Una vacanza inaspettata. 01
di
pennabianca.
genere
corna
Mi chiamo Giulia, ho 33 anni, sono una bella ragazza dagli occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel seno, che riempie una buona terza misura, un bel fisico snello, un bel culetto alto e tondo, molto ambito, e cosce belle e ben tornite. Sono fidanzata, da ormai sette anni, con Federico, un bel ragazzo, di cui sono davvero invaghita. Amo molto le vacanze immerse nella natura ed una di queste mi è capitata in maniera davvero casuale. Nel paese dove vivo, ogni anno fanno una grandissima festa, in occasione del santo patrono. Quest'anno ricorreva anche l'anniversario della sua nascita e la festa è stata ancor più bella e lunga. Canti, balli, spettacoli e tante altre cose ancora, hanno coinvolto e frastornato tutti noi, per almeno tre giorni. Siccome a questa festa partecipa sempre tanta gente, dal momento che cade proprio all’inizio di maggio, quest'anno, tra le tante iniziative, ce n'è stata una che ha riscosso maggior successo: la lotteria. Primo premio una settimana alle Canarie. Il sabato pomeriggio, prima dell'estrazione, ero in piazza insieme a tre mie amiche; è passato uno dei ragazzi dello staff organizzativo, si è seduto al tavolino del bar insieme a noi, perché ha un certo feeling con una delle mie amiche. Così, parlando del più e del meno, ha estratto un blocchetto con i tagliandi della lotteria ed ha constatato che ne erano rimasti solo quattro.
«Coraggio, ragazze, prendetene uno per ciascuna, così ho finito e mi tolgo anche questo pensiero.»
Le mie amiche hanno scelto un biglietto e, quando è rimasto l'ultimo, il ragazzo mi ha guardato e me lo ha offerto.
«Dai, prendilo tu, l'ultimo! In genere è sempre più fortunato!»
Mi son messa a ridere ed ho detto che, in vita mia, non avevo mai vinto nulla, quindi mi sembrava strano che questa volta la fortuna si fosse ricordata di me. Lui ha insistito e così ho deciso di buttar via una decina di euro. Ho riposto il tagliando nel portafogli, poi ho salutato tutte le amiche e me ne son tornata a casa. La sera sono uscita insieme al mio fidanzato e siamo andati a ballare alla festa; quando abbiamo avuto voglia di far sesso, siamo andati a casa sua, perché i suoi genitori erano alla festa e ci siamo fatti la solita scopata. In questo devo dire che son rimasta un po' delusa dal suo modo di fare. Federico è un ragazzo dolce, bravissimo, bello, alto, forte, che infonde sicurezza, ma, sessualmente parlando, è proprio una frana. Ha una dotazione assolutamente nella normalità; forse, a misurarla, anche un po' meno del normale! Ma non è questo che mi lascia insoddisfatta, bensì il fatto che, con lui Il sesso è assolutamente monotono. Nessuna fantasia, nessun gesto che possa in qualche modo spezzare la routine di un rapporto, sempre uguale in ogni minimo dettaglio. Mi bacia un po', mi accarezza intimamente, portandomi quasi sempre all'orgasmo, poi, mi penetra e si muove abbastanza bene avanti/indietro e, quando vengo, lui continua a muoversi ancora per un po', poi, d'un tratto, rimane immobile e sento che mi sta riversando dentro il suo piacere. Non ci diciamo niente durante il rapporto ed anche i gemiti sono alquanto sommessi. Non mi ha mai permesso di prenderlo in bocca, né tantomeno ha mai dimostrato una certa determinazione nel portarmi al piacere. Fa sempre le stesse cose, i soliti gesti, mentre io vorrei che, qualche volta, fossi trattata in maniera un po' più autoritaria e, anche, un po' più da puttana. Ne abbiamo parlato e, quando ho provato un po' ad insistere, ho visto che lui cambiava repentinamente discorso, così, alla fine, ho lasciato perdere. Io, dentro di me, sogno di esser sbattuta come una troia, di esser sottomessa, di sentire un bel membro in bocca e, poiché il mio fidanzato non me lo ha mai chiesto, vorrei anche che qualcuno mi aprisse il culetto, come si deve! Son giunta alla conclusione che la nostra storia funziona, ma son convinta che, una volta sposata, se non prima, un bel paio di corna non gliele toglie nessuno. A volte ho come la sensazione che sia proprio questo che lui si aspetti. Non so spiegar bene questo dettaglio, perché, quando ne abbiamo parlato, lui si è chiuso a riccio e, in più di una occasione, ho avuto modo di osservarlo, mentre, qualcuno cercava di interagire con me, senza rendersi conto che era lui il mio fidanzato. Ripeto è solo una sensazione, ma, son convinta che a lui tutto questo non dispiaccia. Finita la scopata, mi ha accompagnata a casa ed io sono andata direttamente a dormire. La domenica siamo andati, insieme ai miei genitori, al battesimo della figlia di un mio cugino e, quando siamo tornati la sera, salutato il mio fidanzato, sono andata direttamente in camera mia. Il lunedì mattina, mentre andavo al lavoro, ho ricevuto un messaggio sul cellulare da parte del mio fidanzato, che sapeva della lotteria, avendo comprato anche lui un biglietto.
«Giulia, controlla il biglietto della lotteria: questo è il numero vincente!»
Giunta nel parcheggio della mia azienda, ho cercato il tagliando e, non trovandolo, ho pensato di averlo perso, così mi son messa l'animo in pace. All'ora di pranzo, son andata a mangiare alla solita mensa, come faccio tutti i giorni e, quando è stato il momento di pagare il conto, ho ritrovato il tagliando della lotteria e, guarda caso, il numero vincente era 1069. Mi ha fatto ridere questo dettaglio: 10…69! Io con il mio fidanzato non ne ho MAI fatto nemmeno uno, figuriamoci farne 10!
La sera, quando esco dal lavoro, mi reco presso l'ufficio dell'Agenzia di viaggi, che aveva organizzato il premio. Scopro che il viaggio è valido solo per me, mentre una seconda persona avrebbe avuto titolo ad uno sconto del 10%. La sera ne parlo con il mio fidanzato e, anche in questa occasione, ho la netta sensazione che a lui, aver un eventuale palco di corna, non dispiace.
«Giulia, non posso venire con te! Dovrei programmare le ferie con largo anticipo e, poi, in questo momento, ho acquistato l'auto nuova e non posso spendere soldi extra! Amore, vai pure da sola, tranquilla, perché io di te mi fido e, quindi sono certo che ti divertirai; poi mi racconterai e mi farai veder le foto.»
Lo guardo dritto negli occhi e poi, per un attimo, penso di chiedergli se veramente vuole che lo faccia cornuto, ma lui mi risponde senza che io avanzassi la domanda.
«Amore, vai tranquilla e divertiti, liberamente. Lo sai che son felice quando tu vai a rilassarti e torni felice e soddisfatta. Sta tranquilla, che io sarò qui ad aspettarti ed accetterò tutte le stranezze che avrai potuto fare in vacanza.»
Mi organizzo e, dopo quindici giorni, mi ritrovo a bordo di un aereo che mi porterà a Gran Canaria. Mi avevano detto che potevo scegliere in quale isola andare e mi hanno incuriosito le immagini di queste dune, che sembrano assomigliare al deserto del Sahara. Sto ancora sfogliando la guida comprata apposta per orientarmi in questo posto, quando, accanto a me, si siede un signore sulla cinquantina, capelli bianchi, aspetto imponente e massiccio, ma non grasso. Sistema il proprio bagaglio e poi, quando si siede, si gira verso di me e cordialmente mi saluta, con un sorriso che subito mi seduce.
«Buongiorno signorina, io sono Max e vedo che sta cercando informazioni su Maspalomas?»
Rispondo anch'io al saluto con un sorriso e, dopo avergli detto che mi chiamo Giulia, confermo la sua intuizione. Lui mi dice che è pratico di quel posto, per cui posso anche metter via la guida, perché durante le ore di volo mi farà la storia dettagliata di tutta l'isola. Sono affascinata da lui. I suoi occhi scuri sono penetrati ed io mi sento di pendere davvero dalle sue labbra. Mi dice che è un posto dove fa caldo per tutto l'inverno e, dall'anno 2000 in poi, una infinità di persone hanno cominciato a frequentarlo, per svernare lì; mentre parla, abbassa così tanto il tono della voce, che le ultime parole mi pervengono come in un sussurro.
«Col tempo, si è trasformato in uno dei luoghi di totale trasgressione! Una bella ragazza come lei, avrà modo di divertirsi moltissimo, perché sarà corteggiata da tanti singoli.»
Mi giro e lo guardo dritto negli occhi.
«Ma... Cioè: mi sta dicendo che...Oh cavolo! Spero che non mi salteranno addosso!»
Lui fa un mezzo sorriso sornione e poi butta là una mezza proposta, che mi sembra subito interessante.
«Potrebbe anche succedere, ma se lei si trovasse in compagnia di chi è già esperto e conosce il posto, non avrebbe nulla di cui temere perché le verrebbe suggerito di chi fidarsi e di chi no; così facendo i rischi si ridurrebbero a zero ed il piacere al massimo!»
Lo guardo e, stranamente, sento di potermi fidare di lui; così accetto volentieri la sua compagnia. Parliamo dei nostri alloggi e lui mi dice di avere un mini appartamento in affitto e, quando lui scopre il nome del mio residence, si mette a ridere, perché mi dice che è esattamente dall'altro lato della strada, dove è ubicata la sua dimora. Considero questa cosa come un segno del destino; un'altra cosa che mi fa immensamente piacere è che, parlando, scopro che vive nella città a ridosso del mio paese. Mi sembra davvero che il destino ci abbia messo del suo a farmi incontrare questa persona, anche se ancora non riesco a capire quale sia. Giunti a destinazione, mi rendo subito conto che veramente è esperto in tante cose. Senza neanche stare a cercare un taxi, lui ha già prenotato un’auto presso un autonoleggio, nelle immediate vicinanze dell'Aeroporto e insieme raggiungiamo la nostra destinazione. Mentre io prendo possesso del mio alloggio, lui si reca presso il suo; fissiamo un appuntamento a fra un'ora, per cenare insieme. Mi piace questo maschio, pratico e risoluto e, tra le altre cose, l'ho anche sentito parlare discretamente in spagnolo, la lingua locale, e questo mi è piaciuto ancor di più. Mi faccio una ricca doccia, pettino bene i miei capelli e poi decido di indossare qualcosa di leggero, perché, se da noi sta arrivando l'estate, in questo posto fa già molto caldo e, quindi, il mio outfit è costituito da un leggero vestito, tenuto su da sottili spalline annodate dietro la nuca. Ai piedi, dei normalissimi sandali e sono costretta a rinunciare al reggiseno, perché dietro sarebbe visibile e questo mi avrebbe infastidito non poco. Vedo i capezzoli premere contro la stoffa delle sottili strisce, che vanno ad annodarsi dietro la nuca. Vorrei esser molto più sexy, ma mi accorgo che ho portato con me solo cose semplici e pratiche, non avendo previsto sviluppi, come quello che stavo vivendo. Quando gli arrivo davanti, lui fa un mezzo inchino e sorride.
«Complimenti, sei bellissima!»
Io abbasso lo sguardo e lo ringrazio.
«Ti ringrazio per la tua cortesia, ma non mi sento "bellissima"! Cioè, voglio dire... ecco, a volte, mi piacerebbe esser un po' più... insomma con il mio fidanzato, questo look è il massimo, mentre invece io stavo riflettendo sulle tue parole, soprattutto sul fatto che questo è un posto trasgressivo e mi son resa conto che io, di trasgressivo, non ho nulla, soprattutto in tema di abbigliamento.»
Lui mi cinge il fianco con un braccio e, insieme, ci incamminiamo verso un posto alquanto strano e, quando siamo in prossimità, mi spiega che è un centro commerciale, chiamato City, uno dei luoghi dove si può anche trasgredire. Lo guardo senza capire, ma resto in silenzio e, qualche altro centinaio di metri più avanti, ci mettiamo seduti in una
specie di veranda, dove un solerte cameriere viene a prendere la nostra comanda. Lui mi chiede se mi piace la paella ed io lo guardo senza capire.
«Forse ne ho sentito parlare, ma non l'ho mai assaggiata!»
«Mi stai dicendo che... il tuo fidanzato non ti fa godere abbastanza?»
Io quasi sorrido.
Lui parla correttamente lo spagnolo e ne ordina una per cena; mentre aspettiamo l'arrivo di questo piatto, che mi ha fatto notare richiederà almeno una mezz'oretta di preparazione, sorseggiamo del buon vino e, ad un certo punto mi chiede cosa intendo io per trasgressione.
«Veramente non lo so! Sono fidanzata da diversi anni con un ragazzo meraviglioso e, sicuramente ci sposeremo, ma, diciamo che a letto non mi soddisfa molto!»
Lui mi guarda e vuole approfondire.
«Mi stai dicendo che... il tuo fidanzato non ti fa godere abbastanza?»
Io quasi sorrido.
«Non saprei darti una precisa risposta a questa domanda. Lui è bravo, mi tocca, io raggiungo l'orgasmo e poi mi scopa, viene, ed è tutto finito lì.»
Lui mi ha ascoltato attentamente.
«Fammi capire bene: tu godi, ma non sei soddisfatta? Insomma, cosa ti manca? Puoi parlare liberamente, senza nessun problema.»
Per un attimo mi sento un po' a disagio, abbasso gli occhi, ma lui, solleva una mano e, dopo averla posta sotto il mio mento, mi guarda dritto negli occhi.
«Giulia, siamo a quattro ore di volo da casa nostra, qui non ci conosce nessuno e se vuoi veramente vivere una settimana di esperienze uniche ed irripetibili, lasciati andare, abbandona ogni timidezza, sciogli ogni freno inibitore e affidati a me: ti assicuro che non te ne pentirai.»
Per un attimo ho sentito un brivido lungo la schiena e, dentro di me, mi son detta che sarei stata pazza ad accettare una simile offerta, proposta da uno sconosciuto, senza contare che è uno che vive anche nella città vicino al mio paese. E se poi mi sputtana? E se poi ... oh, cazzo, al diavolo tutto! Al diavolo ogni cosa! Voglio vivere! Voglio sentirmi bene e, per questa settimana, dimenticare la Giulia, quella brava ragazza tutta casa e lavoro, che sogna un bel matrimonio con un ragazzo bravo e ... tanto coglione! Tanto coglione che le corna se le merita!
«Ho deciso: Voglio scopare fino a stordirmi! Forse me ne pentirò, ma voglio accettare la tua offerta! Voglio capire veramente cosa si prova a sentirsi desiderate, a godere e, soprattutto..., cazzo, quasi non riesco a dirlo…»
Lui sorride e completa la frase per me.
«…a sentirti troia? È questo che mi volevi dire? Giulia, se è questo, ti assicuro, che ti farò vivere le avventure più esaltanti che tu abbia mai provato in vita tua e, veramente, quando prenderemo l'aereo per tornare, ti sentirai di esser stata per davvero una gran troia!»
Ho i brividi per tutto il corpo, poi arriva la cena; questo piatto di riso con carne, pesce e tante altre cose, è qualcosa di veramente gustoso. Usciti dal ristorante, facciamo una passeggiata lungo la città e sento l'aria calda che avvolge il mio corpo e mi fa sentir bene. Parliamo di tante cose e mi rendo conto che quest'uomo ha tanta esperienza. Mi dice che vive solo ed io non sarei la prima donna che ha fatto diventar "puttana". Mi chiede del mio fidanzato e, soprattutto del fatto che mi ha mandato in un posto come questo da sola. Quando gli riferisco esattamente le sue parole e gli dico che tutto quello che vuole è che io mi diverta, nel modo in cui ritengo più piacevole e divertente, lui fa solo una considerazione, che poi è la stessa a cui sono giunta anche io.
«Il tuo ragazzo vuole le corna! Vuole che la sua fidanzata, e futura moglie, sia trasformata in troia da qualcuno! Giulia, credimi, un marito così te lo devi tenere ben stretto! Se farai esattamente tutto quello che ti dirò, sia ora come fidanzata, che poi come moglie, tu potrai vivere tutte le esperienze che vorrai e lui sarà sempre più felice a vederti far la puttana con un altro!»
Lo guardo un po' scettica.
«Ma... non lo so. È così bravo e dolce che... non sono molto sicura, che sia questo che voglia!»
Max sorride e poi mi dice che tutto andrà verificato al momento giusto, ma, in ogni caso, per ora la cosa importante è che io abbia voglia di sentirmi troia! Poi mi accompagna davanti alla porta del mio residence, e lì penso che ora mi chiederà di salire e, magari, far sesso con me; invece lui, da persona estremamente corretta, mi saluta e mi dice che mi dà appuntamento per l’indomani ad un bar, che mi indica, per far colazione insieme. All'inizio sono un po' delusa da questo, ma quando arrivo nella mia camera, giusto il tempo di sdraiarmi e crollo dal sonno. Quando mi sveglio, capisco che sarebbe stata una cosa non bella far sesso ieri, essendo noi stanchi morti. Il mattino dopo, indosso un bel costume nero e metto nella mia borsa da mare, tutto l'occorrente per una giornata in spiaggia. Puntuale, scendo e, insieme, andiamo a fare una ricca colazione, poi, ci incamminiamo in mezzo alle dune. Subito mi rendo conto che è qualcosa di veramente unico! Lui mi spiega che sono 400 ettari di sabbia, in continuo movimento e, all'interno di essa, con i dovuti modi e le persone giuste, ci si può divertire davvero tanto. Arriviamo ad un certo punto e ci fermiamo vicino a tre Palme; lui fa distendere il mio ed il suo telo e poi, quando tolgo il mio copri costume, lui, senza neanche chiedere il mio permesso, mi slaccia il reggiseno; io mi volto a guardarlo con aria alquanto stupita. Lui sorride, poi prende il mio reggiseno e lo appoggia sopra la mia borsa; dopodiché, si abbassa e mi fa togliere la parte di sotto del costume, lasciandomi completamente nuda. Mi sento un attimo in imbarazzo, ma lui mi guarda e, con tono deciso, mi fa capire che non c'è niente da temere.
«Giulia, lasciati andare! Devi finalmente capire che sei una splendida femmina e adesso arriveranno dei maschi che avranno desiderio di toccare il tuo corpo, di accarezzarlo e, qualcuno, anche di possederlo, ma, sarò solo io a decidere chi e come dovrà interagire con te! Lasciati andare e non pensare a niente! Tutto quello cui devi pensare, è godere!»
Mi metto un po' distesa a pancia in giù e subito lui inizia a spalmarmi la crema protettiva, precisando che lì il sole picchia sul serio. Mentre mi spalma la crema, le sue mani mi fanno un vero e proprio massaggio, che mi rilassa e, quando mi chiede di girarmi, vedo che i suoi pantaloncini sono molto gonfi davanti. Mi spalma la crema lungo tutto il corpo e poi indugia molto sui miei seni, facendo sì che i miei capezzoli si gonfino immediatamente. Mi fa allargare le cosce e, mentre mi sta spalmando la crema, sento che le sue dita si insinuano dentro la mia intimità, provocandomi subito un brivido di intenso piacere. Quando finisce l'operazione, si alza in piedi e fa cadere giù i suoi pantaloncini, mettendo in mostra una splendida verga sicuramente molto più lunga di quella del mio fidanzato e, decisamente, molto più grossa. Si sdraia supino e mi chiede di ricambiare il favore. Capisco immediatamente il gioco e mi metto a spalmare la protezione, mentre noto che il suo splendido membro sembra lievitare sempre più, ogniqualvolta che le mie mani passano sul suo corpo e, quando arrivo a quello splendido scettro di carne, è perfettamente duro; lui, senza dire niente, mi appoggia una mano sul capo e me lo spinge vicino alla sua splendida cappella, che vedo lucida e rossa.
«Coraggio, Giulia, fammi sentire quanto sei brava a far bocchini!»
Seppur mi sento intimidita, oltre che imbarazzata, dentro di me son felice nel sentirmi imporre di succhiargli il cazzo. Subito prendo a lavorare la cappella, oltre il resto e, mentre sono intenta a far questa "fellatio", mi rendo conto che accanto a noi si sta radunando un gruppetto di persone. Mi sollevo quasi di scatto, quando me ne rendo conto, ma lui mi mette di nuovo la mano sul capo e mi impone di continuare.
«Giulia non ti fermare! Queste persone vogliono solo ammirare quanto sei brava a far bocchini! Guarda quanti cazzi ci sono qui adesso, intorno a te! Fa veder loro la tua abilità a succhiarlo e, chissà che, magari, qualcuno non avverta il bisogno di infilare il suo randello nella tua bocca!»
Un brivido di paura percorre tutto il mio corpo e, nello stesso tempo, un'immensa sensazione di piacere mi fa allagare la passera. Mi do ancor più a spompinare il suo membro, lo sento gemere di piacere e, nello stesso tempo, le persone che sono intorno a noi si son inginocchiate e ciascuno di essi si sta masturbando. Max allunga una mano, mi accarezza il culo; poi mi toglie il membro dalla bocca e mi fa sdraiare sul mio telo, a cosce aperte.
«Giulia, fa vedere a questi signori quanto sei troia. Coraggio, apri la tua splendida fighetta e masturbati per loro!»
Un brivido sconvolgente percorre l'intero mio corpo e si trasforma in un'ondata di piacere, che mi dà meravigliose sensazioni. All'inizio, e con una certa titubanza, comincio a masturbarmi, cogliendo lo sguardo di ammirazione in tutti i maschi che sono intorno a me. Sono eccitata e Max mi tortura i capezzoli, mentre continuo a masturbarmi, fino ad avere un orgasmo.
«Brava, puttanella! Fa vedere a questi signori come gode una troietta come te! Ragazzi, guardate che sgualdrina meravigliosa che avete davanti! Giulia, scegline uno tra di loro!»
Lo guardo senza capire, ma lui mi ripete la domanda e così faccio una panoramica di quanti mi sono intorno; sono tremendamente indecisa, perché davanti a me ci sono una decina di cazzi, uno più bello dell'altro. Vista la mia indecisione, è Max che sceglie. Ad uno di essi, che, tra l'altro, ha anche un bel cazzone tra le mani, chiede di avvicinarsi e gli dice che può succhiarmi i seni, cosa che lui fa immediatamente. Mentre sento la bocca di questo sconosciuto torturarmi i capezzoli, Max prende la mia mano destra e la appoggia su quel membro, invitandomi a segarlo. Lo masturbo provando un incredibile sensazione, che mi da fremiti in tutto il corpo. Ad un tratto lo sconosciuto, dopo aver dato un'occhiata a Max e ricevuto un cenno d'assenso, mette una mano tra le mie cosce e sostituisce le mie dita con le sue. Mi infila due dita dentro e poi comincia a masturbarmi, facendo un dentro e fuori sempre più veloce; d'un tratto, vengo scossa da un orgasmo devastante, che urlo in modo quasi innaturale.
«Vengo! Sto venendo! Max, mi fa godere! mhmm… è bellissimo!»
Max dice qualcosa in spagnolo al tizio che, mentre continua a masturbarmi, si solleva un po' di più, così da farmi trovare quello scettro di carne, davanti alla bocca; sento la mano di Max che fa una leggera pressione sul mio capo e subito mi ritrovo a pompare il cazzo di quello sconosciuto.
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