La signora e il militare

di
genere
etero


La storia, che vi voglio raccontare, risale alla mia gioventù.
Erano gli anni ottanta, come molti giovani della mia età, un giorno del mese d’aprile ricevetti la cartolina precetto. Lo stato reclamava la mia partecipazione nelle forze armate. Verso la metà del mese successivo dovevo presentarmi in una caserma della Sicilia. Mi preparai psicologicamente e giunto il giorno stabilito, presi il mio borsone, salutai amici e parenti e partii. Il viaggio volli farlo utilizzando il treno. Il tragitto fu lungo ma non privo di piacevoli sorprese, come vi racconterò. Da Pescara a Roma viaggiai in compagnia di una famiglia di Teramo, si recavano a visitare la basilica di San Pietro, erano molto euforici e simpatici. Nella stazione di termini salii su un treno proveniente da Milano e diretto a Catania, mia destinazione. Trovai uno scompartimento libero e mi accomodai, subito dopo arrivò una coppia di fidanzatini diretti a Salerno. I ragazzi, pressappoco della mia stessa età, parlavano tra loro e un po’ alla volta mi coinvolsero nei loro discorsi. La fermata di Salerno arrivò velocemente e i due scesero. Presero posto nello scompartimento, da me occupato, una donna, che poteva avere circa una quarantina d’anni, e una signora più giovane. Le donne erano molto cordiali e iniziammo subito a simpatizzare e a chiacchierare piacevolmente. La signora più anziana scendeva alla fermata successiva, rientrava a casa dopo essere stata in ospedale a Salerno per dei controlli medici. La ragazza, invece, era diretta anche lei a Catania., per far visita ad una sorella che viveva in quella città. Fu molto contenta che anche io fossi diretto nello stesso luogo.
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Era una bella donna, molto giovanile, con un fisico longilineo, un seno prosperoso che risaltava sotto una camicetta molto attillata e abbastanza sbottonata, da far intravedere un’ampia porzione delle tette. La corta gonna nascondeva poco le due belle gambe, dritte e affusolate e copriva un meraviglioso fondo schiena che doveva essere duro come l’acciaio.
Giunti nella successiva stazione la signora salutò e scese.
Continuavamo a parlare, la conversazione si faceva sempre più confidenziale, finché non diventò quasi intima.
Era sposata da otto anni con un uomo molto disponibile e affettuoso. IL marito esaudiva ogni suo desiderio, era molto contenta del matrimonio.
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Continuavamo a parlare, mentre il treno avanzava verso la Sicilia. Le chiacchiere diventavano sempre più intime e inevitabilmente s’iniziò a discutere di sesso. Mi raccontò che lei e il marito erano abbastanza disinibiti e abituati a parlane con gli amici più intimi.
Io non ero molto esperto, ma neanche alle prime armi, le mie belle storie le avevo avute. Mi ero appartato parecchie volte con delle ragazze della mia età, avevo avuto diverse esperienze sessuali. A turno iniziammo a raccontare le nostre esperienze più strane. Il tempo trascorreva veloce, così senza quasi accorgercene eravamo arrivati a Villa San Giovanni e stavamo imbarcandoci sul traghetto.
Proposi di scendere dalla carrozza e andare al bar a bere qualcosa.
Scendemmo e mentre ci dirigevamo verso il bar lei disse: >
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Chiesi ad un marinaio che mi disse che i bagni si trovavano sul ponte superiore. Salimmo le scale e incontrammo un cartello con l’indicazione. Giungemmo in una saletta con tre bagni, due erano liberi. Si diresse verso l’ultimo della fila apri la porta, entrò, si girò, mi fissò e restò con la porta aperta. Quello sguardo era inequivocabile voleva dire: COSA ASPETTI ENTRA. Non volevo deluderla mi avvicinai e lei non chiuse, si spostò e mi fece spazio, entrai con lei. Appena chiusa la porta, cercando di non far troppo rumore, ci abbracciammo e cercai con la mia la sua bocca. Spostò leggermente il capo sibilando un debole no. Spostai la mia bocca sul suo collo e iniziai a baciarlo, mentre le mani iniziavano ad esplorare il suo corpo. Le posai prima sul suo seno, lo tastai dolcemente attraverso i vestiti, era durissimo.
Mi allontanò un pochino e si sbottonò la camicetta, spostò il reggiseno mettendo in mostra due tette incredibili.
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Non feci certo andare l’invito a vuoto. Mi tuffai tra le sue tette, imboccando un capezzolo e succhiandolo dolcemente, come mi aveva chiesto, ma anche con decisione e voracità.
Quest’attività non era passata inosservata al mio amico rinchiuso nelle braghe, si era inalberato e indurito allo spasimo. Posai una mano su una coscia e iniziai a spostarla verso l’alto. Il contatto con la sua pelle calda e liscia mi procurò un brivido che mi percorse tutta la schiena. La mia mano arrivò a contatto con le sue mutandine e questa volta fu lei che rabbrividì attirandomi a se con forza.
> Mi sussurrò in un orecchio.
Ero preso e coinvolto con tutto me stesso e sempre più eccitato mi tuffai sempre di più in quell’avventura così inaspettata.
Iniziai ad esplorare con le dita la sua natura, calda e umida, mentre continuavo sempre a suggere i suoi capezzoli. Lei appoggiò la mano sulla mia patta e tastò con calma e a lungo la mia asta, dura e dolorante per la troppa eccitazione. Incominciai a masturbarla lentamente e subito dopo staccai la mia bocca dalle sue tette e la posai sulla sua fica iniziando a leccarla con voracità. Leccare una donna è una cosa che, anche oggi, adoro fare con molto piacere. Lei gradì molto questa mia iniziativa. Posò le mani sulla mia testa e la tenne schiacciata sulle sue parti intime.
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Continuai a leccare finché lei non godette nella mia bocca.
Dopo un attimo di rilassamento mi allontanò da se e mi disse: >
Fece scorrere la cerniera dei jeans e afferrò il mio cazzo duro. Mi masturbò per pochi attimi poi si abbassò e l’imbocco iniziando un pompino meraviglioso. Sapeva muovere le labbra con maestria e il mio godimento era alle stelle, la sua bocca succhiava con continuità e a fondo. Alternava brevi leccatine alla cappella ad affondi, così lunghi, che sentivo il mio cazzo strofinare le sue tonsille.
Il mio piacere stava raggiungendo l’apice e la sua sensibilità ed esperienza si accorse di quello che stava per accadere. Smise di succhiarmi e alzando lo sguardo disse: >
Senza attendere la mia risposta si alzò si posizionò di spalle si abbassò gli slip e chinandosi mi mostro il suo incredibile culo. Le sue chiappe perfette formavano un culo così tondeggiante e invitante da far rischiare un infarto. Mi gustai quelle meravigliose forme per un attimo e raccolsi il suo invito. La sua fica era invitante, calda e bagnata e penetrarla fu una goduria infinita. Assaporai ogni millimetro di quell’invasione, il suo calore e il suo succo facilitavano il possesso di quella fica. Stavo facendo una scopata che difficilmente avrei scordato.
Mentre la penetravo, con vigore, avevo sotto gli occhi il suo culo, non resistetti e iniziai ad accarezzarlo. Era duro e liscio, spinsi le mie dita tra le sue chiappe sode alla ricerca del suo buco più nascosto, lei prese il mio braccio e lo allontanò

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Ripresi a scoparla con veemenza e a fondo fin quando non la sentii urlare il suo orgasmo. Dopo un attimo di rilassamento si girò e m’imbocco, prese a pomparmi con un tal accanimento che non tardai a goderle in gola, mi succhiò tutto e poi si ripulì.
Fu una scopata meravigliosa, indimenticabile e inaspettata.
Dopo una sosta al bar, ritornammo in carrozza e proseguimmo il viaggio.
Con l’arrivo a Catania finì quest’avventura e iniziò il travaglio del servizio militare.

scritto il
2013-01-20
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