Casalinga Disperata 05 - Notturno autostradale

di
genere
tradimenti

Sfrecciavamo a duecento km all’ora in autostrada sulla potente BMW di Giorgia quella sera. Mi aveva portata con lei ad una cena di lavoro a Milano e stavamo tornando verso casa.
“Vai………..mmmmmmhh….piano Giò……AAAAHH……non…..ci corre dietro……..oddio……..nessuno”
Riuscii a sospirare, mentre la sua mano frugava insistentemente sotto la mia gonna e nelle mie mutandine. Le sue dita indugiavano sul clitoride turgido di eccitazione facendomi bagnare tutta. Sentivo il mio succo che fluiva caldo tra le mie cosce giù fino al sedere, bastava ancora un momento per raggiungere l’apice del piacere quando, all’improvviso, le luci blu di un lampeggiante e il chiasso di una sirena riempirono il buio dietro di noi.
“Cazzo la polizia! Va a finire che ora mi ritirano anche la patente” disse Giorgia arrabbiata.
“Io te l’avevo detto tesoro di andare piano!” risposi.
“Accosto, vediamo cosa ci dicono, speriamo che siano di buon umore” e rallentò la macchina entrando in un’area parcheggio.
Sentii le mutandine che ormai erano fradice, quindi, le levai per timore di sporcare la gonna e le buttai sotto il sedile, abbassai la gonna e abbottonai la camicetta, non volevo incorrere in una sanzione per atti osceni in luogo pubblico, appena in tempo quando l’agente arrivò al finestrino del guidatore con la torcia intimando a Giorgia di abbassarlo.
“Agente mi scusi tantissimo, solo che essendo la strada larga e sgombra non mi ero resa conto di andare così veloce”
L’agente che forse credeva di trovarsi d’avanti ad un ricco e spocchioso ragazzo estero data la targa Tedesca della macchina, rimase sorpreso nel vedere due donne.
“Signorina lei era ben oltre il limite consentito, abbiamo fatto fatica anche noi per raggiungerla, intanto favorisca patente e libretto.”
Giorgia obbedì tirando fuori dal cassettino nel cruscotto dei documenti, ne tirò fuori il libretto e la patente e glieli porse. L’agente li prese e tornò alla sua auto per controllare tutto.
“Dici che potrebbero darci corruzione di pubblico ufficiale se ci provassi” mi disse sorridendo mentre guardava indietro dal lunotto posteriore, “in fondo l’agente è carino, non riesco a vedere il collega però”
“Beh allora andiamo a vedere” le risposi.
Scendemmo dalla macchina dirigendoci verso la loro, aspettando che finissero di controllare i documenti. Mi accesi una sigaretta, subito imitata dalla mia socia e andammo a chiedere chiarimenti agli agenti, sembrava avessero problemi con i documenti.
“C’è qualche problema agenti? Se può esservi di aiuto sono residente a Berna in Svizzera, ma la macchina è intestata alla clinica dove lavoro, che ha sede a Monaco di Baviera” chiarì Giorgia, chinandosi e appoggiando le braccia sul finestrino aperto della portiera, in modo da mostrare bene la profonda scollatura del vestito ai due agenti che, a quella vista, cambiarono immediatamente espressione non levandole più gli occhi da addosso
“Signorina i documenti sono in ordine, ma comunque resta il fatto che la sua velocità era oltre il limite consentito” disse l’agente al posto di guida mentre non smetteva di far su e giù con lo sguardo dagli occhi al seno di Giorgia.
“Le dobbiamo fare il verbale sicuramente, potrebbe esserci anche il ritiro della patente”disse invece quello dalla parte del passeggero.
“Addirittura!” esclamò Giorgia.
“E’ la legge signorina. Dovrà inoltre sottoporsi all’alcool test” riprese l’agente sul passeggero. “Di Marco falle tu il test”
Giorgia si fece da parte per far uscire l’agente che era alla guida, e lo seguì sul retro della volante, mentre io mi andavo a appoggiare sul cofano ad attendere il risultato.
Scese dalla macchina anche l’altro agente e venne verso di me.
“Dove abitate signorine?”
“La ringrazio per il “signorina” ma io sono sposata agente. Abito a T., la mia amica, Giorgia, è venuta a passare le ferie dalla sua famiglia, che abita vicino a me.”
“Siete distanti da casa, può portarla lei la macchina o dovreste farvi venire a prendere?”
“Mi spiace ma non ho la patente” mentii “e sarebbe un guaio chiamare mio marito, non saprei come spiegargli che siamo a S.. Gli avevo giurato che sarei rimasta a casa stasera” Gli feci gli occhi dolci, cercando di migliorare la nostra condizione, ma sembrava non servisse a nulla. Allora provai a forzare un po’ la situazione. Mi portai una mano alla scollatura, accarezzando delicatamente il solco tra i miei seni. E con l’espressione da ragazzina innocente chiesi
“Signor agente, non c’è proprio niente che lei possa fare per evitarci questa grana” continuavo ad accarezzarmi il seno, e per calcare ancora un po’ la mano scavallai le gambe e mi chinai un po’ in avanti mettendo in mostra la mercanzia,
“Per lei potrei anche ritornare signorina lo sa? Ho sempre avuto un debole per gli uomini in divisa”
“Signorina non è il caso, sono in servizio, c’è il mio collega, non si può”
Colpito e affondato, era agitato, e continuava a guardarmi il seno con insistenza.
Sapevo che Giorgia avrebbe fatto la stessa cosa con il collega, e per confermare la mia teoria, girandomi per guardare perché ci mettessero così tanto a fare l’alcool test, vidi Giorgia in estasi, appoggiata di schiena contro il montante del baule posteriore che teneva la testa dell’agente premuta contro il suo seno.
“Però, il suo collega mi sembra abbastanza impegnato con la mia amica” gli dissi indicando il retro della vettura.
E mentre lui guardava gli scivolai dietro, mettendogli una mano sulla patta dei pantaloni, gonfia della sua eccitazione.
“Agente, potrei darle una mano con questo se vuole” e lo strinsi nella mia mano.
Mi lasciò accarezzarlo per un po’, finche non gli dissi di seguirmi verso la nostra macchina.
Cominciò a baciarmi febbrilmente, vorticando la sua lingua sulla mia, mentre con le mani cercava il mio seno e il mio sedere. Sentivo le sue mani palparmi ogni centimetro di pelle, cercare i miei punti più sensibili, fino a quando non arrivò sotto la gonna, tra le mie gambe, dove, senza indugio fece penetrare le dita. Mi lasciai uscire un lungo gemito mentre continuava a muoverle dentro di me, le tirò fuori e assaggiò i miei umori portandole alla sua bocca.
“Ne voglio di più” mi disse eccitato.
Aprì la porta posteriore della macchina e mi fece chinare con i gomiti sui sedili, si inginocchiò dietro di me alzandomi la gonna e si tuffò tra le mie gambe col suo viso. Le sue dita spalancavano le mie grandi e morbide labbra roventi, che, carica di eccitazione com’ero, grondavano il mio miele, mentre la sua lingua piano e senza indugio, si muoveva sulla mia fica, accarezzandone ogni angolo e anfratto, facendomi godere intensamente. In un attimo sentii l’orgasmo che esplodeva tra le mie cosce, non riuscii più a trattenermi e gli schizzai addosso tutto il mio piacere, con un lungo gemito di godimento.
“Agente mi spiace averle sporcato la divisa, le giuro che non era mia intenzione, ma lei è così bravo con la lingua che non ho potuto trattenermi” gli sorrisi lasciva.
“Per sdebitarsi potrebbe prendere questo” e tirò fuori dai pantaloni il suo cazzo tenendolo in mano.
“Con molto piacere” risposi.
Mi abbassai sui talloni, spalancando le gambe, e mente con una mano lo guidavo verso la mia bocca con l’altra solleticavo il mio clitoride.
Le mie labbra lubrificate dal gloss scivolavano sulla sua carne dura mentre la mia lingua lo accarezzava sulla punta. Sentivo il suo sapore cominciare a sgorgare e la sua cappella che sempre più calda cominciava a pulsare nella mia bocca. La mia mano destra lo stringeva andando su e giù sull’asta, lentamente, seguita dalla mia bocca avida del suo piacere. Era pronto a godere.
Su e giù, su e giù le mie labbra e la mia lingua lo accompagnavano lungo l’orgasmo e finalmente sentii il suo sperma riempirmi la bocca, colare fuori e gocciolare sulla mia camicetta e i miei seni. Ingoiai il suo seme e lui disse
“Ecco signorina, ora siamo pari.”
Non mi diede tempo di rispondere che trillò la loro radio di bordo. Una chiamata di servizio, proprio sul più bello. Si ricomposero entrambi di corsa e risposero alla chiamata.
“Signorine, abbiamo un emergenza e dobbiamo scappare. Chiuderemo un occhio stavolta.” Ci disse strizzando un occhio “Se doveste ricapitare da queste parti il giovedì e il sabato potremmo riprendere da dove abbiamo lasciato” E sgommarono via nella notte, lasciandomi sporca di uomo e insoddisfatta.
“Eh no cazzo, che sfiga però! Proprio ora che mi divertivo!”
E Giorgia
“Beh, guarda il lato positivo, almeno abbiamo evitato la multa”
Si avvicinò a me, mi spinse contro la macchina e mi baciò a lungo con foga, sbottonò la mia camicetta scoprendo i miei seni, e cercando con la lingua i miei capezzoli turgidi.
“Oh si Giorgia. E’ quello che ci voleva” ansimai alzando una gamba a cingere le sue in un abbraccio.
E lasciò scivolare una mano tra le mie cosce calde, penetrandomi con le dita, dentro e fuori dentro e fuori senza fretta. L’altra mano sul mio sedere ci mise poco a trovare il mio buchino e penetrando anche quello mi portò al limite.
“Vai Giò……..mmmmh……non ti……fermare”
La baciai con forza roteando la mia lingua sulla sua, mentre ansimavo nella sua bocca.
L’orgasmo mi pervase, scuotendomi con forza e bagnandole la mano del mio caldo succo.
La guardai, le sorrisi e dissi
“Ora si che sono soddisfatta”
scritto il
2013-06-10
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