La sorella del mio collega - 10

di
genere
etero

Capitolo 10

Sono passate circa un paio di settimane da quegli eventi e con una certa regolarità scopava con entrambi.

Francesca stava tornando a casa a piedi: una camminata non poteva che aiutarla a chiarire le idee, il vento fresco di marzo le accarezzava i capelli, ma dentro di sé c'era un tumulto che non riusciva a placare. Quel pomeriggio, dopo l’ennesima scopata con Alessandro, i dubbi tornano vividi: lui le lasciava sempre qualcosa di profondo, un'intensità che non riusciva a spiegare, che a distanza di qualche ora il desiderio di lui era ancora vivido nella mente e curiosità per quello che potrebbe ancora succedere la stava travolgendo. L’incontro con lui era diverso da quelli con Marco, che invece erano romantici.

Marco era dolce, attento, pronto a coccolarla con gesti delicati. La faceva sentire al sicuro, come se il mondo fuori non esistesse. Con lui, ogni momento sembrava essere costruito su una calma rassicurante, su una complicità che cresceva lentamente, senza fretta. Francesca si sentiva amata da Marco, ma con Alessandro... c’era qualcosa di diverso: era più dominata o usata, non sapeva dirlo o cogliere le differenze. Ogni suo sguardo, ogni parola, sembravano accendere qualcosa dentro di lei. Lui la conosceva da anni, cercava di giustificarlo così, sapeva però che c’era un altro motivo: c’era il fuoco che bruciava, qualcosa di primordiale che sentiva mentre la scopava, il pensiero di fare quello che voleva lui, seguirlo nei suoi desideri sessuali la eccitava ancora in un modo che la spingeva a volerne di più.

Ma che cosa voleva davvero Francesca? Questa domanda le rimbombava nella testa come un’eco incessante. Non era pronta a rinunciare a Marco, ma allo stesso tempo non riusciva a ignorare il magnetismo che Alessandro esercitava su di lei. Ogni volta che si vedeva con lui, si sentiva come se il suo corpo stesse chiedendo qualcosa che la sua mente non riusciva a decifrare.
Era difficile definire cosa stesse cercando. La dolcezza di Marco, che la faceva sentire amata in un modo che risuonava nella profondità del suo cuore, o la passione di Alessandro, che toccava le corde più primordiali della sua sessualità? Non era mai stata una ragazza che avesse avuto bisogno di tanto tempo per capire cosa volesse, ma questa volta era diversa. Non riusciva a scegliere, eppure sentiva che qualcosa le mancava.

Forse stava semplicemente cercando qualcosa di più, qualcosa che Marco non riusciva a darle, e Alessandro sembrava avere la chiave per sbloccare quella parte di lei. Forse era il bisogno di sentirsi viva, di lasciarsi andare in un mondo che non fosse solo costruito sulla sicurezza, ma anche sul brivido dell’incertezza.
La verità, però, era che non sapeva. Non sapeva se ciò che provava per Alessandro fosse un desiderio effimero o una necessità. Ma in quel momento, non voleva fare una scelta. Non voleva rinunciare a nessuno dei due, voleva solo fermarsi, respirare, prendersi il tempo che sentiva di dover avere per capire. E intanto si sarebbe goduta quel buon sesso con entrambi.

Francesca si fermò davanti alla vetrina di una libreria, lo sguardo perso tra le parole di un libro che non avrebbe mai comprato. Aveva bisogno di chiarezza, ma la verità era che quella chiarezza non sarebbe venuta in fretta. Entra nella libreria ed esce con quel libricino che l’aveva colpita: “il kamasutra”.
scritto il
2025-03-12
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