L'Appuntamento Settimanale
di
suo schiavo
genere
dominazione
Ogni settimana ne convocava cinque dei suoi per espletare le pulizie di casa, ciascuno addetto a riassettare e a far splendere una stanza. Il “Tonto” si occupava della cucina, lo “Scemo” del bagno e del bucato, il “Tanghero” della camera da letto, con il cambio delle lenzuola e lo stiro, la “Pulce” del salone e infine il “Trappolo”, un incapace che poco ci sapeva fare, dei corridoi. Egli stava sprofondato in poltrona coi piedi allungati su un puf a leggere il giornale e sovraintendeva che tutto procedesse nel modo più celere. Se qualcuno faceva rumore o ancora peggio chiasso si scomodava ad intercettare il “Reo” per farlo pentire di averlo disturbato offendendogli i padiglioni auricolari. Bastava una di quelle sue “Tirate d'Orecchi” che quasi ne staccavano i lobi per rimetterlo in riga a proseguire nei suoi compiti in un silenzio di tomba. Una volta finiti i pavimenti, lo spolvero e la messa a punto del “Casino” che prima vi regnava, tutti e cinque si davano le mani da torno a ripulire, lustrare e riporre al posto giusto ciabatte, scarpe, stivaletti, stivali, anfibi, spesso infangati, e ogni sorta di altre calzature che in gran numero ingombravano un intero scaffale, tanto da richiedere una buona ora di intenso lavoro d'equipe. Terminata l'opera si presentavano a rapporto e prendevano nota delle occorrenze da provvedere al supermercato, che in men che non si dica gli venivano recapitate. Se sbagliavano articoli correvano a cambiarli con quelli che gli andavano bene. Tutto doveva funzionare alla perfezione come i movimenti di un orologio svizzero, conformemente al carattere un po' teutonico di quel padrone non a caso chiamato “Il Despota”. Egli li salutava, retribuendo ciascuno con una monetina da cinque centesimi che faceva cadere di bocca in bocca, aperta a fessura come l'inghiottitoio di una salvadanaio. La mandavano giù e la recuperavano il giorno dopo in mezzo alle loro feci mettendola da parte come se dovessero custodire un tesoro. Dava loro appuntamento per la volta successiva, adoperati di nuovo a rigovernare la sua “Tana”, più puntuali ed efficienti e assai meno onerosi di una qualunque “Ditta di Pulizie” a domicilio. Si sarebbe detto che questo indaffaramento, tra tanti inconvenienti possibili e guai che molti schiavi ignoranti procuravano, era il più certo “Vantaggio” che egli riscuoteva dall'esercizio del “Dominio” indiscusso riservato a quei “Bricconi”, tale da garantirgli ogni sette giorni una buona dose di pace e di tranquillità domestica a buon mercato.
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