Dalle ripetizioni a Lucia
di
Bunta
genere
prime esperienze
Mi chiamo Marco, ho 20 anni ed i fatti risalgono a poco più di un anno fa, in quel weekend avevo casa libera, poiché i miei erano partiti per festeggiare l'anniversario.
Era il 12 gennaio, studiavo per gli esami all'università, la sera mi sarei dovuto vedere con Martina, la mia ragazza, frequentavamo lo stesso corso e per distrarla un po' avevo deciso di portarla ad una cenetta romantica. Al mattino però ricevetti un messaggio da Lucia, una ragazzina di 15 anni a cui facevo ripetizioni di matematica,conservo ancora quel messaggio e posso quindi citarvelo.
"Ciao Marco, scusa se ti scrivo con così poco preavviso, lunedì ho verifica di mate e non riesco a fare niente, posso fare un salto da te oggi?"
Le risposi che non c'era problema e che sarebbe potuta venire per le 4; Lucia era certamente una ragazza di bell'aspetto, non esageratamente grassa ma già con una terza abbondante che la faceva sembrare più grande di due o tre anni, e aveva anche dei bellissimi capelli rossi, malgrado tutto ciò l'idea che tra noi due ci potesse essere qualcosa non mi era passata nemmeno per l'anticamera del cervello, sia per il fatto di essere fidanzato sia per la differenza di età che ai miei occhi era un abisso.
Quando sentii suonare il campanello dovetti interrompere i miei studi, e appena aprii la pprta vidi lei,
"Ciao, vieni, entra pure."
"Ciao, scusami ancora per il poco preavviso"
Mi rispose lei sorridendomi mentre entrava in casa, si tolse il woolrich e notai con sorpresa che indossava un vestito bianco a onde che partiva da sopra le ginocchia e saliva fermandosi al seno, senza spalline, lasciando così i capelli liberi di accarezzarle le spalle evidenziando quel suo seno prosperoso; inoltre undossava delle scarpe nere con i tacchi, sul braccio destro indossava un bracciale di finto oro che copriva circa dal polso a dieci centimetri più in alto, un velo di trucco le copriva il volto addolcendole i lineamenti e il lucida labbra illuminava la sua bocca carnosa.
"Scusa se non sono vestita proprio casual ma dopo ripetizioni vado direttamente ad una festa."
"Ma va, scusa per cosa? Vai tranquilla"
"Allora ne approfitto" riprese lei " Secondo te che sei un ragazzo, sto bene? Ti piace come mi sono vestita?"
"Sisi" le risposi io annuendo e guidandola verso camera mia.
Lei si sedette alla mia sinistra, iniziai subito a spiegare, ma alla 6 mi fermai, il tempo a disposizione era finito, dovevo prepararmi per la cena a sorpresa con Martina, così cercai di liquidarla con i soliti incoraggiamenti.
"Bhé, direi che abbiamo lavorato bene, mi sembri ben preparata per la verifica, son sicuro che andrà bene, hai ancora qualcosa da chiedermi?".
Lei non rispose subito, però mi mise la mano destra a metà tra ginocchio e inguine, io rimasi stupito da questo gesto, rimasi come folgorato per una manciata di secondi guardandola negli occhi, quando ero sul punto di chiederle spiegazioni lei, probabilmente interpretando il mio silenzio come un assenso, sospirò e mi baciò. Io rimasi impietrito, la lasciai fare per un paio di secondi poi mi allontanai dalla sua bocca.
"Ma Lucia?! Sei impazzita? Lo sai che sono fidanzato!! Cosa cazzo ti è venuto in mente?"
"Scusa, è che tu mi piaci troppo, ormai è già da un paio di mesi che non ce la faccio più, non devo andare da nessuna parte dopo, mi sono vestita così solo per te."
E dicendo queste parole iniziò a singhiozzare, di fronte a ciò non riuscii a rimanere insensibile, mi riavvicinai e la abbracciai dicendole
"Dai, scusami, sono stato un po' troppo brusco, ho esagerato.... Facciamo finta che non sia successo niente e amici come prima."
Abbracciandola sentii le sue tette premere contro il mio corpo e questa sensazione risveglió tutte le mie voglie, e non solo quelle.
"No"rispose lei, "io voglio stare con te, non ce la faccio più" e appena finito di parlare tornò a baciarmi.
Questa volta non mi ritirai, anzi, fui io a cercarla con la lingue, e lei, prima timidamente poi con sempre più passione mi rispose; continuammo a baciarci senza dirci nulla per un paio di minuti, quando poi ci fermammo tornai a parlarle, "ascolta, per sta sera avevo prenotato un ristorantino in centro per me e Martina, ti andrebbe di venirci con me?" Lucia mi baciò ancora una volta prima si annuirmi sorridendo.
"Allora aspettami in salotto, chiamo Martina e la avviso che mi è venuta la febbre e mi preparo, se vuoi nel frattempo puoi leggere o guardare la tv o fare qualsiasi cosa".
Così avvisai Martina, mi feci una doccia, mi misi una camicia nera, un paio di jeans e la giacca, presi le chiavi della macchina e tornai in salotto, Lucia era seduta sul divano con le gambe accavallate intenta a giocherellare con il telecomando. Il ristorante era veramente romantico, luci basse, musica classica in sottofondo e l'immancabile candela accesa sul tavolo.
Lucia era al settimo cielo, continuava a ripetere che non avrebbe mai pensato a una cosa del genere, di essere felicissima e che ero esattamente il ragazzo che si immaginava. Dopo la cena tornammo a casa in macchina, durante il viaggio Lucia mi fece la più innocente delle domande
"Ora lascerai Martina e ci metteremo insieme?"
"Non per un bacio."
"Ah."
Per alcuni istanti in macchina regnò un silenzio imbarazzante, poi ripresi a parlare.
"Ai tuoi cos' hai detto?"
"Che venivo da te a ripetizioni e poi andavo al compleanno di Erika."
"Bhé, io sono solo in casa e di spazio ce n'è, potresti dirgli che ti fermi da Erika a dormire no?"
"Già" mi rispose con tono rassegnato; così prese il cellulare e avvisó i suoi che accettarono senza fare troppe storie. Appena entrati in casa ci togliemmo le giacche e tornammo a baciarci, la guidai fino in camera da letto, lì ci togliemmo le scarpe, lei mi sbottonó la camicia, mi slaccio i pantaloni e mi spoglió finché non rimasi in mutande, io dopo averla baciata sul collo le abbassai la zip del vestito, si tolse le collant rimanendo solo con le mutandine in piedi davanti a me.
Continuammo a baciarci d'in piedi ancora per un po' finché notai che tremava,così le chiesi
"Perché tremi?"
"Perché ho paura, è la prima volta." Mi riapose arrossendo.
"Stai tranquilla, è una cosa bellissima, non devi aver paura."
Così la feci coricare, le sfilai le mutandine e iniziai a giocherellare con la sua fichetta con due dita, ancora non era bagnata e lei era parecchio tesa, così aspettai un po' per metterla a suo agio, poi iniziai a leccargliela salendo dalle labbra fino al clitoride, dopo poco venne tra i gemiti, così risalii il suo ventre, dedicai la mia lingua ai suoi capezzoli e la baciai. Poi la feci alzare, mi sdraiai, mi abbassai le mutande e le dissi
"Ora tocca a te"
I miei 20cm erano già duri come il marmo, lei senza dire nulla iniziò a farmi una sega, prima piano, poi sempre più forte, dopo poco la fermai, ci baciammo, e le dissi "Dai, ora prendilo in bocca."
Lei eseguì dubbiosamente, all'inizio non fu un granché, poi iniziò ad usare la lingua, allora le misi le mani sulla testa e iniziai a dare colpi coi reni, quando venni lei fece per ritrarsi ma io la trattenni innondandole la bocca e costringendola ad ingoiare, non senza qualche difficoltà. Passammo i minuti seguenti a farci le coccole, poi appena tornai efficente le chiesi "Lu sei pronta? Te la senti?"
"Si" rispose lei timorosamente, così mi misi il preservativo, le misi un asciugamano sotto e le sussurrai
"visto che è la prima volta potrebbe fare un po' male ma devi resistere"
Lei annuì, così le aprii le cosce e cercai di metterlo dentro ma era veramente troppo stretta, dopo i primi tre tentativi ero sul punto di arrendermi quando con un colpo secco riuscii a farlo entrare, leo tirò un urlo che probabilmente svegliò tutto il viconato. Dentro era strettissima, tanto da far quasi malgrado fosse abbondantemente bagnata, rimasi fermo per un bel po' per darle tempo di abituarsi ad avermi dentro, nel frattempo ci baciammo più volte sebbene lei mantenesse un atteggiamento più passivo. Quando cominciai a muovermi iniziò ad emettere dei gridolini, che molto lentamente arrivarono ad essere gemiti di piacere in contemporanea con l'orgasmo di entrambi.
Quando lo tolsi notai una macchia di sangue sull'asciugamano e varie tracce sul preservativo, le notò anche lei, tanto che decise di andarsi a dare una rinfrescata.
Io la aspettai seduto sul letto, dopo pochi minuti mi tornò duro, e dopo poco Lucia uscì dal bagno, venne verso di me e mi disse
"Dai, mettiti un altro preservativo e continuiamo"
Sorpreso da queste parole mi allungai verso il comodino, ma, aperto il cassetto mi accorsi subito che la scatola era vuota, così mi affrettai a proporre una soluzione.
"Li ho finiti... però ti posso venire dentro e domani ti porto al consultorio."
"Ah, va bene"
In realtà non credo avesse veramente capito, ad ogni modo mi fece rimettere seduto, lei lentamente si sedette sopra di me, guidando il mio cazzo dentro di sé tra una moltitudine di smorfie. Quando finalmente fu del tutto dentro mi baciò e iniziò a muoversi, questa volta era lei ad avere le redini del gioco e mi fece venire dopo poco, devo ammettere che la sensazione di venire dentro una fica così stretta e la consapevolezza di essere il primo a farlo fu una cosa bellissima. Appena venni lei ai sfiló e si lasció cadere sul letto, io la abbracciai da dietro e le sussurrai "Ti amo".
Se volete sapere com'è proseguita la storia con Martina e con Lucia chiedete nei commenti.
Era il 12 gennaio, studiavo per gli esami all'università, la sera mi sarei dovuto vedere con Martina, la mia ragazza, frequentavamo lo stesso corso e per distrarla un po' avevo deciso di portarla ad una cenetta romantica. Al mattino però ricevetti un messaggio da Lucia, una ragazzina di 15 anni a cui facevo ripetizioni di matematica,conservo ancora quel messaggio e posso quindi citarvelo.
"Ciao Marco, scusa se ti scrivo con così poco preavviso, lunedì ho verifica di mate e non riesco a fare niente, posso fare un salto da te oggi?"
Le risposi che non c'era problema e che sarebbe potuta venire per le 4; Lucia era certamente una ragazza di bell'aspetto, non esageratamente grassa ma già con una terza abbondante che la faceva sembrare più grande di due o tre anni, e aveva anche dei bellissimi capelli rossi, malgrado tutto ciò l'idea che tra noi due ci potesse essere qualcosa non mi era passata nemmeno per l'anticamera del cervello, sia per il fatto di essere fidanzato sia per la differenza di età che ai miei occhi era un abisso.
Quando sentii suonare il campanello dovetti interrompere i miei studi, e appena aprii la pprta vidi lei,
"Ciao, vieni, entra pure."
"Ciao, scusami ancora per il poco preavviso"
Mi rispose lei sorridendomi mentre entrava in casa, si tolse il woolrich e notai con sorpresa che indossava un vestito bianco a onde che partiva da sopra le ginocchia e saliva fermandosi al seno, senza spalline, lasciando così i capelli liberi di accarezzarle le spalle evidenziando quel suo seno prosperoso; inoltre undossava delle scarpe nere con i tacchi, sul braccio destro indossava un bracciale di finto oro che copriva circa dal polso a dieci centimetri più in alto, un velo di trucco le copriva il volto addolcendole i lineamenti e il lucida labbra illuminava la sua bocca carnosa.
"Scusa se non sono vestita proprio casual ma dopo ripetizioni vado direttamente ad una festa."
"Ma va, scusa per cosa? Vai tranquilla"
"Allora ne approfitto" riprese lei " Secondo te che sei un ragazzo, sto bene? Ti piace come mi sono vestita?"
"Sisi" le risposi io annuendo e guidandola verso camera mia.
Lei si sedette alla mia sinistra, iniziai subito a spiegare, ma alla 6 mi fermai, il tempo a disposizione era finito, dovevo prepararmi per la cena a sorpresa con Martina, così cercai di liquidarla con i soliti incoraggiamenti.
"Bhé, direi che abbiamo lavorato bene, mi sembri ben preparata per la verifica, son sicuro che andrà bene, hai ancora qualcosa da chiedermi?".
Lei non rispose subito, però mi mise la mano destra a metà tra ginocchio e inguine, io rimasi stupito da questo gesto, rimasi come folgorato per una manciata di secondi guardandola negli occhi, quando ero sul punto di chiederle spiegazioni lei, probabilmente interpretando il mio silenzio come un assenso, sospirò e mi baciò. Io rimasi impietrito, la lasciai fare per un paio di secondi poi mi allontanai dalla sua bocca.
"Ma Lucia?! Sei impazzita? Lo sai che sono fidanzato!! Cosa cazzo ti è venuto in mente?"
"Scusa, è che tu mi piaci troppo, ormai è già da un paio di mesi che non ce la faccio più, non devo andare da nessuna parte dopo, mi sono vestita così solo per te."
E dicendo queste parole iniziò a singhiozzare, di fronte a ciò non riuscii a rimanere insensibile, mi riavvicinai e la abbracciai dicendole
"Dai, scusami, sono stato un po' troppo brusco, ho esagerato.... Facciamo finta che non sia successo niente e amici come prima."
Abbracciandola sentii le sue tette premere contro il mio corpo e questa sensazione risveglió tutte le mie voglie, e non solo quelle.
"No"rispose lei, "io voglio stare con te, non ce la faccio più" e appena finito di parlare tornò a baciarmi.
Questa volta non mi ritirai, anzi, fui io a cercarla con la lingue, e lei, prima timidamente poi con sempre più passione mi rispose; continuammo a baciarci senza dirci nulla per un paio di minuti, quando poi ci fermammo tornai a parlarle, "ascolta, per sta sera avevo prenotato un ristorantino in centro per me e Martina, ti andrebbe di venirci con me?" Lucia mi baciò ancora una volta prima si annuirmi sorridendo.
"Allora aspettami in salotto, chiamo Martina e la avviso che mi è venuta la febbre e mi preparo, se vuoi nel frattempo puoi leggere o guardare la tv o fare qualsiasi cosa".
Così avvisai Martina, mi feci una doccia, mi misi una camicia nera, un paio di jeans e la giacca, presi le chiavi della macchina e tornai in salotto, Lucia era seduta sul divano con le gambe accavallate intenta a giocherellare con il telecomando. Il ristorante era veramente romantico, luci basse, musica classica in sottofondo e l'immancabile candela accesa sul tavolo.
Lucia era al settimo cielo, continuava a ripetere che non avrebbe mai pensato a una cosa del genere, di essere felicissima e che ero esattamente il ragazzo che si immaginava. Dopo la cena tornammo a casa in macchina, durante il viaggio Lucia mi fece la più innocente delle domande
"Ora lascerai Martina e ci metteremo insieme?"
"Non per un bacio."
"Ah."
Per alcuni istanti in macchina regnò un silenzio imbarazzante, poi ripresi a parlare.
"Ai tuoi cos' hai detto?"
"Che venivo da te a ripetizioni e poi andavo al compleanno di Erika."
"Bhé, io sono solo in casa e di spazio ce n'è, potresti dirgli che ti fermi da Erika a dormire no?"
"Già" mi rispose con tono rassegnato; così prese il cellulare e avvisó i suoi che accettarono senza fare troppe storie. Appena entrati in casa ci togliemmo le giacche e tornammo a baciarci, la guidai fino in camera da letto, lì ci togliemmo le scarpe, lei mi sbottonó la camicia, mi slaccio i pantaloni e mi spoglió finché non rimasi in mutande, io dopo averla baciata sul collo le abbassai la zip del vestito, si tolse le collant rimanendo solo con le mutandine in piedi davanti a me.
Continuammo a baciarci d'in piedi ancora per un po' finché notai che tremava,così le chiesi
"Perché tremi?"
"Perché ho paura, è la prima volta." Mi riapose arrossendo.
"Stai tranquilla, è una cosa bellissima, non devi aver paura."
Così la feci coricare, le sfilai le mutandine e iniziai a giocherellare con la sua fichetta con due dita, ancora non era bagnata e lei era parecchio tesa, così aspettai un po' per metterla a suo agio, poi iniziai a leccargliela salendo dalle labbra fino al clitoride, dopo poco venne tra i gemiti, così risalii il suo ventre, dedicai la mia lingua ai suoi capezzoli e la baciai. Poi la feci alzare, mi sdraiai, mi abbassai le mutande e le dissi
"Ora tocca a te"
I miei 20cm erano già duri come il marmo, lei senza dire nulla iniziò a farmi una sega, prima piano, poi sempre più forte, dopo poco la fermai, ci baciammo, e le dissi "Dai, ora prendilo in bocca."
Lei eseguì dubbiosamente, all'inizio non fu un granché, poi iniziò ad usare la lingua, allora le misi le mani sulla testa e iniziai a dare colpi coi reni, quando venni lei fece per ritrarsi ma io la trattenni innondandole la bocca e costringendola ad ingoiare, non senza qualche difficoltà. Passammo i minuti seguenti a farci le coccole, poi appena tornai efficente le chiesi "Lu sei pronta? Te la senti?"
"Si" rispose lei timorosamente, così mi misi il preservativo, le misi un asciugamano sotto e le sussurrai
"visto che è la prima volta potrebbe fare un po' male ma devi resistere"
Lei annuì, così le aprii le cosce e cercai di metterlo dentro ma era veramente troppo stretta, dopo i primi tre tentativi ero sul punto di arrendermi quando con un colpo secco riuscii a farlo entrare, leo tirò un urlo che probabilmente svegliò tutto il viconato. Dentro era strettissima, tanto da far quasi malgrado fosse abbondantemente bagnata, rimasi fermo per un bel po' per darle tempo di abituarsi ad avermi dentro, nel frattempo ci baciammo più volte sebbene lei mantenesse un atteggiamento più passivo. Quando cominciai a muovermi iniziò ad emettere dei gridolini, che molto lentamente arrivarono ad essere gemiti di piacere in contemporanea con l'orgasmo di entrambi.
Quando lo tolsi notai una macchia di sangue sull'asciugamano e varie tracce sul preservativo, le notò anche lei, tanto che decise di andarsi a dare una rinfrescata.
Io la aspettai seduto sul letto, dopo pochi minuti mi tornò duro, e dopo poco Lucia uscì dal bagno, venne verso di me e mi disse
"Dai, mettiti un altro preservativo e continuiamo"
Sorpreso da queste parole mi allungai verso il comodino, ma, aperto il cassetto mi accorsi subito che la scatola era vuota, così mi affrettai a proporre una soluzione.
"Li ho finiti... però ti posso venire dentro e domani ti porto al consultorio."
"Ah, va bene"
In realtà non credo avesse veramente capito, ad ogni modo mi fece rimettere seduto, lei lentamente si sedette sopra di me, guidando il mio cazzo dentro di sé tra una moltitudine di smorfie. Quando finalmente fu del tutto dentro mi baciò e iniziò a muoversi, questa volta era lei ad avere le redini del gioco e mi fece venire dopo poco, devo ammettere che la sensazione di venire dentro una fica così stretta e la consapevolezza di essere il primo a farlo fu una cosa bellissima. Appena venni lei ai sfiló e si lasció cadere sul letto, io la abbracciai da dietro e le sussurrai "Ti amo".
Se volete sapere com'è proseguita la storia con Martina e con Lucia chiedete nei commenti.
1
voti
voti
valutazione
10
10
Commenti dei lettori al racconto erotico