Culo grato ringrazia
di
doris-night
genere
gay
Avevo provato a depilarmi il pube da solo e c'ero riuscito, anche se non completamente. Lo avevo fatto con un depiler elettrico e poi usando schiuma da barba e rasoio.
Lo avevo fatto con la fantasia e immaginando di essere in balia di qualcuno che mi stesse imponendo la cosa per poi costringermi ad un rapporto anale.
La schiuma da barba mi sembrava insieme lo strumento stesso della mia sottomissione al coito omosessuale e la rappresentazione dello sperma di cui il coito mi avrebbe impiastricciato e sporcato tutto il corpo.
Fu una forma di masturbazione che mi dette una grossa scossa di piacere e mi indusse a ripeterla in modi sempre più fantasiosi.
Avevo trovato di volta in volta luoghi diversi: un capanno per la rimessa di attrezzi agricoli, un capannone dimesso, un casale abbandonato e già usato da prostitute per incontri notturni o forse anche diurni.
Quest'ultimo offriva le condizioni ideali: delle balle di paglia restavano as offrire il supporto naturale a corpi ed oggetti e soprattutto per corpi-oggetto quale appunto fantasticavo di essere e come tale essere utilizzato.
Ero io a sognare di prostituirmi, mentre mi insaponavo e mi radevo il pube ed osavo mostrarmi, sia pur furtivamente, ai raggi del sole, all'esterno.
Una volta raggiunto, così, l'orgasmo, rientravo nell'ombra della stalla per lavarmi con una tanichetta, portata all'uopo, e rivestirmi .
Anche quel giorno il rito era al termine, ma rientrato nell'ombra e ancora con il pube insaponato ed il mio sperma misto agli avanzi di sapone, cercai con lo sguardo tanica e indumenti.
Scomparsi!
Aggirai un mucchio di balle che ne nascondevano altre ed ebbi un soprassalto. Un ragazzone nero era sdraiato su una bassa fila di balle e impugnava un membro luccicante, quasi, e in una fantastica erezione. Con quello stesso membro e senza una parola, mi invitava chiaramente ad avvicinarmi-
Ebbi una certa reazione di spavento e cercai ingenuamente di arretrare e nascondermi, ma un altro nero, nudo mi si parò davanti sbarrandomi ogni ritirata.
Tu cercavi noi?
Oddio – un suono disarticolato mi uscì da una gola improvvisamente secca – oddio, che volete?
Quello che volevi tu, nooo?
La vocale cantilenante era palesemente di scherno, ma...era anche un'offerta, realizzai, anche se in pieno panico.
Dai tu voi cazzo e noi visto...tranquillo... noi ti fare prezzo bono!
Quanto? - Sentii la mia voce come se non fosse la mia-
Cento, se noi ti soddisfa?
Mmmm...ssss.... - Era un semplice sibilo, ma fu interpretato alla prfezione
Dai viene qui, io te faccio culo... lui bocca! - Disse quello sdraiato mentre l'altro mi sospingeva verso di lui. Ero ormai stretto fra i due.
Viene bianco bello e dai sedere a mio cazzo...siediti... lo vuoi col preservativo?
Sssi...no!
Tu culo pulito?
Ssssssi...si!
Ah, che bello, noi grande voglia di scoparti!
Quello in piedi mi guidò con il culo sopra il cazzo di quello sdraiato che cminciò col sorreggermi amorevolmente le natiche e guidarmi l'ano a conficcarsi sul suo palo.
Lo fece con dolcezza e lentezza lasciandomi desiderarre l'affondo e trattenendo con mani forti la mia discesa sul suo cazzo.
Intanto l'altro cazzo mi schiaffeggiava con frenesia e mi forzava ad aprire la bocca. Affondavo il naso nel tappetino lanoso del suo pelo pubico e, ingoiando la sua cappella, pensavo che avrebbe ejaculato direttamente nel mio stomaco.
La fantasia si allargava al pensiero che i due cazzi si sarebbero congiunti nel mio intestino ed avrebbero sborrato l'uno sulla punta dell'altro.
La sborra sarebbe uscita dalla bocca e dal culo, colando oscenamente sul mento, sul petto e dallo sfintere ai testicoli, gocciolando infine sulla paglia, sprigionando un meraviglioso profumo di sesso, di libidine e di coito omosessuale.
Ero al settimo cielo, in un empireo di sperma ed ero costretto alla più veloce ejaculazione forzato anche dalla mano del mio primo sodomizzatore che mi stava masturbando a morte.
Avrei urlato negli spasmi della sborrata se l'altro cazzo non stesse cercando di invadermi e ingozzarmi della propria sborra. Anche il cazzone che avevo in culo cercava di liquefarsi al fondo al mio retto.
Muoviti piano, puttana bianca, sucalo tutto, troia, e fatti mettere in cinta dalla sborra nera!
Uuuuuh, uoooooh...
Un lungo mugolio accompagnò il mio crollo sulle balle irte di punte di cui solo allora mi accorgevo e lo scomposto sfilarsi dei cazzi sgocciolanti dai miei orifizi.
Lo avevo fatto con la fantasia e immaginando di essere in balia di qualcuno che mi stesse imponendo la cosa per poi costringermi ad un rapporto anale.
La schiuma da barba mi sembrava insieme lo strumento stesso della mia sottomissione al coito omosessuale e la rappresentazione dello sperma di cui il coito mi avrebbe impiastricciato e sporcato tutto il corpo.
Fu una forma di masturbazione che mi dette una grossa scossa di piacere e mi indusse a ripeterla in modi sempre più fantasiosi.
Avevo trovato di volta in volta luoghi diversi: un capanno per la rimessa di attrezzi agricoli, un capannone dimesso, un casale abbandonato e già usato da prostitute per incontri notturni o forse anche diurni.
Quest'ultimo offriva le condizioni ideali: delle balle di paglia restavano as offrire il supporto naturale a corpi ed oggetti e soprattutto per corpi-oggetto quale appunto fantasticavo di essere e come tale essere utilizzato.
Ero io a sognare di prostituirmi, mentre mi insaponavo e mi radevo il pube ed osavo mostrarmi, sia pur furtivamente, ai raggi del sole, all'esterno.
Una volta raggiunto, così, l'orgasmo, rientravo nell'ombra della stalla per lavarmi con una tanichetta, portata all'uopo, e rivestirmi .
Anche quel giorno il rito era al termine, ma rientrato nell'ombra e ancora con il pube insaponato ed il mio sperma misto agli avanzi di sapone, cercai con lo sguardo tanica e indumenti.
Scomparsi!
Aggirai un mucchio di balle che ne nascondevano altre ed ebbi un soprassalto. Un ragazzone nero era sdraiato su una bassa fila di balle e impugnava un membro luccicante, quasi, e in una fantastica erezione. Con quello stesso membro e senza una parola, mi invitava chiaramente ad avvicinarmi-
Ebbi una certa reazione di spavento e cercai ingenuamente di arretrare e nascondermi, ma un altro nero, nudo mi si parò davanti sbarrandomi ogni ritirata.
Tu cercavi noi?
Oddio – un suono disarticolato mi uscì da una gola improvvisamente secca – oddio, che volete?
Quello che volevi tu, nooo?
La vocale cantilenante era palesemente di scherno, ma...era anche un'offerta, realizzai, anche se in pieno panico.
Dai tu voi cazzo e noi visto...tranquillo... noi ti fare prezzo bono!
Quanto? - Sentii la mia voce come se non fosse la mia-
Cento, se noi ti soddisfa?
Mmmm...ssss.... - Era un semplice sibilo, ma fu interpretato alla prfezione
Dai viene qui, io te faccio culo... lui bocca! - Disse quello sdraiato mentre l'altro mi sospingeva verso di lui. Ero ormai stretto fra i due.
Viene bianco bello e dai sedere a mio cazzo...siediti... lo vuoi col preservativo?
Sssi...no!
Tu culo pulito?
Ssssssi...si!
Ah, che bello, noi grande voglia di scoparti!
Quello in piedi mi guidò con il culo sopra il cazzo di quello sdraiato che cminciò col sorreggermi amorevolmente le natiche e guidarmi l'ano a conficcarsi sul suo palo.
Lo fece con dolcezza e lentezza lasciandomi desiderarre l'affondo e trattenendo con mani forti la mia discesa sul suo cazzo.
Intanto l'altro cazzo mi schiaffeggiava con frenesia e mi forzava ad aprire la bocca. Affondavo il naso nel tappetino lanoso del suo pelo pubico e, ingoiando la sua cappella, pensavo che avrebbe ejaculato direttamente nel mio stomaco.
La fantasia si allargava al pensiero che i due cazzi si sarebbero congiunti nel mio intestino ed avrebbero sborrato l'uno sulla punta dell'altro.
La sborra sarebbe uscita dalla bocca e dal culo, colando oscenamente sul mento, sul petto e dallo sfintere ai testicoli, gocciolando infine sulla paglia, sprigionando un meraviglioso profumo di sesso, di libidine e di coito omosessuale.
Ero al settimo cielo, in un empireo di sperma ed ero costretto alla più veloce ejaculazione forzato anche dalla mano del mio primo sodomizzatore che mi stava masturbando a morte.
Avrei urlato negli spasmi della sborrata se l'altro cazzo non stesse cercando di invadermi e ingozzarmi della propria sborra. Anche il cazzone che avevo in culo cercava di liquefarsi al fondo al mio retto.
Muoviti piano, puttana bianca, sucalo tutto, troia, e fatti mettere in cinta dalla sborra nera!
Uuuuuh, uoooooh...
Un lungo mugolio accompagnò il mio crollo sulle balle irte di punte di cui solo allora mi accorgevo e lo scomposto sfilarsi dei cazzi sgocciolanti dai miei orifizi.
1
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Chiavata flashracconto sucessivo
Passaggio a nordest
Commenti dei lettori al racconto erotico