Degustazione

di
genere
pissing

Entrai nella stanza, il suono della musica lontana quasi soffocato dal silenzio surreale che avvolgeva l’ambiente. La luce soffusa, colorata da sfumature rosse e verdi, creava un'atmosfera calda e leggermente enigmatica. Davanti a me si apriva una scena che, seppur insolita, aveva un’aria quasi mistica, come se ogni angolo fosse studiato per stimolare una riflessione sensoriale profonda.

Tre banchetti, ognuno distinto da una ragazza che sembrava incarnare l’essenza della propria dieta. Le ragazze erano disposte con eleganza, ognuna dietro il proprio stand, pronte a presentare le loro "offerte" a chi avesse osato avvicinarsi. Ogni tavolo aveva il suo tocco personale: il banchetto di legno chiaro con fiori freschi, quello di metallo lucido con dettagli sportivi, e infine il più sofisticato, con un panno di velluto nero che risaltava l'intensità di ciò che veniva offerto.

Alla sinistra, una ragazza con un abito floreale dai toni tenui, capelli lunghi e mossi, aveva un’espressione pacata e serena. Suo il banchetto più semplice: bicchieri trasparenti con una urina limpida e quasi cristallina, dal colore dorato pallido. Il suo sorriso era tranquillo, e il suo discorso fluiva con naturalezza mentre parlava delle proprietà purificanti della dieta vegetariana. "L’equilibrio è tutto", diceva, "ogni elemento, ogni sapore, si mescola in armonia." Il suo banchetto, con il profumo fresco che emanava, sembrava evocare un giardino estivo, l’aria pulita e leggera.

Al centro, la ragazza con il fisico tonico e deciso, un look sportivo che sembrava appena uscita da una sessione di allenamento. Il suo banchetto, più strutturato, presentava un'urina di un giallo intenso, quasi ambrato, e un profumo che penetrava nell’aria come un ammoniaca potente. La sua risata era energica, quasi di sfida, mentre spiegava quanto fosse importante per lei la forza che trae dalle proteine animali. "Non c’è nulla che possa fermarti se hai la giusta carica", diceva, con occhi brillanti. Ogni parola era un invito a confrontarsi con la potenza di una dieta che non lasciava spazio a debolezze.

A destra, la ragazza con la pelle dorata e il sorriso brillante. Indossava una giacca in pelle e i suoi capelli neri, perfettamente lisci, incorniciavano il viso con una precisione che esprimeva un carisma unico. Il banchetto che aveva davanti era il più elegante, con una stoffa nera che sembrava assorbire la luce. L'urina che presentava aveva un colore dorato e un odore forte, ricco, che evocava l’intensità di un caffè scuro appena preparato. "La vita è per i vivaci", diceva con un tono che mescolava provocazione e fascino, "un po' di caffeina e di alcol non ha mai fatto male a nessuno." Ogni suo gesto era teatrale, come se volesse lasciare il segno, mentre gli occhi si illuminavano ad ogni parola.

Mi avvicinai al primo banchetto, percependo l'odore delicato di erbe fresche, e mi lasciai sedurre dalla semplicità della ragazza con l’abito floreale. La scena era come una riflessione sulla varietà della vita stessa, un invito a immergersi nei sensi e a cogliere ciò che ogni dieta aveva da offrire: freschezza, forza, e stimolazione. Ogni bicchiere, ogni assaggio, sembrava un'esperienza unica, come se la vera essenza di chi le offriva fosse contenuta in quel piccolo, bizzarro gesto.

Era una scena che sfidava la norma, ma che, in qualche modo, la rendeva irresistibile nella sua audacia.

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2025-03-01
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