Il cazzo
di
suo schiavo
genere
dominazione
È un attrezzatura di non poco conto il cui possesso, in postazione strategica a mezzo del corpo e in prima linea sul fronte, poco ci manca che richieda il porto d'armi. Che sia uno strumento da battaglia è abbastanza assodato ma è più un'arma bianca che da fuoco, anche se ci sarebbe da discuterne perché a volte fa fuoco e fiamme e sopratutto spara proiettili custoditi a iosa in due giberne sempre ben rifornite, sue compagne di scorribande. Per la grande varietà di emozioni che suscita solo a guardarlo in meravigliosa erezione viene chiamato “Pistola”, “Fucile”, “Spadino”, “Pugnale”, “Baionetta”, “Chiodo” (fisso), “Martello”, “Palo”, “Canna” (da pesca), ecc. I modelli di alta gamma, quelli di maggior spessore e misura e nodosità, sono “Alberi”, piazzati al centro di un “Paradiso Terrestre”, alla cui ombra nel “Giardinetto” del pube si corre volentieri a ristorarsi e a cogliere il “Frutto” del “Peccato”. Può essere menato e malmenato per sfogo in segheria, o può essere chiamato ad avventurarsi a capofitto e a sua insindacabile giudizio ogni volta che gliene viene offerto il destro (e il sinistro) in una delle tre voragini dell'amore (la fica, la bocca, l'ano) di un qualsiasi partner che penda e dipenda dalle labbra del suo “Prepuzio” scapucciato, per farlo piroettare e prodursi nella più vera delle sue specialità e cioè la “Trombata”. È un acrobata che scatta a molla e funziona a spinta, si immerge e si ritrae, fa “Casino”, nel mentre che dilata e massacra le sue compiacenti vittime, devastandone i bersagli cui mira e in cui si fionda. Finché preso da autentica rabbia, schiuma e si consuma in uno “Schizzo”, detto anche “Fiotto” o “Botto”, che costituisce il “Gran Finale” della “Eiaculazione”. Un termine questo molto sofisticato che sa di “Scienza” per designare un atto che invece è “Arte” e richiede “Mestiere”. Così come le primissime “Erezioni” di ogni imberbe esistenza possono destare stupore e sconcerto per la imprevista vitalità che lo anima, le ultime, quelle che subentrano stanche dopo tanti anni di onorata carriera, quando per un guasto allo “Spinterogeno” stenta a marciare, generano solo frustrazione e mestizia e danno l'impressione che sia diventato un catorcio da avviare allo sfasciacarrozze, come “è” (ma per quel che mi riguarda in tempi per fortuna ancora lontani “sarà”) ridotto ad essere, mai più una “Torcia”, bensì un “Fiammifero” spento e buono solo a fare pipì. Il “Cazzo” fa rima con diverse parole del vocabolario (“Intrallazzo”, “Sollazzo”, “Schiamazzo”, “Razzo”, “Sguazzo” e naturalmente “Pazzo” ) nonché con molti verbi di sua pertinenza come ad esempio “Svolazzo” e “Ramazzo” (in orbita nei cieli stellati della libido e della voluttà). Chissà come mai tale “Re di Bastoni” dopo aver dato le carte quando le cala fa solo “Scopa”. Si da il caso che conservi sempre un buon asso nella manica.
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