Uccidi Uribe - Hot Pants bianchi - 15

di
genere
pulp

Li guardo stordita.
Devo chiedere alla buongustaia dove li trova tutti questi manzi.
Questi tre sono davvero fantastici. Okay, il mio giudizio è appannato dopo quindici giorni di deprimenti clienti da bordello ma giuro, questi mi devastano dentro, hanno tutto per farmi far pace col mondo: belli giovani atletici, i muscoli giusti, i corpi forti ma sciolti, la pelle liscia e i tatuaggi giusti, sono perfetti animali da letto e tre è il numero giusto per non fare troppa confusione. Ed hanno ancora su i pantaloni, che è meglio, segui le linee della tartaruga e t'immagini chissà cosa! Ho un'insana passione per i maschi latini 21x21. Anni e centimetri.
Cazzo, sto sbarellando, spero sia la droga ancora in circolo se no ho da preoccuparmi!
“Non deve entrare nessuno.” Ordina la mia salvatrice e poi, rivolta a me “Andiamocene! E non fare scene, puoi camminare.'
Okay, ha altri programmi per me, mi rialzo piano e ondeggio malferma sulle gambe. Ho le mani legate dietro, se perdo l'equilibrio mi stampo la faccia sul marmo.
“Ho sete.”
Vado in qualche modo verso il mobile bar. I ragazzi stanno di guardia alla porta. Attendo davanti al bar mostrando le mani legate sopra il culetto nudo. Dolores, scocciata come chi ha una dannata fretta, mi apre un integratore e dopo un attimo d'esitazione mi dà da bere.
C'è elettricità fra noi due.
Sul bancone ci sono allineati una decina di shottini già pronti per me, il senatore voleva proprio ubriacarmi di sborra. È una tentazione troppo forte per la mia ninfoamica, li fissa un istante e se ne ingolla uno. Gonfia le labbra e poi deglutisce.
Gli ha dato soddisfazione. Ne prende un altro, mi mostra la lingua impastata e manda giù. Siamo fatte l'una per l'altra, è puro amore ninfolesbico di due puttane perse.
“T'ho iniettato acqua distillata.”
“Lo so... grazie.” Ringrazio sincera.
È scocciata. Si fa un altro shottino di sborra. “Tu porti sfiga, hai incasinato tutto.”
Mi appoggia uno shottino sulle labbra, inclino di scatto la testa. Non perdiamo una goccia.
I tre della squadra di stupro sincronizzato ci guardano curiosi. Sono a guardia della porta, da lì penseranno che è orribile batida de coco. Minchia se sono belli! Hanno il viso giovane e stronzo di chi sa di avere un corpo patrimonio dell'unesco. Mi fanno sesso, manderei tutto a fanculo e mi farei stuprare per una settimana, li svuoterei peggio del boccale di sborra. E non è la porcheria che m'hanno iniettato a farmi venire queste idee, è la vista dei loro bei pacchi gonfi.
“Un altro le dico.”
Inghiotto fissando i tre giovani 21x21.
Mai bevuto tanta sborra, nemmeno ai tempi del liceo.
Dolores appoggia il bicchierino: “Ora siamo pari... tu m'hai salvata nel capanno.” trova finalmente la forza di dirmi.
Mi scappa da ridere.
Solleva un sopracciglio interrogativo.
“Beh, devi ammetterlo!, eri ridicola nel fieno con pistola alla nuca e soldatino in culo!”
Mi guarda sprezzante. Sono una merda d'amica.
M'annoda in vita lo straccio di vestitino verde per coprirmi il culetto, stringe incazzata e se ne va.
No, io non l'amo, la adoro, sono follemente innamorata di quelle natiche da pantera nera, fasciate di bianco, muscolose ed incavate sui fianchi, che seguo ipnotizzata.
I bip nell'orecchio mi ricordano che forse ho una missione da portare a termine.

Posso camminare un cazzo, ho ancora in circolo la porcheria di stanotte. Mi gira la testa e fatico a stare in equilibrio, ma la seguo col passo sempre più sicuro sul pavimento a specchio di sale e saloni.
Questa villa è immensa e ad ogni porta c'è una guardia col mitra in spalla che pare non vederci. Passano due fighe stellari e devono far finta di non vederci? Che sfigati! Si masturberanno dopo, che vita del cazzo!
Arriviamo in quella che dev'essere l'armeria dell'esercito di Uribe, un lungo caveau con un bancone centrale e quaranta metri di armi appese alla parete. La lesbonarcos qui è a casa sua. Manda via le guardie con lo sguardo.
Sceglie veloce tra gli scaffali due Glock G27 ed una mitragliatrice alla schwazenegger. S'allaccia i cinturone e si lega le fondine alle cosce inguainate. Una figa extragalattica! La Convenzione Internazionale dovrebbe proibire leggings e top bianchi. Vorrei allacciargliele io le fondine, carezzarle le cosce e magari il monte di venere in rilievo, un vero pacco che vorrebbero poter sfoggiare nelle mutande tanti maschietti ipo-attrezzati... e mammamia, poter lisciare con le dita la cucitura che affonda nella figa e separa le labbra!
Due bip all'orecchio mi richiamano all'ordine. Ecché sarà mai?! Che paura avete?, guardo soltanto e poi ho ancora le mani legate dietro la schiena. Distolgo gli occhi dalla figa e fisso i due capezzoli che forano il top. Anche i ragazzi stanno in silenzio.
“Che intenzioni hai?” Chiedo.
“È vero quello che ci ha detto il senatore?” Mi risponde con una domanda. La nazilesbica non si lascia interrogare.
“Non so che vi ha detto, ma è difficile credere ad un politico.”
“Che hai una telecamera invisibile nell'occhio.” Mi leva la benda.
“Sì, ma è nell'altro occhio... ed ho anche sensori quantici nell'orecchio che registrano tutto.”
Dolores capisce al volo. “... quindi il tuo obiettivo era quel porco.”
“Non solo.”
Sta meditando. “... in queste settimane hanno sentito e visto tutto, sei più cagna di quel che pensavo.”
“Eddillo che mi ami!”
“No, con Uribe non posso aiutarti.” Inserisce i caricatori nelle pistole.
“Dimmi dov'è.”
“Perdi tempo. Uribe è già finito, lo uccideranno prima o poi. Non può più uscire da questa cazzo di fortezza, gli sta crollando il mondo addosso e non gli interessa più nulla, è impazzito!”
Uribe un pazzo?! Chi l'avrebbe mai detto? Ma Dolores è dilaniata dal senso del dovere. “Ormai vede e s'inventa traditori ovunque e li dà in pasto a leopardi e coccodrilli... Io non lo tradisco di certo, ma me ne vado!...”
Spinge le due Glock27 nelle fondine e con due pacche simultanee ai fianchi chiude le sicure. Whowww! M'ha uccisa.
“Sì, è ora di cambiare aria!” Dice a sé stessa. “... in questo momento sentono quel che dico?”
“Sì, e ti vedono anche.“
S'appoggia mani e natiche allo spigolo del bancone ed allunga le gambe. “E tu senti loro? Potete parlarvi?”
“No, non possono parlarmi ma mi mandano segnali.”
“Ho un patto da proporvi.”
“Dimmi.”
“Okay...” Apre un cassetto e digita su un tastierino. “ 20,7,1810”
Dietro di me si apre una porta blindata perfettamente celata. “Facile da ricordare, è il giorno dell'Indipendenza... Questo tunnel ti porta fuori. A parte Uribe, pochi qui in villa ne conoscono l'esistenza e nessuno sa dove arriva. Sono due chilometri fino ad un garage dove ci sono auto sempre pronte... e puoi chiudertelo alle spalle, basta schiacciare questo e nessuno può più aprirlo.” Mi mostra un pulsante rosso dietro la porta d'acciaio.
Okay, ma ci sta offrendo davvero pochino! Dico con gli occhi.
“... A voi interessa il senatore, Okay, per me non è un problema portarlo fuori di qui e caricarlo sul jet privato di Uribe. Ve lo scarico dove preferite.”
È ancora troppo poco.
“No Uribe non ve lo consegno... ma posso dare l'allarme, dire che i Santos vogliono prendere d'assalto la villa, ed ordinare alle guardie d'appostarsi sui muri di cinta. Avresti la villa quasi deserta per almeno un'ora, un tempo sufficiente per fare quel che devi fare...” Richiude il tunnel, la porta torna invisibile. “Ma voglio un salvacondotto! La garanzia di non venir perseguita o condannata per alcun motivo... Mi pare una proposta equa.”
“Io ci aggiungerei anche i salvacondotti per i tre ragazzi di là.”
Sorride, “Sei una cagna.” e mi carezza la guancia.
Mi scioglio in acqua.
“Allora, accettate?”
Sorrido io. “Sono legata, nuda e disarmata, una situazione non troppo paritaria! Intanto slegami.”
“Sei troppo eccitante legata.”
Stronza! Traffico un poco coi gomiti dietro la schiena e le consegno le manette. La prima cosa che faccio con le mani libere e lisciarle l'interno coscia.
“L'ho sempre saputo che ne eri capace... Non ti sei mai liberata prima perché sei una cagna masochista.”
Chiudo la mano a coppa e le premo la figa: “Balle, non è vero!!”
“Cosa non è vero? Mai incontrata una masochista peggiore.” Mi tocca il capezzolo.
Allungo il collo per sfiorarle le labbra, le punte delle lingue s'incontrano con una scossa che mi fa inciampare il cuore. “Non è vero, tu non avevi capito un cazzo e se non vi avvisava il senatore non mi avresti mai scoperta...”
“Ti sbagli di grosso, piccola! Ho capito che non eri una semplice pigliacazzi quando hai fatto saltare la mano a quel coglione.”
“Questa poi!!! Ma se non hai nemmeno capito cos'è successo! Non dovevo interrompervi,” Mi struscio addosso. “... godevi troppo ad essere inculata mentre ti guardavo.”
“Cosa??? Sei tu la vacca esibizionista! E mi sarei liberata da sola.”
Una serie di bip c'interrompono. “Aspetta!”
“Cosa dicono? Accettano?”
M'arriva un bipbip di conferma. “Sì, okay.” Le dico.
“Posso fidarmi?”
“Del Colonnello assolutamente sì!, è il più stronzo che conosca.”
“Bene...”
“Sì, ma fammi capire: se tu non sei esibizionista, perché la prima cosa che ho visto dopo esser affogata sono state le chiappe di Tuttostanco che ti chiavava sul mio divano?”
“Tuttostanco?”
“Ma sì, quel toro stanco che si porta in giro dieci chili di mazza.”
“Tu sei tutta scema!”

“Okay, dammi venti minuti ed hai la villa tutta per te.”
“È un addio?”
“Non fare la tragica.”
“Quindi non mi saluti?”
Il bacio che mi regala è bellissimo, ma... “No!, non sei tu. Non voglio ricordarti così!” Le dico.
M'afferra i capelli della fronte e mi piega sul tavolo. Sbatto il muso contro la mitragliatrice, mi blocca il collo con una mano, sento l'acciaio freddo contro la figa. “Spera di non incontrarmi mai più, Lucy.”
Ha detto il mio nome! Mi ama!! Spinge la Glock, cazzo il mirino fa male!, m'allargo con le dita, dà una spinta bastarda ed ho una pistola carica in fica. Preme da volerci entrare con impugnatura e tutta la mano. Non mi fa un ditalino, ruota il polso rigirando la canna squadrata che mi scava.
Sono bocconi persa sul bancone, il cervello in tilt e la imploro di violentarmi anche in culo con l'altra Glock, ma non appena sento il metallo premere contro il buchetto non resisto più e squirto come un gavettone di Ferragosto.
“Anche tu, Dolores! Mi tradisci anche tu!”
È la voce di Uribe, cazzo!
Non l'ho più dimenticata.
È qui.
È alla porta con indosso il costume di Obi-Wan Kenobi con tanto di cappuccio da frate calato sugli occhi. Non scoppio a ridere solo perché ha in braccio un lanciafiamme.
E s'è portato dietro l'intera Cavalleria Jedi, c'è ben poco da fare.
Una serie di bip bip mi martellano in testa. Hanno ragione d'incazzarsi, ho mandato tutto a puttane.
scritto il
2025-04-23
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