Il Dito Medio
di
suo schiavo
genere
sadomaso
È quello fra cinque più cinque che sono, ad essere presentato innalzato con il resto della mano destra a rovescio e chiusa a pugno come invito ad andare a farsi benedire e a lasciarsi inculare. Ma è invece il dito indice quando non buona parte o tutta la mano che in confidenza fra amanti in vena di perversione e ad incremento della loro lussuria entra ed esce come se fosse un corridoio di casa propria, nel buio di tante bocche, o fiche, o ani. “A Tavola e a Letto non Bisogna Aver Rispetto” e va bene ma alla resa dei conti a chi concedevi un dito e poi ti manovra tutto il braccio, inoltrandolo nel “Fisting” a impalare il tuo povero intestino ben oltre la soglia della prima giunzione del colon, come dovresti reagire? Forse dirgli “Ti Supplico Fai Piano?” Oppure arrenderti a questa pantomima che sa tanto di esagerazione e che trasfigura il tuo sfintere in una galleria autostradale a più corsie di almeno centimetri dieci di diametro, che solo lentamente, nei giorni successivi forse si restringe e riguadagna un normale calibro? Sembra inverosimile ma sono cose che succedono e coloro che vi si sottopongono sembrano più convinti di abbandonarsi a tali azioni di quelli che li armeggiano e che palmo a palmo li sventrano e li torturano. Nella melma del BDSM i sadici non conoscono frontiere o limiti se non per varcarli e spingersi oltre a determinare più strazio, più sofferenza e acuto dolore e mortificazione che sia possibile alle prese con i masochisti di loro competenza, costretti e imprigionati nel ruolo di “Squallidi Stronzi”, che arrivano a ingurgitare la propria cacca e i “salami” sfornati caldi dai loro aguzzini come se fosse cioccolato fondente. È una cosa malsana e bieca ma succede fra i cultori dello “Scat” italianamente definito “Coprofilia”, osannata dai pochissimi adepti che morbosamente se ne riempiono la bocca in qualità di ottima degustazione e di autentica sottomissione ad oltranza. Ben oltre ogni confine di immoralità putrida e fetente, che pure si verifica, fra carnefici e laide creature che stanno ai loro piedi, al cospetto del loro culo che sono invitati (si fa per dire) a leccare e ad adorare.
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