Il Prostituto Pentito
di
suo schiavo
genere
dominazione
Si recava spesso al parco e si mimetizzava in un angolo, nel buio della notte. Era a disposizione, gli piaceva darsi o meglio vendersi. Avvicinato da certi tipi li seguiva e si concedeva nella maniera che era richiesta. A fine serata veniva pagato come si conviene. Cento euro a botta era la sua mercede e non faceva sconti a nessuno. Se erano previste prestazioni extra volentieri le accordava a fronte di una maggiore remunerazione, che poteva arrivare fino ai trecento. Volevano tormentare il suo culo prima di ficcarglielo dentro, che facessero pure ma a pagamento. Le eventuali frustate che sopportava dovevano essere conteggiate nel prezzo. Gemeva e piangeva ad ogni colpo incassato da qualche sadico ma ne traeva anche un giusto compenso. Un giorno sul far della sera mentre sostava come sempre imboscato fra i cespugli fu avvicinato da un “Marcantonio” con l'uccello che già gli fremeva nelle mutande in presenza di un giovane così appetitoso da circuire e far suo. Era cordiale e mentre mirava lo sguardo sul suo culetto lo frastornò di chiacchiere.
-”Ma che bel sederino che porti in giro. Non dirmi che hai bisogno di me. Sei delizioso. Mi piaci. Ti voglio”.
Aveva già allungato una mano per tastargli un gluteo quando informato del tariffario dichiarò di non essere disposto a spendere nemmeno un quattrino. Stava per andare via quando il “Bamboccio” molto attratto dallo splendore del suo fisico quanto dai modi spicci e poco cerimoniosi con i quali lo aveva trattato gli si offerse gratis, lo accompagnò a casa e a lui si piegò di buona voglia perché era forte e sano e di buon cazzo. Fu congedato e stava per uscire per sempre dalla sua vita, certo che non lo non avrebbe più incontrato al “Cruising” delle contrattazioni, quando gli espresse timidamente il desiderio di rivederlo e di riuscirgli in qualche modo utile. L'altro colse la palla al balzo e lo fece tornare alle stesse condizioni la sera dopo. Diventò il suo “Boy” in odore di schiavitù con la clausola di chiudere bottega e di abbandonare il mercato che faceva del suo corpo. A questa regola e a molte altre che gli furono imposte si conformò senza mai sognarsi di avanzare pretese di nessun genere. Veniva liquidato sempre e solo con generose mance a sperpero costituite da milioni di “Spermatozoi”. Soltanto a distanza di tempo si rese conto di essere incappato nel “Padrone” più agguerrito e più ambito di tutta la città, che non dava tregua e non risparmiava nessuna fatica ai “Subordinati” di sua competenza. Li teneva sotto i tacchi, all'ombra del suo fenomenale “Pene” e se non si comportavano bene li raddrizzava a ceffoni.
-”Ma che bel sederino che porti in giro. Non dirmi che hai bisogno di me. Sei delizioso. Mi piaci. Ti voglio”.
Aveva già allungato una mano per tastargli un gluteo quando informato del tariffario dichiarò di non essere disposto a spendere nemmeno un quattrino. Stava per andare via quando il “Bamboccio” molto attratto dallo splendore del suo fisico quanto dai modi spicci e poco cerimoniosi con i quali lo aveva trattato gli si offerse gratis, lo accompagnò a casa e a lui si piegò di buona voglia perché era forte e sano e di buon cazzo. Fu congedato e stava per uscire per sempre dalla sua vita, certo che non lo non avrebbe più incontrato al “Cruising” delle contrattazioni, quando gli espresse timidamente il desiderio di rivederlo e di riuscirgli in qualche modo utile. L'altro colse la palla al balzo e lo fece tornare alle stesse condizioni la sera dopo. Diventò il suo “Boy” in odore di schiavitù con la clausola di chiudere bottega e di abbandonare il mercato che faceva del suo corpo. A questa regola e a molte altre che gli furono imposte si conformò senza mai sognarsi di avanzare pretese di nessun genere. Veniva liquidato sempre e solo con generose mance a sperpero costituite da milioni di “Spermatozoi”. Soltanto a distanza di tempo si rese conto di essere incappato nel “Padrone” più agguerrito e più ambito di tutta la città, che non dava tregua e non risparmiava nessuna fatica ai “Subordinati” di sua competenza. Li teneva sotto i tacchi, all'ombra del suo fenomenale “Pene” e se non si comportavano bene li raddrizzava a ceffoni.
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