Esibizionismo 2
di
Nina
genere
esibizionismo
L'indomani alle sei arrivarono gli operai, Francesco si era giá alzato, Dorian era andato a stare con i nonni, restai ancora un po' letto poi siccome faticavo a dormire mi alzai, e, in pantaloncini e canottiera, andai in cucina a prepararmi un caffé.
C'era qualcuno che stava dipingendo sulla parete a ovest dove c'era la finestra, era Mario uno zio di Maurizio
-buon giorno, Mario- dissi entrando -come va?-
-ciao Nina , si tira avanti, nonostante qualche acciacco, purtroppo il tempo passa-
quadrandomi dalla testa ai piedi aggiunse -non per tutti peró, tu sei sempre uguale, sembra che per te il tempo non passi mai-
-grazie, sei molto bravo a mentire, senti Mario posso usare la cucina un attimo vorrei preparare il caffé-
-ma certo Nina ora ti sposto il telo -
Aveva ricoperto i mobili con un telo di plastica, era molto efficiente, sulla cinquantina e con un fisico ancora prestante ventre piatto, indossava un paio di bermuda fino al ginocchio e una maglietta bianca, in testa aveva un cappello di carta da cui lateralmente fuoriscivano ciocche di capelli grigi.
La caffettiera ronfó segnalandomi che il caffé era pronto io riempii due tazze
-Mario fai una pausa, odio bere il caffé da sola, o forse desideri qualche altra cosa -
-un caffé va bene grazie-
- uffa, - dissi prendendo i bordi della canottiera e ventilandomi -le sette di mattina e giá sto caldo
Mario annui, io presi due sedie dal corridoio, nel dargli la sedia il dorso della sua mano mi sfioró il seno proprio sul capezzolo, schermato soltanto dalla sottile stoffa.
Era stato tutto casuale e Mario forse nemmeno se ne era accorto, nonostante tutto peró il mio corpo reagí, un brivido mi scosse.
-fai questo lavoro regolarmente d'estate?- chiesi cosí per dire qualche cosa, sapevo che lui era un bidello della scuola media di Gallipoli
- ogni tanto quando capita aiuto mio nipote, anche per guadagnare qualche extra, purtroppo i soldi non bastano mai -
- Marisa non lavora? - esitó quando nominai la moglie, forse non gli andava di parlarne
-ops scusami, la mia linguaccia sono cosí invadente-
-ma no che dici, il fatto é che lei é cambiata, ormai se ne sta sempre chiusa in casa con quel, mi scusi l'espressione cazzo di computer, non fa piú niente, non lavora, non cucina, ingrassa sempre di piú mangiando porcherie e ormai non abbiamo piú niente in comune nemmeno la camera da letto-
Cavolo, non ci potevo credere, conoscevo poco Marisa, ma qualche volta ci eravamo trovati a casa di Maurizio e mi era sembrata a posto.
-mi dispiace, e vostro figlio Michele? -
-ormai ha ventidue anni é un bravo ragazzo sta studiando a Torino ingegneria informatica -
-ammazza un cervellone-
-giá é molto bravo ed é proprio da quando é andato via che Marisa si é lasciata andare-
Mi venne spontaneo accarezzargli il braccio, consolarlo, il suo sguardo si soffermó per qualche secondo di troppo sul seno i capezzoli reagirono diventando visibili sul tessuto.
-vedrai che le cose si sistemeranno- gli dissi poco convinta-
-mah, ci credo poco comunque io vado avanti fino a quando ce la faccio, anzi perché non venite a cena una di queste sere, forse servirá a sviarla un pó-
-va bene, ne parleró a Francesco-
-potremmo fare domani sera che é sabato, non abitiamo molto lontano-
-ok ti faccio sapere-
Mi piaceva stare a chiaccherare con lui il suo sguardo non stava mai fermo passando per tutto il corpo, evitava solo di fissarmi negli occhi.
-Ora devo lavorare scusami- disse, io presi le tazzine e la caffettiera per lavarle, gli passai vicino e questa volta volontariamente premetti col seno sul suo braccio i capezzoli inturgiditi si strofinarono dandomi dei brividi di piacere, mi sembró che lui accentuasse il contatto.
Lo osservai mentre lavorava aveva un bel culo sodo, pensai che la moglie dovesse stare proprio fuori di testa a lasciarsi andare con un marito cosí.
Francesco compró dei panini che imbottimmo con mortadella e provolone, birra tedesca fredda per far scendere giú il cibo.
Organizzai fuori nel giardino misi una tovaglia dove c'era un po' d'ombra e ci sedemmo per terra.
Dissi a Francesco dell'invito di Mario, lui lo amplió includendo anche il nipote, che declinó perché aveva giá un impegno.
-va bene per domani sera allora- disse Francesco.
Mangiammo e scherzammo, sembrava quasi che fossimo ad un picnic.
Finirono la giornata di lavoro verso le sette, riempii un secchio di acqua per pulire il pavimento, tutti e tre si misero ad aiutarmi.
Ero giú carponi a grattare via il colore secco, mi sentii osservata, sollevai lo sguardo e vidi Mario che si stava beando alla vista delle tette quasi completamente visibili dalla scollatura
-poverino- pensai –deve essere molto tempo che non lo fa–
riabbassai la testa, e facendo finta di nulla continuai a pulire.
Alle otto se ne andarono dovevano ritornare l'indomani avevano ancora qualcosa da fare -tre o quattro ore al massimo- disse Francesco
-e dopo a mare va bene?-
-di nuovo al Pizzo-
-e dove se no-
-ho notato che Mario ti mangiava con gli occhi-
-davvero io non me ne sono accorta-
-bugiarda gli hai messo le tette sotto gli occhi-
-beh era lui a guardarmele-
-e tu non hai fatto molto per coprirle-
Si tolse gli shorts aveva il cazzo in erezione – e ora paghi pegno-
-ummmm .. mi piacciono le punizioni-
-allora vieni, lo sai cosa voglio, -
mi spogliai nuda mi inginocchiai e lo presi in mano e lo avvicinai al viso, poi lo avvolsi con le labbra mentre con la lingua gli solleticavo la cappella, stuzzicandogli il buchino con la punta mentre muovevo la mano avanti e dietro.
Lentamente accellerai il ritmo lui mi appoggió le mani sulla testa dettando i tempi,
lo senti pulsare, lui mi scosto la testa, e…. troppo tardi, il primo schizzo lo presi in bocca altri due getti di intensita minore si riversarono in faccia.
-cavolo Francé mi volevi affogare- dissi alzandomi e andando a pulirmi la faccia
-scusami, non sono riuscito a trattenermi-
Ci mettemmo a dormire eravamo stanchissimi tutti e due e alle sei Francesco si alzó.
Rimasi a letto riaddormentandomi erano quasi le otto quando mi alzai, ero nuda, misi un prendisole e andai a farmi un caffè prima di buttarmi sotto la doccia.
Uscii fuori stavano lavorando al muro di cinta
-Buon giorno, prendete il caffé?-
-Buongiorno Nina , si grazie, ci vuole proprio- disse Mario.
Fecero una pausa vennero in cucina e si sedettero, versai il caffé, presi dalla credenza dei biscotti e li servii in tavola e poi mi andai a sedere sulle gambe di Francesco.
-un'oretta e abbiamo finito- disse mentre sorseggiava il caffé –poi andiamo a mare-
-beati voi- disse Mario -si vede che siete una bella coppia affiatata-
-Francesco é stato sempre fortunato con le donne- ribadí Maurizio –sin dalle medie-
-ah abbiamo playboy allora- dissi io sarcastica
-beh senza falsa modestia piacevo- disse, mentre con la mano sinistra, nascosta alla vista dei due amici, mi accarezzava il culo.
Probabilmente si accorse che ero senza mutandine e mi diede un pizzicotto sulla chiappa sinistra, senza farmi troppo male
-anch'io avevo molti corteggiatori- dissi atteggiandomi –ma poi ho scelto lui e purtroppo me lo devo tenere-
intanto lui era sceso con la mano lungo la coscia arrivando all'orlo del prendisole e lo fece risalire di qualche centimetro.
Mario deglutí , forse si era accorto del movimento visto che con i suoi occhi guizzanti si soffermava spesso sulle gambe abbondantemente scoperte.
Allargai lievemente le gambe, sentii Francesco sussultare mentre qualcosa si smuoveva dietro al sedere, si stava eccitando.
Continuava a giocherellare con il prendisole che risaliva centimetro dopo centimetro sulla coscia sinistra, Mario che si trovava da quel lato aveva ormai sicuramente scoperto il suo gioco, mi sentivo avvampare di desiderio.
-peró devo dire che non mi sono mai pentita di averlo sposato- dissi girandomi di fronte e scoccandogli un bacio appassionato.
Andai a fare la doccia, misi il costume sotto il prendisole e quando finirono ce ne andammo al mare.
Il guardone esibizionista era lí, sembrava che ci stesse aspettando.
C'era un po di gente quel giorno, una coppia a circa una ventina di metri di distanza, un po piú vicini due uomini di cui uno anziano che stavano pescando.
Andammo in acqua poi Francesco disse che si sentiva stanco e che andava a prendere un po di sole.
Nuotai per un po poi tornai a riva, stavo uscendo quando mi accorsi che il giovane era entrato in acqua.
Rimasi dentro sedendomi su uno scoglio che affiorava a riva, Francesco era a pochi metri era con gli occhi chiusi.
Il giovane si avvicinó nuotando, si fermó a un paio di metri, lí il mare era profondo meno di un metro.
Si fermó e mi accorsi che non aveva il costume era nudo sotto il velo dell'acqua.
Mi guardai intorno la coppia era abbastanza lontana e ai due pescatori ad una decina di metri non potevano vederlo, Francesco sembrava essersi addormentato.
Il cuore mi stava battendo forte volevo andarmene, volevo chiamare Francesco, ma non feci niente rimasi li a guardarlo, gli osservai il cazzo, era veramente grosso e dentro l'acqua sembrava enorme, lui ci giocava, col pollice sulla cappella, poi si sollevó sulle gambe facendolo uscire dall'acqua, prima metá poi completamente inclusi i testicoli.
Io ero bloccata da quella vista, un'estraneo, che si stava esibendo con un attrezzo non indifferente, che si stava toccando davanti a me, cavolo!
-fallo anche tu- bisbiglió
–dai allarga le gambe e toccati- che cazzo voleva adesso
-per favore- continuó mentre iniziava a smanettarselo –fammela vedere-
-sei un porco schifoso- gli dissi -vattene via-
-ti prego un pochino soltanto, sei cosí bella, ho pregato che tornassi di nuovo-
certo ci sapeva fare, allargai le gambe e come ipnotizzata infilai la mano nelle mutandine
-siiiiii siiiiiii brava cosiiiii accarezzatela –
ero partita
-ti pre…. prego abbassale, mostramela, fammi vedere la fica-
che cazzo stavo facendo le mani si muovevano da sole, lanciai uno sguardo verso Francesco nella speranza che si fosse svegliato ma lui continuava a dormire, infilai le dita nell'elastico e le abbassai fino a metá coscia
-siiiii cazzo quanto sei bbona , lo sapevo che eri una troia, mmmm masturbati insieme a me mmm –
era eccitante sentirlo dire tutte quelle oscenitá, il cazzo gli era diventato color rosso fuoco, avevo voglia di toccarlo, ma non osavo avvicinarmi, mi toccai la fica non l'avevo mai fatto prima davanti a un uomo, era bollente.
Lo vidi godere schizzando una enorme quantitá di sperma, mentre l'orgasmo mi avvolgeva intensissimo.
Il giovane come l'altra volta se ne andó lo vidi raccogliere il costuma a riva, questa volta peró mi mandó un bacio.
Mi lavai poi uscii dall'acqua e andai da Francesco che era sveglio e mi stava osservando.
-cavolo l'hai fatto morire a quello-
-sei un bastardo hai fatto finta di dormire per goderti lo spettacolo-
-ne é valsa la pena eri cosí sexy e questo é il risultato- disse indicando il gonfiore inequivocabile sugli slip
-a quello c'è rimedio- dissi infilando la mano nelle mutandine e tirandolo fuori
-ci guardano- disse Francesco indicando i due pescatori che evidentemente avevano notato qualcosa si erano avvicinati di qualche metro e ci stavano osservando
- e tu lasciali guardare- dissi continuando il lavoretto di mano
C'era qualcuno che stava dipingendo sulla parete a ovest dove c'era la finestra, era Mario uno zio di Maurizio
-buon giorno, Mario- dissi entrando -come va?-
-ciao Nina , si tira avanti, nonostante qualche acciacco, purtroppo il tempo passa-
quadrandomi dalla testa ai piedi aggiunse -non per tutti peró, tu sei sempre uguale, sembra che per te il tempo non passi mai-
-grazie, sei molto bravo a mentire, senti Mario posso usare la cucina un attimo vorrei preparare il caffé-
-ma certo Nina ora ti sposto il telo -
Aveva ricoperto i mobili con un telo di plastica, era molto efficiente, sulla cinquantina e con un fisico ancora prestante ventre piatto, indossava un paio di bermuda fino al ginocchio e una maglietta bianca, in testa aveva un cappello di carta da cui lateralmente fuoriscivano ciocche di capelli grigi.
La caffettiera ronfó segnalandomi che il caffé era pronto io riempii due tazze
-Mario fai una pausa, odio bere il caffé da sola, o forse desideri qualche altra cosa -
-un caffé va bene grazie-
- uffa, - dissi prendendo i bordi della canottiera e ventilandomi -le sette di mattina e giá sto caldo
Mario annui, io presi due sedie dal corridoio, nel dargli la sedia il dorso della sua mano mi sfioró il seno proprio sul capezzolo, schermato soltanto dalla sottile stoffa.
Era stato tutto casuale e Mario forse nemmeno se ne era accorto, nonostante tutto peró il mio corpo reagí, un brivido mi scosse.
-fai questo lavoro regolarmente d'estate?- chiesi cosí per dire qualche cosa, sapevo che lui era un bidello della scuola media di Gallipoli
- ogni tanto quando capita aiuto mio nipote, anche per guadagnare qualche extra, purtroppo i soldi non bastano mai -
- Marisa non lavora? - esitó quando nominai la moglie, forse non gli andava di parlarne
-ops scusami, la mia linguaccia sono cosí invadente-
-ma no che dici, il fatto é che lei é cambiata, ormai se ne sta sempre chiusa in casa con quel, mi scusi l'espressione cazzo di computer, non fa piú niente, non lavora, non cucina, ingrassa sempre di piú mangiando porcherie e ormai non abbiamo piú niente in comune nemmeno la camera da letto-
Cavolo, non ci potevo credere, conoscevo poco Marisa, ma qualche volta ci eravamo trovati a casa di Maurizio e mi era sembrata a posto.
-mi dispiace, e vostro figlio Michele? -
-ormai ha ventidue anni é un bravo ragazzo sta studiando a Torino ingegneria informatica -
-ammazza un cervellone-
-giá é molto bravo ed é proprio da quando é andato via che Marisa si é lasciata andare-
Mi venne spontaneo accarezzargli il braccio, consolarlo, il suo sguardo si soffermó per qualche secondo di troppo sul seno i capezzoli reagirono diventando visibili sul tessuto.
-vedrai che le cose si sistemeranno- gli dissi poco convinta-
-mah, ci credo poco comunque io vado avanti fino a quando ce la faccio, anzi perché non venite a cena una di queste sere, forse servirá a sviarla un pó-
-va bene, ne parleró a Francesco-
-potremmo fare domani sera che é sabato, non abitiamo molto lontano-
-ok ti faccio sapere-
Mi piaceva stare a chiaccherare con lui il suo sguardo non stava mai fermo passando per tutto il corpo, evitava solo di fissarmi negli occhi.
-Ora devo lavorare scusami- disse, io presi le tazzine e la caffettiera per lavarle, gli passai vicino e questa volta volontariamente premetti col seno sul suo braccio i capezzoli inturgiditi si strofinarono dandomi dei brividi di piacere, mi sembró che lui accentuasse il contatto.
Lo osservai mentre lavorava aveva un bel culo sodo, pensai che la moglie dovesse stare proprio fuori di testa a lasciarsi andare con un marito cosí.
Francesco compró dei panini che imbottimmo con mortadella e provolone, birra tedesca fredda per far scendere giú il cibo.
Organizzai fuori nel giardino misi una tovaglia dove c'era un po' d'ombra e ci sedemmo per terra.
Dissi a Francesco dell'invito di Mario, lui lo amplió includendo anche il nipote, che declinó perché aveva giá un impegno.
-va bene per domani sera allora- disse Francesco.
Mangiammo e scherzammo, sembrava quasi che fossimo ad un picnic.
Finirono la giornata di lavoro verso le sette, riempii un secchio di acqua per pulire il pavimento, tutti e tre si misero ad aiutarmi.
Ero giú carponi a grattare via il colore secco, mi sentii osservata, sollevai lo sguardo e vidi Mario che si stava beando alla vista delle tette quasi completamente visibili dalla scollatura
-poverino- pensai –deve essere molto tempo che non lo fa–
riabbassai la testa, e facendo finta di nulla continuai a pulire.
Alle otto se ne andarono dovevano ritornare l'indomani avevano ancora qualcosa da fare -tre o quattro ore al massimo- disse Francesco
-e dopo a mare va bene?-
-di nuovo al Pizzo-
-e dove se no-
-ho notato che Mario ti mangiava con gli occhi-
-davvero io non me ne sono accorta-
-bugiarda gli hai messo le tette sotto gli occhi-
-beh era lui a guardarmele-
-e tu non hai fatto molto per coprirle-
Si tolse gli shorts aveva il cazzo in erezione – e ora paghi pegno-
-ummmm .. mi piacciono le punizioni-
-allora vieni, lo sai cosa voglio, -
mi spogliai nuda mi inginocchiai e lo presi in mano e lo avvicinai al viso, poi lo avvolsi con le labbra mentre con la lingua gli solleticavo la cappella, stuzzicandogli il buchino con la punta mentre muovevo la mano avanti e dietro.
Lentamente accellerai il ritmo lui mi appoggió le mani sulla testa dettando i tempi,
lo senti pulsare, lui mi scosto la testa, e…. troppo tardi, il primo schizzo lo presi in bocca altri due getti di intensita minore si riversarono in faccia.
-cavolo Francé mi volevi affogare- dissi alzandomi e andando a pulirmi la faccia
-scusami, non sono riuscito a trattenermi-
Ci mettemmo a dormire eravamo stanchissimi tutti e due e alle sei Francesco si alzó.
Rimasi a letto riaddormentandomi erano quasi le otto quando mi alzai, ero nuda, misi un prendisole e andai a farmi un caffè prima di buttarmi sotto la doccia.
Uscii fuori stavano lavorando al muro di cinta
-Buon giorno, prendete il caffé?-
-Buongiorno Nina , si grazie, ci vuole proprio- disse Mario.
Fecero una pausa vennero in cucina e si sedettero, versai il caffé, presi dalla credenza dei biscotti e li servii in tavola e poi mi andai a sedere sulle gambe di Francesco.
-un'oretta e abbiamo finito- disse mentre sorseggiava il caffé –poi andiamo a mare-
-beati voi- disse Mario -si vede che siete una bella coppia affiatata-
-Francesco é stato sempre fortunato con le donne- ribadí Maurizio –sin dalle medie-
-ah abbiamo playboy allora- dissi io sarcastica
-beh senza falsa modestia piacevo- disse, mentre con la mano sinistra, nascosta alla vista dei due amici, mi accarezzava il culo.
Probabilmente si accorse che ero senza mutandine e mi diede un pizzicotto sulla chiappa sinistra, senza farmi troppo male
-anch'io avevo molti corteggiatori- dissi atteggiandomi –ma poi ho scelto lui e purtroppo me lo devo tenere-
intanto lui era sceso con la mano lungo la coscia arrivando all'orlo del prendisole e lo fece risalire di qualche centimetro.
Mario deglutí , forse si era accorto del movimento visto che con i suoi occhi guizzanti si soffermava spesso sulle gambe abbondantemente scoperte.
Allargai lievemente le gambe, sentii Francesco sussultare mentre qualcosa si smuoveva dietro al sedere, si stava eccitando.
Continuava a giocherellare con il prendisole che risaliva centimetro dopo centimetro sulla coscia sinistra, Mario che si trovava da quel lato aveva ormai sicuramente scoperto il suo gioco, mi sentivo avvampare di desiderio.
-peró devo dire che non mi sono mai pentita di averlo sposato- dissi girandomi di fronte e scoccandogli un bacio appassionato.
Andai a fare la doccia, misi il costume sotto il prendisole e quando finirono ce ne andammo al mare.
Il guardone esibizionista era lí, sembrava che ci stesse aspettando.
C'era un po di gente quel giorno, una coppia a circa una ventina di metri di distanza, un po piú vicini due uomini di cui uno anziano che stavano pescando.
Andammo in acqua poi Francesco disse che si sentiva stanco e che andava a prendere un po di sole.
Nuotai per un po poi tornai a riva, stavo uscendo quando mi accorsi che il giovane era entrato in acqua.
Rimasi dentro sedendomi su uno scoglio che affiorava a riva, Francesco era a pochi metri era con gli occhi chiusi.
Il giovane si avvicinó nuotando, si fermó a un paio di metri, lí il mare era profondo meno di un metro.
Si fermó e mi accorsi che non aveva il costume era nudo sotto il velo dell'acqua.
Mi guardai intorno la coppia era abbastanza lontana e ai due pescatori ad una decina di metri non potevano vederlo, Francesco sembrava essersi addormentato.
Il cuore mi stava battendo forte volevo andarmene, volevo chiamare Francesco, ma non feci niente rimasi li a guardarlo, gli osservai il cazzo, era veramente grosso e dentro l'acqua sembrava enorme, lui ci giocava, col pollice sulla cappella, poi si sollevó sulle gambe facendolo uscire dall'acqua, prima metá poi completamente inclusi i testicoli.
Io ero bloccata da quella vista, un'estraneo, che si stava esibendo con un attrezzo non indifferente, che si stava toccando davanti a me, cavolo!
-fallo anche tu- bisbiglió
–dai allarga le gambe e toccati- che cazzo voleva adesso
-per favore- continuó mentre iniziava a smanettarselo –fammela vedere-
-sei un porco schifoso- gli dissi -vattene via-
-ti prego un pochino soltanto, sei cosí bella, ho pregato che tornassi di nuovo-
certo ci sapeva fare, allargai le gambe e come ipnotizzata infilai la mano nelle mutandine
-siiiiii siiiiiii brava cosiiiii accarezzatela –
ero partita
-ti pre…. prego abbassale, mostramela, fammi vedere la fica-
che cazzo stavo facendo le mani si muovevano da sole, lanciai uno sguardo verso Francesco nella speranza che si fosse svegliato ma lui continuava a dormire, infilai le dita nell'elastico e le abbassai fino a metá coscia
-siiiii cazzo quanto sei bbona , lo sapevo che eri una troia, mmmm masturbati insieme a me mmm –
era eccitante sentirlo dire tutte quelle oscenitá, il cazzo gli era diventato color rosso fuoco, avevo voglia di toccarlo, ma non osavo avvicinarmi, mi toccai la fica non l'avevo mai fatto prima davanti a un uomo, era bollente.
Lo vidi godere schizzando una enorme quantitá di sperma, mentre l'orgasmo mi avvolgeva intensissimo.
Il giovane come l'altra volta se ne andó lo vidi raccogliere il costuma a riva, questa volta peró mi mandó un bacio.
Mi lavai poi uscii dall'acqua e andai da Francesco che era sveglio e mi stava osservando.
-cavolo l'hai fatto morire a quello-
-sei un bastardo hai fatto finta di dormire per goderti lo spettacolo-
-ne é valsa la pena eri cosí sexy e questo é il risultato- disse indicando il gonfiore inequivocabile sugli slip
-a quello c'è rimedio- dissi infilando la mano nelle mutandine e tirandolo fuori
-ci guardano- disse Francesco indicando i due pescatori che evidentemente avevano notato qualcosa si erano avvicinati di qualche metro e ci stavano osservando
- e tu lasciali guardare- dissi continuando il lavoretto di mano
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