La ragazza della spiaggia
di
IL TURCO
genere
trio
Questo racconto è di pura fantasia, fatti e personaggi sono puramente casuali, è un racconto vietato ai minori di 18 anni, se continuate a leggerlo, sono cazzacci vostri....( mi scuso anticipatamente per eventuali errori , anzi, colgo l'occasione , per chiedere l'aiuto per la correzione di un mio prossimo racconto, da parte di qualche volenteroso scrittore o lettore del sito. Grazie)
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La ragazza della spiaggia
Come ogni mattina, Sandro andava alla spiaggia, apriva il magazzino dei suoi attrezzi, rastrellava la sabbia , faceva le solite pulizie e dopo aver aperto gli ombrelloni, portava anche i lettini e le sdraio e li sistemava sotto di essi.
E come ogni mattina, puntualmente, appena faceva la sua piccola pausa per fumarsi una sigaretta seduto in riva al mare, ecco che all'orizzonte compariva la sagoma della ragazza, puntuale come un orologio.
Le passava accanto, lo salutava e senza mai fermarsi si allontanava a passo lento, per continuare la sua camminata mattutina.
Sandro la guardava allontanarsi, fino a quando non scompariva dalla sua visuale. Aveva avuto modo di osservarla ogni mattina, non poteva dirsi una bella ragazza, il viso non era certo di una modella, anzi, era butterato, forse a causa di qualche imperfezione della pelle, il fisico era piuttosto magro, i seni piccoli, le gambe magre, ma il culetto era la parte che forse lo deliziava di più. Camminando sulla sabbia bagnata, la ragazza sculettava davvero bene, ed era davvero un piacere soffermarsi a guardarla.
Per Sandro era diventato un appuntamento mattutino... e da due settimane i loro sguardi si incrociavano ma oltre al saluto, il nulla.
Non erano mai andati oltre al "buongiorno"... forse anche perchè non ce n'era un motivo, nonostante a Sandro questo strano appuntamento mattutino lo divertiva.
Lui, Sandro, era un uomo di mezza età, sui 50 anni, lei, dato il suo fisico un pò gracile, doveva avere su per giù 19...20 anni; forse una studentessa in vacanza. Più volte si soffermò a pensare, poi appena spariva in lontananza, lui ricominciava il suo lavoro giornaliero, che a quell'ora del mattino era davvero pesante, visto che Samir il ragazzo Tunisino che lo doveva aiutare, arrivava sempre verso le 8.
Quella sera dopo cena, come sua abitudine, andava a bersi il caffè e farsi un paio di birre sul lungomare, al bar con i suoi amici. A quell'ora era sempre un andirivieni di vacanzieri, che uscivano per andare a fare la passeggiata serale; e di molti giovani, per ritrovarsi e andare a ballare all'aperto, nella "balera" adiacente alla spiaggia poco lontano da dove lui lavorava. E con sua sorpresa la vide; vide per la prima volta la ragazza del mattino, con quelli che, secondo Sandro, dovevano essere i suoi genitori.
Era abituato a vederla vestita con un paio di pantaloncini corti da bagno e un piccolo reggiseno, quando al mattino la incrociava mentre faceva la sua sgambata alla spiaggia. Ma ora indossava un vestitino azzurro, con bordi bianchi; i capelli che vedeva sempre legati, ora erano sciolti sulle spalle, il visino leggermente truccato.
Accidenti, pensò lui, è davvero molto carina.
Lei in un primo momento non si accorse di lui, poi quando i genitori si fermarono a leggere dei cartelloni pubblicitari, per la festa del santo patrono, che si sarebbe tenuta di li a pochi giorni, lei voltandosi, incrociò lo sguardo di Sandro. Prima gli fece un sorriso, poi gli fece un leggero cenno con la mano, in segno di saluto. E si voltò a rispondere ai genitori .
Sandro per un attimo si sentì strano, una ragazza così bruttina si era trasformata in un fiore, e poi quel sorriso... la guardò da dietro, il vestito era di stoffa leggera e, quando la ragazza si chinò in avanti, dalla trasparenza della gonna e complice un leggero gioco di luci dei lampioni, vide la forma delle mutandine bianche che le modellavano il sedere.
Una strana sensazione si stava impossessando di lui, Sandro si accorse che il suo cazzo stava avendo una leggera erezione.... non riusciva a staccare gli occhi da quelle gambe magre, e da quella trasparenza velata del vestito e dalle mutandine che si intravedevano sotto.
Accavallò le gambe, non voleva farsi scoprire dai suoi colleghi al tavolo.
Quando guardò di nuovo la ragazza, era sparita tra la folla... ne rimase stranamente deluso.
Mattino successivo, ore 6,10, eccola da lontano con il suo passo leggero sulla sabbia che si avvicina.
Sandro se ne stava seduto sulla sabbia, mancavano una 20 di metri e lei lo avrebbe raggiunto, salutato e se ne sarebbe andata come sempre.
No, quel giorno no, quel giorno sarebbe stato un giorno diverso.
>>> “buongiorno” gli disse lei quando era a 6 o 7 metri da lui, sbuffando.
>>> “ciao, ieri sera quasi non ti riconoscevo” rispose Sandro.
La ragazza si fermò.
>>> "ieri sera? Ah si, ho visto che lei era seduto con delle persone al bar, stavo parlando con i miei, loro vogliono andare a vedere i fuochi d'artificio, dopodomani , alla festa del paese"
>>> "non ci sei mai stata? È davvero una bella nottata, ci sono i fuochi, si mangia e si balla, ha sempre avuto un bel successone"
Cominciarono a parlare del più e del meno, la ragazza si chiamava ELENA, 19 anni , veniva della provincia di Verona, era in vacanza con i suoi genitori e suo fratello Marco, più parlavano e più Sandro si accorgeva che era molto disponibile al dialogo; le chiese se era qui con i suoi o anche con il ragazzo e lei innocentemente gli confidò che non ce l'aveva più, da qualche mese aveva interrotto una relazione con un suo coetaneo, che durava da 8 mesi.... dopo qualche minuto di conversazione, le presentazioni di rito, lei si era seduta vicino a lui e gli faceva delle domande sul suo lavoro e lei parlò dei suoi studi... poi Sandro si alzò in piedi e la invitò a bere un caffè o a prendersi un cappuccino, le offrì un qualche cosa, stranamente lei accettò, con quel sorriso di sempre, di tutte le mattine.
Si erano accomodati al tavolino, Sandro non visto, la guardava, in effetti non era una gran bellezza da capogiro, ma questo suo modo di fare così educato e fine, la rendeva fragile, ma allo stesso tempo graziosa.
Lei gli disse che sarebbe rimasta ancora 3-4 giorni e che poi sarebbe dovuta tornare a casa per degli esami, le vacanze per lei erano finite.
Si salutarono e si scambiarono la promessa di rivedersi la mattina seguente per un altro caffè, che lei pretese però di offrire.
Si lasciarono con un sorriso, Sandro aveva preso con un occhio di riguardo quella ragazza, forse non bella, così timida ma così a suo modo affascinante.
Sandro passò la giornata come sempre alla spiaggia. La sera verso le 21,30, come di consueto se ne stava seduto a leggere un giornale e a consumare il suo caffè, aspettando gli amici del bar, quando si sentì salutare.
Si voltò di scatto, non se l'aspettava, davanti a lui in piedi, sorridente, c'era lei, ELENA.
Sandro si alzò in piedi, rispose al saluto e la fece accomodare.
>>> "non mi aspettavo di vederti, sei qui con i tuoi genitori ?" Domandò lui
>>> "no, sono uscita sola, ogni tanto lo faccio, mi faccio una camminata sul lungomare"
rispose lei e poi guardando il caffè che Sandro stava consumando gli disse che quello lo avrebbe offerto lei, sempre con il suo sorriso.
Lui la ringraziò, dopo aver parlato tra loro e dopo aver raggiunto l'accordo che ELENA non gli avrebbe dato più del lei, ma del tu, si alzarono e fecero assieme due passi per i vicoli dei negozi di souvenir per poi arrivare in fondo al viale alberato che portava alla spiaggia, dove c'era la sala da ballo.
Si sedettero sul muricciolo, assieme ad ascoltare un po' di musica , Sandro non perse l'occasione di guardarle le gambe lasciate abbondantemente scoperte sopra le ginocchia , mentre lei era intenta a guardare dei ragazzi ballare come scatenati.
Sandro si scoprì stranamente attratto da questa giovane ragazza.
Non facendosi accorgere, spiò anche attraverso lo spiraglio della camicetta sbottonata, si scostò appena di poco e si accorse che non portava il reggiseno e che i piccoli seni appuntiti e bianchi come il latte, facevano capolino dalla camicetta .
Ascoltarono musica ancora per qualche minuto, poi d'accordo, si incamminarono giù per gli scalini che portavano al mare; dopo qualche centinaio di metri, si sedettero al buio sulla sabbia, illuminati appena dalle luci del lungomare in lontananza.
Sandro era tentato di azzardare un qualche cosa, oramai la loro confidenza li aveva portati a stare soli lontano da occhi indiscreti, ma aveva paura di commettere qualche errore, la troppa diversità di età era una sottile, invisibile barriera tra loro.
ELENA gli stava dicendo che la sera successiva sarebbe stata al molo a vedere i fuochi d'artificio e gli chiese se anche lui sarebbe andato con amici o parenti.
Lui disse di si, ma che sarebbe andato agli scogli, un luogo migliore per poter osservare meglio lo spettacolo, al che lei, incuriosita gli disse dove era quel posto e che magari sarebbe andata anche lei con i suoi.
Sandro gli disse che era poco distante da dove erano loro adesso e se voleva poteva mostrarglielo; nonostante il buio, la luna avrebbe permesso una buona visuale.
Lei accettò; dopo aver guardato l'ora, senza dire nulla seguì l'uomo.
Dopo un centinaio di metri, la sabbia iniziò a lasciare spazio a delle grandi rocce.
ELENA guardò Sandro e disse che era praticamente impossibile salire in alto per vedere meglio i fuochi, al che lui la prese per mano e le disse di seguirla.
Piano piano, l'aiutò a salire; passo dopo passo ELENA riuscì a districarsi come una vera montanara e, quando fu in cima, si guardò attorno, era uno spettacolo di luci e di luci riflesse nel mare, da li sarebbe veramente stato uno spettacolo vedere i fuochi.
Promise che l'indomani sarebbe venuta con lui nuovamente qui, a vedere lo spettacolo pirotecnico.
Si sedettero, lui accese una sigaretta e ne porse a lei, che accettò .
Fumarono in silenzio, poi quando ebbero finito, Sandro la invitò a scendere dall'altra parte, che così avrebbero accorciato la strada del ritorno.
Per farlo dovevano ridiscendere e la ragazza si aggrappava con tutte le sue forze a lui. Sandro le disse di restare ferma, saltò giù dalla roccia e invitò lei a scendere e di non aver paura; lei coraggiosamente obbedì.
Nel farlo la gonna le era salita fin quasi al ventre, mettendo in bella mostra le mutandine chiare, lui apprezzò la visione che lei le offriva e lei rispose con una risata.
Nuovamente una roccia come prima e questa volta lui la aiutò a scendere prendendola sui fianchi e anche questa volta la gonna era praticamente svanita lasciando libera visuale alle gambe nude e nuovamente le mutandine.
Per qualche attimo in più del dovuto, lui la guardò sfacciatamente tra le cosce, fino a che lei con una risata, gli disse se lo spettacolo era di suo gradimento.
Colto nel sacco, dopo una sonora risata tra i due, lui, che stava in piedi sulla roccia sotto di lei, rispose se le andava di restare ancora così, perchè di certo lui stava apprezzando lo spettacolo.
ELENA non gli rispose, si limitò a guardarlo restando ferma così, in quella posizione, con le cosce praticamente aperte e lasciando che lui la guardasse tra le gambe.
Non parlarono, non fiatarono, lui la teneva appena sui fianchi in precario equilibrio sulla roccia, lei non si muoveva di un centimetro e la cosa durò un paio di minuti .
Sandro sapeva e conosceva le donne e certi loro comportamenti, si guardò solamente un attimo attorno, era il silenzio assoluto a parte le onde del mare che si infrangevano sugli scogli sotto di loro e, dopo un solo attimo di esitazione, spostò la sua mano destra dal fianco della ragazza e la posò appena sopra il ginocchio sinistro di lei, carezzandolo leggermente, costatando la delicatezza di quella giovane creatura oramai alla sua mercè.
Non si soffermò più del dovuto, il giusto attimo per capire quale fosse la reazione di ELENA, la quale non si mosse di un centimetro e non proferì parola.
La sua mano salì sempre di pù, fino a sfiore il bordo delle mutandine all'altezza dell'inguine, la guardò nuovamente sul viso, si stava mordendo il labbro inferiore della bocca, allora delicatamente le sussurrò di sollevare il busto e lei obbedì, la lasciò anche con l'altra mano e, prendendo il lembo dello slippino bianco , lo fece scendere fino alle caviglie mettendo a nudo la figa della ragazza che nella penombra e alla luce della luna , gli si mostrava nella più completa nudità. Sandro respirava forte, ELENA aveva appoggiato le mani sulla roccia per tenersi ferma , attenta a mantenersi con le cosce oramai oscenamente aperte allo sguardo di lui, che contemplava il piccolo taglio circondato da una folta peluria scura e restando sollevata, senza pudori, mettendo in bella mostra anche lo sfintere anale.
Sandro si beò ancora qualche attimo di quello spettacolo, poi si tuffò con il viso in mezzo a quelle cosce spalancate e iniziò a lapparle la figa oramai fradicia di umori e sapori, che solo il pelo pubico sapeva donare alla lingua di lui.
Il respiro della ragazza si fece più affannoso, più pesante e man mano che la lingua di lui le perlustrava gli orifizi anali e vaginali, emetteva dei lenti lamenti che si facevano più forti..... Sandro si scostò da lei, la aiutò a scendere dalla roccia, uno davanti all'altra si accomodarono meglio e trovarono il giusto equilibrio tra due massi. Le mani di Sandro erano diventate come i tentacoli di una piovra, la stava palpando in ogni dove.
Le fece sfilare la camicetta, i due piccoli seni appuntiti apparvero come d'incanto, appoggiò la sua bocca sopra uno e poi l'altro e iniziò una forsennata leccata come aveva appena fatto alla fica; i seni erano piccoli, gli entravano perfettamente in bocca e furono oggetto della dolce sevizia da parte della lingua del uomo.
ELENA slacciò la gonna, la appoggiò accanto alla camicetta e le mutandine; era completamente nuda. Sandro si spostò indietro di qualche centimetro, la osservò, si guardarono, lei gli sorrise dolce come solo lei sapeva fare, allora lui si slacciò i bottoni della sua camicia e si sfilò i pantaloni e le mutande assieme e si lasciò guardare.
ELENA restò qualche secondo silenziosa, guardava l'uomo che le stava davanti, completamente nudo. Il possente corpo e il suo cazzo in piena erezione non erano come quelli del suo giovane fidanzatino lasciato qualche mese prima; il corpo di Sandro era piuttosto robusto e piuttosto peloso, il suo cazzo era di dimensioni superiori come lo era la grossa sacca dei testicoli.
Lui si avvicinò alla giovane 19enne, alla ragazza magrolina che gli stava davanti, che lui pensava una timida creatura fragile; era al contrario una troietta che sapeva sin dall'inizio cosa le aspettava e cosa voleva.
La baciò con una certa irruenza, era eccitatissimo, lei rispondeva al suo bacio, saettando la sua lingua nella bocca di lui per attorcigliarsi e lottare con quella dell'uomo, poi lei si inginocchiò ai piedi di Sandro e iniziò una lenta masturbazione con il cazzo dell'uomo che la lasciava fare, per poi vederla avvicinare la bocca alla sua cappella rosso fuoco, ingoiarla e succhiarla, iniziando così un pompino che durò almeno 5 minuti.
Sandro era infoiato, una gracile giovane ragazza gli stava donando tutta se stessa e in un modo oltremodo provocante e senza inibizioni.
Sandro sapeva che se fosse andata avanti, di lì a poco le avrebbe sborrato in bocca tutto il suo piacere e questo lui non lo voleva. Lentamente si chinò e le passò le mani sotto le ascelle: una piccola assatanata pesante non più di un fuscello; la fece alzare, girare e appoggiare le mani sulla fredda e umida roccia davanti a lei, divaricandole le cosce più che poteva. ELENA di suo si chinò avanti più che poteva e inarcò in su il bacino, ora era pronta per essere scopata dal grosso randello dell'uomo.
Sandro si avvicinò, ma lei voltando il capo dalla sua parte le sussurrò lievemente di lapparla ancora, così come stava.
Sandro si chinò a sua volta e si inginocchiò proprio dietro di lei, con il naso a pochissimi centimetri dal suo culo... poteva notare il bianco latte della pelle, la forma del costume da bagno, le rotondità di quel sedere, di quei glutei, constatando con non poca sorpresa che, malgrado il fisico gracile della giovane, era invece tondo e pieno... e quando la sua lingua si tuffò li in mezzo a quelle rotondità, assaporò per bene il dolce nettare della figa bagnata della ragazza. Senza tanti preamboli, invasato come mai, iniziò una lenta ma profonda leccata al piccolo forellino anale, più scuro e così morbido, per poi provare a deflorarlo con il polpastrello del suo dito medio... forzò appena la sua apertura e notò il leggero scatto in avanti di lei, che si limitò a voltare la testa per guardarlo, ma senza dire nulla, allora con due dita, iniziò una lenta penetrazione vaginale, masturbando e torturando la figa lentamente, per poi aumentare la velocità dei suoi movimenti, e con essi anche la profondità della penetrazione, cosa che lei gradì immensamente, facendolo capire con del leggeri vagiti e sospiri profondi, che con il passare dei secondi, erano veri e propri dolci lamenti di chi è prossima ad un orgasmo.
Infatti di li a poco, Sandro notò che le magre gambe della giovane donna, iniziarono a tremare e con lei tutto il corpo; allora lui sprofondò nuovamente il suo viso e la sua bocca sulla figa di lei, lappandola con colpi decisi, mentre continuava a masturbarla con le dita.
Fu lei, dopo essersi calmata, ad allontanarlo; poi si chinò nuovamente sulle ginocchia e a sua volta iniziò a masturbarlo con una mano prima e poi continuando con un pompino furioso.
Sandro era al culmine, la fece alzare e nuovamente girare, facendole appoggiare le mani sulla roccia, lei si inarcò nuovamente, il culo tondo e pieno era una calamita per l'uomo che le si avvicinò e poggiò sull'apertura della figa la rossa, calda e dura cappella del suo cazzo, che affondò piano in lei.
Dopo pochi centimetri di penetrazione, ELENA iniziò a sbuffare e a gemere, allora lui la penetrò fino in fondo e iniziò una furiosa penetrazione in quella vulva così capiente e calda.
L'uomo la teneva per i fianchi, la penetrava con forti colpi dentro di lei che guaiva come una cagna in calore. Uscì da lei per un solo attimo, puntando la cappella sul piccolo forellino scuro del buco del culo; lei si voltò a guardarlo, poi si portò le mani sui glutei e li separo l'uno dall'altro mettendo tutte le sue intimità oscenamente esposte a lui, limitandosi a sussurrargli di fare piano.
Sandro quasi non ci credeva, quella ragazza di 19 anni, così gracile, così fragile, era un vulcano in piena eruzione, era una cosa davvero inaspettata; a volte è proprio vero, le apparenze ingannano, e questo ne era un tipico e concreto esempio.
Piano, dolcemente ma con fatica, la cappella si fece spazio nello stretto canale anale, i gemiti di lei ora erano a fatica trattenuti, si facevano più forti. Sandro si guardò attorno mentre la stava penetrando, poi le diede una spinta più decisa, e poi un'altra e un'altra ancora , così gli fu dentro per tutta la lunghezza del suo cazzo.
Si fermò, restò così per qualche attimo, ELENA girò la testa, cercando la bocca di lui che la baciò e iniziarono una danza forsennata con le loro lingue, mentre il cazzo iniziava un lento avanti e indietro nel culo della ragazza.
Sandro iniziò così una furiosa scopata nel culo di lei, che sentiva stretta e bollente.
Andarono avanti così per alcuni minuti, poi lui sentì che non poteva resistere ancora molto, la lasciò, le sussurrò di prenderlo in bocca che stava per venire.
ELENA si chinò nuovamente sulle ginocchia, giusto in tempo perchè dal cazzo di lui uscirono due o tre schizzi di deliziosa crema bianca e calda, che lei riusci a prendere anche in fondo alla gola, chiudendo le sue labbra sul cazzo di lui, prosciugandolo fino all'ultima goccia, per poi, dopo averlo assaporato, deglutire.
Lui la fece alzare, si guardarono negli occhi sorridendo, la bocca di lei era ancora un po' sporca del suo sperma, ma questo era solo un dettaglio insignificante, infatti Sandro iniziò a baciarla riempiendosi la bocca del suo stesso sperma, misto alla saliva, con la la lingua saettante della ragazza che deglutendo lo ripuliva di ogni più piccola traccia di sperma.
Si staccarono l'uno dall'altra, cercarono i loro vestiti e con calma si risistemarono.
Poi di nuovo un bacio, poi un'altro più intenso, le mani di lei erano sulla patta di lui, le strusciava e gli palpavano il cazzo molle sotto la stoffa, quasi a rianimarlo. Lui allungò le mani, sollevò la gonna e dopo averle spostato i bordi laterali delle mutande, iniziò a palparle la figa e introducendo nuovamente un dito nel buco del culo ancora bollente di lei... restarono così per qualche minuto, poi fu lei a dire che era ora di andare... erano le 23,30 e i suoi sicuramente stavano pensando a dove si era cacciata.
Sandro la aiutò a ridiscendere le grandi rocce, poi dopo aver raggiunto la passeggiata del lungomare, si salutarono e si diedero appuntamento per la sera dopo, che sarebbe stata l'ultima sera per ELENA, che voleva vedere i fuochi d'artificio con lui.... che naturalmente capì a cosa alludeva.
La mattina seguente, mentre stava sistemando come sempre gli ombrelloni, con qualche minuto di anticipo la vide arrivare per la sua consueta corsa mattutina.
Si salutarono, si sedettero a fumare una sigaretta assieme parlando della sera prima. Sandro le stava appunto dicendo che non si aspettava una così infuocata serata, specialmente da una ragazza come lei... quando si sentì chiamare.
Era Samir, un ragazzo mulatto di 21 anni che di tanto in tanto aiutava Sandro nei lavori alla spiaggia e, visto che oggi era la festa del santo patrono del paese, e che si dovevano ornare di ghirlande un po' tutti i bagni pubblici e privati della spiaggia (giusto per dare un po' più di colore) era venuto ad aiutarlo, in modo da guadagnare qualche euro.
Sandro lo presentò a ELENA, lo coinvolse alla loro chiacchierata e poi andarono a fare colazione tutti e tre assieme, prima di iniziare i lavori.
Samir non le distoglieva gli occhi di dosso; anche se non era la tipica modella, ELENA emanava il suo fascino, come tutte le donne.
Sandro e lei lo notarono, allora Sandro divertito gli chiese se le piaceva ELENA e lui senza perdere un secondo rispose di si e che l'avrebbe sposata... e giù una forte risata da parte di tutti e tre.
Parlottarono ancora un po' tra loro, poi tornarono alla spiaggia, Sandro invitò il giovane ragazzo ad andare avanti, lui salutò e prima di anadare via , chiese a ELENA se la sera sarebbe andata a vedere i fuochi; lei confermò che ci sarebbe andata e Samir simpaticamente le propose di accompagnarla, al che Sandro fece finta di dargli un calcio per allontanarlo e sorprendentemente ELENA gli disse di mettersi d'accordo con lui, per uscire assieme.
Samir se ne andò correndo, borbottando qualche frase nella sua lingua, era felice, mentre Sandro guardò negli occhi la giovane ragazza, che lo guardava sorridendo.
>>> "sei sicura che debba venire con noi ?" > "bhè , che c'è di male... guarderemo i fuochi in 3"
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La ragazza della spiaggia
Come ogni mattina, Sandro andava alla spiaggia, apriva il magazzino dei suoi attrezzi, rastrellava la sabbia , faceva le solite pulizie e dopo aver aperto gli ombrelloni, portava anche i lettini e le sdraio e li sistemava sotto di essi.
E come ogni mattina, puntualmente, appena faceva la sua piccola pausa per fumarsi una sigaretta seduto in riva al mare, ecco che all'orizzonte compariva la sagoma della ragazza, puntuale come un orologio.
Le passava accanto, lo salutava e senza mai fermarsi si allontanava a passo lento, per continuare la sua camminata mattutina.
Sandro la guardava allontanarsi, fino a quando non scompariva dalla sua visuale. Aveva avuto modo di osservarla ogni mattina, non poteva dirsi una bella ragazza, il viso non era certo di una modella, anzi, era butterato, forse a causa di qualche imperfezione della pelle, il fisico era piuttosto magro, i seni piccoli, le gambe magre, ma il culetto era la parte che forse lo deliziava di più. Camminando sulla sabbia bagnata, la ragazza sculettava davvero bene, ed era davvero un piacere soffermarsi a guardarla.
Per Sandro era diventato un appuntamento mattutino... e da due settimane i loro sguardi si incrociavano ma oltre al saluto, il nulla.
Non erano mai andati oltre al "buongiorno"... forse anche perchè non ce n'era un motivo, nonostante a Sandro questo strano appuntamento mattutino lo divertiva.
Lui, Sandro, era un uomo di mezza età, sui 50 anni, lei, dato il suo fisico un pò gracile, doveva avere su per giù 19...20 anni; forse una studentessa in vacanza. Più volte si soffermò a pensare, poi appena spariva in lontananza, lui ricominciava il suo lavoro giornaliero, che a quell'ora del mattino era davvero pesante, visto che Samir il ragazzo Tunisino che lo doveva aiutare, arrivava sempre verso le 8.
Quella sera dopo cena, come sua abitudine, andava a bersi il caffè e farsi un paio di birre sul lungomare, al bar con i suoi amici. A quell'ora era sempre un andirivieni di vacanzieri, che uscivano per andare a fare la passeggiata serale; e di molti giovani, per ritrovarsi e andare a ballare all'aperto, nella "balera" adiacente alla spiaggia poco lontano da dove lui lavorava. E con sua sorpresa la vide; vide per la prima volta la ragazza del mattino, con quelli che, secondo Sandro, dovevano essere i suoi genitori.
Era abituato a vederla vestita con un paio di pantaloncini corti da bagno e un piccolo reggiseno, quando al mattino la incrociava mentre faceva la sua sgambata alla spiaggia. Ma ora indossava un vestitino azzurro, con bordi bianchi; i capelli che vedeva sempre legati, ora erano sciolti sulle spalle, il visino leggermente truccato.
Accidenti, pensò lui, è davvero molto carina.
Lei in un primo momento non si accorse di lui, poi quando i genitori si fermarono a leggere dei cartelloni pubblicitari, per la festa del santo patrono, che si sarebbe tenuta di li a pochi giorni, lei voltandosi, incrociò lo sguardo di Sandro. Prima gli fece un sorriso, poi gli fece un leggero cenno con la mano, in segno di saluto. E si voltò a rispondere ai genitori .
Sandro per un attimo si sentì strano, una ragazza così bruttina si era trasformata in un fiore, e poi quel sorriso... la guardò da dietro, il vestito era di stoffa leggera e, quando la ragazza si chinò in avanti, dalla trasparenza della gonna e complice un leggero gioco di luci dei lampioni, vide la forma delle mutandine bianche che le modellavano il sedere.
Una strana sensazione si stava impossessando di lui, Sandro si accorse che il suo cazzo stava avendo una leggera erezione.... non riusciva a staccare gli occhi da quelle gambe magre, e da quella trasparenza velata del vestito e dalle mutandine che si intravedevano sotto.
Accavallò le gambe, non voleva farsi scoprire dai suoi colleghi al tavolo.
Quando guardò di nuovo la ragazza, era sparita tra la folla... ne rimase stranamente deluso.
Mattino successivo, ore 6,10, eccola da lontano con il suo passo leggero sulla sabbia che si avvicina.
Sandro se ne stava seduto sulla sabbia, mancavano una 20 di metri e lei lo avrebbe raggiunto, salutato e se ne sarebbe andata come sempre.
No, quel giorno no, quel giorno sarebbe stato un giorno diverso.
>>> “buongiorno” gli disse lei quando era a 6 o 7 metri da lui, sbuffando.
>>> “ciao, ieri sera quasi non ti riconoscevo” rispose Sandro.
La ragazza si fermò.
>>> "ieri sera? Ah si, ho visto che lei era seduto con delle persone al bar, stavo parlando con i miei, loro vogliono andare a vedere i fuochi d'artificio, dopodomani , alla festa del paese"
>>> "non ci sei mai stata? È davvero una bella nottata, ci sono i fuochi, si mangia e si balla, ha sempre avuto un bel successone"
Cominciarono a parlare del più e del meno, la ragazza si chiamava ELENA, 19 anni , veniva della provincia di Verona, era in vacanza con i suoi genitori e suo fratello Marco, più parlavano e più Sandro si accorgeva che era molto disponibile al dialogo; le chiese se era qui con i suoi o anche con il ragazzo e lei innocentemente gli confidò che non ce l'aveva più, da qualche mese aveva interrotto una relazione con un suo coetaneo, che durava da 8 mesi.... dopo qualche minuto di conversazione, le presentazioni di rito, lei si era seduta vicino a lui e gli faceva delle domande sul suo lavoro e lei parlò dei suoi studi... poi Sandro si alzò in piedi e la invitò a bere un caffè o a prendersi un cappuccino, le offrì un qualche cosa, stranamente lei accettò, con quel sorriso di sempre, di tutte le mattine.
Si erano accomodati al tavolino, Sandro non visto, la guardava, in effetti non era una gran bellezza da capogiro, ma questo suo modo di fare così educato e fine, la rendeva fragile, ma allo stesso tempo graziosa.
Lei gli disse che sarebbe rimasta ancora 3-4 giorni e che poi sarebbe dovuta tornare a casa per degli esami, le vacanze per lei erano finite.
Si salutarono e si scambiarono la promessa di rivedersi la mattina seguente per un altro caffè, che lei pretese però di offrire.
Si lasciarono con un sorriso, Sandro aveva preso con un occhio di riguardo quella ragazza, forse non bella, così timida ma così a suo modo affascinante.
Sandro passò la giornata come sempre alla spiaggia. La sera verso le 21,30, come di consueto se ne stava seduto a leggere un giornale e a consumare il suo caffè, aspettando gli amici del bar, quando si sentì salutare.
Si voltò di scatto, non se l'aspettava, davanti a lui in piedi, sorridente, c'era lei, ELENA.
Sandro si alzò in piedi, rispose al saluto e la fece accomodare.
>>> "non mi aspettavo di vederti, sei qui con i tuoi genitori ?" Domandò lui
>>> "no, sono uscita sola, ogni tanto lo faccio, mi faccio una camminata sul lungomare"
rispose lei e poi guardando il caffè che Sandro stava consumando gli disse che quello lo avrebbe offerto lei, sempre con il suo sorriso.
Lui la ringraziò, dopo aver parlato tra loro e dopo aver raggiunto l'accordo che ELENA non gli avrebbe dato più del lei, ma del tu, si alzarono e fecero assieme due passi per i vicoli dei negozi di souvenir per poi arrivare in fondo al viale alberato che portava alla spiaggia, dove c'era la sala da ballo.
Si sedettero sul muricciolo, assieme ad ascoltare un po' di musica , Sandro non perse l'occasione di guardarle le gambe lasciate abbondantemente scoperte sopra le ginocchia , mentre lei era intenta a guardare dei ragazzi ballare come scatenati.
Sandro si scoprì stranamente attratto da questa giovane ragazza.
Non facendosi accorgere, spiò anche attraverso lo spiraglio della camicetta sbottonata, si scostò appena di poco e si accorse che non portava il reggiseno e che i piccoli seni appuntiti e bianchi come il latte, facevano capolino dalla camicetta .
Ascoltarono musica ancora per qualche minuto, poi d'accordo, si incamminarono giù per gli scalini che portavano al mare; dopo qualche centinaio di metri, si sedettero al buio sulla sabbia, illuminati appena dalle luci del lungomare in lontananza.
Sandro era tentato di azzardare un qualche cosa, oramai la loro confidenza li aveva portati a stare soli lontano da occhi indiscreti, ma aveva paura di commettere qualche errore, la troppa diversità di età era una sottile, invisibile barriera tra loro.
ELENA gli stava dicendo che la sera successiva sarebbe stata al molo a vedere i fuochi d'artificio e gli chiese se anche lui sarebbe andato con amici o parenti.
Lui disse di si, ma che sarebbe andato agli scogli, un luogo migliore per poter osservare meglio lo spettacolo, al che lei, incuriosita gli disse dove era quel posto e che magari sarebbe andata anche lei con i suoi.
Sandro gli disse che era poco distante da dove erano loro adesso e se voleva poteva mostrarglielo; nonostante il buio, la luna avrebbe permesso una buona visuale.
Lei accettò; dopo aver guardato l'ora, senza dire nulla seguì l'uomo.
Dopo un centinaio di metri, la sabbia iniziò a lasciare spazio a delle grandi rocce.
ELENA guardò Sandro e disse che era praticamente impossibile salire in alto per vedere meglio i fuochi, al che lui la prese per mano e le disse di seguirla.
Piano piano, l'aiutò a salire; passo dopo passo ELENA riuscì a districarsi come una vera montanara e, quando fu in cima, si guardò attorno, era uno spettacolo di luci e di luci riflesse nel mare, da li sarebbe veramente stato uno spettacolo vedere i fuochi.
Promise che l'indomani sarebbe venuta con lui nuovamente qui, a vedere lo spettacolo pirotecnico.
Si sedettero, lui accese una sigaretta e ne porse a lei, che accettò .
Fumarono in silenzio, poi quando ebbero finito, Sandro la invitò a scendere dall'altra parte, che così avrebbero accorciato la strada del ritorno.
Per farlo dovevano ridiscendere e la ragazza si aggrappava con tutte le sue forze a lui. Sandro le disse di restare ferma, saltò giù dalla roccia e invitò lei a scendere e di non aver paura; lei coraggiosamente obbedì.
Nel farlo la gonna le era salita fin quasi al ventre, mettendo in bella mostra le mutandine chiare, lui apprezzò la visione che lei le offriva e lei rispose con una risata.
Nuovamente una roccia come prima e questa volta lui la aiutò a scendere prendendola sui fianchi e anche questa volta la gonna era praticamente svanita lasciando libera visuale alle gambe nude e nuovamente le mutandine.
Per qualche attimo in più del dovuto, lui la guardò sfacciatamente tra le cosce, fino a che lei con una risata, gli disse se lo spettacolo era di suo gradimento.
Colto nel sacco, dopo una sonora risata tra i due, lui, che stava in piedi sulla roccia sotto di lei, rispose se le andava di restare ancora così, perchè di certo lui stava apprezzando lo spettacolo.
ELENA non gli rispose, si limitò a guardarlo restando ferma così, in quella posizione, con le cosce praticamente aperte e lasciando che lui la guardasse tra le gambe.
Non parlarono, non fiatarono, lui la teneva appena sui fianchi in precario equilibrio sulla roccia, lei non si muoveva di un centimetro e la cosa durò un paio di minuti .
Sandro sapeva e conosceva le donne e certi loro comportamenti, si guardò solamente un attimo attorno, era il silenzio assoluto a parte le onde del mare che si infrangevano sugli scogli sotto di loro e, dopo un solo attimo di esitazione, spostò la sua mano destra dal fianco della ragazza e la posò appena sopra il ginocchio sinistro di lei, carezzandolo leggermente, costatando la delicatezza di quella giovane creatura oramai alla sua mercè.
Non si soffermò più del dovuto, il giusto attimo per capire quale fosse la reazione di ELENA, la quale non si mosse di un centimetro e non proferì parola.
La sua mano salì sempre di pù, fino a sfiore il bordo delle mutandine all'altezza dell'inguine, la guardò nuovamente sul viso, si stava mordendo il labbro inferiore della bocca, allora delicatamente le sussurrò di sollevare il busto e lei obbedì, la lasciò anche con l'altra mano e, prendendo il lembo dello slippino bianco , lo fece scendere fino alle caviglie mettendo a nudo la figa della ragazza che nella penombra e alla luce della luna , gli si mostrava nella più completa nudità. Sandro respirava forte, ELENA aveva appoggiato le mani sulla roccia per tenersi ferma , attenta a mantenersi con le cosce oramai oscenamente aperte allo sguardo di lui, che contemplava il piccolo taglio circondato da una folta peluria scura e restando sollevata, senza pudori, mettendo in bella mostra anche lo sfintere anale.
Sandro si beò ancora qualche attimo di quello spettacolo, poi si tuffò con il viso in mezzo a quelle cosce spalancate e iniziò a lapparle la figa oramai fradicia di umori e sapori, che solo il pelo pubico sapeva donare alla lingua di lui.
Il respiro della ragazza si fece più affannoso, più pesante e man mano che la lingua di lui le perlustrava gli orifizi anali e vaginali, emetteva dei lenti lamenti che si facevano più forti..... Sandro si scostò da lei, la aiutò a scendere dalla roccia, uno davanti all'altra si accomodarono meglio e trovarono il giusto equilibrio tra due massi. Le mani di Sandro erano diventate come i tentacoli di una piovra, la stava palpando in ogni dove.
Le fece sfilare la camicetta, i due piccoli seni appuntiti apparvero come d'incanto, appoggiò la sua bocca sopra uno e poi l'altro e iniziò una forsennata leccata come aveva appena fatto alla fica; i seni erano piccoli, gli entravano perfettamente in bocca e furono oggetto della dolce sevizia da parte della lingua del uomo.
ELENA slacciò la gonna, la appoggiò accanto alla camicetta e le mutandine; era completamente nuda. Sandro si spostò indietro di qualche centimetro, la osservò, si guardarono, lei gli sorrise dolce come solo lei sapeva fare, allora lui si slacciò i bottoni della sua camicia e si sfilò i pantaloni e le mutande assieme e si lasciò guardare.
ELENA restò qualche secondo silenziosa, guardava l'uomo che le stava davanti, completamente nudo. Il possente corpo e il suo cazzo in piena erezione non erano come quelli del suo giovane fidanzatino lasciato qualche mese prima; il corpo di Sandro era piuttosto robusto e piuttosto peloso, il suo cazzo era di dimensioni superiori come lo era la grossa sacca dei testicoli.
Lui si avvicinò alla giovane 19enne, alla ragazza magrolina che gli stava davanti, che lui pensava una timida creatura fragile; era al contrario una troietta che sapeva sin dall'inizio cosa le aspettava e cosa voleva.
La baciò con una certa irruenza, era eccitatissimo, lei rispondeva al suo bacio, saettando la sua lingua nella bocca di lui per attorcigliarsi e lottare con quella dell'uomo, poi lei si inginocchiò ai piedi di Sandro e iniziò una lenta masturbazione con il cazzo dell'uomo che la lasciava fare, per poi vederla avvicinare la bocca alla sua cappella rosso fuoco, ingoiarla e succhiarla, iniziando così un pompino che durò almeno 5 minuti.
Sandro era infoiato, una gracile giovane ragazza gli stava donando tutta se stessa e in un modo oltremodo provocante e senza inibizioni.
Sandro sapeva che se fosse andata avanti, di lì a poco le avrebbe sborrato in bocca tutto il suo piacere e questo lui non lo voleva. Lentamente si chinò e le passò le mani sotto le ascelle: una piccola assatanata pesante non più di un fuscello; la fece alzare, girare e appoggiare le mani sulla fredda e umida roccia davanti a lei, divaricandole le cosce più che poteva. ELENA di suo si chinò avanti più che poteva e inarcò in su il bacino, ora era pronta per essere scopata dal grosso randello dell'uomo.
Sandro si avvicinò, ma lei voltando il capo dalla sua parte le sussurrò lievemente di lapparla ancora, così come stava.
Sandro si chinò a sua volta e si inginocchiò proprio dietro di lei, con il naso a pochissimi centimetri dal suo culo... poteva notare il bianco latte della pelle, la forma del costume da bagno, le rotondità di quel sedere, di quei glutei, constatando con non poca sorpresa che, malgrado il fisico gracile della giovane, era invece tondo e pieno... e quando la sua lingua si tuffò li in mezzo a quelle rotondità, assaporò per bene il dolce nettare della figa bagnata della ragazza. Senza tanti preamboli, invasato come mai, iniziò una lenta ma profonda leccata al piccolo forellino anale, più scuro e così morbido, per poi provare a deflorarlo con il polpastrello del suo dito medio... forzò appena la sua apertura e notò il leggero scatto in avanti di lei, che si limitò a voltare la testa per guardarlo, ma senza dire nulla, allora con due dita, iniziò una lenta penetrazione vaginale, masturbando e torturando la figa lentamente, per poi aumentare la velocità dei suoi movimenti, e con essi anche la profondità della penetrazione, cosa che lei gradì immensamente, facendolo capire con del leggeri vagiti e sospiri profondi, che con il passare dei secondi, erano veri e propri dolci lamenti di chi è prossima ad un orgasmo.
Infatti di li a poco, Sandro notò che le magre gambe della giovane donna, iniziarono a tremare e con lei tutto il corpo; allora lui sprofondò nuovamente il suo viso e la sua bocca sulla figa di lei, lappandola con colpi decisi, mentre continuava a masturbarla con le dita.
Fu lei, dopo essersi calmata, ad allontanarlo; poi si chinò nuovamente sulle ginocchia e a sua volta iniziò a masturbarlo con una mano prima e poi continuando con un pompino furioso.
Sandro era al culmine, la fece alzare e nuovamente girare, facendole appoggiare le mani sulla roccia, lei si inarcò nuovamente, il culo tondo e pieno era una calamita per l'uomo che le si avvicinò e poggiò sull'apertura della figa la rossa, calda e dura cappella del suo cazzo, che affondò piano in lei.
Dopo pochi centimetri di penetrazione, ELENA iniziò a sbuffare e a gemere, allora lui la penetrò fino in fondo e iniziò una furiosa penetrazione in quella vulva così capiente e calda.
L'uomo la teneva per i fianchi, la penetrava con forti colpi dentro di lei che guaiva come una cagna in calore. Uscì da lei per un solo attimo, puntando la cappella sul piccolo forellino scuro del buco del culo; lei si voltò a guardarlo, poi si portò le mani sui glutei e li separo l'uno dall'altro mettendo tutte le sue intimità oscenamente esposte a lui, limitandosi a sussurrargli di fare piano.
Sandro quasi non ci credeva, quella ragazza di 19 anni, così gracile, così fragile, era un vulcano in piena eruzione, era una cosa davvero inaspettata; a volte è proprio vero, le apparenze ingannano, e questo ne era un tipico e concreto esempio.
Piano, dolcemente ma con fatica, la cappella si fece spazio nello stretto canale anale, i gemiti di lei ora erano a fatica trattenuti, si facevano più forti. Sandro si guardò attorno mentre la stava penetrando, poi le diede una spinta più decisa, e poi un'altra e un'altra ancora , così gli fu dentro per tutta la lunghezza del suo cazzo.
Si fermò, restò così per qualche attimo, ELENA girò la testa, cercando la bocca di lui che la baciò e iniziarono una danza forsennata con le loro lingue, mentre il cazzo iniziava un lento avanti e indietro nel culo della ragazza.
Sandro iniziò così una furiosa scopata nel culo di lei, che sentiva stretta e bollente.
Andarono avanti così per alcuni minuti, poi lui sentì che non poteva resistere ancora molto, la lasciò, le sussurrò di prenderlo in bocca che stava per venire.
ELENA si chinò nuovamente sulle ginocchia, giusto in tempo perchè dal cazzo di lui uscirono due o tre schizzi di deliziosa crema bianca e calda, che lei riusci a prendere anche in fondo alla gola, chiudendo le sue labbra sul cazzo di lui, prosciugandolo fino all'ultima goccia, per poi, dopo averlo assaporato, deglutire.
Lui la fece alzare, si guardarono negli occhi sorridendo, la bocca di lei era ancora un po' sporca del suo sperma, ma questo era solo un dettaglio insignificante, infatti Sandro iniziò a baciarla riempiendosi la bocca del suo stesso sperma, misto alla saliva, con la la lingua saettante della ragazza che deglutendo lo ripuliva di ogni più piccola traccia di sperma.
Si staccarono l'uno dall'altra, cercarono i loro vestiti e con calma si risistemarono.
Poi di nuovo un bacio, poi un'altro più intenso, le mani di lei erano sulla patta di lui, le strusciava e gli palpavano il cazzo molle sotto la stoffa, quasi a rianimarlo. Lui allungò le mani, sollevò la gonna e dopo averle spostato i bordi laterali delle mutande, iniziò a palparle la figa e introducendo nuovamente un dito nel buco del culo ancora bollente di lei... restarono così per qualche minuto, poi fu lei a dire che era ora di andare... erano le 23,30 e i suoi sicuramente stavano pensando a dove si era cacciata.
Sandro la aiutò a ridiscendere le grandi rocce, poi dopo aver raggiunto la passeggiata del lungomare, si salutarono e si diedero appuntamento per la sera dopo, che sarebbe stata l'ultima sera per ELENA, che voleva vedere i fuochi d'artificio con lui.... che naturalmente capì a cosa alludeva.
La mattina seguente, mentre stava sistemando come sempre gli ombrelloni, con qualche minuto di anticipo la vide arrivare per la sua consueta corsa mattutina.
Si salutarono, si sedettero a fumare una sigaretta assieme parlando della sera prima. Sandro le stava appunto dicendo che non si aspettava una così infuocata serata, specialmente da una ragazza come lei... quando si sentì chiamare.
Era Samir, un ragazzo mulatto di 21 anni che di tanto in tanto aiutava Sandro nei lavori alla spiaggia e, visto che oggi era la festa del santo patrono del paese, e che si dovevano ornare di ghirlande un po' tutti i bagni pubblici e privati della spiaggia (giusto per dare un po' più di colore) era venuto ad aiutarlo, in modo da guadagnare qualche euro.
Sandro lo presentò a ELENA, lo coinvolse alla loro chiacchierata e poi andarono a fare colazione tutti e tre assieme, prima di iniziare i lavori.
Samir non le distoglieva gli occhi di dosso; anche se non era la tipica modella, ELENA emanava il suo fascino, come tutte le donne.
Sandro e lei lo notarono, allora Sandro divertito gli chiese se le piaceva ELENA e lui senza perdere un secondo rispose di si e che l'avrebbe sposata... e giù una forte risata da parte di tutti e tre.
Parlottarono ancora un po' tra loro, poi tornarono alla spiaggia, Sandro invitò il giovane ragazzo ad andare avanti, lui salutò e prima di anadare via , chiese a ELENA se la sera sarebbe andata a vedere i fuochi; lei confermò che ci sarebbe andata e Samir simpaticamente le propose di accompagnarla, al che Sandro fece finta di dargli un calcio per allontanarlo e sorprendentemente ELENA gli disse di mettersi d'accordo con lui, per uscire assieme.
Samir se ne andò correndo, borbottando qualche frase nella sua lingua, era felice, mentre Sandro guardò negli occhi la giovane ragazza, che lo guardava sorridendo.
>>> "sei sicura che debba venire con noi ?" > "bhè , che c'è di male... guarderemo i fuochi in 3"
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