Come nasce una sega

di
genere
masturbazione

Ho deciso di provare a descrivere le mie sensazioni e le mie fantasie quando gioco con il mio corpo; spero di riuscirci e di dare a qualcuno lo spunto per tirare fuori il proprio giocattolo per cominciare a menarselo.

Generalmente il tutto inizia da una presa di coscienza; normalmente non faccio caso a ciò che ho in mezzo alle gambe, tutto riposa placido all’interno delle mutande ben protetto dai pantaloni, flaccido, rivolto verso il basso e con il prepuzio che ricopre completamente il glande. La prima cosa che succede è che mi ricordo di averlo!

Il pensiero converge sul rigonfiamento dei pantaloni come se scendesse, accompagnato dallo sguardo, lungo il petto, fino a concentrarsi sul pube. Allargo leggermente le gambe e a quel punto resistere dall’appoggiare una mano sui pantaloni in corrispondenza del pacco è pressoché impossibile. Cedo alla tentazione e comincio a strusciare la mano a conchiglia sul pacco dall’alto verso il basso andandogli incontro con il bacino. In questo modo il cazzo, ancora flaccido e al caldo, si orienta verso il basso premendo sui testicoli i quali si allontanano l’uno dall’altro per lascare posto all’asta ricurva.

Quasi sempre immagino che ci sia qualcuno curioso di vedere il mio cazzo, che non aspetti altro che la cerniera, a causa di qualche movimento casuale, inizi a scendere lasciando spazio al rigonfiamento che nel frattempo è aumentato di volume. Io stesso, rimandando il momento in cui lo libererò, immagino il mi cazzo che lentamente si sveglia nelle mutande rispondendo ai massaggi della mano sui pantaloni.

Mentre continuo a strofinarmi il pacco, con l’altra mano, molto lentamente sfilo la maglietta da dentro i pantaloni; questo movimento del tessuto pizzicato tra i pantaloni e gli slip non fa che aggiungere una piacevole sensazione di scivolamento su tutta la lunghezza del cazzo, questa volta nella direzione di apertura del prepuzio. Lo spazio lasciato libero dalla maglietta sfilata viene ben presto occupato dal cazzo che sta aumentando notevolmente di volume. La vista dei primi peli che sbucano dalla cintura dei pantaloni sulla parte bassa della mia pancia non fanno che aumentare il senso di curiosità nello spettatore immaginario presente nella mia mente. E’ come se tutto il mondo piano piano si stesse concentrando in mezzo alle mie gambe: ogni fremito del mio corpo converge sul pacco ormai decisamente gonfio e sensibile.

Faccio pressione sulla cintura per abbassare leggermente i pantaloni e scoprire ancora un po’ la parte bassa del mio bacino, il quale inavvertitamente a iniziato ad oscillare avanti ed indietro con movimenti quasi impercettibili. La mano destra continua a premere sul pacco, fino a quando con un dito non resisto più alla tentazione di agganciare la lampo ed abbassarla lentamente. Con entrambe le mani aperte faccio pressione sui pantaloni ai fianchi del cazzo, il quale trovato nuovo spazio, si gonfia sempre più nelle mutande, fino a quando, con movimenti alternati delle mani, non imbocca la fessura lasciata aperta dalla lampo abbassata.

Attraverso l’apertura dei pantaloni iniziano a vedersi gli slip gonfiati dal cazzo in semierezione, il quale è percorso come da piccole scosse che ne sollecitano i muscoli; per prolungare la sensazione di piacere evito di contrarre il cazzo, cercando di lasciarlo il più a lungo possibile a riposo, come se volessi rilassarlo per fare pipì. Slaccio la cintura dei pantaloni, e l’unico ostacolo affinché questi cadano lasciandomi in mutande è rimasto il bottone. Ormai la forma del mio cazzo, con il rigonfiamento della cappella e le palle sono intuibili attraverso il tessuto delle mutande tese e ancora compresse all’interno dei pantaloni semiaperti.

Con le palme delle mani distese continuo a massaggiarmi il bacino evitando ancora di sfiorare il cazzo, il quale indirettamente viene massaggiato dal tessuto degli slip e dalle labbra della cerniera abbassata. Con un abile passaggio di uno dei pollici slaccio il bottone dei pantaloni, i quali aprendosi completamente liberano il mio pacco lasciandolo protetto solo dagli slip; a questo punto la sagoma del mio cazzo è completamente intuibile e qualche ciuffo di peli scuri sbuca dall’elastico.

Continuo a sfregarmi il cazzo dall’alto verso il basso aumentando ad ogni passaggio la pressione, fino a quando, grazie all’erezione crescente, gli slip non iniziano ad abbassarsi. I peli del pube sono ormai completamente in vista e la cosa mi eccita ulteriormente. Con la mano destra a conchiglia sul pacco mi massaggio fino a raggiungere la parte inferiore dello scroto sfiorando a qualche passaggio il buco del culo. Muovendo il bacino in avanti mando il mio cazzo fremente incontro alla mia mano, quando finalmente l’elastico delle mie mutande lascia intravedere la radice dell’asta del mio cazzo tesa e ed attorniata dalle palle, una a destra e l’alta a sinistra, leggermente compresse.

Continuo ad abbassare l’elastico facendolo scivolare giù lungo l’asta del mio cazzo quasi duro, ma ancora rivolto verso il basso; indugio un momento quando questo arriva in corrispondenza della sporgenza alla base del glande. Le palle sono ormai completamente visibili, così come tutto il gambo del mio cazzo che presenta le vene rigonfie per l’eccitazione. Inizio a sentire quel formicolio tipico che prepara il cazzo a mettersi sull’attenti; afferro il glande ancora coperto dalle mutande e facendo pressione con le dita e do tre quattro colpi di sega come se volessi mungerlo per farlo gonfiare bene, poi inclinando il bacino in avanti e abbassando ancora leggermente gli slip, libero completamente il mio cazzo che immediatamente rimbalza contro la mia pancia e si posiziona sull’attenti.

Contraggo i muscoli come a trattenere la pipì e osservo il mio glande gonfiarsi dentro il prepuzio ancora chiuso, il quale comincia a cedere sotto la pressione facendo intravedere il foro.

La sensazione è quella di un primo grande appagamento: ho il cazzo duro completamente nudo sotto i miei occhi, l’osservatore immaginario è molto soddisfatto e mi figuro che anche lui abbia fatto lo stesso con il suo cazzo. Adesso non vede l’ora che io scappelli il mio cazzo turgido.

Non posso farlo aspettare troppo e quindi, dopo qualche carezza intorno all’inguine, afferro dolcemente i miei testicoli e li tiro verso il basso accompagnando il tutto con un’oscillazione del bacino in avanti. La pelle del cazzo messa in tensione cede e gradualmente il glande compare attraverso il prepuzio che si allarga: è come se stessi penetrando una figa calda. Il senso di abbandono mi pervade e cedo alla tentazione di impugnare l’asta del mio cazzo.

Tasto la consistenza del mio cazzo eretto con il pungo facendo una leggera pressione e poi comincio lentissimamente a massaggiarlo su e giù, non più di dieci piccoli colpi, per far salire l’eccitazione. Le palle cominciano a preparare il loro prodotto roteando leggermente. Interrompo il movimento e contraggo i muscoli per ricacciare un po’ indietro l’eccitazione.

Riprendo il movimento con il pugno chiuso aggiungendo anche una leggera rotazione e aumentando il ritmo; dopo venti trenta colpi abbasso completamente il pugno fino a mettere in tensione la pelle del prepuzio e a premere contro le palle. Resto qualche secondo in questa posizione ammirando la mia cappella completamente scoperta e lucida.

Richiudo il prepuzio con un movimento deciso verso l’alto, abbandono la presa, e comincio a spingere come se volessi fare la pipì. Il cazzo si rilassa leggermente, sento salire le prime gocce di liquido lungo l’asta, e quando afferro il cazzo scappellandolo nuovamente, la cappella si imperla di un liquido lattiginoso. Spalmo il liquido sulla cappella iniziando a massaggiarla con un dito fino a quando questa è completamente ricoperta di schiuma bianca.

Ripeto questa operazione più volte mungendo il mio cazzo fino a quando esso non risulta completamente lubrificato. La sensazione di tepore e di viscido mi mandano in visibilio, il mio bacino accompagna i movimenti del pugno che avvolge il mio cazzo bagnato con grandi oscillazioni. Ogni tanto rallento il movimento per gustare la sensazione del piacere che cresce, diminuisce, per poi crescere ancora. Per trattenere il piacere contraggo i muscoli, per aumentarlo premo con maggior vigore tra il pollice e l’indice la base della cappella come a voler pompare fuori lo sperma che ancora non arriva.

Osservo le mie palle che accompagnano dondolando sotto il mio cazzo il movimento del mio pugno chiuso e concentro tutta la mia attenzione su questa meravigliosa protuberanza che mi ritrovo in mezzo alle gambe. E’ come se tutte le sensazioni del mio corpo si fossero riunite lungo il mio cazzo turgido e cercassero scavalcare il glande per liberarsi all’esterno.

Alterno momenti di pompaggio a momenti di riposo, spingendomi sempre più vicino al limite, ma cercando di non superarlo; il piacere che provo ad ogni risalita è sempre maggiore. Immagino il mio osservatore segreto che smania per vedere uscire la sborra bianca dalla mia cappella, e ancora una volta, avendo ormai quasi raggiunto l’apice, non posso deluderlo.

Ascolto il mio respiro che accompagna il movimento del pugno sul mio cazzo teso farsi sempre più affannato e profondo; contraggo al massimo i muscoli per trattenere lo sperma che sta iniziando a salire; fermo ancora una volta la mano ed osservo il mio cazzo che pulsa a causa dell’enorme piacere, per poi dare gli ultimi dieci colpi con la mano, accentuando il movimento verso il ventre e scoprendo completamente ad ogni colpo la cappella arrossata. Rilasso i muscoli del cazzo, avverto un leggero cedimento della pressione all’interno della mia mano che stringe l’asta, e con un forte movimento del bacino in avanti, sento il cazzo esplodere dalla radice verso la cappella come una grande liberazione. Io sono il mio cazzo e nulla più. Un secondo dopo iniziano a schizzare fuori sei o sette potentissimi getti di sborra calda, mentre io continuo a massaggiare con il pugno il mio cazzo accentuando questa volta i movimenti verso il glande come a voler aiutare il mio copro ad espellere lo sperma.

Il mio cazzo pulsa tutto bagnato per qualche minuto dopo l’immenso piacere finalmente libero e comincia ad afflosciarsi, regalandomi la bellissima vista di un cazzo barzotto pronto al prossimo giro.
di
scritto il
2014-03-29
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