Il Pompino

di
genere
dominazione

Il “Pompino” può sembrare una cosa da niente ma non è per niente facile da affrontare. Di sicuro il suo esercizio rientra nel novero di quelle pratiche sessuali che più di altre possono dirsi democratiche perché accessibili sia alle donne che agli uomini di buona volontà. La prima volta che mi sono trovato una canna sul muso ad insistermi in bocca dico la verità che mi fece quasi schifo. La seconda e la terza già mi sembrava meno strano e meno imprevista fra le tante disposizioni di testa e di corpo che da imbranato alle prime armi mi venivano suggerite e proposte, ma ancora non ci avevo capito niente e la gestivo da mentecatto in maniera assolutamente meccanica. Col tempo ho fatto un certo allenamento e compreso che alla base di tutto e per suo fondamento vi è la necessità di metterci non solo impegno e tecnica, che pure bisogna acquisire, ma soprattutto passione. Il Cazzo si deve desiderarlo tanto, quasi troppo, prima di poterselo godere e far godere in immersione nel profondo della propria gola. Ogni pene in pena deve trasformarsi in uno stupendo stratosferico idolo, di assoluta bellezza, occupato in quell'unica cosa che con le sue fattezze e in tutto il suo splendore ti ingombra la mente e ti annebbia i sensi fino a stordirti. Solo allora cominci a lavorarlo a fior di labbra, a denti retratti, a lingua persa, a bave, a succhio, a incasso, benvoluto e sicuro, mentre ti batte prima a trenta, poi a sessanta e ben presto a centoventi pulsazioni al minuto, e altrettante pulsioni di pube, in quel travolgente tachicardico crescendo che presto arriva allo sbando per finire in orgasmo. Solo allora diventi degno di fartelo restare dentro ben oltre lo schizzo. Una cosa che all'inizio poteva farti quasi ribrezzo e sembrarti contro natura, ma che adesso ricerchi come compimento e nutrimento di ogni ragionevole scopata orale. Piano piano ti abitui anche a comprimere e a spremere devotamente l'asta che ti sta dominando stimolandola ad uscirti le sue ultimissime gocce e spendendoti a ripulirla con cura, venerata e lustrata nelle ultime esalazioni dei suoi dentro e fuori, alla stregua di un'arma che vada tenuta in perfetto stato di manutenzione. Poi riponi quell'attrezzo che ancora una volta ti ha meravigliato nel fodero che gli fa da fondina, entro gli slarghi degli slip che il tuo uomo indossa e riempie di tanta virilità, ringraziandolo di averti dato tutto di sé e di averti spinto addosso a un muro, esattamente dove erano predestinato a giungere il magnifico fasto di quei proiettili mirati e sparati a centrare il bersaglio. La “Pompa” è di sicuro il modo più completo di darsi in presa e di abbandonarsi all'impresa dell'amplesso di cui qualsivoglia erezione vada di voglia e di gusto in cerca e che tu, misera cagna, di tuo piglio spasimi di servire fino allo sfinimento.
scritto il
2025-03-03
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