Una vita da schiavo Cap I

di
genere
dominazione

Ero li disteso sulle sue ginocchia mentre lei mi accarezzava la nuca mi girai la guardai dritta negli occhi che nascondeva come i suoi lineamenti sotto quella maschera di lattice da gatto e mentre scivolavo nel riposo rallegrandomi di aver trovato la mia miss ripensai a come tutto era iniziato più o meno un paio di anni fa.



Era inizio anno e avevo da poco finito le vacanze invernali e gironzolavo come al solito su internet. Sono sempre stato un tipo attratto verso la sessualità spinta forse complice il fatto di aver letto molte volte 50 sfumature ed anche un po delle stupide commedie romantiche che divoravo nel catalogo netflix, immaginavo che un giorno una bella miss mia coetanea mi avrebbe preso e fatto fare un tour nei momenti più perversi della mia vita. Per puro caso mi imbattei in un gruppo telegram dove organizzano aperitivi kinky diciamo e mi dissi perché no almeno non sono il solo a cui piace fare queste cose e non mi sarei sentito strano non più del normale almeno. Mi presentai li almeno venti minuti prima pieno di ansie perché non sapevo chi ci fosse, chi ci fosse e chi avrei incontrato poi alla fine a mano a mano la gente iniziò ad arrivare e notai che c’era un gran ventaglio di età da chi aveva appena fatto 18 anni a chi aveva passato la soglia dell’anta da un pezzo. Ovviamente erano vestiti tutti con abiti civili e quindi io avevo optato per un paio di jeans una maglietta di ritorno al futuro ed una camicia a scacchi rossa. All’inizio ero molto timido non spiccicavo mezza parola perché non conoscevo nessuno e fino ad ora ero stato quello strano ma poi piano piano con l’aiuto della birra avevo iniziato a sciogliermi scoprì che quell’evento aveva un nome si chiamava munch e che effettivamente era un aperitivo informale; riuscì a conoscere molte persone ed alla fine conobbi lei una ragazza sui 25 anni con un bel fisico di chi comunque si tiene in forma delle belle gambe tonico e si ammetto un culo che sembrava scolpito nel marmo probabilmente avrebbe vinto un campionato nell’anime keijo (si esiste, cercatelo pure) anche nel seno nel complesso non era sproporzionato indossava un semplice paio di leggings di pelle di quelle che si trovano in qualsiasi negozio una t-shirt aveva lunghi capelli mori lisci che ricadevano lungo la schiena che nascondeva un tatuaggio all’inizio del collo così visibilmente in imbarazzo mi diressi a parlargli presentandomi – ciao mi chiamo Andrea – porgendogli gentilmente la mano non lo ma emanava un aura davvero dominante si girò e in un attimo mi squadrò dalla testa ai piedi – piacere Sara – ok avevo rotto il ghiaccio e ora panico totale così la buttai su argomenti nerd, ho scoperto che sono molto collegati , e così parlando degli ultimi che avevamo giocato e del più e del meno passammo quasi tutta la serata. Purtroppo, il locale stava chiudendo e noi dovevamo andare via ma ero deciso a non lasciare che se ne andasse via e che diventasse un altro e se fortuna vuole che purtroppo la sua amica che l’aveva accompagnata era dovuta andare via prima e come me anche lei voleva finire la nostra conversazione e così mi offrii di accompagnarla. La feci salire sulla mia magnifica macchina una 500 bianca con 10 anni di servizio – si lo so non è una limousine ma ehi le macchine costano ed io non sguazzo nell’oro – le dissi scherzando – sei divertente te lo concedo – mi disse lei scontandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli – be punto sempre sulla simpatia io – le risposi – va bene andiamo dai che sono quasi le tre del mattino- così digitò la via sul suo telefono ed io segui le indicazioni. Durante il viaggio continuammo a parlare ma stavolta l’argomento era più direzionato sulle nostre pratiche preferito ed è lì che riuscì a scovare il suo lato dominante; c’era qualcosa in un modo di descrivere le pratiche che piacevano come se fossero la droga più potente che ci fosse in circolo e visto che io ero novizio a tutto ciò non mi dispiaceva imparare qualche cosa che con un po’ di fortuna avrei provato con qualcuno. Senza che me ne accorgessi eravamo arrivati a casa sua era una piccola villetta con un giardino ed dei cespugli di fiori qua e là come a dare un altro sprazzo di colore oltre al verde dei piccoli lampioncini piantati nel terreno indicavano la via verso l’entrata – Mi puoi lasciare pure qui – così la lasciai all’entrata e lei si diresse verso il cancello – senti perché non Sali almeno ti offro un caffè e notte tardi ti farà bene – un attimo mi diedi un pizzicotto per vedere se fosse verso in 25 anni di vita nessuna ragazza mi aveva invitato a casa sua cioè la mia migliore amica lo faceva sempre ma era un’amica e l’avevo vista in talmente tante situazioni stupide e imbarazzanti che non riuscivo a sessualizzarla neanche se me la sbatteva in faccia – eh va bene prendiamo questo caffè – così mi diressi verso l’entrata l’interno era arredato magistralmente – si mia madre è fissata con l’arredamento – minchia leggeva addirittura nel pensiero – perché non ti siedi di la io intanto metto su il caffè- così mi accomodai in soggiorno e dopo due minuti in cui mi sentivo super a disagio e probabilmente se n’era accorto anche un cieco – eccomi arrivo – e si presentò con un vassoio con due caffè in mano – allora, vivi da sola? – era una domanda più che lecita visto che non c’era né una macchina né si sentivano altri suoni oltre a noi due – no vivo con i mei ma sono fuori per una fuga “romantica” – disse la parola tra le virgolette – e quini sono da sola – ora che eravamo da soli iniziai a guardarla meglio mi stava continuamente guardando l’inguine come a cercare di scoprire le mie misure – allora tu che ruolo hai ? – mi chiese aveva sganciato la bomba – veramente non lo so non ci ho mai pensato, sinceramente mi sono appassionato leggendo 50 sfumature non mi dispiacerebbe fare la parte di Anastasia o come diavolo si chiama non ricordo- le confessai lei mostrò un noto interesse per la sua tazza di caffè fumante – mmh come penso avrai capito io sono una dom ed una volta ero una miss – mentre sorseggiava – e che cambia? Non son dom tutti e due? – alzò un sopracciglio – detto in parole povere una è una dominatrice quindi può farlo con “chiunque” l’altra ha un suo slave personale – non è che si sia spiegata molto bene ma feci cenno di aver capito – e come ti ho detto prima io son del primo tipo ma se trovassi la persona giusta non disdegnerei di ritornare ad essere una miss – disse con occhi sognanti – sinceramente Sara non saprei come ti ho detto io mi sono basato su quello che ho letto in internet e di solito non è molto affidabile – le dissi mentre sorseggiavo il caffè – in effetti hai ragione – mentre beveva l’ultimo goccio di caffè – mmh allora dovrò fartelo capire meglio – mentre si tendeva in avanti e mi passava le dita sui vestiti. Il tutto mi portò come volevasi dimostrare ad un’erezione – ah vedo che piace – be cosa voleva avevo pur sempre 25 anni e lei era una bella ragazza – allora vediamolo di renderlo interessante, MASSAGGIAMI I PIEDI! Sono davvero doloranti – era un semplice ordine ma tutto il mio interiore mi spingeva ad accontentarla così alzai le spalle e accettai il suo ordine glieli massaggiai per quasi un’ora – oh mi sento in paradiso cazzo se sei bravo mai pensato di fare il massaggiatore? - non risposi fortunatamente la mia foga di leggere di tutto mi aveva fatto leggere un manuale sul massaggio e c’erano molti punti interessanti. Dopo un po' si alzò e si spogliò e io rimasi a bocca aperta – oh avanti chiudi quella bocca o ti entreranno le mosche stupido – e me la richiuse con una mano – ora vieni con me andiamo a scoprire da che parte stai anche se ho un mezza intuizione – mi prese per mano e mi porto in un corridoio ad un certo punto ci fermammo e da un lato del muro fece scorrere un pannello ed inserì un codice – non osare sbirciare o ti mando a casa nudo e mi potrai scordare – così chiusi gli occhi quando sentì una porta scorrere riapri gli occhi ma mi arrivo uno schiaffo in viso – CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI RIAPRIRLI? – era già entrata nella parte? Non me ne ero neanche reso conto la guancia ancora frizzava per lo schiaffo ricevuto – scusa – e bum un altro schiaffo – credevo che quello stupido almeno insegnasse le basi aaaah, ci sarà molto lavoro da fare – sbuffando – quando ti rivolgi a me in privato mi devi dare del lei hai capito? Ed utilizzare il mio nome Lady Bast hai capito? – feci cenno di sì – non ho sentito? – stava per darmi un altro schiaffo ma mi affrettai a rispondere con – Si Lady Bast ho capito – nonostante le due pizze che avevo ricevuto la cosa mi stava intrigando. Scendemmo quelle piccole scale – ora puoi riaprirli – una volta aperti notai il vasto assortimento in un angolo c’era un armadio con due porte di vetro dove vi erano esposti tutti i vestiti più strani da una normale tutta nera luccicante ad una che sembrava un grosso peluche – mi piace esplorare nel tempo di 5 anni ho collezionato cose davvero strane – mi fece da eco dei miei pensieri – lo vedo Lady Bast – in fondo addossata alla parete c’era una gigantesca X e uno di quei cavalletti che si usano nelle ore id ginnastica solo più stretto sopra poi spostai lo sguardo e vidi un’enorme rastrelliera di tutti gli oggetti più vari ed una teca con diverse candele, diciamo che era un vasto assortimento – come ti ho detto ho una colleziona molto ampia ora togli i vestiti e lasciali pure li – indicò una poltrona in pelle rossa – io vado a cambiarmi vado a mettermi qualcosa di più comodo – e mi diede un buffetto sulla guancia – prese un vestito dalla teca e se ne andò dietro uno di quegli separè di carta capii che era fatto per eccitare per dietro vi era puntata una luce in modo tale che si vedesse la sua ombra mentre si metteva addosso quel vestito – Ancora sei lì? – di corsa mi spogliai e per non sapere ne leggere ne scrivere li piegai e li adagia sulla poltrona e mi sedetti su una sedia. Anche solo lo stare a guardare la sua ombra mi stava già facendo effetto quel posto era strutturato per farti eccitare tutto era disposto secondo un ordine preciso appese al muro c’erano anche sue foto in abiti da dominatrice ai piedi di una poltrona c’era un grosso letto matrimoniale con allacciate alla testiera delle manette rosse e nere e sotto un grosso tappeto nero circolare e sopra una grossa trave di bambo – ho finalmente adesso sto meglio – indossava una tuta nera molto aderente che non lasciava spazio all’imaginazione e degli stivali anche essi neri il seno era però aperto con due aperture a forma di cuore ed ovviamente io continuavo a fissarli li – I MIEI OCCHI SONO QUASSU’ PORCO! – era stato involontario – forse se fari il bravo potrai toccarle – oramai era chiaro quella sera avrebbe condotto lei i giochi – ora vieni qua – nelle mani aveva un collare con una targhetta con su scritto lady bast – questo si chiama collare di gioco gli altri te li spiegherò più avanti a seconda di come andrà questa nottata – me lo cinse intorno al collo e ci agganciò una catenella d’acciaio ed inizio a tirare e finì per cadere – ecco resta a quattro zampe ti si addice meglio – e mi portò a spasso per tutta la stanza e mi spiegò a cosa servissero tutti quegli strumenti e sicuramente mi li sarei scordati da li a poco, ancora oggi ne ricordo la metà, poi mi fece alzare e mi legò alla quella strana X che mi disse si chiamava “croce di sant’Andrea” – ehi abbiamo qualcosa in comune – dissi scherzando e lei rise – che scemo che sei – mentre mi legava i polsi la senti scorrere la mia pelle con le mani come a sondarla in cerca di qualche cicatrice fortunatamente le uniche erano sul ginocchio e sulla caviglia, poi tirò giù le mutande ed iniziò a sculacciarmi prima piano poi sempre più forte fino a che non senti un leggero calore provenire dal mio sedere – ora ci siamo – poi si allontanò prese il telefono e fece partire una musica da sottofondo – spero che non ti dispiaccia, la musica mi aiuta – sibilando ogni s come un serpente oramai avevo una perenne erezione – non mi va benissimo – una sculacciata sonora arrivò sulle mie chiappe e poi un dolore acuto dovute alle sue unghie conficcate nella pelle – COME MI DEVI CHIAMARE? – cazzo avevo sbagliato me ne ero scordato – mi perdoni Lady Bast – lascio andare il mio sedere e si diresse verso la rastrelliera – mmmh con quale iniziare c’è una vasta scelta – poi prese quello che era un frustino da cavallo e lo fece scorrere dal solco del sedere fino a su fino alla schiena e me lo misi in bocca tirando a se strusciandosi addosso a me il suo vestito in lattice; emisi un mugolio di piacere – si inizio con questo – e prese a frustarmi alternando quell’attrezzo alla sua mano e al farmi sentire il suo seno nudo addosso alla mia schiena poi cambio attrezzi ne provai diversi quella sera ovviamente più andavamo avanti più l’eccitazione aumentava e lo notavo anche da lei che ogni tanto si fermava per toccarsi il seno – mmmh oh si cazzo scommetto che vorresti succhiarle eh? Ho indovinato? – non aveva la minima idea se non fosse per quel minimo di cervello che mi era rimasto attivo le sarei già saltato addosso ma tutti quegli attrezzi mi dicevano di abolire l’idea sul nascere – ora proviamo qualcosa di differente- mi slego e mi fece salire su quel cavallo – oh guarda quanto stai bene a pecora – e poi mi bendò ora non vedevo più niente ero solo con i miei pensieri. Come al solito passo la sua mano sopra la mia schiena e mi fece trasalire come un brivido freddo ed altri gemiti provennero da me ora mai il mio pene premeva sulla pelle e mi stava facendo vedere le stelle cosi provai a darmi piacere da solo sfregandolo contro quel cavallo -NON CI PROVARE SE VERRAI LO DECIDERO’ IO NON E’ ANCORA IL MOMENTO – disse tirandomi i capelli poi prese delle candele dalla teca quelle bianche – queste sono le più leggere anche se mi istighi violenza devo andarci piano non vorrei spaventarti se ti brucia grida rosso e mi fermerò ok? – sussurrò al mio orecchio così che potessi sentire bene – ok Lady Bast – poi mi diede un bacetto sulla guancia e l’effetto che ne segui fu come lo scoppio di una bomba che fece esplodere tutto quanto. Accese la prima candela ed un odore di fiori si levò subito ed inizio a colare la cera sul mio corpo ed alla prima goccia trasalì, non è che bruciava ma il fatto di non vedere mi aiutavo a contrare su tutte le sensazioni che avevo intorno a me, e andò avanti così per un bel po’ finché non sentì il peso della cera sul mio corpo che si era solidificata sulla schiena – ora tagliamo questa cera – e prese un coltello ricurvo ricordava quelli di mazekeen nella serie tv “Lucifer” e prese a tagliare la cera fino a che non sentì il freddo penetrarmi nelle ossa e poi mi salì sopra ed inizio a gemere – ooh cazzo si non vedo perché solo tu devi godere stasera- si stava masturbando sopra la mia schiena – si cazzo voglio godere come una vera porno star stasera – finché non la sentì tremare ed abbondonarsi sopra a me - cazzo non sono riuscita a trattenermi – mi sussurrò mordendo l’orecchio e di nuovo un'altra bomba esplodere oramai il mio cazzo premeva contro la pelle talmente tanto da farmi male – mmh forse te lo sei meritato – mi slegò e mi fece alzare – Oh per Giove – esclamò credo che avesse l’erezione che avevo in mezzo alle gambe – ah qualcuno è piaciuto vedo – cazzo ero rosso paonazzo per la vergogna non avrei voluto sarei sembrato volgare alla fine mi sbendò – Vado a mettermi i guanti forse un giorno te lo toccherò senza – non sapeva che così avrebbe fatto peggio indossò dei lunghi guanti in lattice neri anch’essi – Se resisterai per cinque minuti allora mi potrai e spero che ci riuscirai perché voglio avere questo bel tronco dentro la mia fica non ne vedevo uno così spesso da tanto- in effetti il mio pene non è che è lunghissimo per quel parametro è nella norma e per largo che aumenta e prese a giocarci come un gatto con il gomito furono i cinque minuti più lunghi della mia vita non so per quale intervento divino riuscì a resistere ma ero allo stremo e sicuramente anche lei avrebbe dato qualsiasi cosa per saltarmi addosso e scoparmi come una bestia – Bravo ce l’hai fatta ora vieni a prenderti il premio – e tirò su la zip della tuta – vieni a leccarla non aspetto altro – così mi inginocchiai al bordo del letto ma prima di fare qualsiasi cosa – COME SI DICE? – cazzo non ci avevo pensato ero troppo concetrato nel resistere per almeno non venire li seduta stante – Grazie Lady Bast – poi mi premette la testa sulla sua fica – Si….Ecco bravo lecca lì…mmmh si continua, oh fanculo – mi tirò su – sbattimi voglio sentire il tuo cazzo dentro di me – così mi tuffai su di lei e infilai il mio pene tra le sue gambe ed inizio a scoparla e a giocare con i suoi capezzoli che orami avevo capito essere il suo punto debole – che pe…pezz….pezzo di merda…si continua a sfondarmi scopami come fosse l’ultima cosa che farai su questa terra – urlavo dal piacere come un indemoniata e fortuna che non c’era nessuno o ci avrebbe sentito tutta la casa alla fine tremante quando stavo per venire mi fece uscire – vienimi sulle tette – cosi le venni sulle tette con qualche schizzo le arrivò anche sul viso ma sembro non accorgersene poi inizio a leccarlo dalle tette – se fa così poi mi fa riarrapare Lady Bast – le confessai – oh credo che per stasera basti – a mio malgrado si rivesti con jeans e maglietta – oh tranquillo io credo che rivedrai questa stanza molto spesso – in effetti era vero o forse no avevo troppe domande nella testa ma una cosa era certa mi era piaciuto. Risalimmo le scale ed oramai il sole filtrava dalle finestre e guardai l’orologio erano le otto e mezza – cazzo abbiamo giocato per tutta la notte – era proprio vero quando ci si diverte il tempo scorre inesorabile – ti do il mio numero se vorrai potrai richiamarmi e spero che tu lo faccia, mi è piaciuto giocare con te sei ancora grezzo ma ci si può lavorare ora vai casa dormici su e poi mi fai sapere – mi bacio e ci salutammo io Sali in macchina ancora convinto che fosse un sogno tutto ciò che avevo vissuto non era vero non poteva capitare a me e con questi pensieri mi dirigevo verso casa appena arrivato le scrissi un messaggio per avvisarlo che ero arrivato e appena toccai il cuscino crollai per la stanchezza nonostante fossero le nove passate. Con molta probabilità l’avrei richiamata ma ci avrei pensato poi.
di
scritto il
2025-03-06
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