In campagna dalla zia 1
di
orsodauno
genere
incesti
Ero felicissimo, quello era un giorno importante per me, avevo appena superato gli esami per la patente di guida. Correvo, anzi volavo, verso casa per comunicare la buona notizia alla mia famiglia. Mi attendeva mia madre che mi abbracciò porgendomi gli auguri.
La sera al rientro di mio padre, dal lavoro, ricevetti le sue congratulazioni e stappammo una bottiglia per festeggiare. Mia madre fece notare, che papà era contento della promozione, anche perché così non era più necessario che l’accompagnasse in campagna da sua sorella, a questo avrei potuto provvedere io.
Diedi subito, con entusiasmo, la mia disponibilità. Andavo volentieri in campagna dalla zia, sia per l’affetto che nutrivo per lei, sia perché dalla zia avrei incontrato la figlia del fattore, mia coetanea e compagna, da alcuni anni, di giochi molto piacevoli.
> asserì mio padre
Sia io che mamma accettammo con entusiasmo la proposta, passare qualche giorno, in tranquillità, tra colline ci avrebbe sicuramente giovato.
Due giorni dopo accompagnammo mio padre all’aeroporto e poi ci dirigemmo verso la zia, che avvertita ci aspettava.
Per arrivare dalla zia impiegammo circa due ore, il viaggio fu piacevole e senza imprevisti, il mio vero battesimo da patentato.
All’arrivo mia zia ci aspettava sotto il portico, aveva un aspetto magnifico, non dimostrava per niente i suoi cinquant’anni. Aveva un vestitino celeste con delle rigettine rosse, le stava molto bene, era abbastanza aderente da mettere in risalto il suo prosperoso seno. Zia Carla è la sorella maggiore di mamma, sposata con lo zio Giuseppe d’otto anni più grande, un omone molto simpatico. Dal loro matrimonio sono nati due figli, ormai grandi, che vivono in altre città. Dopo i saluti e i soliti convenevoli trasferimmo i bagagli nelle nostre camere. Lasciai le sorelle alle loro chiacchiere e uscii all’aperto. Cercavo Teresa, la figlia del fattore e mia amica di giochi. Bussai alla porta del fattore, mi apri sua moglie informandomi che la figlia era andata in città per compere insieme al padre. M’invitò ad entrare e mi offrì una bibita fresca che accettai volentieri.
>
>
>
Manifestai tutto il mio imbarazzo arrossendo e iniziando a farfugliare qualcosa d’incomprensibile. Lei mi tolse da questa situazione:
>
>
>
Abbassando lo sguardo evitai di rispondere. Lei si sedette vicino a me passo la mano tra i miei capelli e sorridendo mi disse:
>
Sempre più imbarazzato mi alzai salutai cordialmente la signora e andai via.
Feci ritornano alla casa di zia e non vedendo nessuno volevo rientrare in camera per svuotare il mio borsone. Salendo al piano superiore sentii parlottare, erano, sicuramente, mamma e la zia, mi diressi verso di loro. In camera della mamma non c’era nessuno, mi resi conto che erano in bagno e la porta era socchiusa. Ebbi una voglia matta di curiosare mi avvicinai all’uscio e spiai dentro. Erano sotto il getto della doccia e si lavavano a vicenda. Il box doccia era chiuso ma molto trasparente in pratica non nascondeva nulla. Restai a guardare, ad ammirarle, non dimostravano per niente i loro anni. Le loro mani correvano lungo quei corpi sinuosi e non tardai ad eccitarmi. La mia mano afferrò il cazzo duro e iniziai una specie di masturbazione da sopra la stoffa dei pantaloni. Poco dopo notai in loro un cambiamento, iniziarono a lavarsi il seno, i loro volti mutarono espressione. Più che lavarsi si stavano toccando, le loro erano vere e proprie carezze intime. Il loro parlare divenne un sussurrare, iniziarono a sentirsi dei mugolii d’eccitazioni, il movimento delle loro mani divenne quasi frenetico. Chiusero l’acqua e i loro mugolii si sentivano più nettamente. Le mani si spostarono verso la fica dell’altra e iniziarono a masturbarsi. Rimasi allibito, la mia mamma e sua sorella avevano un rapporto incestuoso, si davano piacere chissà da quanto tempo.
> Diceva mia madre.
> ribatté zia Carla.
Tirai fuori dai pantaloni il cazzo duro e iniziai a masturbarmi furiosamente, la mia eccitazione era alle stelle. Più le spiavo più mi la mia mano andava veloce.
> disse la zia aprendo la porta della doccia.
Restai pietrificato, ero stato beccato con il cazzo in mano a spiarle mentre mi segavo spasmodicamente.
Mia madre stravolta, mentre cercava di coprirsi con le mani mi gridò:
>
Zia Carla era più tranquilla e abbracciando mia madre gli sussurrò:
>
Prese due asciugamani per coprirsi e si diresse verso di me, che nel frattempo avevo rimesso a posto il mio affare.
>
>
>
>
> obbiettò la zia a sua sorella.
Mia madre, tutta rossa in viso guardò la zia e aggiunse:
>
Si avviò e mentre stava uscendo dal bagno zia Carla la prese per un braccio e la fermò:
>
>
Non so chi mi diede il coraggio ma ebbi la capacità di ribattere:
>
Mia madre trasalì e mi urlò in faccia:
> rispose mia zia
> sentenziò mia madre sedendosi sullo sgabello del bagno.
Durante tutto il tempo della discussione, le due donne non avevano pensato di coprirsi meglio, gli asciugamani lasciavano scoperte ampie zone dei loro corpi. La cosa stava eccitandomi di nuovo, il mio cazzo reagiva a quella visione, si stava impennando spasmodicamente, la zia si accorse della cosa e si avvicinò. Mi buttò le braccia al collo e aderì prepotentemente al mio corpo sentendo la mia protuberanza premere sul suo ventre.
>
>
Mia madre con la testa fra le mani continuava ad affermare che eravamo matti e depravati.
La zia posò la mano sulla mia patta e mi sussurrò:
>
Mi strinse più forte a se e mi baciò sulle labbra. La sua mano continuava a stringere il mio sesso, ormai diventato un cilindro d’acciaio. Aprì la zip e portò il mio cazzo allo scoperto, iniziando una lenta masturbazione.
Dopo il primo imbarazzo avevo iniziato anch’io ad esplorare il suo corpo. Le mani si erano impossessato delle sue poppe, ancora abbastanza turgide. Le stringevano e titillavano i sui capezzoli che si erano ingrossati e induriti.Una mano scese verso l’inguine e si posò sulla sua fica, ancora bagnata per la doccia. Le nostre bocche si staccarono e lei mi spinse in basso la testa:
>, mi alitò in un orecchio.
> gridò mia madre e scappo via.
> mi disse mia zia continuando a spingere la mia testa verso la sua fica.
Quando giunsi all’altezza giusta s’inarcò, spalancò le gambe e apri la sua fica. Iniziai a leccare quel meraviglioso gioiello. Profumava ancora di doccia schiuma, era ancora bagnata ma questa volta degli umori che iniziavano ad inumidire i sui peli. Assaporai con gusto la sua essenza continuando a lappare il suo bottoncino.
>
La zia era soddisfatta, nonostante la mia scarsissima pratica. Quella poca che avevo era frutto delle visioni di video porno e di letture erotiche. Incoraggiato continuai, la zia emetteva sempre più suoni indecifrabili ed eccitanti finché schiacciandomi la testa tra le sue coscie godette bloccandomi per qualche istante.
>
Mi tirò su e s’impossessò immediatamente del mio cazzo iniziando a segarmi.
>
>
Passò subito ai fatti. S’inginocchiò e con molta passione circondò con la sua bocca tutto il mio cazzo, arrivando fino in fondo alla sua gola. Nessuna mi aveva spompinato e mai avrei immaginato fosse così sublime. La zia era davvero una gran bocchinara. Come avviene per tutti i novellini dopo pochi minuti venni nella bocca della zia che non si allontanò si fece riversare tutta la sborra in gola che bevve con avidità.
>
>
La mamma si era rifugiata nella sua stanza e non era più uscita.
> propose la zia.
Continua……
Per eventuali commenti o suggerimenti scrivete a
orsodauno@libero.it
La sera al rientro di mio padre, dal lavoro, ricevetti le sue congratulazioni e stappammo una bottiglia per festeggiare. Mia madre fece notare, che papà era contento della promozione, anche perché così non era più necessario che l’accompagnasse in campagna da sua sorella, a questo avrei potuto provvedere io.
Diedi subito, con entusiasmo, la mia disponibilità. Andavo volentieri in campagna dalla zia, sia per l’affetto che nutrivo per lei, sia perché dalla zia avrei incontrato la figlia del fattore, mia coetanea e compagna, da alcuni anni, di giochi molto piacevoli.
> asserì mio padre
Sia io che mamma accettammo con entusiasmo la proposta, passare qualche giorno, in tranquillità, tra colline ci avrebbe sicuramente giovato.
Due giorni dopo accompagnammo mio padre all’aeroporto e poi ci dirigemmo verso la zia, che avvertita ci aspettava.
Per arrivare dalla zia impiegammo circa due ore, il viaggio fu piacevole e senza imprevisti, il mio vero battesimo da patentato.
All’arrivo mia zia ci aspettava sotto il portico, aveva un aspetto magnifico, non dimostrava per niente i suoi cinquant’anni. Aveva un vestitino celeste con delle rigettine rosse, le stava molto bene, era abbastanza aderente da mettere in risalto il suo prosperoso seno. Zia Carla è la sorella maggiore di mamma, sposata con lo zio Giuseppe d’otto anni più grande, un omone molto simpatico. Dal loro matrimonio sono nati due figli, ormai grandi, che vivono in altre città. Dopo i saluti e i soliti convenevoli trasferimmo i bagagli nelle nostre camere. Lasciai le sorelle alle loro chiacchiere e uscii all’aperto. Cercavo Teresa, la figlia del fattore e mia amica di giochi. Bussai alla porta del fattore, mi apri sua moglie informandomi che la figlia era andata in città per compere insieme al padre. M’invitò ad entrare e mi offrì una bibita fresca che accettai volentieri.
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Manifestai tutto il mio imbarazzo arrossendo e iniziando a farfugliare qualcosa d’incomprensibile. Lei mi tolse da questa situazione:
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Abbassando lo sguardo evitai di rispondere. Lei si sedette vicino a me passo la mano tra i miei capelli e sorridendo mi disse:
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Sempre più imbarazzato mi alzai salutai cordialmente la signora e andai via.
Feci ritornano alla casa di zia e non vedendo nessuno volevo rientrare in camera per svuotare il mio borsone. Salendo al piano superiore sentii parlottare, erano, sicuramente, mamma e la zia, mi diressi verso di loro. In camera della mamma non c’era nessuno, mi resi conto che erano in bagno e la porta era socchiusa. Ebbi una voglia matta di curiosare mi avvicinai all’uscio e spiai dentro. Erano sotto il getto della doccia e si lavavano a vicenda. Il box doccia era chiuso ma molto trasparente in pratica non nascondeva nulla. Restai a guardare, ad ammirarle, non dimostravano per niente i loro anni. Le loro mani correvano lungo quei corpi sinuosi e non tardai ad eccitarmi. La mia mano afferrò il cazzo duro e iniziai una specie di masturbazione da sopra la stoffa dei pantaloni. Poco dopo notai in loro un cambiamento, iniziarono a lavarsi il seno, i loro volti mutarono espressione. Più che lavarsi si stavano toccando, le loro erano vere e proprie carezze intime. Il loro parlare divenne un sussurrare, iniziarono a sentirsi dei mugolii d’eccitazioni, il movimento delle loro mani divenne quasi frenetico. Chiusero l’acqua e i loro mugolii si sentivano più nettamente. Le mani si spostarono verso la fica dell’altra e iniziarono a masturbarsi. Rimasi allibito, la mia mamma e sua sorella avevano un rapporto incestuoso, si davano piacere chissà da quanto tempo.
> Diceva mia madre.
> ribatté zia Carla.
Tirai fuori dai pantaloni il cazzo duro e iniziai a masturbarmi furiosamente, la mia eccitazione era alle stelle. Più le spiavo più mi la mia mano andava veloce.
> disse la zia aprendo la porta della doccia.
Restai pietrificato, ero stato beccato con il cazzo in mano a spiarle mentre mi segavo spasmodicamente.
Mia madre stravolta, mentre cercava di coprirsi con le mani mi gridò:
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Zia Carla era più tranquilla e abbracciando mia madre gli sussurrò:
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Prese due asciugamani per coprirsi e si diresse verso di me, che nel frattempo avevo rimesso a posto il mio affare.
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> obbiettò la zia a sua sorella.
Mia madre, tutta rossa in viso guardò la zia e aggiunse:
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Si avviò e mentre stava uscendo dal bagno zia Carla la prese per un braccio e la fermò:
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Non so chi mi diede il coraggio ma ebbi la capacità di ribattere:
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Mia madre trasalì e mi urlò in faccia:
> rispose mia zia
> sentenziò mia madre sedendosi sullo sgabello del bagno.
Durante tutto il tempo della discussione, le due donne non avevano pensato di coprirsi meglio, gli asciugamani lasciavano scoperte ampie zone dei loro corpi. La cosa stava eccitandomi di nuovo, il mio cazzo reagiva a quella visione, si stava impennando spasmodicamente, la zia si accorse della cosa e si avvicinò. Mi buttò le braccia al collo e aderì prepotentemente al mio corpo sentendo la mia protuberanza premere sul suo ventre.
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Mia madre con la testa fra le mani continuava ad affermare che eravamo matti e depravati.
La zia posò la mano sulla mia patta e mi sussurrò:
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Mi strinse più forte a se e mi baciò sulle labbra. La sua mano continuava a stringere il mio sesso, ormai diventato un cilindro d’acciaio. Aprì la zip e portò il mio cazzo allo scoperto, iniziando una lenta masturbazione.
Dopo il primo imbarazzo avevo iniziato anch’io ad esplorare il suo corpo. Le mani si erano impossessato delle sue poppe, ancora abbastanza turgide. Le stringevano e titillavano i sui capezzoli che si erano ingrossati e induriti.Una mano scese verso l’inguine e si posò sulla sua fica, ancora bagnata per la doccia. Le nostre bocche si staccarono e lei mi spinse in basso la testa:
>, mi alitò in un orecchio.
> gridò mia madre e scappo via.
> mi disse mia zia continuando a spingere la mia testa verso la sua fica.
Quando giunsi all’altezza giusta s’inarcò, spalancò le gambe e apri la sua fica. Iniziai a leccare quel meraviglioso gioiello. Profumava ancora di doccia schiuma, era ancora bagnata ma questa volta degli umori che iniziavano ad inumidire i sui peli. Assaporai con gusto la sua essenza continuando a lappare il suo bottoncino.
>
La zia era soddisfatta, nonostante la mia scarsissima pratica. Quella poca che avevo era frutto delle visioni di video porno e di letture erotiche. Incoraggiato continuai, la zia emetteva sempre più suoni indecifrabili ed eccitanti finché schiacciandomi la testa tra le sue coscie godette bloccandomi per qualche istante.
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Mi tirò su e s’impossessò immediatamente del mio cazzo iniziando a segarmi.
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Passò subito ai fatti. S’inginocchiò e con molta passione circondò con la sua bocca tutto il mio cazzo, arrivando fino in fondo alla sua gola. Nessuna mi aveva spompinato e mai avrei immaginato fosse così sublime. La zia era davvero una gran bocchinara. Come avviene per tutti i novellini dopo pochi minuti venni nella bocca della zia che non si allontanò si fece riversare tutta la sborra in gola che bevve con avidità.
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La mamma si era rifugiata nella sua stanza e non era più uscita.
> propose la zia.
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