Padrona Valentina episodio VII: La Ginnastica
di
sclavo
genere
dominazione
Come ogni mattina, la Padrona si recò allo sgabuzzino dove dormiva lo schiavo per svegliarlo. Quella mattina Lei indossava un paio di shorts celesti ed una maglietta bianca, mentre ai piedi aveva un paio di infradito celesti. Dopo essersi fatta baciare i piedi, la Padrona ordinò allo schiavo di seguirla a quattro zampe, e così lo condusse in salotto. "Schiavo" iniziò Valentina "sei veramente magro, devi tenerti in forma! Oggi ti farò fare un po' di ginnastica nella speranza di rendere più decente il tuo fisico! Sarà divertente, vedrai!" e lo schiavo, allora, ringraziò la Padrona per l'attenzione datagli, e le baciò i piedi. "Basta convenevoli, schiavo! Ora mettiti pancia in giù ed inizia a fare un po' di flessioni! Ogni volta che scendi a terra devi baciarmi i piedi!" ordinò la Padrona, e lo schiavo eseguì, iniziando a fare le flessioni. Quando intorno alla decima flessione lo schiavo iniziò a rallentare il ritmo, la Padrona impugnò il suo gatto a nove code ed iniziò a colpire il sedere dello schiavo. "Forza, sei già stanco?!?" gli diceva Lei. "No mia Padrona adorata..." replicò lui "Allora forza, continua!" disse Lei, incitandolo con nuovi colpi. Intorno alla venticinquestima flessione, lo schiavo sembrava non farcela più, e non eseguiva più l'esercizio in modo corretto, cosa che fece alterare la Padrona che gli dette non poche frustate sulla schiena. "Ma che cazzo fai schiavo?!? Già non ce la fai più?!?" disse Lei "Mi perdoni Padrona..." "Zitto, coglione! Ora ci penso io a fartele fare!" e detto ciò si sedette sulla schiena dello schiavo. "Forza, continua con le flessioni!" disse Lei. Lo schiavo tentò di fare qualche flessione con la Padrona sulla schiena, che si divertiva a far gravare il più possibile il Suo peso su di lui. Lo schiavo in questo modo riuscì a malapena a fare un paio di flessioni, con risultati oltretutto carenti, e la cosa fece arrabbiare ancora di più la Padrona che si alzò e dette un forte calcio ad un fianco dello schiavo. "Schiavo di merda, ma è possibile che tu non sappia fare un cazzo?!? Ecco perchè sei così magro! Perchè sei un incapace totale! Mettiti subito in ginocchio, devo punirti!" e ciò detto lo schiavo si inginocchiò di fronte alla Padrona, che si era intanto seduta sul divano, e che iniziò quindi ad assestare dei violenti ceffoni sul viso dello schiavo. Dopo alcune decine di schiaffi, la Padrone si tolse le infradito, e continuò a schiaffeggiare lo schiavo con una di esse. L'umiliazione per lui era notevole, schiaffeggiato da una splendida ragazza, per giunta con un'infradito, perchè non era stato in grado di fare delle flessioni. Quando il viso dello schiavo fu rosso di schiaffi, la Padrona decise che doveva continuare con la ginnastica. "Mettiti pancia a terra ed alza le gambe! Muoviti lurida pezza da piedi!" ordina Valentina, e lo schiavo esegue. "Inizia a pedalare con quelle gambe! Forza!" dice perentoria, e lo schiavo esegue. Il primo minuto tutto bene, finchè poi la Padrona non inizia ad incitare lo schiavo con violenti colpi di gatto a nove code. I colpi vanno ad insinuarsi con violenza sul sedere, sulla gambe e soprattutto sulle piante dei piedi dello schiavo, che in questo modo riesce con difficoltà ad eseguire l'esercizio ordinatogli. "Allora lurida pezza da piedi?!? Non riesci neanche ad eseguire questo semplicissimo esercizio?!? E' avvilente vedere quanto sia elevato il tuo livello di incapacità, lurido coglione che non sei altro!" tuonò la Padrona nel vedere lo schiavo stentare ad eseguire l'esercizio, mentre aumentava la violenza e l'intensità dei suoi colpi. "La supplico mia Padrona adorata..." iniziò lo schiavo, ma immediatamente Valentina gli mise un piede sulla bocca e gli ordinò di tacere, continuando intanto a frustarlo. "In piedi coglione!" ordinò allora la Padrona "Corsa sul posto, forza!" disse, e lo schiavo iniziò dunque a correre sul posto. Tuttavia, appena iniziò l'esercizio, la Padrona iniziò a frustare il sedere dello schiavo con grande violenza e senza sosta, tanto che anche questo esercizio venne eseguito perciò molto male da parte dello schiavo. "Adesso basta coglione!" disse dunque Valentina "Hai superato ogni limite di incapacità! Sono stanca di assistere a questo spettacolo imbarazzante! Mettiti in ginocchio e leccami i piedi!" aggiunse, sedendosi sul divano. Lo schiavo, dunque, dolorante per le frustate, iniziò a leccare i piedi della Padrona. "Sai schiavo, avevo pensato di farti tenere in forma con un po' di ginnastica, così da far potenziare il tuo fisico. Tuttavia mi sono accora che sei un incapace totale! Ecco qua, questo è il tuo posto, ai miei piedi! Sei solo un leccapiedi, una pezza da piedi, uno schiavo! Questo è il tuo ruolo, non sembri proprio in grado di fare altro! E questo è ciò che farai! Il tuo fisico da rachitico lo potenzierai servendomi, e lo temprerai con le frustate, i calci e gli schiaffi che hai preso finora e che prenderai! Mi sembra chiaro, schiavo, che il tuo ruolo sia questo!" disse perentoria Valentina. Le parole rimbombarono nella testa dello schiavo, ormai sempre più umiliato, ormai sempre più asservito a Valentina. E forse stava capendo sempre di più che la sua sottomissione a Valentina non era semplicemente una cosa che si era autoimposto per non perderla, ma anche il suo naturale ruolo nei Suoi confronti.
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