Macaron
di
Jd89
genere
etero
Ero entrato a lavorare nella Scrubs Ltd da neanche un mese e devo dire che mi trovavo bene. Il lavoro come magazziniere era duro, però avevo il sabato e la domenica liberi e i colleghi magazzinieri erano simpatici.
Il settore amministrativo era gestito da tre donne: Alice, Sabrina e poi c’era Asia.
Non sapevo molto di Asia, aveva circa 38 anni,castana, alta circa uno e settanta, fisico atletico e naturalmente bellissima.
Era sempre elegante quando veniva a lavoro. Di solito indossava una gonna abbastanza corta ma mai volgare in modo che le risaltassero le sue gambe cosi perfette, le calze, una camicetta e alternava i tacchi e gli stivali. Però quello che più mi piaceva di lei erano i suoi occhi diun cosi particolari: verdi e marroni con un piccolo neo all’interno nella parte verde.
Sapeva di essere bella e , quando mi parlava riguardo a qualche ordine da preparare mi parlava in modo superficiale e mi guardava dall’alto in basso, insomma se la tirava o perlomeno sembrava fosse cosi.
Un giorno il capo mi chiese di andare a lavorare di sabato per preparare un ordine importante e, nonostante non avessi per niente voglia, accettai a malincuore, dopotutto ero un neo assunto e non mi potevo certo rifiutare.
Era estate, faceva caldo ma quel giorno pioveva, portando un po’ di sollievo e di freschezza. Sarei dovuto essere da solo quel giorno in ditta perciò arrivai la mattina presto per finire il prima possibile.
Cominciai a lavorare e potevo sentire la pioggia che batteva sul tetto dello stabile.
A un certo punto la porta si aprì e vidi spuntare una figura femminile che non riconobbi subito. Ciò mi sorprese perché come ho già accennato, sarei dovuto essere solo.
Si avvicinò e riconobbi Asia.
Era un po’ affannata e capii che aveva corso sotto la pioggia per evitare di bagnarsi, senza successo però.
I vestiti bagnati risaltavano il suo corpo tonico e atletico e i capelli bagnati la rendevano ancora più bella e sensuale. Sentii una fremito e il mio membro cominciò a pulsare dentro i miei pantaloni.
Mi disse sorridendo : ho scordato l’ombrello!
Io imbarazzato e preso alla sprovvista borbottai qualcosa totalmente priva di senso.
Dopo essermi ricomposto mi offrii di prendere della carta che si trovava nella sala ristoro per asciugarsi. Lei mi seguì e nel tragitto mi disse che era dovuta venire in ufficio per finire delle pratiche.
Entrammo nella piccola saletta completamente priva di finestre e con i muri bianchi. C’era solo un tavolo, qualche sedia e una macchinetta del caffè.
Le diedi un po’ di carta e cominciò ad asciugarsi.
Si passò’ la carta prima sul viso e sul collo così sottile e delicato, poi sul seno dove dalla camicetta bianca bagnata risaltavano i suoi seni piccoli ma sodi.
Si accorse che la guardavo e mi sorrise.
Sentivo il membro che mi pulsava sempre di più.
Le offrii un caffè e ci ritrovammo vicini di fronte alla macchinetta automatica.
Quando la bevanda fu pronta entrambi ci avvicinammo per prendere il bicchiere e ci ritrovammo faccia a faccia .
Il suo sguardo era completamente cambiato; non mi guardava più in modo supponente, ma i suoi occhi erano diventati improvvisamente dolci e brillavano come il sole.
Mi avvicinai e la baciai e lei mi bacio’ a sua volta.
La strinsi forte a me e cominciammo a baciarci appassionatamente. Nel frattempo i nostri corpi si strusciavano l’un l’altro e lei pote’ sentire l’erezione del mio membro.
Mentre la baciavo con la lingua , le sollevai la gonna e le tirai giù i collant.
Cominciai a toccarla in mezzo alle cosce , che erano calde come il pane appena sfornato.
Le spostai le mutandine nere e cominciai a massaggiarle delicatamente il clitoride per poi penetrarla con le dita. Lei cominciò a massaggiarmi con movimenti circolari il membro da sopra i pantaloni e potee sentire quanto fosse duro.
La feci sdraiare sul tavolo e le tolsi con foga prima le scarpe, poi i collant e le mutandine. Fissandola negli occhi cominciai a baciarle prima il collo poi scendendo lentamente il seno, la pancia i fianchi e le diedi un morsetto sulla coscia. Dopodiché la baciai dolcemente in mezzo alle gambe: era completamente bagnata.
Cominciai a leccarle la fica mentre con una mano le palpavo il seno e potevo sentire quanto godesse dai suoi gemiti di piacere.
Mi alzai in piedi e lei si mise a sedere sul bordo del tavolo, la strinsi a me e la baciai.
Lei si alzò e senza dire niente mi prese la mano e mi fece sedere sulla sedia.
Mi tolse la maglietta, poi si inginocchiò di fronte a me guardandomi con un sorrisetto.
Mi diede qualche bacino sui pantaloni dove il mio membro stava letteralmente esplodendo dall’eccitazione.
Mi sganciò i pantaloni e me li sfilò. Comincio a toccarmi dolcemente da sopra le mutande per poi sfilarmi anche quelle.
Mi bacio’ dolcemente prima sul petto , poi sulla pancia mentre scendeva lentamente sempre fissandomi negli occhi.
Finalmente si mise il cazzo in bocca e comincio’ a farmi un bel pompino.
Lo succhiava come nessuna.
Dolcemente le spostai i capelli lunghi e belli che le andavano sul viso.
Stavo godendo come mai prima!
Ma non mi bastava.
La feci alzare e senza proferire parola la misi a pecora appoggiata sul tavolo.
Mi misi dietro di lei e Le strusciai il mio cazzo così duro a quel punto, sul suo clitoride per poi penetrarla.
Lei ebbe un sussulto.
La presi dai fianchi e cominciai a scoparla.
Il suo culo sbatteva con forza sul mio cazzo.
Si appoggiò con i gomiti sul tavolo ma io la tirai per i capelli forzandola a riappoggiarsi con le mani.
A questo punto stavo esplodendo di piacere, e il fatto di sentire lei che era bagnata e che stesse godendo mando’ la mia eccitazione alle stelle.
Le sussurrai: “ Sto venendo”
Uscii e mi misi a sedere sulla sedia.
Lei si inginocchiò di fronte a me e, fissandomi, mi prese le palle in bocca e comincio’a succhiarle, mentre con la mano mi faceva una sega.
Poi ricomincio’ a spompinarmi fino a che non le venni tutto in bocca, e lei poté sentire tutta la mia sborra calda.
The end
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Commenti dei lettori al racconto erotico