Fu Subito Amore

di
genere
sadomaso

Tre lunghi mesi di casto addestramento e appena due giorni di maialate, quasi una sessione di esame, durante la quale ho creduto di averlo asfaltato in tutti i modi ma forse è stato lui a suggestionare me e a stregarmi. Lo ho studiato e guidato per possederlo con una certa lucidità e invece mi annebbia la mente. Sa cosa fare, come muoversi, come volteggiarmi intorno. Mi manda subito in erezione. Mi si aggrappa alla “Minchia” e la usa da attaccapanni su cui appendere il cappello per sentirsi a casa. La succhia e me la fa sborrare a torrenti. Si gira e manovra il “Culo” in un modo che non so resistergli e parto subito all'assalto lancia in resta per chiavarlo così a fondo da ridurlo in briciole. Invece ne esce tonificato. È una creatura tremenda. Sono il suo padrone e dovrei dominarlo però ora è lui che tiene in pugno me elargendomi tutto quello che mi piace e che mi esalta. Ha imparato molto, troppo, più di quello che gli ho insegnato e in parole povere ne sono innamorato cotto. Nel vano tentativo di ristabilire un minimo di autorità su di lui l'ho sottoposto a una dura serata di sevizie senza risparmiargli nessuna delle torture che conosco. Volevo avvilirlo e me lo sono ritrovato per niente ferito anzi vispo come un grillo ed euforico e pronto a dirmi che gli è piaciuto sopportare un tale strazio per offrirmelo in dono “D'Amore”. Bastaaa! Lo devo mandare via altrimenti ci resto intrappolato e va a finire che comincio a sbaciucchiarlo da fidanzatino. Nooo! Resta. Non posso più fare a meno di te. Giurami che non ti approfitterai di questo sbandamento che mi fai vivere e che resteremo nei ruoli. Vieni qua, prendilo in bocca. Te lo piscio tutto di prepotenza fino all'ultima goccia per umiliarti da padrone a schiavo. Restiamo in carreggiata. Non dirmi che anche questo è inutile! Perché mai ti sei insinuato nella mia anima? Non mandiamo a rotoli il lavoro che abbiamo fatto. Ti adoro, ti frusto, ti rompo il culo. Abbracciami che ti unghio la schiena e mi godo le tue smorfie, i tuoi sublimi gemiti, il concerto dei tuoi guaiti. È così che mi vuoi? Siii e io anche. Ti pretendo sempre accanto a ricevere i miei sputi. Ormai sei mio quanto io sono tuo. Ci apparteniamo del pari, prigionieri l'uno dell'altro, io sopra e tu sotto.
scritto il
2025-04-13
6 5 0
visite
3
voti
valutazione
7.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

A Pene in Trazione
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.