Una vita da schiavo CAP III

di
genere
dominazione

Erano passate un paio di settimane da quando mi aveva dato il collare di considerazione ed ora i suoi giochi si erano fatti più audaci oramai comunicavamo con lo sguardo e di tanto in tanto ci regalavamo qualche uscita come aperitivi o serate tra amici dove ovviamente non mancava di stuzzicarmi in qualsiasi modo possibile. Una domenica mattina mentre stavamo comodamente sul divano dopo un sabato sera di fuoco scrollando tra i vari siti fetish mi capitò di vedere la locandina di un play party avevo sempre voluto andare ad un play, d’altronde, fino a quel momento solo noi due e poche altre persone sapevano della mia relazione con Sara era ora di uscire allo scoperto, ne parlammo per quasi tutto il pomeriggio – e così tu vorresti andare ad un play? – mi domandò inarcando un sopracciglio – perché no? Mi sembra un modo carino per mostrarsi in pubblico – dovevo soppesare bene le parole in quei due mesi avevo capito che sapeva essere molto territoriale e non avrebbe visto di buon occhio chi mi avrebbe ronzato intorno – dillo che vuoi solo fare la puttanella so che ti piace essere esibizionista – in effetti non aveva tutti i torti ero sempre io a chiedergli di fare le foto quando giocavamo – che male c’è – cercavo di convincerla ad andare insieme lei aveva più esperienza di me in questo ambiente – uff ringrazia la tua faccia da brava ragazzo, eh va bene ma prima faremo una prova, avrebbe dovuto essere una sorpresa ma visto che ci tieni così tanto te la dico. Fra due settimane una cara amica mi ha invitato ad un evento privato intendo che saremo noi due lei e la sua schiava – non mi sembrava male come idea se era qualcuno di cui si fidava perché non provare – aspetta hai detto slave al femminile? – un attimo mi ero perso quest’informazione – si hai capito bene, ti faccio un solo avvertimento quindi ascolta bene SE OSI FARE QUALCOSA SENZA IL PERMESSO MIO O DI KATIA TI DO UNA DI QUELLE PUNIZIONI CHE NON TI SCORDI E RIVEDREMO IL NOSTRO RAPPORTA CHIARO? – come dicevano in un film occhi bassi e bocca chiusa – si, signora – morale se avessi fatto il bravo magari avrei anche ricevuto un premio – bene ora fammi un bel massaggio ai piedi che ne ho proprio bisogno – mi misi a gambe incrociate davanti a lei ed iniziai a massaggiare, anche se non era proprio una sessione aveva sempre quella piccola vena di dominazione mentale che non guastava mai. La settimana passò veramente in fretta un po’ per le magagne in ufficio un po’ per l’ansia di questo evento ma soprattutto io non avevo una sega da mettermi cioè al massimo sarei andato con pantaloni neri e maglioncino nero anche infeltrito avrei sfigurato di sicuro affianco a lei che avrebbe di sicuro indossato uno dei suoi vestiti eleganti per la serata e qualcosa di latex per giocare, anche se ancora non capivo come faceva a definirlo comodo, mi arriva un messaggio sul telefono con scritto “sabato pomeriggio andiamo a fare shopping per te per la prossima settimana” be il mio problema era risolto. Così il venerdì uscii con i soliti amici per farci una birra un bel modo per concludere la settimana. Il sabato pomeriggio andai come prima cosa a lavare la macchina perché quella mattina aveva deciso di piovere sabbia poi la passai a prendere suonai e mi disse di salire così entrai e mi accomodai sul divano tanto sapevo come era ci avrebbe messo un po’ – Lock vieni qui un attimo? – di solito non presagiva niente di buono o meglio avvolte sì ma era rilegato alla stanza di sotto – cosa c’è? – le risposi mentre mi affacciavo dalla porta della sua camera che faceva metà del mio minuscolo appartamento in periferia – vieni ho una cosa da darti non penserai di scampartela dalla sessione di oggi – in realtà credevo di si ma preferii tenere la bocca chiusa per non far presagire altri guai – cos’hai in mente Lady Bast? – dal cassetto tirò fuori uno strano anello lì su due piedi stavo quasi pensando che mi chiedesse di sposarla – ehm non corri un po’ troppo? - e come al solito parlai senza accorgermene – non serve a quello scemo, cioè è un anello ma non va messo al dito – una mezza idea mi stava venendo in mente – va bene mi tiro giù i pantaloni – come dicevo oramai sapevo come funzionava trovava sempre un nuovo modo di giocare e fare in modo che sia sempre come la prima volta – bravo, vieni qui che te lo metto – prese in mano il mio pene ed inserì l’anello che fece un click – ora mi divertirò molto – non stavo capendo molto ma contenta lei non mi facevo domande – ora possiamo andare – così scendemmo le scale e salimmo in macchina non appena accesi il motore vedevo che stava armeggiando con il telefono – che combini? – le chiesi – oh lo vedrai – ed iniziai a sentire una vibrazione che veniva dalla mia zona inguinale – bastarda – continuava a scendere e a salire con il dito e la vibrazione a tratti andava al massimo e poi tornava al minimo senza una ragione – che c’è vuoi dirmi qualcosa, si lo so sono bastarda, ma se farai il bravo riceverai un bellissimo premio la prossima settimana – disse passandosi la mano sull’interno coscia così mentre lei si divertiva a giocare con l’anello vibrante io raggiunsi la nostra destinazione una piccola boutique – lei è una cara amica mia e di Katia, avvolte mi rivolgo a lei per degli abiti – già pensavo al patrimonio che avrei dovuto spendere di solito i sarti su misuri non sono proprio a buon mercato. Entrammo nella boutique – ciao saretta, da quanto tempo – credo che se avesse urlato forse l’avrebbero sentita anche i cani – ehi Monica come te la passi? E’ un po’ che non ci si vede – queste due se la intendevano e la cosa non mi faceva presagire niente di buono; Monica avrà avuto all’incirca una di quarantina d’anni ma non li dimostrava per niente, non era altissima arrivava appena alla mia spalla indossava una gonna a scacchi rossa e nera sopra una maglietta dei nirvana aveva dei capelli neri che teneva legati in una coda di cavallo ed indossava degli anfibi neri talmente lucidi che potevo specchiarmici sopra – chi è il ragazzino? e perché sta tremando come una foglia? – rivolgendo lo sguardo verso di me infatti ancora non aveva smesso di farlo vibrare aveva creato un pattern che stava mandando a ripetizione che mi faceva vibrare come una corda di chitarra – per rispondere alla prima domanda lui è Andrea, riguardo alla seconda be diciamo che lo sto stimolando un pochino – ridendo sotto i baffi – ah ho capito un altro tuo “amico” – disse – comunque qual buon vento vi porta qui? – in effetti non vedevo l’ora di tornare a casa e togliermi quell’aggeggio infernale – be ecco la prossima settimana dobbiamo andare da Katia ed avrei di un paio di vestiti lui – mentre indicava me che per evitare di balbettare trattenevo le parole – si me lo aveva accennato ma non so se venire, non me la sento di fare la slave a voi due ora che avete la vostra controparte – in effetti mi avrebbe fatto un po’ girare le scatole ma il bello di questo mondo è che più si è meglio è quindi se andava bene a Sara avrei solo potuto annuire e dire di sì – ma dai vieni qualcosa da farti fare lo troveremo, e poi hai molta più esperienza di questo ragazzino qui – dandomi un buffetto sulla guancia – che ne pensi? Ti va se viene anche lei? – mi chiese – non sono io il padrone di casa però se volete la mia opinione perché negarti questo piacere basta che si rispettino le regole e ci si può tranquillamente divertire tutti insieme. Poi se davvero hai più esperienza di me posso solo che imparare. - cosa abbastanza vera io avevo pochissima esperienza e per me al momento tutto ciò era una prova – va bene allora vedrò di venire, non posso mica lasciare questo adorabile faccino nelle tue grinfie Sara – disse scherzando che contagiò anche la mia Miss – va bene. Comunque siamo qui per un altro motivo, come ti dicevo dovrei vedere qualche vestito adatto sia per me che per lui la festa sarebbe a tema angeli e demoni quindi cosa mi consiglieresti? – intanto continuava a giocare con l’anello vibrante intorno al mio pene e io stavo facendo quello che in gergo si chiama “ballo di San Vito” – be io direi di iniziare vedendo la mercanzia andiamo sul retro così non ci disturba nessuno -. Ci portò davanti ad una porta nera che aprì con una chiave e quello che mi si prospettò davanti era un negozio di attrezzatura kinky in piena regola c’erano scaffali pieni di fruste e frustine e molti altri attrezzi – ora so dove ti rifornisci – gli sussurrai ad un orecchio – si in effetti la maggior parte della roba l’ho presa da qui – mi rispose. Monica si diresse verso un grosso reparto pieno di vestiti in latex, pelle e vinile insomma vestiti fetish – allora tesoro su spogliati devo prenderti le misure – rimasi un attimo interdetto e mi arrivò uno schiaffo sul viso – sei sordo ti ha detto di spogliarti avanti su – e con la scusa alzò al massimo la vibrazione – si Lady Bast – mi uscì senza volerlo e subito dopo mi tappai le mani con la bocca – oh tranquillo lei sa tutto puoi chiamarmi così tranquillamente – tirai un sospiro di sollievo e così mi spogliai e piegai i vestiti e li riposi su una sedia, restai nudo con una grossa erezione che svettava dall’inguine – ah però, ti sei preso un bello stallone amica mia – esclamò notando la mia erezione – già nonostante sia uno schiavo quando mi scopa mi fa sentire come una vera zoccola e mi fa godere come non mai – io non sapevo se arrossire e gongolare – va bene, va bene allora angeli e demoni hai detto? Mmh forse ho qualcosa – disse facendo scorrere i vari abiti – oh si fai con comodo io mi devo divertire un pochino – sul suo volto si dipinse un sorrisetto malizioso e prese un frustino dalla parete – ora in ginocchio – obbedii a suoi ordini e mentre lei mi passava il frustino sul pene – sei un vero maiale cosa combini c’è l’hai sempre duro avanti smoscialo – ed iniziai a pensare a cose poco sconce che con qualche problema riuscirono a farmi diminuire l’erezione – bravo vedi che quando vuoi riesci ad essere un bravo cagnolino – intanto tornò la nostra stilista con un paio di capi per mano – visto che il tema principale saranno più i demoni che gli angeli conoscendoti per lui avrei pensato a questo. Vediamo come ti sta – mi porse uno dei vestiti. Mentre li indossavo pensavo a come ero finito in questa situazione che per carità mi faceva sentire bene ma era veramente strana – allora quanto ci metti? – e coglieva l’occasione per alzare di nuovo la vibrazione facendomi perdere l’equilibrio dando una sonora sederata per terra sul tappeto – mi…mi…mi perdoni ma non è semplice con questa maledetta vibrazione – e di nuovo sparò la vibrazione a cannone – cosa? Ti stai forse lamentando? – disse passandosi il frustino sulle gambe – n…n…no, mi scusi Lady Bast –. Erano un paio di pantaloni in pelle neri con una apertura sul davanti a cerchio che si restringeva in mezzo alle gambe per poi riaprirsi sulle chiappe in effetti erano perfetti per uno slave lasciavo libero accesso ai genitali – mi sembrano buoni e per sopra? – chiese – per sopra pensavo ad un semplice harness come questo – lo indossai abbracciava il petto e al centro c’era un grosso anello – oh perfetto così posso tirarti anche per qui. Sei davvero un’amica Monica. Per me hai niente? – ecco lo sapevo che avrebbe preso qualcosa anche lei – si vieni ti faccio vedere – e la porto di là con sé; mi alzai anche io – oh no tu resti in ginocchio qui sarà una sorpresa -. Se ne andò per quella che sembrò una mezz’ora buona – oh è perfetto grazie Monica – e ritornò da me – avanti andiamo per oggi abbiamo finito – poi ando verso la nostra sarta e la baciò appassionatamente – Allora ci vediamo sabato prossimo? – gli chiese e lei annuì con la testa. Ciò che mi preoccupava era il pagamento di tutto quanto – arriva la parte dolorosa – dissi sospirando – cosa intendi? – mi chiese – be qualcuno dovrà pur pagare tutto quanto dubito che la tua amica lavori a gratis – mi guardò con uno sguardo interrogativo come avessi appena sparato una grossa cazzata – ma per quello non ti preoccupare, vedi a lei i tessuti con cui li confeziona glieli consegna la ditta della mia famiglia quindi almeno per me è gratis ha molti clienti facoltosi – così Monica tornò da noi con due grosse confezioni e ci salutò – avanti riaccompagnami a casa così ti tolgo questo affare -. Il viaggio di ritorno fu piuttosto silenzioso se non per la musica in casa mi tolse l’anello – sei stato bravo sei riuscito a non venire, vorrà dire che dovrò darti questo premio – il mio cuore fece i salti di gioia chissà cosa aveva in mente – ora vai a casa e riposati sabato avremmo un bel po’ da fare -. La settimana passò veramente in fretta e non vedevo l’ora che arrivasse il weekend, fortunatamente il meteo ci sorrideva e prometteva un bel weekend di sole il che era una fortuna perché Sara mi aveva detto che Katia aveva una bella villetta con piscina sperduta tra i monti quindi tornai di fretta a casa presi il borsone che avevo preparato il girono prima che conteneva un paio di cambi, i vestiti per l’occasione spazzolino e cose per l’igiene intimo ed un buon libro per addormentarmi anche se avevo l’impressione che non mi sarebbe servito, salì in macchina e mi diressi verso casa della mia Miss. Arrivato davanti al cancello lei uscì salutò quelli che credo fossero i suoi e salì in macchina – allora sei pronto mio caro lock? – pronto non rendeva l’idea avevo l’ansia che mi batteva nel petto e di questo ne andava la possibilità di andare ad un prossimo play party quindi si decideva tutto in questi tre giorni. Dopo quasi un’ora di viaggio arrivammo a destinazione un grosso cancello si stagliava davanti a noi sembra come un limite invalicabile come a dire “siete pronti ad entrare nell’ade?” suonammo ed il cancello si aprì percorremmo circa un altro centinaio di metri prima di giungere davanti al portone. La villetta non era niente di spettacolare una tipica casa di campagna quindi su due piani circa un ampio giardino. Sulla porta ci aspettava una donna sulla quarantina con lunghi capelli neri un taglio degli occhi asiatico – buongiorno Katia – disse Sara inchinandosi lei mi tirò per la maglietta e così mi inchinai anche io – bentornata Sara, come stai? – disse lei indossava un elegante tailleur nero che le dava più un’aria da segretaria che da dominatrice ma si sa avvolte l’apparenza inganna. Fece le dovute presentazioni – prego seguitemi vi mostrerò i vostri alloggi – l’interno della villa sembrava fermo al 1800 tutto faceva presagire una notte di lussuria e follie all’ingresso c’era una libreria dove nel mezzo vi era un’alcova con un vecchio telefono e delle scale che ti accompagnavano al salotto dove davanti ad un camino c’era disposta ad u dei divani e dal soffitto pendeva un grosso bambù che faceva da ponte tra i due divani laterali e sotto un grosso tappetto rosso; immagino che avremmo passato li la nostra serata. Ci fece salire su una lunga scalinata che ci conduceva al piano di sopra che si spalancava su un corridoio con porte numerate con numeri romani – ecco per voi ho scelto queste due – ci lasciò le chiave che segnavano il numero 1 e 2 – c’è anche una piccola sorpresa per te – sussurrò a Sara – sei proprio un diavolo – avevo paura a cosa si riferiva – be d’altronde la serata consiste in questo - , si mi ero proprio cacciato in un brutto guaio. Entrai nella stanza la mia non consisteva in un granché anzi sembrava una cella piccola con un solo letto ed una porta sul lato del letto un piccolo lavandino e un bagno per i propri bisogni; ad un tratto la porta vicino al letto si aprì - così questa è la tua stanza? – davanti alla porta si stagliava lady Bast – si addice proprio ad un piccolo slave come te, su forza scendiamo in piscina – e richiuse la porta io mi misi il costume ed aprì la porta e così tutti e due scendemmo verso la piscina. La mia miss indossava un costumino a body di colore rosso che le faceva risaltare il seno – puoi anche chiudere la bocca lurido maiale– disse con il sorriso malizioso. Uscimmo sul giardino sul retro e notai che erano tutti nudi la padrona di casa era comodamente sdraiata su una sdraio con la sua slave ai piedi in ginocchio – mi chiedevo quanot ci avreste messo – be mi dovevo cambiare – e si tolse il costume – no non ti è permesso – il bello che non avevo neanche fatto niente che velocità – ora vieni andiamo a farci un bagno – e entrammo in acqua. Avevamo due idee di bagno differenti io pensavo ad una semplice nuotata da parte a parte della piscina lei invece turò fuori da una borsa che non avevo neanche visto – cosa devi farci con quelle? – le chiesi un po’ tremante – be che domande legarci qualcuno di mia conoscenza – ragazzi non avevo perso minimante tempo – ma io pensavo che ci saremmo goduti un po’ il pomeriggio – come al solito i suoi piani erano diversi – oh a godere godiamo ma con paini differenti non siamo di certo qui per una normale giornata piscina – se non era perché mi piaceva quella situazione me ne sarei andato seduta stante – uffi eh va bene facciamo questa cosa – ovviamente stavo scherzando e lo sapeva senno mi avrebbe linciato. Tirò fuori delle lunghe corde nere con cui mi avrebbe legato ovviamente sia la padrona di casa che qualche altro ospite si era avvicinato incuriosito da quello che combinava, mi prese e mi fece sedere un paio di gradini più in giù di lei in modo che l’acqua arrivasse al pari dei pettorali e come al solito io chiusi per concentrarmi meglio sulle sensazioni che mi dava il mio corpo. Il lento sciabordio dell’acqua che sbatteva nelle boccole a lato della piscina il suo petto nudo che si abbassava e si alzava a ritmo irregolare mi faceva sentire al sicuro tutti gli altri rumori erano solo vaghi ronzii di sottofondo; il mio mondo si era ridotto a noi due ad un piccolo cerchio di piccoli centimetri non ci serviva comunicare né io né lei scambiavamo suoni mentre facevamo corde ci sembrasse che rompesse quella sottile magia che solo chi gioca a questo diabolico gioco può capire. Certo non era il massimo come quando lo facevamo tra le quattro mura del nostro piccolo dungeon ma comunque mi sentivo bene, ad un tratto mi fece sdraiare come un morto a galla l’acqua che avvolgeva il mio corpo era una strana sensazione faceva stringere di più le corde che si stavano bagnando ed ogni tanto mi spingeva giù la testa giocava con me come un gatto con un topo, andammo avanti per quasi tutto il giorno a giocare in quel modo – credo tu ti sia meritato anche un piccolo premio – e mi slegò piano piano in maniera da muovere le braccia mi prese per i capelli e mi immerse la testa sott’acqua e la appoggiò sulla sua vagina, ovviamente sapevo cosa fare ed anche se l’acqua ovattava i suoni sentivo comunque i suoi gemiti anche sotto pochi centimetri dopo un paio di secondi mi ritirò su con forza – sei sempre un vero bastardo per questo ti adoro – e come al solito mi baciò nonostante la faccia sbigottita della slave di Katia che aveva assistito alla scena. Il pomeriggio passo poi tra risate e chiacchiere tra il più o il meno e quando il sole iniziò a tramontare dietro la collina era arrivata l’ora di ritornare in camera e prepararsi per la cena. Una volta saliti in camera trovai i miei vestiti sul mio piccolo letto un elegante completo così mi cambiai alla svelta ed in dieci minuti fui pronto per scendere di sotto per la serata ovviamente al seguito della mia miss che per la serata indossava un elegante vestito da sera rosso sangue con inserti nere e ai piedi dei vertiginosi tacchi che saranno stati almeno alti 15 cm – allora? >Dov’è la tua galanteria? – la presi sottobraccio e insieme facemmo il nostro ingresso in quella doveva essere la sala dove si cenava, quel posto aveva un sacco di stanze, ovviamente noi slave servivamo ognuno il suo padrone fortunatamente Katia aveva ordinato del cibo già pronto così nessuno di noi doveva cucinare e tutti ci saremmo goduti la serata senza lo stress. Ovviamente alcuni di noi sbagliarono e come giusto che sia vennero puniti; fortunatamente avevo ancora vaghi ricordi delle lezioni di sala del 2 superiore che non mi fecero sbagliare quasi niente. Finita la cena ovviamente accompagnai la mia Miss a mettersi un vestito consono alla serata – aspetta qui – mi ordinò ed io rimasi davanti alla porta immobile vidi passare una delle altre coppie e come da istruzioni salutai piegando il capo – buonasera Miss Lillith – lei mi salutò e prosegui avanti con il suo slave – allora sei pronto? – ovviamente che domande – forza vieni così ti cambi anche tu – speravo che mi lasciasse vedere il vestito che avevo scelto ma aveva un lungo tranche di pelle nero che le arrivava alle caviglie a coprirla allacciato sul davanti con una cintura che cadeva lungo la gamba – che c’è speravi di poter sbirciare? – non mi azzardai a rispondere e così mi cambiai in silenzio. Riscendemmo in sala e quando fummo tutti che più o meno contava una decina di persone tra cui Monica con Katia che la teneva al guinzaglio insieme a Roberta che era la sua slave ufficiale altre due coppie di Miss e schivo almeno non ero l’unico uomo, un’altra coppia di due donne ed infine una coppia gay, il Master si chiamava Lucio ed il suo slave marco erano davvero super simpatici ci avevo scambiato qualche parola nel pomeriggio e avevo scoperto che erano nerd quanto me nonostante erano una decina più grandi di me e ci eravamo scambiati i contatti per giocare insieme o per vederci per qualche birra – Benvenuti signori e signore, come avrete visto dall’invito questa sarà una serata all’insegna dei sette peccati capitali quindi lussuria avarizia e molti altri. Potete usufruire di tutto quello che troverete all’interno del dungeon purché rispetterete le regole basi di questo mondo chi le transige verrà mandato via e non parteciperà mai più. Confido nel fatto che le vostre coppie abbiano pattuito limiti e safe-word o comunque un modo per fermare il gioco; in caso io veda atteggiamenti non sani mi riservo il diretto di interrompere la vostra sessione ma spero di non doverlo fare, quindi confido in voi. Detto questo signori e signore BENVENUTI ALL’INFERNO CHE IL VOSTRO INCUBO COMINCI - ci fu un applauso generale e ci spostammo nella sala dove aprire le danze. All’inizio studiai un po’ l’area del play c’erano un paio di croci una zona impact ai lati di queste croci due di quei carelli per appendere gli abiti pieni di strumenti messi lì per chi magari non ne possedeva, il bdsm è un hobby costoso, tre lettini uno di fianco all’altro per chi volesse fare cera o altri tipi di giochi che richiedessero che lo slave fosse sdraiato un grosso tappeto nero di gomma era distesso sotto un lunga trave di bambù che immagino dovesse essere l’area corde ovviamente era tutto illuminato da calde luci gialle che rendeva l’ambiente fioco e con poca luce cosa molto apprezzata di certo dei lampioni stradali non avrebbero aiutato – vieni ho bisogno di un massaggio questi tacchi già mi fanno vedere le stelle – aggancio la catena del guinzaglio al mio collare di corda e ci sistemammo su uno dei divanetti sapevo che quella era una scusa per vedere come avrebbero iniziato le atre coppie e Katia, o come voleva farsi chiamare Lady Kate si sedette vicino a Lady Bast ed in mezzo alle gambe gli spuntava un signor strap-on e a giudicare dal trucco colato di Monica lo aveva usato da poco – Ehi è da molto che non ci si vede – rivolgendosi alla mia Miss – eh già, sai ho avuto da fare con questo piccolo bastardino – disse tirandomi rivolgendomi mentre io mi dedicavo a massaggiarle gli arti inferiori – e come si chiama la nuova conquista? – sapevo che lo diceva perché era calata nel ruolo quindi se mi trattava come un oggetto io non dicevo nulla e poi finchè era lei a farlo non ci trovavo nulla di male – Ha deciso di chiamarsi Lock – intanto qualcuno aveva già iniziato a sciogliere il ghiaccio Lucio aveva legato Marco sul tappeto e gli passava una rotella taglia pasta lungo le cosce libere cosa che lo faceva sobbalzare di qua e di là sembrava un pesce appena preso all’amo, un'altra coppia aveva iniziato a giocare con l’impact e si sentivano urla provenire da li. Quello era il mio mondo, la mia piccola bolla che speravo non scoppiasse mai li mi sentivo me stesso e al sicuro nessuno ti giudicava per il tuo aspetto, se sei troppo alto troppo grasso o troppo stupido c’era un posto per tutti nonostante sembrasse il caos ogni cosa aveva un ordine preciso. Intanto le due Miss continuavano la loro chiacchierata scambiandosi pareri sulle ultime giocate o qualche consiglio su qualche specifica pratica – va bene dai dobbiamo rivederci per un caffè senno passiamo tutta la serata a chiacchierare e non combino una sega con questo scemo. A dopo Kate – ovviamente lei aveva il permesso di non usare il lady così come gli altri dominanti noi slave dovevamo dargli del lei ed usare i prefissi giusti – con cosa vorresti iniziare? – avevo davvero il privilegio di scegliere? Questa si che era un passo avanti – Sinceramente non saprei Lady Bast che ne dici di un PO di corde e cera? – non so perché ma questa volta avevo una gran voglia di sentirmi legato forse perché potevo sentirmi vicino a lei e sentire il suo respiro il suo cuore che batteva come un cavallo pazzo per me mi faceva sentire al sicuro quindi perché non iniziare da lì – in verità vorrei provare qualcosa di nuovo l’ho imparato da non molto e fino ad ora non ho mai avuto modo di provarlo. Che ne dici ti andrebbe di fare fire play? – e adesso questo cos’era? Cioè era abbastanza semplice giocare con il fuoco – boh non l’ho mai provato ma se va a te, cioè scusa volevo dire a lei – mi arrivò uno schiaffo che fece girare tutti merda avevo sbagliato mi ero scordato il lei preso dalla solita routine – IL LEI LURIDO PORCO. MI DEVI DARE DEL LEI FAI COSI’ ANCORA DUE VOLTE E TI GIOCHI IL PREMIO SAPPILO – era meglio non sbagliare ancora o il premio che avevo guadagnato con sudore e fatica potevo scordarmelo – M..Mi perdoni – ma oramai il danno era fatto avevo sbagliato e se non stavo attento avrei pagato – va bene facciamo fuoco e vediamo – mi portò sull’ultimo lettino – avanti su sdraiati così mi sdraiai a pancia in giù e lei si tolse l’abito e wow per un attimo il cuore non batteva nel modo giusto un body rosso con le rifiniture nere che finiva che si allacciava con due spalline sul collo una piccola zip nascosta scorreva per tutta la lunghezza del seno ed un ‘altra nell’inguine – avanti sdraiati – mi spogliai rimanendo nudo ed infilai il mio pene nel buco in mezzo e la testa nell’alloggio in alto e distesi le braccia lungo i fianchi. Mi porse una delle sue cuffiette, avevamo preso da poco quest’abitudine ed insieme avevamo creato una playlist per quando giocavamo avevamo deciso di fare un centinaio di canzoni metà mie e metà sue anche se continuavamo ad aggiornarlo ogni volta che sentivamo qualcosa di nuovo, pigiò sul telefono e parti dei violini in sottofondo – allora sei pronto a sentirti un kebab? – ma sarà ma a me convinceva poco ma provare non guasta mai mise due barattoli di vetro davanti al mio viso in uno vi era un liquido trasparente che doveva essere il liquido per infiammare mentre l’altro era vuoto. Iniziò inzuppando una delle bacchette o meglio sembrava un grosso cotton fioc e l’altra la accese con un accendino ed inizio facendomi passare il liquido che era freddo e due secondi dopo ci passava sopra la fiamma che mi scaldava e poi si spegneva con la mano, mi disegnava lettere e strane forme sulla schiena forse anche qualche kanji giapponese continuò ad inzuppare finchè non finii il liquido, dalla sala non proveniva nessun suono o molto probabilmente non li sentivo io. Quando fini ed io ritornai nel brutto e crudele mondo reale invece del mio sogno di un castello volante si abbassò all’altezza del mio sguardo ed io scoppiai in lacrime che lei asciugò con la mano non proferì parola capiva che serviva del tempo per riprendermi e rimasi lì finche non mi calmai – allora ti è piaciuto? – non sapevo come mettere tre parole in ordine per formare frasi complete il mio cervello era a puttane in tutti i sensi – che giorno è oggi? – ecco l’unica cosa che riuscii a dire – deduco di si – mi sorrise – ora avanti facciamo un po’ di cera speciale così ti riprendi ti va? – a quelle parole scattai sull’attenti come un soldato – ok Lady Bast – tirò fuori un paio di candele e poi chiamò Monica lei si avvicinò a quattro zampe – volevi provarlo puoi farlo sono tre giorni che non viene – all’inizio non capivo ma non mi ci volle molto in due secondi lei era sotto il tavolo che si divertiva a giocare con il mio pene finchè non lo fece sparire tutto in bocca – wow aveva davvero fame – esclamò Sara – adesso tu stai buonino giusto? – ed iniziò a colare la cera ovviamente non riuscivo a rimanere da una parte avevo lei mi provocava dolore e sotto di me chi mi dava del piacere facendo dei pompini che avrebbero risvegliato anche i morti. Consumai quasi tre candele ed inondai il seno di Monica con una marea di sperma che si leccò via con la lingua. Passammo all’impact e alle corde fino a che alle 5 del mattino esausti non crollammo sul divano dove mi permise di fare un lento ditalino e succhiare il suo seno fino a farla venire – sono esausta – sfinita e con il seno al vento mi chiese di prenderla in spalla e portarla in camera aveva bisogno di una lunga notte di sonno. Quando lasciai la mia Miss in camera incrociai anche Lucio che teneva in braccio marco visibilmente sfinito che mi fecero i complimenti per la splendida sessione che avevamo fatto insieme quella sera dove avevano messo me e Marco faccia a faccia e i nostri due dom ci sfidavano ad un gioco di memoria sulle tabelline, purtroppo non ho vinto ma mi ero divertito lo stesso. Alla fine crollai anche io aprendo la porta dalla camera quando qualcuno bussò alla mia porta dieci minuti dopo; ora chi rompeva e li mi ritrovai Monica in piedi e due occhi speranzosi e che si intrufolò dentro e si chiuse dietro al porta – ehilà – sinceramente non sapevo cosa dire ero nervoso se Sara l’avesse considerato tradimento e mi avrebbe mandato a quel paese? Non volevo rischiare – non ti preoccupare mi ha dato il suo benestare – doveva avermi letto nel pensiero ma questo mi sollevò da molte questione sull’etica morale – sono io il tuo premio se lo accetti – be ero stato fortunato Monica era una bella donna un seno formoso ed un culo sodo ed avevo già sperimentato le sue labbra – Ma certo lo accetto molto volentieri – e la presi per i capelli e la portai alla mia bocca per baciarla – mi ha detto che puoi farmi quello che vuoi quindi per favore sbattimi come una bestia è più di un anno che non prendo un bel cazzo – non me lo feci ripetere due volte tirai i suoi biondi capelli e mi feci fare un lento pompino per farmi avere un erezione poi presi a baciarla fino a scendere fra le sue gambe dove presi a leccarla – cazzo sei una bestia ì, un turbine non smettere ti prego – mi disse in preda ai gemiti. Quando fu abbastanza bagnata infilai il mio cazzo dentro di lei come un coltello caldo sul burro con un gutturale che quasi mi fece rabbrividire e presi a scoparla a gambe aperte con molta probabilità ci avrebbero sentito tutti ma non mi importavi era il mio premio e volevo godermelo – dillo che sei una zoccola e che vuoi soltanto scopare – mentre le graffiavo la schiena e gli mordevo il collo – si sono una grande zoccola…ti prego continua a scoparmi così voglio che tutta la casa senta quanto sono zoccola – la sculacciai facendole diventare il culo rosso pomodoro eravamo due animali dettati solo dalla lussuria per la prima volta sperimentai il vero primal e mi piaceva speravo tanto che anche Sara avrebbe accettato di farlo così prima o poi. Godeva come una matta eravamo impregnati di sudore e odore del sesso ogni volta che sembrava finita lei stringeva il mio pene con i suoi muscoli vaginali e me lo faceva diventare duro di nuovo. Alle prime luci dell’ alba crollammo sfiniti con lo sperma che le colava dai capelli – c’è un ultima cosa da fare – dissi infilai due dita dentro quella che oramai era una diga rotta fino a che non creò un lago sul pavimento di quella piccola stanza – è stato un bel premio – gli sussurrai – cazzo non mi sentivo così da non so quanto tempo sei una vera bestia Lock – mi baciò ed io sprofondai tra le calde braccia di morfeo mentre lei ancora tremava per l’orgasmo che aveva avuto da poco era stato un primo di giorno di fuoco e domani ne avrei avuto un altro e chissà cosa mi attendeva.
di
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2025-04-09
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