Non c’era cazzo che mi soddisfasse
di
Paradisia
genere
etero
Sono una donna di 35 anni, appena compiuti, e purtroppo la mia vita sessuale non è stata molto bella, fino ad oggi però! Ho avuto diversi ragazzi ma sebbene mi piacesse il loro carattere non erano molto dotati, o forse lo erano, ma ero anche io ad avere un vagina più larga del normale. Di conseguenza anche cazzi abbastanza grossi non riuscivo a sentirli.
E’ deprimente per una donna non poter provare nulla e dover ogni volta simulare l’orgasmo. La mia vita cambiò invece nel giorno in cui decisi di passare una giornata in spiaggia in Calabria. La mattina trascorse in maniera tranquilla con la mia amica Lucia. Pomeriggio invece lei volle andare a farsi un bagno, io invece preferì, per fortuna, restare a sorvegliare l’ombrellone e prendere il sole. Soprattutto le spiagge meridionali sono piene zeppe di extracomunitari di colore che provano a vendere oggetti vari. Di solito quando non ci interessa la roba siamo costretti a “lottare” per convincerli ad andarsene e a lasciarci in pace.
Tra questi venditori invece passò anche un ragazzo di colore molto alto, anzi molto più alto di me, lui doveva essere almeno un metro e novanta, io invece superavo a stento il metro e sessanta. Anche lui come gli altri vendeva qualcosa (giochi per bambini e altre sciocchezzuole), ma la sua presenza accanto a me non mi sarebbe affatto dispiaciuta. Così lo feci avvicinare e inizia a intrattenerlo “Ciao – Salve signora – Quanto costa questo? (indicando un fermaglio) – 2 euro” Cambiai subito discorso visto che lui sembrava troppo interessato a vendere: “Come ti chiami? – Amar – Piacere, Sofia, e da dove vieni? – Dalla Nigeria – E lì sono tutti belli come te?” Lui non mi rispose, sorrise vergognato e arrossì.
Continuai a chiedergli altre cose sulla sua famiglia e del suo paese, era davvero simpatico, poi mi venne in mente di provare a verificare il mito secondo il quale i neri sono più dotati, così in maniera secca gli chiesi: “Hai mai fatto sesso con una donna bianca? – No, signora.. – E ti piacerebbe farlo? – Con lei si!”.
Non volevo più perdere tempo, mentre immaginavo quanto fosse grande il suo coso mi bagnai tutta e così avevo bisogno di andare a cambiarmi nei camerini del lido e gli dissi: “Vieni con me!” (portando con me un preservativo preso dalla borsa di Lucia). Lui iniziò a seguirmi lasciando la sua roba sotto il nostro ombrellone.
Arrivati in camerino mi chiusi dentro con lui e accesi la luce. Sembrava quasi spaventato. Gli dissi: “Io voglio fare un esperimento con te! Voglio vedere se voi neri avete davvero il cazzo così grande. Spogliati!“. Lui timidamente si tolse le ciabatte, la maglietta, si abbassò i pantaloni e “Oh mio Dio!” si tolse anche le mutande: lo aveva ancora moscio ma era già enorme! Continuava ad allungarsi pian piano. Lui vedendo la mia faccia stupita mi disse: “Allora, signora come essere?” e io “Esattamente come lo voglio! Scopami Amar!”. Mi tolsi il bikini e mostrai in toto le mie belle curve, lui sembrava apprezzare visto che quel coso gli diventava sempre più grande.
Era lungo almeno 24 cm, ma ciò che mi piaceva di più era la circonferenza. Era grossissimo, la sua cappella sporgente e grossa mi fece bagnare ancora di più. Non riuscì più a resistergli così mi inginocchiai e provai a succhiarglielo. A malapena mi entrava la punta e qualche cm in più. nel frattempo lo guardavo e lui era felicissimo. Allora gli misi il preservativo che non arrivava a coprire neanche tutto quel cazzone e mi misi a pecorina. Lui si avvicinò e senza alcuna delicatezza iniziò a sfondarmi la fica. Ad ogni botta sentivo come qualcosa che mi spostava gi organi dentro, e godevo, godevo, godevo! Urlavo come una matta e lui spingeva sempre più forte e sempre più a fondo. Finalmente delle sensazioni mai provate. Raggiunsi l’orgasmo e mi allargai, così il suo bestione scivolava ancora meglio dentro di me. Fu la mezz’ora più bella della mia vita. Ad un tratto iniziò ad esclamare: “Sborra, sborra!” Così lo feci uscire gli tolsi il preservativo e mi venne sul viso: fiotti abbondandissimi che mi allagarono la faccia e il seno mentre lui godeva e sussurrava parole nella sua lingua. Lo feci rivestire, gli feci buttare via quella robaccia che vendeva e me lo portai a casa.
Tutt’ora vive con me e mi basta soltanto che lui mi soddisfi col suo cazzo mastodontico e io gli faccio fare una splendida vita grazie al mio lavoro! Grazie Amar!
E’ deprimente per una donna non poter provare nulla e dover ogni volta simulare l’orgasmo. La mia vita cambiò invece nel giorno in cui decisi di passare una giornata in spiaggia in Calabria. La mattina trascorse in maniera tranquilla con la mia amica Lucia. Pomeriggio invece lei volle andare a farsi un bagno, io invece preferì, per fortuna, restare a sorvegliare l’ombrellone e prendere il sole. Soprattutto le spiagge meridionali sono piene zeppe di extracomunitari di colore che provano a vendere oggetti vari. Di solito quando non ci interessa la roba siamo costretti a “lottare” per convincerli ad andarsene e a lasciarci in pace.
Tra questi venditori invece passò anche un ragazzo di colore molto alto, anzi molto più alto di me, lui doveva essere almeno un metro e novanta, io invece superavo a stento il metro e sessanta. Anche lui come gli altri vendeva qualcosa (giochi per bambini e altre sciocchezzuole), ma la sua presenza accanto a me non mi sarebbe affatto dispiaciuta. Così lo feci avvicinare e inizia a intrattenerlo “Ciao – Salve signora – Quanto costa questo? (indicando un fermaglio) – 2 euro” Cambiai subito discorso visto che lui sembrava troppo interessato a vendere: “Come ti chiami? – Amar – Piacere, Sofia, e da dove vieni? – Dalla Nigeria – E lì sono tutti belli come te?” Lui non mi rispose, sorrise vergognato e arrossì.
Continuai a chiedergli altre cose sulla sua famiglia e del suo paese, era davvero simpatico, poi mi venne in mente di provare a verificare il mito secondo il quale i neri sono più dotati, così in maniera secca gli chiesi: “Hai mai fatto sesso con una donna bianca? – No, signora.. – E ti piacerebbe farlo? – Con lei si!”.
Non volevo più perdere tempo, mentre immaginavo quanto fosse grande il suo coso mi bagnai tutta e così avevo bisogno di andare a cambiarmi nei camerini del lido e gli dissi: “Vieni con me!” (portando con me un preservativo preso dalla borsa di Lucia). Lui iniziò a seguirmi lasciando la sua roba sotto il nostro ombrellone.
Arrivati in camerino mi chiusi dentro con lui e accesi la luce. Sembrava quasi spaventato. Gli dissi: “Io voglio fare un esperimento con te! Voglio vedere se voi neri avete davvero il cazzo così grande. Spogliati!“. Lui timidamente si tolse le ciabatte, la maglietta, si abbassò i pantaloni e “Oh mio Dio!” si tolse anche le mutande: lo aveva ancora moscio ma era già enorme! Continuava ad allungarsi pian piano. Lui vedendo la mia faccia stupita mi disse: “Allora, signora come essere?” e io “Esattamente come lo voglio! Scopami Amar!”. Mi tolsi il bikini e mostrai in toto le mie belle curve, lui sembrava apprezzare visto che quel coso gli diventava sempre più grande.
Era lungo almeno 24 cm, ma ciò che mi piaceva di più era la circonferenza. Era grossissimo, la sua cappella sporgente e grossa mi fece bagnare ancora di più. Non riuscì più a resistergli così mi inginocchiai e provai a succhiarglielo. A malapena mi entrava la punta e qualche cm in più. nel frattempo lo guardavo e lui era felicissimo. Allora gli misi il preservativo che non arrivava a coprire neanche tutto quel cazzone e mi misi a pecorina. Lui si avvicinò e senza alcuna delicatezza iniziò a sfondarmi la fica. Ad ogni botta sentivo come qualcosa che mi spostava gi organi dentro, e godevo, godevo, godevo! Urlavo come una matta e lui spingeva sempre più forte e sempre più a fondo. Finalmente delle sensazioni mai provate. Raggiunsi l’orgasmo e mi allargai, così il suo bestione scivolava ancora meglio dentro di me. Fu la mezz’ora più bella della mia vita. Ad un tratto iniziò ad esclamare: “Sborra, sborra!” Così lo feci uscire gli tolsi il preservativo e mi venne sul viso: fiotti abbondandissimi che mi allagarono la faccia e il seno mentre lui godeva e sussurrava parole nella sua lingua. Lo feci rivestire, gli feci buttare via quella robaccia che vendeva e me lo portai a casa.
Tutt’ora vive con me e mi basta soltanto che lui mi soddisfi col suo cazzo mastodontico e io gli faccio fare una splendida vita grazie al mio lavoro! Grazie Amar!
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