loro con un sorriso malizioso.
“Se volete,” disse ridendo, “potete scendere e guardare.” La frase rimase sospesa nell’aria per un istante, mentre Roberto e Sal si scambiarono uno sguardo complice.
Roberto, alzando il bicchiere in segno di brindisi rispose: “Avete trovato il modo perfetto per chiudere la serata, a quanto pare”.
Marzia strizzò l’occhio ai due uomini e tirò delicatamente Marella verso la scaletta, scendendo con passo sicuro. Marella la seguì.
Le due donne scomparvero nella penombra delle cabine, lasciando Sal e Roberto a fissare il punto in cui erano scomparse. Il mare continuava a dondolare la barca, e la musica della radio riempiva ancora l’aria. La notte era diventata improvvisamente più intensa e sarebbe stata piena di sorprese.
Marzia e Marella entrarono in cabina lasciandosi dietro il resto del mondo. Marzia non si preoccupò di chiudere la porta.
Marzia era vicina Marella, il sorriso malizioso non aveva abbandonato il suo volto da quando erano scese. Le prese le mani e la attirò ancor più vicina, i loro corpi che si sfioravano mentre la tensione nell’aria cresceva. Lentamente, iniziò a sbottonare la camicetta di Marella, facendola scivolare lentamente dalle sue spalle.
Marella la guardava e si lasciava fare attratta da quella situazione, ricambiò il gesto, aiutando Marzia a liberarsi del reggiseno. In pochi istanti, i vestiti furono abbandonati sul pavimento, e le due donne rimasero nude, i loro corpi che si riflettevano nello specchio accanto al letto. I capezzoli sfioravano quelli dell’altra, le mani ne sfioravano la pelle.
Le mani di Marzia scorrevano lungo i fianchi di Marella, le labbra che si cercavano. Il calore dei loro corpi si mescolava.
Le mani di Marella cominciarono a esplorare la schiena di Marzia, tracciando le linee sinuose. La pelle di entrambe era calda e liscia, i loro respiri accelerati, mentre i loro movimenti diventavano sempre più sicuri e naturali.
Sulla soglia della cabina, Sal e Roberto arrivarono dopo pochi minuti, attirati dalla curiosità e dall’eccitazione che ormai li aveva sopraffatti. La luce soffusa all’interno rivelava una scena che li lasciò senza fiato. Rimasero immobili per un attimo, come se non volessero disturbare. Roberto, fu il primo a reagire, osservando con un sorriso divertito. “Beh,” sussurrò piano, rivolto a Sal, “direi che non ci hanno mentito… questo è decisamente uno spettacolo.”
Sal rispose con un sorriso mentre il suo sguardo era tutto per loro. Non riusciva a distogliere gli occhi. Guardava Marella abbandonarsi completamente al momento, il suo corpo che si muoveva con grazia e naturalezza, le mani che accarezzavano Marzia con un misto di dolcezza e passione.
Marzia, consapevole della loro presenza, aprì leggermente gli occhi e lanciò un’occhiata maliziosa verso la porta, senza interrompere ciò che stava facendo. Poi, con un sorriso appena accennato, sussurrò all’orecchio di Marella: “Abbiamo un pubblico… te la senti di continuare a giocare?”
Marella, senza fermarsi, girò appena la testa verso la porta, incontrando lo sguardo di Sal per un istante che sembrò durare un’eternità. Poi sorrise, un sorriso che era una chiara risposta a Marzia e un invito implicito ai due uomini.
Sal rimase immobile sulla soglia, con il fiato appena trattenuto, mentre osservava le due donne nella cabina. La vista di Marella e Marzia, nude, intrecciate in quel gioco di baci e carezze, era un mix travolgente di bellezza, desiderio e trasgressione. Ma ciò che lo colpiva di più era il suo stesso ruolo in quel momento. Non partecipava. Osservava.
Il suo sguardo seguiva ogni movimento con una sorta di adorazione, il corpo teso per l’eccitazione, ma la mente che si allontanava, riflettendo su quella situazione inaspettata. “Sono come l’uomo di Moravia,” pensò, “il protagonista di L’uomo che guarda. Anch’io sono qui, immobile, a osservare, mentre il desiderio si consuma davanti a me.”
Nel romanzo, il protagonista è un professore universitario che vive un rapporto tormentato con la moglie Silvia. È un uomo passivo, che sembra incapace di prendere l’iniziativa, ma che è ossessionato dall’idea di guardare. La sua vita è dominata dalla distanza emotiva e dall’analisi costante di ciò che lo circonda. Quando scopre, o immagina, che Silvia lo tradisce con il padre, si abbandona a un ruolo di voyeur, incapace di reagire direttamente, ma completamente immerso nella contemplazione di ciò che accade.
Sal rifletteva su questo parallelismo. “Anche io sono qui, fermo, mentre loro agiscono,” pensò. Ma c’era una differenza fondamentale: lui non era lì per subire, ma per assaporare. Il suo ruolo di osservatore non era imposto, ma scelto. Guardare Marella e Marzia non era una forma di impotenza o alienazione, come per il professore di Moravia, ma una decisione consapevole di godere di ogni istante, di ogni dettaglio.
Eppure, non poteva ignorare quella domanda che il libro gli aveva lasciato la prima volta che l’aveva letto: “Guardare basta? O c’è un momento in cui devi agire?”
Sal sapeva che Marella non lo avrebbe mai escluso del tutto. Anche in quel momento, nei suoi gesti con Marzia, c’era qualcosa di deliberatamente esibito, un modo per farlo sentire incluso, anche se a distanza. Quando Marella aveva girato lo sguardo verso di lui, il sorriso sulle sue labbra era stato un messaggio chiaro: “Sto facendo tutto questo anche per te.”
Ma quanto posso resistere? si chiese Sal, il cuore che gli martellava nel petto. Fino a quando posso rimanere fermo, limitandomi a osservare?
E mentre continuava a osservare, il desiderio e la tensione dentro di lui crescevano, pronte a esplodere nel momento giusto.
Sal continuava a guardare, il suo sguardo inchiodato sulla scena davanti a lui. Marella era completamente immersa nel momento, il suo corpo che si muoveva con naturalezza contro quello di Marzia, le mani che esploravano la pelle dell’altra donna, le labbra che si cercavano con una passione che sembrava quasi esclusiva. Eppure, anche in quel momento di apparente distacco, Sal sentiva un legame invisibile con Marella, un filo sottile che lo teneva collegato a lei, anche se non era parte attiva della scena.
Ma mentre osservava, qualcosa dentro di lui cominciò a cambiare. La bellezza di Marella e la sua sicurezza, quel modo di abbandonarsi senza remore, cominciarono a suscitare in lui non solo desiderio, ma anche una scintilla di sfida. “Sta giocando con me,” pensò Sal. “Sa che sto guardando, sa che mi sta provocando. Forse si aspetta che io rimanga qui, a contemplarla in silenzio. Ma cosa succederebbe se fossi io a prendere il controllo?”
L’idea lo colpì con forza, accendendo un fuoco dentro di lui che non era solo eccitazione, ma qualcosa di più profondo, più oscuro. Cominciò a immaginare Marella non più libera di muoversi come voleva, ma completamente alla sua mercé. La visualizzò legata, i suoi polsi avvolti da corde morbide ma sicure, che la tenevano ferma, vulnerabile, esposta al suo volere. Il pensiero gli tolse il fiato per un momento, il cuore che gli accelerava mentre l’immagine si faceva sempre più chiara nella sua mente.
“Vorrei legarti, Marella,” pensò, osservandola mentre continuava a esplorare il corpo di Marzia. “Vorrei che non potessi più decidere, che fossi costretta a seguire solo le mie regole.”
Sal sentì il calore crescere dentro di lui, un misto di eccitazione e un desiderio di vendetta che lo sorprendeva. Non era una rabbia, ma un gioco mentale che si stava sviluppando nella sua testa, alimentato dalla scena davanti ai suoi occhi. Marella, con il suo corpo e il suo sorriso provocatorio, sembrava invulnerabile in quel momento, completamente padrona della situazione. E Sal desiderava capovolgere quella dinamica.
Si immaginò avvicinarsi, interrompere quel gioco tra le due donne, e prendere Marella per sé. Vedeva i suoi occhi spalancarsi per la sorpresa, forse anche per una leggera protesta, ma poi abbandonarsi completamente, come sapeva che avrebbe fatto. “Ti farei capire che non sei tu a comandare questa volta,” pensò.
Ma per ora rimase fermo, godendo di quella tensione crescente, osservando Marella e Marzia con occhi che non lasciavano nulla al caso. “Aspetterò,” si disse, il respiro pesante, quasi trattenuto. “Ma quando sarà il momento, Marella, saprai cosa significa davvero giocare con me.”
Sal, ancora fermo sulla soglia, vide Roberto avvicinarsi alle due donne nella cabina. Si muoveva con naturalezza, il suo sorriso rilassato a contrastare il calore evidente nella stanza. Marella, con uno sguardo complice, fece spazio con un gesto invitante, allungando una mano verso di lui. Roberto si avvicinò senza esitazione, le sue dita che sfiorarono le spalle di Marella mentre con l’altra mano accarezzava i capelli di Marzia.
Le tre figure si intrecciarono lentamente, i loro corpi che si muovevano con una fluidità quasi ipnotica. Marella, al centro, sembrava completamente a suo agio, accogliendo i gesti di Roberto e Marzia con la stessa passione e naturalezza con cui aveva iniziato quel gioco. Marzia, con il suo sorriso malizioso, si spostava tra loro due, le mani che esploravano ogni centimetro della pelle di Marella e Roberto, mantenendo il controllo della situazione con una grazia che sembrava innata.
Roberto, con la sua presenza sicura e discreta, si lasciava guidare, i suoi gesti mai invadenti ma carichi di desiderio. Le loro risate basse, i sospiri e i movimenti lenti si mescolavano al leggero ondeggiare della barca, creando un’atmosfera carica di tensione e sensualità.
“Potrei entrare e far parte di tutto questo,” pensò, “ma non è quello che voglio.” Guardare gli dava una strana forma di piacere, una combinazione di controllo e distacco che gli permetteva di assaporare ogni dettaglio senza perdersi nell’impulso del momento. Ma sotto quella calma apparente, un’altra idea si faceva strada, alimentata dai suoi pensieri precedenti.
“Per ora guarderò,” pensò. “Ma non passerà molto prima che io prenda ciò che voglio.”
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