Il mattino
di
Actraiser
genere
etero
Adoro fare l’amore di primo mattino. Molte mie amiche preferiscono farlo di sera, quando tornano a casa, oppure in altri momenti della giornata, magari perché hanno una relazione con il loro capoufficio o con un collega di lavoro. Io no. Amo la verità dei corpi che si cercano e si desiderano al risveglio, quando il sole è ancora pallido e un debole raggio filtra attraverso la stanza, per ricordarci che un nuovo inizio è alle porte.
Tutte le mattine, ancora smarrito tra le nebbie del sonno, lui si stringe accanto a me, cingendomi con un braccio intono alla vita. Lo fa immancabilmente da oltre dieci anni, dalla prima volta che abbiamo dormito insieme. È il suo modo vero, genuino, profondo, di esprimere il suo amore e il suo desiderio, quando sento la sua erezione premere contro la mia schiena, e posso ascoltare il suo respiro dietro il mio orecchio; lui invece dice sempre che adora quando mi addormento sopra di lui, ancora piena del suo orgasmo e con il mio odore “di femmina soddisfatta”, quasi come se volessi invaderlo con tutto il mio corpo. Mi addormento mentre sento la sua mano carezzarmi i capelli, e i piccoli baci che mi da sulla fronte, le orecchie, le guance.
Qualche volta la mattina lo sveglio con un pompino, lento e avvolgente, e ancora riesce a fare una faccia sorpresa, come se non se lo aspettasse: dopo tanti anni sono ancora belle soddisfazioni. Qualche altra volta invece gli preparo lo zabaione, e mi diverto ad imboccarlo, rigorosamente con il suo cazzo duro fra le gambe, e così tra una cucchiaiata e un mio colpo di reni trascorriamo l’ora della colazione. Ma il momento che preferisco sono le volte che lo seguo di soppiatto, mentre lui si alza tutto gonfio per urinare, e allora lo sorprendo, cominciando a masturbarlo, poi il mio dito opportunamente insalivato scivola lungo la schiena per raggiungere la porta proibita, lui allarga le gambe, chiude gli occhi e mette entrambe le mani sul muro, mentre la mia mano aumenta il ritmo e l’intensità. Gli schizzi del suo sperma sono incrediblmente intensi a prima mattina, e lui emette un rumore sordo, come un gemito strozzato, mentre ascolta il tintinnio dei miei bracciali che g!
li fanno una signora sega.
Anche se ho sempre avuto un istinto da geisha, mi piace il momento in cui è invece lui a sorprendermi, quando mi mette a pancia sotto e comincia a leccarmi il buco del culo, con profonde lappate. Per me è sempre stato un tabù, leccare lì. All’inizio sono sempre un po’ rigida, mi sento così indifesa e vulnerabile, ma poi mi lascio andare, sporgendo il mio sedere fin dove posso, mentre lui si gusta il sapore acre ed amarognolo del mio buco; allora comicia a colare copiosamente il succo tra le mie gambe, mi rigira con una sola mano – mi chiedo sempre come faccia! – e inizia a mescolare i sapori, a inebriarsi della mia fica e ad affondare la sua lingua, labbra contro labbra, alle prese con un lungo bacio appassionato, poi bastano pochi secondi del suo dito sul mio clitoride, che disegnano piccoli cerchi immaginari, per avere un orgasmo potente e liberatorio dentro la sua bocca, che lui beve soddisfatto.
Raramente in quelle prime ore del giorno facciamo l’amore nel senso canonico, ma quando succede è come una magia, non ci sono parole né altro, semplicemente due corpi che si toccano, si abbracciano e poi si uniscono in un amplesso animalesco, lui sopra di me, io ad incitarlo con i talloni a cavalcarmi con sempre più ardore, sfiorandogli impercettibilmente il collo con una mano, mente all’orecchio gli sussurro parole dolci, fino a che non raggiungiamo l’estasi del godimento.
Mentre ripenso a tutto questo strane sensazioni mi pervadono, un moto di malinconia mista ad eccitazione. È possibile sentirsi bene e male nello stesso momento? Ora che lui non c’è più il mattino mi appare grigio e desolato, anche il sole non è più caldo come un tempo. Da quel maledetto giorno in cui me l’hanno portato via nulla mi sembra più come prima, mi è rimasto solo il ricordo, delle sue mani tremanti la prima volta che mi hanno sforato, del maglione preferito ancora intriso del suo odore, del suo braccio che mi cingeva tutte le sante mattine. Tra poco la notte finirà e sarà di nuovo mattino, mi addormento infilandomi una mano negli slip pensando che sia la sua, forse domani sarà la giornata giusta per ricominciare a vivere.
Tutte le mattine, ancora smarrito tra le nebbie del sonno, lui si stringe accanto a me, cingendomi con un braccio intono alla vita. Lo fa immancabilmente da oltre dieci anni, dalla prima volta che abbiamo dormito insieme. È il suo modo vero, genuino, profondo, di esprimere il suo amore e il suo desiderio, quando sento la sua erezione premere contro la mia schiena, e posso ascoltare il suo respiro dietro il mio orecchio; lui invece dice sempre che adora quando mi addormento sopra di lui, ancora piena del suo orgasmo e con il mio odore “di femmina soddisfatta”, quasi come se volessi invaderlo con tutto il mio corpo. Mi addormento mentre sento la sua mano carezzarmi i capelli, e i piccoli baci che mi da sulla fronte, le orecchie, le guance.
Qualche volta la mattina lo sveglio con un pompino, lento e avvolgente, e ancora riesce a fare una faccia sorpresa, come se non se lo aspettasse: dopo tanti anni sono ancora belle soddisfazioni. Qualche altra volta invece gli preparo lo zabaione, e mi diverto ad imboccarlo, rigorosamente con il suo cazzo duro fra le gambe, e così tra una cucchiaiata e un mio colpo di reni trascorriamo l’ora della colazione. Ma il momento che preferisco sono le volte che lo seguo di soppiatto, mentre lui si alza tutto gonfio per urinare, e allora lo sorprendo, cominciando a masturbarlo, poi il mio dito opportunamente insalivato scivola lungo la schiena per raggiungere la porta proibita, lui allarga le gambe, chiude gli occhi e mette entrambe le mani sul muro, mentre la mia mano aumenta il ritmo e l’intensità. Gli schizzi del suo sperma sono incrediblmente intensi a prima mattina, e lui emette un rumore sordo, come un gemito strozzato, mentre ascolta il tintinnio dei miei bracciali che g!
li fanno una signora sega.
Anche se ho sempre avuto un istinto da geisha, mi piace il momento in cui è invece lui a sorprendermi, quando mi mette a pancia sotto e comincia a leccarmi il buco del culo, con profonde lappate. Per me è sempre stato un tabù, leccare lì. All’inizio sono sempre un po’ rigida, mi sento così indifesa e vulnerabile, ma poi mi lascio andare, sporgendo il mio sedere fin dove posso, mentre lui si gusta il sapore acre ed amarognolo del mio buco; allora comicia a colare copiosamente il succo tra le mie gambe, mi rigira con una sola mano – mi chiedo sempre come faccia! – e inizia a mescolare i sapori, a inebriarsi della mia fica e ad affondare la sua lingua, labbra contro labbra, alle prese con un lungo bacio appassionato, poi bastano pochi secondi del suo dito sul mio clitoride, che disegnano piccoli cerchi immaginari, per avere un orgasmo potente e liberatorio dentro la sua bocca, che lui beve soddisfatto.
Raramente in quelle prime ore del giorno facciamo l’amore nel senso canonico, ma quando succede è come una magia, non ci sono parole né altro, semplicemente due corpi che si toccano, si abbracciano e poi si uniscono in un amplesso animalesco, lui sopra di me, io ad incitarlo con i talloni a cavalcarmi con sempre più ardore, sfiorandogli impercettibilmente il collo con una mano, mente all’orecchio gli sussurro parole dolci, fino a che non raggiungiamo l’estasi del godimento.
Mentre ripenso a tutto questo strane sensazioni mi pervadono, un moto di malinconia mista ad eccitazione. È possibile sentirsi bene e male nello stesso momento? Ora che lui non c’è più il mattino mi appare grigio e desolato, anche il sole non è più caldo come un tempo. Da quel maledetto giorno in cui me l’hanno portato via nulla mi sembra più come prima, mi è rimasto solo il ricordo, delle sue mani tremanti la prima volta che mi hanno sforato, del maglione preferito ancora intriso del suo odore, del suo braccio che mi cingeva tutte le sante mattine. Tra poco la notte finirà e sarà di nuovo mattino, mi addormento infilandomi una mano negli slip pensando che sia la sua, forse domani sarà la giornata giusta per ricominciare a vivere.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Felice e sanguinante
Commenti dei lettori al racconto erotico