Trio on il cane

di
genere
zoofilia

Dopo aver fatto sesso, io e Stefano rimanemmo sdraiati nudi a coccolarci, nel suo bel lettone matrimoniale. Le luci nella camera erano spente e dalla persiana filtrava solo la luce soffusa dei lampioni in strada. All’improvviso, dal prato antistante casa, arrivò forte l’abbaiare di Willi, il cane pastore tedesco di Stefano: non abbaiava mai per nulla, così subito ci preoccupammo e ci avvicinammo alla finestra per guardare. Willi era in un angolo del prato, vicino alla recinzione e abbaiava in modo intenso con lo sguardo rivolto verso terra. “Quello stupido ha sicuramente visto una talpa o un riccio.” Disse Stefano. “Meglio se esco e vado a portarlo nel suo serraglio. Altrimenti non la smette più.” Detto questo si mise un paio di pantaloncini ed uscì fuori.
Avevo sete e anche Stefano doveva averne, così misi anch’io dei pantaloncini, presi dal frigo della cucina due birre, ed uscii in giardino avviandomi verso il retro della casa, dove c’era il serraglio del cane. Era quasi mezzanotte, ma il caldo afoso di luglio si sentiva parecchio in quella notte serena e piena di stelle.
Quando arrivai dal prato, Stefano stava accarezzando Willi per cercare di convincerlo ad entrare nel suo spazio, ma lui, sentendomi arrivare, si divincolò e mi corse incontro per farmi le solite feste. Io con le birre in mano ero impossibilitato a “difendermi”, mi piegai leggermente di lato, mentre Willi saltando cercava il mio volto con la sua lunga lingua, insalivandomi una spalla, il collo e la guancia. Non potei allontanarmi e alla fine dovetti cedere e mi sedetti sul prato, lasciando che Willi mi leccasse quasi tutto il viso, fino a che Stefano, ridendo, si decise ad intervenire. “Ti vuole un gran bene.” Mi disse ridendo.
“Vero. Ma francamente mi fa un po’ schifo.” Risposi io, mentre porgevo una birra a Stefano che intanto si era seduto al mio fianco, mentre Willi aveva trovato la calma e si era seduto di fronte a noi. Passai anche la mia birra a Stefano e mi alzai per andare verso il rubinetto nell’angolo dietro casa, poiché volevo togliermi di dosso l’odore acre della saliva di Willi, e il cane mi seguì. Quando mi chinai per lavarmi lui iniziò ad annusarmi le gambe, poi più su verso il mio culetto avvolto nei pantaloncini. Lui annusava ancora quando mi alzai e mi incamminai verso il punto dove Stefano era seduto, nel prato proprio vicino ai due grandi abeti che formano una capannina naturale. Io camminavo e Willi dietro ad annusarmi. E fu così anche quando mi sedetti: lui guaiva leggermente e cercava insistentemente il mio culo con il suo naso nero e umidiccio.
“Deve aver fiutato qualcosa di buono.” Disse Stefano sorridendo.
“Il tuo sperma. Visto che mi sei venuto dentro non più di 15 minuti fa.”
Il cane insisteva ed io mi alzai per rientrare in casa. Willi era fastidiosissimo e ancora guaiva e cercava il mio culetto. Stefano però mi fermò lì: “Aspetta – mi disse – ver cosa fa.” E lo disse fissando il cane e guardandomi con un sorrisino assai libidinoso.
Quel briccone di Willi infilò nuovamente il suo muso sotto i miei pantaloncini e guaendo ancora diede un paio di colpi di lingua che mi passarono sulla natica. Si spostò indietro staccandosi da me e diresse il suo muso sotto la sua pancia per leccarsi il suo membro. “Ecco. Credo si stia eccitando pure Willi.” Disse Stefano tenendomi la mano per impedire che mi allontanassi. Poi Stefano insistette: “Dai abbassati e fammi vedere che succede. Sono curioso.” Non solo era curioso, ma anche eccitato, perché notai il bozzo dei suoi pantaloncini anche lì nella semi-oscurità.
Non mi feci pregare, d’altronde mi piaceva eccitare il mio uomo; così mi tolsi i pantaloncini e mi misi a 4 zampe tutto nudo sul prato, con il culo ben in mostra verso il muso del cane. Lo sentii leccare; sentii la sua lingua ruvida e umida leccarmi fra le natiche, pulendo il mio buchetto dallo sperma di Stefano che un po’ era colato. Willi leccava con veemenza, sicuramente gli piaceva quel sapore e a me piaceva la sua lingua, che come un serpente caldo si muoveva sul mio buchetto e fra le mie chiappe.
Io intanto avevo posato la testa sul petto villoso ampio e villoso di Stefano. Con la lingua avevo cercato e trovato i suoi capezzoli, poi sempre leccando ero sceso più giù, prima sul ventre e poi sopra al bozzo dei suoi pantaloncini.
La lingua bollente di Willi smise per di leccarmi, e subito dopo lo sentii montare sopra di me, cercando il mio buco con il suo cazzo che sentivo sbattere sulle mie natiche. Ero eccitatissimo; tutti e tre lo eravamo: Stefano si sdraiò sul prato e abbassandosi i pantaloncini mi diede il suo grosso cazzo da succhiare, tenendomi una mano sulla testa per scandire il ritmo e la profondità della mia succhiata; Willi insisteva ne cercare il mio buco e io prendendo il suo cazzo in mano provai a portarlo verso l’obbiettivo. Mentre lo tenevo in mano Willi spinse e lo sentii venire, lasciandogli depositare il suo seme sulla mia mano ed un po’ sulle mie chiappe. Fatto questo guaì un poco, poi si abbassò e tornò a leccarmi, come se volesse ripulirmi.
Intanto sentii Stefano venire nella mia bocca, inondata dallo sperma abbondante del mio eccitatissimo uomo, che bevvi con avidità, senza lasciarmene sfuggire una goccia.
Chi ancora non era venuto ero io. Decisi di sdraiarmi supino sul prato e me lo presi in mano; Willi riprese a leccarmi il buchetto e lo scroto, mentre Stefano messosi in ginocchio al mio fianco, mi rimise in bocca il suo cazzo dicendomi di pulirglielo per bene. Ci misi poco a venire, ricoprendomi la pancia del mio succo, che prontamente Willi leccò dal ventre e dal cazzo, procurandomi altri intensi momenti di piacere.
scritto il
2013-10-10
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