Debby e vale mamma e figlia terza parte
di
Jack. blues
genere
incesti
Eravamo in camera a riposarci sul letto quando ci chiamò la reception
per annunciarci l’arrivo del commesso. Gli dissi di farlo salire.
Quando entrò si trovò davanti a due spettacoli, sia Vale che Debby
erano completamente nude davanti a lui.
Questa volta era meno imbarazzato, forse si aspettava qualcosa del
genere, e si avvicinò a Vale per porle il suo vestito ma non resistette
per toccarle il seno. Debby gli circondò i fianchi e gli slacciò i
pantaloni facendoglieli cadere ai piedi; quindi, cominciò a armeggiare
col suo cazzo.
Le due ragazze leccarono l’asta dell’ometto insieme e, poverino, non
riuscì a trattenersi (ma lo capisco) sborrando in faccia alle due.
Fra le due, quella più arrapata era chiaramente Debby. Forse aver visto
la figlia fare la porca tutto il pomeriggio l’aveva caricata di voglia di
sesso e quando questo succede a una come Debby non ci si deve
aspettare altro che desiderio e libidine all’ennesima potenza.
In pochi secondo riuscì a far resuscitare il mollusco che era diventato
il cazzo dell’uomo, facendogli assumere la forma di un bel calamaro
rivolto all’in su. Lo spinse sul letto e se lo infilò senza battere ciglio nel
culo mentre con una mano afferrava il flacone della lacca (forse) per
infilarselo nella figa, godendo così di una doppia penetrazione.
Vedere Debby così infoiata era una cosa che non lasciava indifferenti
e anche io avevo bisogno di un mio sfogo. E difficilmente c’è uno sfogo
migliore di Vale!
La chiamai a me e le dissi: “Ti va di far godere lo zio?”
V: “Non sai dai quanto lo desidero!”
La piegai a 90 e glielo infilati nella fighetta. Era strettissima nonostante
l’uso abbondante che ne avevano fatto in tanti, era calda, era piacevole starci dentro. La pompavo mentre guardavo Dab cavalcare
l’ometto.
Col pollice stuzzicavo il buchetto del culo di Vale che ansimava sotto i
miei colpi. La feci venire e poi la inculai fino a venirle, a mia volta,
dentro il culetto.
Nel frattempo l’ometto era già venuto un’altra volta dentro il culo di
Debby che ora aveva il flacone nel culo e la lingua dell’ometto a farla
godere. Debby gli diceva che era bravo con la lingua e di continuare
che stava per venire, però senza specificargli che gli stava per
squirtare in faccia. Il signore in poco fu inondato dalla mia amante e
rimase di stucco.
La dolce Debby si premurò di baciarlo leccandogli tutto il suo
prodotto e poi se lo accompagnò in bagno dove fece la doccia con lui.
Poco dopo il commesso ci ringraziò e se ne andò.
D: “…in doccia me lo sarei scopato ancora… ma poverino non ce la
faceva più a rialzarsi…”
V: “Ti è rimasto l’amaro in bocca?”
D: “No… il mio sapore non è amaro… dovresti saperlo!”
Io: “Siete fantastiche… Vale, sei stata promossa a pieni voti… Debby,
sei tu la più troia fra le due… lei è brava ma le manca ancora un po’ per
essere come te… Vi adoro entrambe… Vestitevi che mi avete fatto
venire fame…”
Non furono velocissime nella preparazione per la serata ma l’attesa fu
ampiamente ripagata dalla bellezza che mi regalarono. Debby nel suo
vestito nero, con delle scarpe con il tacco vertignoso avrebbe fatto
invidia alla migliore sfilata di top model. Aveva valorizzato i suo occhi
azzurri con un filo di mascara scuro, le labbra velate col rosso di un rossetto lucido contrastavano in modo eccellente con il candore della
sua pelle.
Vale era luminosa nel suo vestito verde che ne sottolineava le forme.
Un filo di verde sugli occhi era perfettamente in linea col vestito e le
scarpe.
Ero quasi in imbarazzo di fianco al loro splendore, avevano un fascino
ipnotico e faticavo a togliere lo sguardo da loro.
Io: “Sapevo che eravate splendide, ma non osavo pensare che lo foste
fino a tal punto…”
D: “Grazie… tu sei sempre troppo gentile… Ti adoro…” e mi sfiora le
labbra con un bacino e poco dopo lo stesso fece anche Vale.
Chiamai un taxi e gli diedi l’indirizzo.
Il posto che ci aspettava era poco fuori Bologna, in zona Casalecchio.
Era un ristorante di super lusso, esclusivissimo, in pochi sapevano
che esistesse. Era posto in cima a un palazzo di una decina di piani, il
più alto della zona. La cucina era curata da una serie di top chef che si
alternavano per cucinarvi.
Suonai il citofono e una voce mi chiese il numero della prenotazione,
mi indicò di prendere l’ascensore a destra che portava solo all’attico.
Salimmo e entrammo nel ristorante, ci accolse il maitre, gentilissimo
che ci acocmpagnò al nostro tavolo.
L’ambiente era ultra moderno, un open space con i tavoli disposti in
modo concentrico rispetto a un piccolo palco tondo posto al centro
della sala. Il nostro però era un paio di file dietro a questo centro, ma
la visuale non era ostruita da altri tavoli. Il locale era semi vuoto.
Il maitre ci illustrò il menu che aveva pensato per noi e ci suggerì
anche i vini a cui abbinare le varie portate. Debby gli rispose che eravamo astemi e il signore si scusò per la gaffe. Ovviamente non era
tale, non poteva saperlo.
Ci informò cha da lì a breve sarebbe cominciato lo spettacolo di una
nota performer, che né io né le ragazze conoscevamo, e che la serata
era stranamente tranquilla, di solito al venerdì sera facevano il tutto
esaurito ma venivano da un mese di chiusura e la riapertura non era
stata pubblicizzata in modo corretto. Se fossimo stati intenzionati a
tornare la settimana successiva avremmo dovuto avvisarlo subito
perché erano rimasti solo due tavoli.
Nel locale c’erano due tavoli occupati da due coppie, un terzo tavolo
una compagnia di quattro signori, un paio di tavoli da singoli e poi,
dalla parte opposta alla nostra, era apparecchiata una tavolata per
una decina di persone ma che ancora era vuota.
Mangiammo divinamente e attendemmo lo spettacolo. Gli occhi di un
po’tutti i maschi della sala erano rivolti alle mie due commensali. Il
vestito di Debby, grazie agli spacchi della gonna, lasciavano
completamente nude le sue cosce e la cosa creava una tensione
erotica nell’aria, acuita dal vestito di Vale che, lateralmente, lasciava
intravedere le rotondità del suo seno.
Si abbassarono le luci e una ragazza di colore altissima, sarà stata alta
due metri e portava anche delle scarpe col tacco, attraversò la sala e
salì sul piccolo palco. Un paio di camerieri le portarono l’asta col
microfono e un tavolino con sopra una coppa di champagne. Attaccò
a una canzone quasi sussurrata, l’atmosfera era davvero carica di
tensione erotica anche se non c’era nulla che l’avesse creata. Pensavo
che questa sensazione fosse solo nella mia testa ma mi resi conto
velocemente che era una cosa comune. Debby si mordeva il labbro e
il suo sguardo rivelava una crescente eccitazione, Vale guardava il
pubblico maschile con una voglia poco nascosta.La cantante aveva un aspetto strano. Non potevo dire che fosse belal,
non la era. Era magra, secca direi, non aveva seno, le gambe
smisuratamente lunge erano fasciate dal un vestito a tubo
lunghissimo, con lo strascico. La voce era bassa e profonda, era
ipnotica
Finì la canzone, bevve un sorso di champagne, e poi disse
“Buonasera, siamo in pochi stasera… meglio così… ora canterò
un’altra canzone, poi farò una pausa e quindi tornerò per voi…”. Aveva
un accento francese e la voce non era di donna, era un uomo.
Attaccò una versione a cappella di “La vie en rose” sempre con un
tono che rendeva lascivo l’animo delle persone.
Guardai prima Vale e poi Debby, entrambe erano incantate, come il
cobra davanti al piffero del fachiro. La mamma, forse senza
accorgersene, si era infilata una mano all’interno dello spacco e si
stava chiaramente toccando la figa. Non capivo se quel
comportamento non fosse stato notato o fosse tollerato, era chiaro
cosa stesse facendo. Quindi, rivolsi l’attenzione agli altri presenti e
notai che la signora di una delle due coppie aveva tirato fuori l’uccello
del compagno e lo stava segando lentamente. Né il maitre né alcuno
del personale li fermò, perciò era tutto lecito.
Baciai l’orecchio di Deb che si riprese dalla trance in cui era caduta.
Mi sorrise, mio dio com’era bella, mi prese la faccia fra le mani e mi
baciò delicatamente. Le morsi la lingua, apprezzò il gesto. Poi mi girai
anche verso Vale che invece non toglieva gli occhi dall’ipnotico
cantante, le morsi il lobo dell’orecchio, anche lei si scosse e mi
guardò un po’ perplessa. Le chiesi se fosse tutto ok.
V: “…mamma mia… ma solo io sono tutta super eccitata? Sto qua mi
sta facendo godere solo cantando…”Io: “No.. tranquilla… guarda là” e indicai la coppia che si stava
segando. Lei sorrise divertita e tranquillizzata. La baciai e lei mi mise
una mano sul pacco.
Io: “No… non ancora… aspetta…”
V: “…mmm… ho tanta voglia…”
Io: “L’abbiamo tutti... vediamo cosa succede… poi potrai prenderti chi
vuoi qua dentro, sei autorizzata…”
V: “…Ok… ma voglio anche te!”
Io: “Non ti preoccupare…”
La canzone continuava e la tensione saliva in modo esponenziale. Alla
fine il cantante si alzò e fece pochi passi verso l’uscita quando il
maitre gli disse qualcosa all’orecchio indicando i quattro. Lui si girò e
si diresse da loro. Si sedette al loro tavolo a chiacchierare. Tutti gli
occhi erano rivolti a quel tavolo, tutti eravamo consci che stava per
succedere qualcosa. Passavano i secondi che sembravano minuti.
Dopo 5 minuti, il cantante si alzò, fece una carezza sul viso di uno dei
quattro e si allontanò per sparire dietro una porta.
Il maitre prese il microfono annunciando che il personale sarebbe
passato a versare un calice di champagne per ognuno. Poi venne da
noi chiedendoci cosa avremmo desiderato al posto dello champagne,
Debby chiese qualcosa a base di frutta.
In pochi minuti avevamo tre bellissimi cocktail analcolici alla frutta sul
tavolo e le luci si abbassavano di nuovo. Era il segnale che
l’enigmatico cantante sarebbe tornato al suo posto. Arrivò con un
abito nuovo, sempre da donna, sempre lunghissimo, sempre
affusolatissimo. Il primo era rosso, questo era bianco, o meglio così
sembrava. Abbassandosi le luci rivelò la natura del vestito, era semi
trasparente e sotto, ovviamente, non aveva nulla. Senza dire nulla cominciò a cantare ma questa volta girando fra i tavoli. Il tono era
sempre quello suadente di prima.
Inizialmente si avvicinò a noi e accarezzò la guancia di Vale che gli
sfiorò la mano, poi fece l’occhiolino a me e inviò un bacino a Debby.
Da vicino notammo che aveva un cazzo enorme, era molle ma già così
la lunghezza era notevole, almeno una quindicina di centimetri. Debby
gli passò sopra la mano delicatamente.
Poi andò da una delle coppie e lì accarezzò il cazzo dell’uomo. Appena
si allontanò la donna della coppia lo tirò fuori al compagno e cominciò
a succhiarglielo.
Il cantante seguì il suo giro passando prima da un singolo, sfiorandogli
le labbra con un bacio, poi andò dall’altro sedendosi sulle gambe e il
tipo gli accarezzò il cazzo.
Infine si diresse dal gruppo dei quattro. Sculettò un po’ davanti a loro e
poi, ormai la canzone era alle ultime note, ne prese uno e gli mise la
lingua in bocca. Il bacio durò per un minuto buono, con gli altri amici
che sorridevano e incitavano.
Ringraziò il pubblico, tornò al centro della pedana, bevve il suo
champagne e poi iniziò una nuova canzone. Tornò subito dai suoi
amici, ne baciò un altro, questa volta più velocemente e poi fece un
cenno a un terzo, il quale prontamente armeggiò alle sue spalle
abbassando la cerniera del vestito. Era completamente nudo e il
quarto si affrettò a massaggiargli il cazzo che piano piano si stava
riempiendo aumentando notevolmente le sue dimensioni.
Guardai Vale che ammirava quel pilastro di carne scura, “Lo vorresti?”
V: “…si… è bellissimo…”
Guardai Debby che ci stava ascoltando: “Ha un cazzo enorme… però
io stasera voglio solo te…” mi disse e mi baciò le labbra.Vale fu un po’ invidiosa di quella risosta, mi confessò dopo che
avrebbe voluto dirla lei ma in quel momento non ce la faceva più
dall’arrapamento.
L’uomo che prima era vestito da donna continuava a cantare mentre
rifaceva l’ennesimo giro fra i tavoli. Una delle signore accoppiate se lo
ficcò in bocca, il marito dell’altra coppia assaggiò quel fallo enorme.
Intanto io avevo infilato la mia mano sotto la gonna di Debby e stavo
giocando col suo clitoride mentre lei ansimava felice, Vale era
impaziente che quel cazzone le arrivasse a tiro. Per fare in modo che
lui fosse stimolato abbassai le spalline del vestito della ragazzina,
lasciandola a seno nudo, la visione delle sue tette perfette fece fare
un sussulto al pisellone che ammirò il bel corpo che si stava
denudando per lui. Vale si alzò in piedi restando solo con il perizoma.
Fece un paio di passi e poi si inginocchiò e ricevette la sua dose di
carne nera in bocca. Iniziò un bellissimo pompino ma che lui
interruppe prendendo per mano la ragazza per lasciarla fra le grinfie
dei quattro al lato opposto della sala. La fece stendere sul tavolo e le
fece aprire le gambe. Uno dei quattro si dedicò subito a leccarla e un
altro a riempirle la bocca, gli altri due si stavano sollazzando insieme.
L’uomo nero si diresse verso una delle due coppie seguito da un
singolo, in tre si dedicarono alla donna, il cazzone si infilò in bocca
alla signora, mentre il compagno e il singolo le riempivano il culo e la
figa, rispettivamente.
Mi girai verso Debby e ci baciammo delicatamente e profondamente.
Ci staccammo e Debby improvvisò uno striptease solo per me sopra
le note cantate dall’uomo nero. Ci spogliammo insieme e in poco
fummo nudi.
Mi sedetti su una sedia e lei sopra di me, posizionando la mia cappella
fra le sue grandi labbra. Si lasciò scivolare venendo impalata dal mio uccello. La figa di Debby è un po’ più larga di quella di Vale ma è molto
elastica, le pareti della vagina si modellano sulla forma del cazzo e lo
abbracciano delicatamente. Il fatto che tutta la parete vaginale viene
massaggiata gli orgasmi di Debby sono inebrianti e ripetuti. Iniziammo
a muoverci all’unisono, senza mai smettere di baciarci, i nostri organi
sessuali si amavano e lo stesso lo facevano le nostre lingue.
Tutto quello che avevamo attorno si stava dissolvendo, eravamo solo
lei e io. È stato davvero bellissimo. Come mi è successo pochissime
volte nella mia vita, raggiungemmo l’orgasmo praticamente insieme.
Restammo abbracciati ancora, non volevamo interrompere quel
momento.
D: “Perché Vale si sta divertendo, se no ti chiederei di tornare in hotel
e stare solo io e te…”
Io: “Non ti piace la serata? Mi avevano detto che era un club più
movimentato…”
D: “No… la serata è strana, diversa da quelle al nostro… però è bella…
solo che ho voglia di stare solo con te, non ci vediamo mai e
ultimamente ci riusciamo anche a sentire poco su telegram… sai che
sei il mio amante preferito…”
Io: “Sei fantastica Deb… se non fossi già sposata ti sposerei io…”
Mentre stavamo tubando come piccioncini, l’uomo nero si sedette sul
tavolo a fianco a noi, col cazzone che dondolava fra le nostre teste.
Debby lo guardò con un pizzico di voglia.
Io: “Se vuoi… fallo…”
D: “No… voglio solo te!”
L’uomo col cazzone sussurrò in una pausa della canzone in tedesco:
“Vous etes formidables… Je vous aime!”. Proprio mentre pronunciava queste parole vedemmo le manine di
Vale avvolgere il cazzone da dietro e sentimmo che gli diceva di
scoparla. Lui sorrise e scrollò le spalle come a dire “mi tocca”.
Fece piegare Vale a 90 facendola appoggiare al tavolo. Avevamo una
visuale chiara sui buchetti della ragazza a disposizione, lui si
posizionò dietro, sorridendoci le appoggiò l’enorme cappella sul
buchetto del culo e piano piano entrò. Vale urlò quando tutta la
cappella era entrata e cominciò a ansimare e a stringere i pugni mano
a mano che quella clava le sfondava il culo. Il dolore si era tramutato
rapidamente in piacere e poco dopo il nero stava pompando senza
alcuna pietà per il corpicino giovane della ragazza. Vedemmo
chiaramente che Vale stava avendo degli orgasmi a raffica ma anche
lui stava raggiungendo l’apice del piacere. Quando fu il momento,
estrasse il cazzone, trascinò Vale ai suoi piedi e le riempì il volto di non
so quanta sborra. Era davvero coperta.
La serie di orgasmi avuti aveva scolvolto Vale che non era del tutto
lucida e neanche si accorse di aver spompinato anche uno dei singoli
che era passato e anche lui aveva scaricato il suo carico sulle tette.
D: “Posso fare una cosa?” mi chiese e io annuii.
Con un dito raccolse un po’ dello sperma dalla faccia della figlia e lo
assaggiò: “Non è buono… è amara… troppo amara…”
Poi si rivolse alla figlia: “Vale, andiamo a pulirci dai…” e entrambe
nudissime si diressero verso il bagno.
Mi guardai attorno e vidi che ormai tutti stavano insieme in un carnaio.
L’uomo nero aveva un cazzo nel culo e uno in bocca mentre una
donna glielo stava succhiando, l’altra donna aveva due uomini dentro
di lei, penso culo e figa ma non escludo che fossero entrambi nello
stesso buco, l’espressione della tipa mi suggeriva più questa seconda
ipotesi.Andai anche io in bagno a sciacquarmi e presi con me i vestiti delle
ragazze. Ci incrociammo nell’antibagno.
V: “Si… possiamo andare… Grazie zio! Mi sono divertita…”
D: “…che ti hanno fatto i quattro?”
V: “mah… mi hanno scopata a turno, penso… cioè non so se mi hanno
scopato tutti e quattro, sentivano che si alternavano mentre io li
succhiavo. Poi è passata una donna che mi ha leccato facendomi
venire… ma io avevo voglia del cazzo più grosso!”
D: “…che troia che ho generato…” e rise.
Ci rivestimmo e, non avendo con noi i cellulari, vietati in quel posto,
chiedemmo al maitre di trovarci un taxi. Arrivò rapidamente e ci
riportò in albergo.
Eravamo tutti stanchi per la giornata intensa ma piacevole. Facemmo
la doccia e ci addormentammo abbracciati.
Alla mattina mi svegliai presto, soprattutto mi svegliai come credo tutti
vorrebbero essere svegliati: Debby e Vale stavano leccando il mio
cazzo che svettava con una bellissima erezione mattutina. Si
alternarono a leccarlo e a succhiarlo, poi Vale ci salì sopra e cominciò
a cavalcarmi mentre Deb si adoperava a stuzzicarle il culo.
D: “…dopo quel cazzone che ti ha inculata ieri, prendere le mie dita
non ti farà niente…”
Vale cercava di risponderle ma stava già godendo. Debby la spostò
rapidamente e sfruttò lei la mia erezione però si scopò direttamente il
culo, mentre Vale mi metteva la figa sulla bocca.
Non riuscivo a vedere ma sentivo il rumore di saliva che si mischiava,
credo che stessero limonando.Anche Dabby raggiunse rapidamente l’orgasmo, ora toccava a me a
venire e con le due bocche fameliche delle due ragazze non ci volle
molto. Mi fecero venire sulla mia pancia e poi leccarono via tutta la
sborra.
Erano quasi le 9 e la stanza dovevamo lasciarla per le dieci. Ci
affrettammo a riassestarci.
Il tempo per stare con queste due persone splendide stava per
scadere, ero triste, avrei voluto che queste giornate non finissero, però
tutte le cose belle hanno una fine, per fortuna non definitiva.
Andammo anche a pranzo insieme, l’aereo sarebbe partito verso le 16.
La mattinata non ebbe momenti “piccanti”, stavamo insieme come
amici, fidanzati, non so come potevamo definirci, stavamo solo bene
fra di noi.
Restammo in un parco di Bologna mezzora al timido sole di febbraio,
in silenzio.
Poi piano piano in macchina ci avviammo all’aeroporto. Le baciai
entrambe, baci appassionati e pieni di affetto.
Debby aveva gli occhi lucidi: “Mi manchi già adesso… vienimi a trovare
a Roma, voglio stare ancora con te… Ti amo, lo sai…”
Io: “Lo so dolce Debby, sei una delle persone a cui più voglio bene su
questo pianeta… Appena riesco voglio stare ancora con te…” e ci
baciammo ancora.
V: “Come siete sdolcinati…” e si mise a ridere, “però ti capisco
mamma, lo zio è una persona fantastica, un padrone che non puoi
non amare… zio io sono sempre la tua schiavetta, tu ordini e io
faccio… spero di essere sempre brava e non essere mai punita…”
Io: “Tu sei bravissima Vale, non so se riuscirei mai a punirti come ti
avevo detto… hai una carica erotica che è più una penitenza per me non scoparti… sii sempre bella così, libera e allegra e disinibita…
chissenefrega di quello che dice la gente…”, feci una piccola pausa
perché avevo la voce che si stava rompendo, “Ve l’ho sempre detto
che siete speciali, che vi ammiro per la vostra libertà mentale… Ora
andate… fatemi sapere quando siete a casa”.
Le guardai avviarsi coi loro trolley all’interno dell’aeroporto.
Drr drr, messaggino di telegram, la foto delle loro quattro splendide
tette fatta nel bagno della zona post check-in.
Avevo di nuovo il cazzo duro per queste donne.
per annunciarci l’arrivo del commesso. Gli dissi di farlo salire.
Quando entrò si trovò davanti a due spettacoli, sia Vale che Debby
erano completamente nude davanti a lui.
Questa volta era meno imbarazzato, forse si aspettava qualcosa del
genere, e si avvicinò a Vale per porle il suo vestito ma non resistette
per toccarle il seno. Debby gli circondò i fianchi e gli slacciò i
pantaloni facendoglieli cadere ai piedi; quindi, cominciò a armeggiare
col suo cazzo.
Le due ragazze leccarono l’asta dell’ometto insieme e, poverino, non
riuscì a trattenersi (ma lo capisco) sborrando in faccia alle due.
Fra le due, quella più arrapata era chiaramente Debby. Forse aver visto
la figlia fare la porca tutto il pomeriggio l’aveva caricata di voglia di
sesso e quando questo succede a una come Debby non ci si deve
aspettare altro che desiderio e libidine all’ennesima potenza.
In pochi secondo riuscì a far resuscitare il mollusco che era diventato
il cazzo dell’uomo, facendogli assumere la forma di un bel calamaro
rivolto all’in su. Lo spinse sul letto e se lo infilò senza battere ciglio nel
culo mentre con una mano afferrava il flacone della lacca (forse) per
infilarselo nella figa, godendo così di una doppia penetrazione.
Vedere Debby così infoiata era una cosa che non lasciava indifferenti
e anche io avevo bisogno di un mio sfogo. E difficilmente c’è uno sfogo
migliore di Vale!
La chiamai a me e le dissi: “Ti va di far godere lo zio?”
V: “Non sai dai quanto lo desidero!”
La piegai a 90 e glielo infilati nella fighetta. Era strettissima nonostante
l’uso abbondante che ne avevano fatto in tanti, era calda, era piacevole starci dentro. La pompavo mentre guardavo Dab cavalcare
l’ometto.
Col pollice stuzzicavo il buchetto del culo di Vale che ansimava sotto i
miei colpi. La feci venire e poi la inculai fino a venirle, a mia volta,
dentro il culetto.
Nel frattempo l’ometto era già venuto un’altra volta dentro il culo di
Debby che ora aveva il flacone nel culo e la lingua dell’ometto a farla
godere. Debby gli diceva che era bravo con la lingua e di continuare
che stava per venire, però senza specificargli che gli stava per
squirtare in faccia. Il signore in poco fu inondato dalla mia amante e
rimase di stucco.
La dolce Debby si premurò di baciarlo leccandogli tutto il suo
prodotto e poi se lo accompagnò in bagno dove fece la doccia con lui.
Poco dopo il commesso ci ringraziò e se ne andò.
D: “…in doccia me lo sarei scopato ancora… ma poverino non ce la
faceva più a rialzarsi…”
V: “Ti è rimasto l’amaro in bocca?”
D: “No… il mio sapore non è amaro… dovresti saperlo!”
Io: “Siete fantastiche… Vale, sei stata promossa a pieni voti… Debby,
sei tu la più troia fra le due… lei è brava ma le manca ancora un po’ per
essere come te… Vi adoro entrambe… Vestitevi che mi avete fatto
venire fame…”
Non furono velocissime nella preparazione per la serata ma l’attesa fu
ampiamente ripagata dalla bellezza che mi regalarono. Debby nel suo
vestito nero, con delle scarpe con il tacco vertignoso avrebbe fatto
invidia alla migliore sfilata di top model. Aveva valorizzato i suo occhi
azzurri con un filo di mascara scuro, le labbra velate col rosso di un rossetto lucido contrastavano in modo eccellente con il candore della
sua pelle.
Vale era luminosa nel suo vestito verde che ne sottolineava le forme.
Un filo di verde sugli occhi era perfettamente in linea col vestito e le
scarpe.
Ero quasi in imbarazzo di fianco al loro splendore, avevano un fascino
ipnotico e faticavo a togliere lo sguardo da loro.
Io: “Sapevo che eravate splendide, ma non osavo pensare che lo foste
fino a tal punto…”
D: “Grazie… tu sei sempre troppo gentile… Ti adoro…” e mi sfiora le
labbra con un bacino e poco dopo lo stesso fece anche Vale.
Chiamai un taxi e gli diedi l’indirizzo.
Il posto che ci aspettava era poco fuori Bologna, in zona Casalecchio.
Era un ristorante di super lusso, esclusivissimo, in pochi sapevano
che esistesse. Era posto in cima a un palazzo di una decina di piani, il
più alto della zona. La cucina era curata da una serie di top chef che si
alternavano per cucinarvi.
Suonai il citofono e una voce mi chiese il numero della prenotazione,
mi indicò di prendere l’ascensore a destra che portava solo all’attico.
Salimmo e entrammo nel ristorante, ci accolse il maitre, gentilissimo
che ci acocmpagnò al nostro tavolo.
L’ambiente era ultra moderno, un open space con i tavoli disposti in
modo concentrico rispetto a un piccolo palco tondo posto al centro
della sala. Il nostro però era un paio di file dietro a questo centro, ma
la visuale non era ostruita da altri tavoli. Il locale era semi vuoto.
Il maitre ci illustrò il menu che aveva pensato per noi e ci suggerì
anche i vini a cui abbinare le varie portate. Debby gli rispose che eravamo astemi e il signore si scusò per la gaffe. Ovviamente non era
tale, non poteva saperlo.
Ci informò cha da lì a breve sarebbe cominciato lo spettacolo di una
nota performer, che né io né le ragazze conoscevamo, e che la serata
era stranamente tranquilla, di solito al venerdì sera facevano il tutto
esaurito ma venivano da un mese di chiusura e la riapertura non era
stata pubblicizzata in modo corretto. Se fossimo stati intenzionati a
tornare la settimana successiva avremmo dovuto avvisarlo subito
perché erano rimasti solo due tavoli.
Nel locale c’erano due tavoli occupati da due coppie, un terzo tavolo
una compagnia di quattro signori, un paio di tavoli da singoli e poi,
dalla parte opposta alla nostra, era apparecchiata una tavolata per
una decina di persone ma che ancora era vuota.
Mangiammo divinamente e attendemmo lo spettacolo. Gli occhi di un
po’tutti i maschi della sala erano rivolti alle mie due commensali. Il
vestito di Debby, grazie agli spacchi della gonna, lasciavano
completamente nude le sue cosce e la cosa creava una tensione
erotica nell’aria, acuita dal vestito di Vale che, lateralmente, lasciava
intravedere le rotondità del suo seno.
Si abbassarono le luci e una ragazza di colore altissima, sarà stata alta
due metri e portava anche delle scarpe col tacco, attraversò la sala e
salì sul piccolo palco. Un paio di camerieri le portarono l’asta col
microfono e un tavolino con sopra una coppa di champagne. Attaccò
a una canzone quasi sussurrata, l’atmosfera era davvero carica di
tensione erotica anche se non c’era nulla che l’avesse creata. Pensavo
che questa sensazione fosse solo nella mia testa ma mi resi conto
velocemente che era una cosa comune. Debby si mordeva il labbro e
il suo sguardo rivelava una crescente eccitazione, Vale guardava il
pubblico maschile con una voglia poco nascosta.La cantante aveva un aspetto strano. Non potevo dire che fosse belal,
non la era. Era magra, secca direi, non aveva seno, le gambe
smisuratamente lunge erano fasciate dal un vestito a tubo
lunghissimo, con lo strascico. La voce era bassa e profonda, era
ipnotica
Finì la canzone, bevve un sorso di champagne, e poi disse
“Buonasera, siamo in pochi stasera… meglio così… ora canterò
un’altra canzone, poi farò una pausa e quindi tornerò per voi…”. Aveva
un accento francese e la voce non era di donna, era un uomo.
Attaccò una versione a cappella di “La vie en rose” sempre con un
tono che rendeva lascivo l’animo delle persone.
Guardai prima Vale e poi Debby, entrambe erano incantate, come il
cobra davanti al piffero del fachiro. La mamma, forse senza
accorgersene, si era infilata una mano all’interno dello spacco e si
stava chiaramente toccando la figa. Non capivo se quel
comportamento non fosse stato notato o fosse tollerato, era chiaro
cosa stesse facendo. Quindi, rivolsi l’attenzione agli altri presenti e
notai che la signora di una delle due coppie aveva tirato fuori l’uccello
del compagno e lo stava segando lentamente. Né il maitre né alcuno
del personale li fermò, perciò era tutto lecito.
Baciai l’orecchio di Deb che si riprese dalla trance in cui era caduta.
Mi sorrise, mio dio com’era bella, mi prese la faccia fra le mani e mi
baciò delicatamente. Le morsi la lingua, apprezzò il gesto. Poi mi girai
anche verso Vale che invece non toglieva gli occhi dall’ipnotico
cantante, le morsi il lobo dell’orecchio, anche lei si scosse e mi
guardò un po’ perplessa. Le chiesi se fosse tutto ok.
V: “…mamma mia… ma solo io sono tutta super eccitata? Sto qua mi
sta facendo godere solo cantando…”Io: “No.. tranquilla… guarda là” e indicai la coppia che si stava
segando. Lei sorrise divertita e tranquillizzata. La baciai e lei mi mise
una mano sul pacco.
Io: “No… non ancora… aspetta…”
V: “…mmm… ho tanta voglia…”
Io: “L’abbiamo tutti... vediamo cosa succede… poi potrai prenderti chi
vuoi qua dentro, sei autorizzata…”
V: “…Ok… ma voglio anche te!”
Io: “Non ti preoccupare…”
La canzone continuava e la tensione saliva in modo esponenziale. Alla
fine il cantante si alzò e fece pochi passi verso l’uscita quando il
maitre gli disse qualcosa all’orecchio indicando i quattro. Lui si girò e
si diresse da loro. Si sedette al loro tavolo a chiacchierare. Tutti gli
occhi erano rivolti a quel tavolo, tutti eravamo consci che stava per
succedere qualcosa. Passavano i secondi che sembravano minuti.
Dopo 5 minuti, il cantante si alzò, fece una carezza sul viso di uno dei
quattro e si allontanò per sparire dietro una porta.
Il maitre prese il microfono annunciando che il personale sarebbe
passato a versare un calice di champagne per ognuno. Poi venne da
noi chiedendoci cosa avremmo desiderato al posto dello champagne,
Debby chiese qualcosa a base di frutta.
In pochi minuti avevamo tre bellissimi cocktail analcolici alla frutta sul
tavolo e le luci si abbassavano di nuovo. Era il segnale che
l’enigmatico cantante sarebbe tornato al suo posto. Arrivò con un
abito nuovo, sempre da donna, sempre lunghissimo, sempre
affusolatissimo. Il primo era rosso, questo era bianco, o meglio così
sembrava. Abbassandosi le luci rivelò la natura del vestito, era semi
trasparente e sotto, ovviamente, non aveva nulla. Senza dire nulla cominciò a cantare ma questa volta girando fra i tavoli. Il tono era
sempre quello suadente di prima.
Inizialmente si avvicinò a noi e accarezzò la guancia di Vale che gli
sfiorò la mano, poi fece l’occhiolino a me e inviò un bacino a Debby.
Da vicino notammo che aveva un cazzo enorme, era molle ma già così
la lunghezza era notevole, almeno una quindicina di centimetri. Debby
gli passò sopra la mano delicatamente.
Poi andò da una delle coppie e lì accarezzò il cazzo dell’uomo. Appena
si allontanò la donna della coppia lo tirò fuori al compagno e cominciò
a succhiarglielo.
Il cantante seguì il suo giro passando prima da un singolo, sfiorandogli
le labbra con un bacio, poi andò dall’altro sedendosi sulle gambe e il
tipo gli accarezzò il cazzo.
Infine si diresse dal gruppo dei quattro. Sculettò un po’ davanti a loro e
poi, ormai la canzone era alle ultime note, ne prese uno e gli mise la
lingua in bocca. Il bacio durò per un minuto buono, con gli altri amici
che sorridevano e incitavano.
Ringraziò il pubblico, tornò al centro della pedana, bevve il suo
champagne e poi iniziò una nuova canzone. Tornò subito dai suoi
amici, ne baciò un altro, questa volta più velocemente e poi fece un
cenno a un terzo, il quale prontamente armeggiò alle sue spalle
abbassando la cerniera del vestito. Era completamente nudo e il
quarto si affrettò a massaggiargli il cazzo che piano piano si stava
riempiendo aumentando notevolmente le sue dimensioni.
Guardai Vale che ammirava quel pilastro di carne scura, “Lo vorresti?”
V: “…si… è bellissimo…”
Guardai Debby che ci stava ascoltando: “Ha un cazzo enorme… però
io stasera voglio solo te…” mi disse e mi baciò le labbra.Vale fu un po’ invidiosa di quella risosta, mi confessò dopo che
avrebbe voluto dirla lei ma in quel momento non ce la faceva più
dall’arrapamento.
L’uomo che prima era vestito da donna continuava a cantare mentre
rifaceva l’ennesimo giro fra i tavoli. Una delle signore accoppiate se lo
ficcò in bocca, il marito dell’altra coppia assaggiò quel fallo enorme.
Intanto io avevo infilato la mia mano sotto la gonna di Debby e stavo
giocando col suo clitoride mentre lei ansimava felice, Vale era
impaziente che quel cazzone le arrivasse a tiro. Per fare in modo che
lui fosse stimolato abbassai le spalline del vestito della ragazzina,
lasciandola a seno nudo, la visione delle sue tette perfette fece fare
un sussulto al pisellone che ammirò il bel corpo che si stava
denudando per lui. Vale si alzò in piedi restando solo con il perizoma.
Fece un paio di passi e poi si inginocchiò e ricevette la sua dose di
carne nera in bocca. Iniziò un bellissimo pompino ma che lui
interruppe prendendo per mano la ragazza per lasciarla fra le grinfie
dei quattro al lato opposto della sala. La fece stendere sul tavolo e le
fece aprire le gambe. Uno dei quattro si dedicò subito a leccarla e un
altro a riempirle la bocca, gli altri due si stavano sollazzando insieme.
L’uomo nero si diresse verso una delle due coppie seguito da un
singolo, in tre si dedicarono alla donna, il cazzone si infilò in bocca
alla signora, mentre il compagno e il singolo le riempivano il culo e la
figa, rispettivamente.
Mi girai verso Debby e ci baciammo delicatamente e profondamente.
Ci staccammo e Debby improvvisò uno striptease solo per me sopra
le note cantate dall’uomo nero. Ci spogliammo insieme e in poco
fummo nudi.
Mi sedetti su una sedia e lei sopra di me, posizionando la mia cappella
fra le sue grandi labbra. Si lasciò scivolare venendo impalata dal mio uccello. La figa di Debby è un po’ più larga di quella di Vale ma è molto
elastica, le pareti della vagina si modellano sulla forma del cazzo e lo
abbracciano delicatamente. Il fatto che tutta la parete vaginale viene
massaggiata gli orgasmi di Debby sono inebrianti e ripetuti. Iniziammo
a muoverci all’unisono, senza mai smettere di baciarci, i nostri organi
sessuali si amavano e lo stesso lo facevano le nostre lingue.
Tutto quello che avevamo attorno si stava dissolvendo, eravamo solo
lei e io. È stato davvero bellissimo. Come mi è successo pochissime
volte nella mia vita, raggiungemmo l’orgasmo praticamente insieme.
Restammo abbracciati ancora, non volevamo interrompere quel
momento.
D: “Perché Vale si sta divertendo, se no ti chiederei di tornare in hotel
e stare solo io e te…”
Io: “Non ti piace la serata? Mi avevano detto che era un club più
movimentato…”
D: “No… la serata è strana, diversa da quelle al nostro… però è bella…
solo che ho voglia di stare solo con te, non ci vediamo mai e
ultimamente ci riusciamo anche a sentire poco su telegram… sai che
sei il mio amante preferito…”
Io: “Sei fantastica Deb… se non fossi già sposata ti sposerei io…”
Mentre stavamo tubando come piccioncini, l’uomo nero si sedette sul
tavolo a fianco a noi, col cazzone che dondolava fra le nostre teste.
Debby lo guardò con un pizzico di voglia.
Io: “Se vuoi… fallo…”
D: “No… voglio solo te!”
L’uomo col cazzone sussurrò in una pausa della canzone in tedesco:
“Vous etes formidables… Je vous aime!”. Proprio mentre pronunciava queste parole vedemmo le manine di
Vale avvolgere il cazzone da dietro e sentimmo che gli diceva di
scoparla. Lui sorrise e scrollò le spalle come a dire “mi tocca”.
Fece piegare Vale a 90 facendola appoggiare al tavolo. Avevamo una
visuale chiara sui buchetti della ragazza a disposizione, lui si
posizionò dietro, sorridendoci le appoggiò l’enorme cappella sul
buchetto del culo e piano piano entrò. Vale urlò quando tutta la
cappella era entrata e cominciò a ansimare e a stringere i pugni mano
a mano che quella clava le sfondava il culo. Il dolore si era tramutato
rapidamente in piacere e poco dopo il nero stava pompando senza
alcuna pietà per il corpicino giovane della ragazza. Vedemmo
chiaramente che Vale stava avendo degli orgasmi a raffica ma anche
lui stava raggiungendo l’apice del piacere. Quando fu il momento,
estrasse il cazzone, trascinò Vale ai suoi piedi e le riempì il volto di non
so quanta sborra. Era davvero coperta.
La serie di orgasmi avuti aveva scolvolto Vale che non era del tutto
lucida e neanche si accorse di aver spompinato anche uno dei singoli
che era passato e anche lui aveva scaricato il suo carico sulle tette.
D: “Posso fare una cosa?” mi chiese e io annuii.
Con un dito raccolse un po’ dello sperma dalla faccia della figlia e lo
assaggiò: “Non è buono… è amara… troppo amara…”
Poi si rivolse alla figlia: “Vale, andiamo a pulirci dai…” e entrambe
nudissime si diressero verso il bagno.
Mi guardai attorno e vidi che ormai tutti stavano insieme in un carnaio.
L’uomo nero aveva un cazzo nel culo e uno in bocca mentre una
donna glielo stava succhiando, l’altra donna aveva due uomini dentro
di lei, penso culo e figa ma non escludo che fossero entrambi nello
stesso buco, l’espressione della tipa mi suggeriva più questa seconda
ipotesi.Andai anche io in bagno a sciacquarmi e presi con me i vestiti delle
ragazze. Ci incrociammo nell’antibagno.
V: “Si… possiamo andare… Grazie zio! Mi sono divertita…”
D: “…che ti hanno fatto i quattro?”
V: “mah… mi hanno scopata a turno, penso… cioè non so se mi hanno
scopato tutti e quattro, sentivano che si alternavano mentre io li
succhiavo. Poi è passata una donna che mi ha leccato facendomi
venire… ma io avevo voglia del cazzo più grosso!”
D: “…che troia che ho generato…” e rise.
Ci rivestimmo e, non avendo con noi i cellulari, vietati in quel posto,
chiedemmo al maitre di trovarci un taxi. Arrivò rapidamente e ci
riportò in albergo.
Eravamo tutti stanchi per la giornata intensa ma piacevole. Facemmo
la doccia e ci addormentammo abbracciati.
Alla mattina mi svegliai presto, soprattutto mi svegliai come credo tutti
vorrebbero essere svegliati: Debby e Vale stavano leccando il mio
cazzo che svettava con una bellissima erezione mattutina. Si
alternarono a leccarlo e a succhiarlo, poi Vale ci salì sopra e cominciò
a cavalcarmi mentre Deb si adoperava a stuzzicarle il culo.
D: “…dopo quel cazzone che ti ha inculata ieri, prendere le mie dita
non ti farà niente…”
Vale cercava di risponderle ma stava già godendo. Debby la spostò
rapidamente e sfruttò lei la mia erezione però si scopò direttamente il
culo, mentre Vale mi metteva la figa sulla bocca.
Non riuscivo a vedere ma sentivo il rumore di saliva che si mischiava,
credo che stessero limonando.Anche Dabby raggiunse rapidamente l’orgasmo, ora toccava a me a
venire e con le due bocche fameliche delle due ragazze non ci volle
molto. Mi fecero venire sulla mia pancia e poi leccarono via tutta la
sborra.
Erano quasi le 9 e la stanza dovevamo lasciarla per le dieci. Ci
affrettammo a riassestarci.
Il tempo per stare con queste due persone splendide stava per
scadere, ero triste, avrei voluto che queste giornate non finissero, però
tutte le cose belle hanno una fine, per fortuna non definitiva.
Andammo anche a pranzo insieme, l’aereo sarebbe partito verso le 16.
La mattinata non ebbe momenti “piccanti”, stavamo insieme come
amici, fidanzati, non so come potevamo definirci, stavamo solo bene
fra di noi.
Restammo in un parco di Bologna mezzora al timido sole di febbraio,
in silenzio.
Poi piano piano in macchina ci avviammo all’aeroporto. Le baciai
entrambe, baci appassionati e pieni di affetto.
Debby aveva gli occhi lucidi: “Mi manchi già adesso… vienimi a trovare
a Roma, voglio stare ancora con te… Ti amo, lo sai…”
Io: “Lo so dolce Debby, sei una delle persone a cui più voglio bene su
questo pianeta… Appena riesco voglio stare ancora con te…” e ci
baciammo ancora.
V: “Come siete sdolcinati…” e si mise a ridere, “però ti capisco
mamma, lo zio è una persona fantastica, un padrone che non puoi
non amare… zio io sono sempre la tua schiavetta, tu ordini e io
faccio… spero di essere sempre brava e non essere mai punita…”
Io: “Tu sei bravissima Vale, non so se riuscirei mai a punirti come ti
avevo detto… hai una carica erotica che è più una penitenza per me non scoparti… sii sempre bella così, libera e allegra e disinibita…
chissenefrega di quello che dice la gente…”, feci una piccola pausa
perché avevo la voce che si stava rompendo, “Ve l’ho sempre detto
che siete speciali, che vi ammiro per la vostra libertà mentale… Ora
andate… fatemi sapere quando siete a casa”.
Le guardai avviarsi coi loro trolley all’interno dell’aeroporto.
Drr drr, messaggino di telegram, la foto delle loro quattro splendide
tette fatta nel bagno della zona post check-in.
Avevo di nuovo il cazzo duro per queste donne.
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valutazione
5.8
5.8
Commenti dei lettori al racconto erotico