Spiando il massaggio
di
Micio micio
genere
voyeur
Lui era disteso sul lettino da massaggi a pancia in giù. Era un uomo corpulento, sulla cinquantina, capelli neri e tanti peli su tutto il corpo.
Lei, Maria, mia moglie, una bella mulatta 35enne originaria di Cuba, lo stava massaggiando sulla schiena.
Io, rientrato presto a casa dal lavoro, e sapendo che mia moglie stava lavorando nella sala massaggi, mi ero appostato dietro la parete in legno che divideva il locale massaggi dal salone, dove da qualche giorno avevo aperto una fessura per poter comodamente sbirciare.
Mia moglie, diplomatasi in fisioterapia a Cuba, non aveva mai potuto fare il suo lavoro regolarmente in Italia, così si era messa a lavorare in nero in casa, facendo l’attività che sapeva meglio fare. All’inizio aveva lavorato con parenti, amici e vicini di casa, ma poi aveva allargato il giro, mettendo anche annunci su internet e ricevendo un sacco di sconosciuti; sempre mi aveva assicurato che si comportava professionalmente, ma la cosa non mi convinceva, e fu così che progettai quello spiraglio nella parete, proprio per poterla controllare.
Seduto per terra, con l’occhio appoggiato al pertugio ricavato nel legno, la guardavo massaggiare dolcemente quell’omone. Lui sdraiato e rilassato, di tanto in tanto emetteva un gemito di compiacimento, mentre mia moglie con il massaggio, saliva a rilassargli la schiena e le spalle. Poi con un panno umido gli ripulì la schiena dall’olio, lo asciugò e gli chiese di girarsi.
Il porco lo aveva già duro: un uccello di buone dimensioni, non molto lungo ma largo, bello grosso. Mia moglie lo guardò per un attimo, poi imperterrita riprese il suo massaggio, partendo dalle gambe di lui.
Da dove ero io, in posizione laterale, vedevo il bel seno di Maria sballottare dentro la maglietta; non aveva il reggiseno e lui, il porco, dalla posizione in cui era, poteva certamente ammirare buona parte del seno muoversi nella maglietta scollata.
Mia moglie salì più su con le mani, sulle cosce di lui, cominciando a passare vicino a i testicoli, stimolando ancor di più i genitali già eccitati di quel ciccione, che dopo poco disse “Mi fai una bella sega dopo? Me l’hai fatta anche l’altra volta!”. Era ciò che purtroppo mi aspettavo di sentire. Per un attimo fui confuso, mentre però nei miei pantaloni il mio uccello si gonfiava, eccitato all’idea di vedere la mia donna fare un bel segone ad un altro.
La vidi posare subito le sue mani su quel grosso cazzo, accarezzarlo con sensualità, mentre sorridente si avvicinava a lui, risalendo e mettendosi sul lato del lettino. Lui subito allungò una mano sul culo di mia moglie, coperto da un paio di leggins attillati, dai quali traspariva in rilievo la linea delle mutandine. Lei non disse nulla e si lasciò tranquillamente palpare il suo bel culetto, mentre con la mano destra proseguiva lenta quello splendido segotto.
“Non farmi venire subito.” Gli disse lui con un filo di voce, “Fatti almeno un po’ toccare prima.”
Per un attimo sperai che lei gli dicesse di no, ma poi la vidi sorridere e la sentii contrattare sul prezzo. Voleva qualcosa in più dei soliti 50 euro, per fare qualcosina in più. L’uomo gli propose 80 e lei accettò, dicendogli che per quella cifra si sarebbe spogliata tutta e poi l’avrebbe fatto venire. Detto questo partì subito lo strip-tease.
Vidi Maria togliersi la maglietta e rimanere con il suo grande seno nudo e ballonzolante sopra al viso del suo cliente. Questi non esitò ad allungare le mani per palparlo con ardore e poi sollevarsi leggermente per succhiare quei bei capezzoli scuri. Sentivo la mia femmina ansimare e sussurrare dolci paroline al suo eccitatissimo cliente. Dopo poco si scansò, si calò i leggins e le mutandine rimanendo completamente nuda.
Io ero eccitatissimo, mi ero sfilato il cazzo dai pantaloni e mi stavo masturbando con lentezza, mentre guardavo quel ciccione allungare le mani sulla figa di mia moglie e titillarle il clitoride, mentre lei con gli occhi socchiusi, allungava la sua mano sul possente cazzo di lui e riprendeva a masturbarlo.
Faceva fatica a tenerlo stretto in mano, ma la vidi aumentare il ritmo, mentre il panzone si era ormai seduto e gli aveva messo la lingua in bocca, mentre con una mano le frizionava la figa e con l’altra le palpava con veemenza il seno.
Fu lei poi a spingerlo giù per farlo di nuovo sdraiare, concentrandosi a due mani sulla sega e a farlo venire.
Schizzò abbondantemente, riversando il suo sperma sul ventre, fra tanti sussulti e gemiti di godimento.
Anch’io ero venuto, trovandomi la mano e i pantaloni imbrattati di sperma. Mi alzai e mi ritirai in bagno, non prima di aver visto mia moglie baciare quell’uomo e chiedergli se era contento del servizio.
La risposta fu ovvia…così come ovvio fu dirle che sarebbe ritornato…magari con qualche euro in più.
Lei, Maria, mia moglie, una bella mulatta 35enne originaria di Cuba, lo stava massaggiando sulla schiena.
Io, rientrato presto a casa dal lavoro, e sapendo che mia moglie stava lavorando nella sala massaggi, mi ero appostato dietro la parete in legno che divideva il locale massaggi dal salone, dove da qualche giorno avevo aperto una fessura per poter comodamente sbirciare.
Mia moglie, diplomatasi in fisioterapia a Cuba, non aveva mai potuto fare il suo lavoro regolarmente in Italia, così si era messa a lavorare in nero in casa, facendo l’attività che sapeva meglio fare. All’inizio aveva lavorato con parenti, amici e vicini di casa, ma poi aveva allargato il giro, mettendo anche annunci su internet e ricevendo un sacco di sconosciuti; sempre mi aveva assicurato che si comportava professionalmente, ma la cosa non mi convinceva, e fu così che progettai quello spiraglio nella parete, proprio per poterla controllare.
Seduto per terra, con l’occhio appoggiato al pertugio ricavato nel legno, la guardavo massaggiare dolcemente quell’omone. Lui sdraiato e rilassato, di tanto in tanto emetteva un gemito di compiacimento, mentre mia moglie con il massaggio, saliva a rilassargli la schiena e le spalle. Poi con un panno umido gli ripulì la schiena dall’olio, lo asciugò e gli chiese di girarsi.
Il porco lo aveva già duro: un uccello di buone dimensioni, non molto lungo ma largo, bello grosso. Mia moglie lo guardò per un attimo, poi imperterrita riprese il suo massaggio, partendo dalle gambe di lui.
Da dove ero io, in posizione laterale, vedevo il bel seno di Maria sballottare dentro la maglietta; non aveva il reggiseno e lui, il porco, dalla posizione in cui era, poteva certamente ammirare buona parte del seno muoversi nella maglietta scollata.
Mia moglie salì più su con le mani, sulle cosce di lui, cominciando a passare vicino a i testicoli, stimolando ancor di più i genitali già eccitati di quel ciccione, che dopo poco disse “Mi fai una bella sega dopo? Me l’hai fatta anche l’altra volta!”. Era ciò che purtroppo mi aspettavo di sentire. Per un attimo fui confuso, mentre però nei miei pantaloni il mio uccello si gonfiava, eccitato all’idea di vedere la mia donna fare un bel segone ad un altro.
La vidi posare subito le sue mani su quel grosso cazzo, accarezzarlo con sensualità, mentre sorridente si avvicinava a lui, risalendo e mettendosi sul lato del lettino. Lui subito allungò una mano sul culo di mia moglie, coperto da un paio di leggins attillati, dai quali traspariva in rilievo la linea delle mutandine. Lei non disse nulla e si lasciò tranquillamente palpare il suo bel culetto, mentre con la mano destra proseguiva lenta quello splendido segotto.
“Non farmi venire subito.” Gli disse lui con un filo di voce, “Fatti almeno un po’ toccare prima.”
Per un attimo sperai che lei gli dicesse di no, ma poi la vidi sorridere e la sentii contrattare sul prezzo. Voleva qualcosa in più dei soliti 50 euro, per fare qualcosina in più. L’uomo gli propose 80 e lei accettò, dicendogli che per quella cifra si sarebbe spogliata tutta e poi l’avrebbe fatto venire. Detto questo partì subito lo strip-tease.
Vidi Maria togliersi la maglietta e rimanere con il suo grande seno nudo e ballonzolante sopra al viso del suo cliente. Questi non esitò ad allungare le mani per palparlo con ardore e poi sollevarsi leggermente per succhiare quei bei capezzoli scuri. Sentivo la mia femmina ansimare e sussurrare dolci paroline al suo eccitatissimo cliente. Dopo poco si scansò, si calò i leggins e le mutandine rimanendo completamente nuda.
Io ero eccitatissimo, mi ero sfilato il cazzo dai pantaloni e mi stavo masturbando con lentezza, mentre guardavo quel ciccione allungare le mani sulla figa di mia moglie e titillarle il clitoride, mentre lei con gli occhi socchiusi, allungava la sua mano sul possente cazzo di lui e riprendeva a masturbarlo.
Faceva fatica a tenerlo stretto in mano, ma la vidi aumentare il ritmo, mentre il panzone si era ormai seduto e gli aveva messo la lingua in bocca, mentre con una mano le frizionava la figa e con l’altra le palpava con veemenza il seno.
Fu lei poi a spingerlo giù per farlo di nuovo sdraiare, concentrandosi a due mani sulla sega e a farlo venire.
Schizzò abbondantemente, riversando il suo sperma sul ventre, fra tanti sussulti e gemiti di godimento.
Anch’io ero venuto, trovandomi la mano e i pantaloni imbrattati di sperma. Mi alzai e mi ritirai in bagno, non prima di aver visto mia moglie baciare quell’uomo e chiedergli se era contento del servizio.
La risposta fu ovvia…così come ovvio fu dirle che sarebbe ritornato…magari con qualche euro in più.
1
voti
voti
valutazione
1
1
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il sapore dello sperma
Commenti dei lettori al racconto erotico