Roscio Fetish
di
Roscio Fetish
genere
feticismo
Mi chiamo Elia, sono bisessuale anche se adesso prediligo uomini e feticista, ho 44 anni, ho un figlio di 22 anni fatto da giovanissimo insieme alla mia ex moglie. Un giorno mio figlio Antonino invita a casa un compagno di università di 3 anni più grande, molto carino ed educato. Nino (abbrevio il suo nome per comodità) arriva a casa verso le 14, dopo pranzo, con il suo amico Tommaso, gli chiedo se volessero un po’ di pizza avanzata dal mio pranzo ma mi dicono di aver mangiato già. Si mettono a sedere sul divano, io sulla poltrona, accendendo la tv. Guardo spesso Tommaso, è molto attraente: abbastanza alto, lentiggini, capelli rossi e pelle bianco rosato che da sempre mi attira in un uomo. Tommaso mi guarda, anche se in realtà non guarda proprio me ma una parte specifica del mio corpo: i piedi. A casa indosso sempre in estate una canottiera, un pantaloncino e le infradito rigorosamente nere. Ammetto di avere un bel piede, per gli intenditori “latino”, un 43 possente, virile, pianta larga e dita allineate, qualche pelo sopra le dita e sul dorso. Sono il classico uomo mediterraneo, moro, con un bel fisico da daddy, anche se mi sento molto uno young daddy. Tommaso non riesce a distogliere lo sguardo dai miei piedi che inizio a muovere e rimuovere, allargo le dita, mi sfilo una ciabatta e rivolgo la pianta verso di lui, praticamente lo faccio impazzire. Al che dico ai ragazzi di mettersi comodi, di togliersi le scarpe e sdraiarsi che li vedo molto stanchi. Mio figlio si sfila subito le scarpe e i calzini, Tommaso soltanto le scarpe, un bel paio di Adidas Campus nere, a occhio penso calzi un bel 43 più o meno come me. Nino calza un 44, ha il piede più grande del mio è in genere ama stare a piedi nudi in casa, un po’ come me, mentre Tommaso non accenna nemmeno per sbaglio a togliersi quei dannati calzini bianchi della nike. Dopo poco Nino si alza e dice di dover andare un attimo a parlare al telefono con la sua ragazza, quindi esce in balcone e inizia a chiacchierarci. Io allora ne approfitto per sfilarmi dai piedi le infradito e iniziare a camminare su e giù per la stanza, facendo finta di cercare questo o quell’altro. Mi piego un attimo anche per raccogliere da sotto il tavolo un foglietto, volgendo le mie piante alla sua vista. Torno a sedermi ma stavolta vicino a lui, al posto di Nino. Allungo le gambe e sospirò guardandomi i piedi e lamentandomi di avere crampi ai piedi. Tommaso mi guarda i piedi e intimidito mi guarda negli occhi sorridendo e dicendomi poco dopo che anche a lui fanno male i piedi. Al che gli dico di sfilarsi i calzini e sgranchirsi i piedi un po’ come stavo facendo io. Lui tentenna un attimo, dicendomi che forse odorano e non gli va di intossicarmi ma gli dico di smetterla che casa mia è casa sua, allora si sfila le calze e mostra i suoi bei piedi bianchi, perfettamente allineati, dita molto curate e piedi nel complesso pulitissimi con una pianta larga quanto la mia più o meno. Ci guardiamo i piedi e iniziamo a sgranchirceli, poi avvicino un piede al suo e gli dico di fare ringo, avendo io un piede più scuro e lui più chiaro di carnagione. Allora prima avviciniamo un piede all’altro e li confrontiamo, poi mi sposto un attimo per metterci pianta contro pianta con entrambi i piedi. Iniziamo a sorridere perché i nostri piedi a confronto sono praticamente uguali, sia di lunghezza che di larghezza, continuando a tenerci piedi contro piedi. Nel frattempo rientra mio figlio sempre al telefono e ci guarda perplesso facendoci una smorfia di disgusto per gioco e facendoci segno come per dire ma cosa state facendo. Io gli rispondo la bicicletta con i piedi e iniziamo a giocare, poco dopo Nino si infila le infradito e mi dice di dover un attimo scendere perché sarebbe passato al volo un suo collega per dargli dei soldi. Una volta uscito inizio a dire a Tommaso che ha dei piedi bellissimi, che li guardo molto in un ragazzo e che lui li ha perfetti e morbidissimi. Lui mi dice che è gay e che ama particolarmente i piedi, ma mi chiede per cortesia di non dirlo a Nino perché ancora non gli andava di esporsi. Allora mi alzo, mi avvicino a lui e lo abbraccio dicendogli che con me il suo segreto fosse al sicuro. Poco dopo gli prende la mano e inizio a baciarlo. Poco dopo risale Nino, ci stacchiamo di corsa, dicendoci che sarebbe mancato una mezz’ora per andare dalla fidanzata. Tommaso allora dice di andar via anche lui ma all’orecchio gli sussurro di risalire. Escono entrambi, dopo 5 minuti mi citofona Tommaso, lo aspetto con una voglia pazza di averlo tutto per me. Lui entra e iniziamo a baciarci, si leva maglietta, la leva a me, si leva scarpe calzini pantaloni e iniziamo a baciarci, poco dopo inizio a leccargli i piedi, uno per volta, prima le dita, una per volta, poi il dorso e infine le piante, poi lui fa lo stesso con me. Dopo un po’ inizio a fargli un pompino, infilo le mie mani nella sua bocca e lui non fa altro che ansimare, mi viene subito in bocca, evidentemente non ha grande esperienza. Al che gli chiedo se si sentisse di farmi un pompino e lui accetta subito, inizia a leccarmi il pene, poi a spompinare, ogni tanto mordendomi un po’ e scusandosi subito dopo, alla fine mi fa anche una sega con i suoi piedi ed è lì che vengo. Dopo poco mi sdraio sopra di lui e inizio a penetrarlo, lui ansima mentre gli lecco l’orecchio e gli sussurro “così, più forte”, poi lui si alza, mi sale sopra e inizia a cavalcarmi, io impazzisco, non me lo aspettavo proprio, mi prende le mani, le intrecciamo e iniziamo a godere di una delle scopate migliori della mia vita. Non vi dico quanto sia stato bello, peccato salutandoci mi abbia chiesto espressamente di non tornare più sulla questione, perché non si sentiva libero ancora di parlarne a mio figlio, tanto meno di iniziare una relazione non dico amorosa ma almeno sessuale con me… Continua
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Commenti dei lettori al racconto erotico