Una nuova sessualità tra compagne di squadra
di
Antonella23
genere
saffico
Mi chiamo Antonella, ho 23 anni e quella che sto per raccontarvi mi è accaduto qualche anno fa… Avevo 18 anni e giocavo nella squadra di pallamano del mio paese, lo sport non mi è mai piaciuto gran che ma era un modo per socializzare con delle mie coetanee, visto che ne avevo in quegli anni poca occasione perché vivevo isolata in campagna.
All’inizio le cose andavano male perché non riuscivo affatto ad inserirmi, timida com’ero in un gruppo ben collaudato, la mie compagne non perdevano occasione di rimproverarmi sul campo e in allenamento per ogni minino motivo col solo pretesto di litigare ed allontanarmi dalla squadra.
Ho tenuto duro però, anche perché quello era l’unico modo che avevo per poter fuggire, anche se per poche ore la settimana dalla noia che vivevo a casa con i miei genitori.
E così un poco alla volta sono riuscita ad integrarmi anche perché le mie prestazioni sul campo miglioravano ed ero ormai diventata un elemento insostituibile della squadra.
Le mie compagne mi avevano anche invitato più volte ad uscire con loro ma avevo sempre rifiutato un po’ perché non potevo far tardi la sera, un po’ perché mi sarei sentita in imbarazzo ad uscire con delle ragazze che in fondo sentivo così lontane da me, molte di loro avevano l’auto e lavoravano, io invece facevo il liceo e non mi sarei sentita a mio agio nelle loro compagnie e nei loro discorsi, che giravano quasi esclusivamente sul sesso.
Non ero vergine, ma ero stata solo con un ragazzo con cui purtroppo non aveva funzionato, questo non faceva che accrescere le mie insicurezze.
Sotto le docce Marika si divertiva ad elogiare continuamente le “dimensioni” del suo ragazzo, Marta e Stefania erano sempre pronte a stuzzicarmi, una volta le avevo parlato di Matteo (il mio ex)e loro volevano sempre più sapere dei particolari. Erano tanto pettegole! Ma in fondo 2 brave ragazze, e mi fermavo a chiacchierare spesso con loro.
Monica aveva 25 anni, era da poco entrata nella squadra, era molto taciturna e timida ma in campo sapeva farsi rispettare, con lei non chiacchieravo mai, un po’ mi faceva paura quando mi guardava con quei suoi occhi scuri. E poi c’era Emma…aveva 21 anni e studiava all’università, giocava solo perché quello era l’unico modo per poter fare palestra nel nostro piccolo centro. Era bellissima, tutti i ragazzi le andavano dietro e mentre giocavano si sentivano continuamente apprezzamenti che ci distraevano e l’allenatore aveva il suo bel da farsi per farli tacere.
Ogni tanto mi fermavo a guardarla, aveva un non so che di magnetico, era alta, bionda e con due stupendi occhi azzurri che aveva preso da sua madre che era finlandese. Io invece non ero ancora completamente “sbocciata”, avevo un paio di orribili occhiali da vista ma ero una biondina tanto carina (così mi dicevano tutti)e avevo un bel fisico, solo che provavo vergogna ad indossare una gonna e a truccarmi e stavo più a mio agio in tuta.
Emma era tutto quello che io inconsciamente volevo essere…ma lei a mala pena mi parlava, non cagava nessuno in fondo figuriamoci me.
Una sera, era a fine novembre, io e Emma eravamo rimaste da sole in palestra. Io mi stavo allacciando le scarpe quando sento un cellulare che squilla e Emma che mi implora di passarglielo il più in fretta possibile. Pensai subito che doveva essere uno degli uomini che frequentava, i vociferava che stava con un uomo di città gia sposato e con tanti soldi, anche se io nella mia ingenua mente stentavo a crederci.
Afferrato il cellulare sporgo la mano per passarglielo ma lei mi chiede di aiutarla perché ha le mani bagnate e così mi sfilo le scarpe ed entro nel box della doccia con lei con il cuore che mi batteva a mille e le mani che tremavano per non so cosa.
Era la prima volta che la vedevo nuda, infatti lei preferiva sempre docciarsi quando tutte avevano finito, aveva un corpo stupendo, la pelle liscia che emanava un forte odore di bagnoschiuma e notai subito che si depilava laggiù. Allora erano vere le storie che raccontavano Marta e Stefania pensai!
Mi sentivo in un forte imbarazza a star lì a provare quel batticuore, non ero lesbica e il solo pensiero mi faceva schifo ma fatto sta che ero lì con Emma nuda e non riuscivo a staccarle gli occhi dalla fica, per un attimo mi passò per la mente ane la possibilità di farle una carezza sui capelli ma mi fermai subito. Lei mi disse di chiudere la chiamata poi come se pensasse ad alta voce disse -ah…questi uomini, gli dai un dito e si prendono un braccio…- poi guardandomi mentre indossava l’accappatoio aggiunse -come vorrei essere come te, che non hai nessuno che ti caga e non sai nemmeno come è fatto un cazzo….- poi si avvicino e mi diede un pizzicotto su una chiappa e un bacino sulla testa e disse -grazie, amore…-. Ero rossa dall’imbarazzo e verde dalla rabbia allo stesso tempo! Mi stava prendendo in giro, non sapeva nulla di me e mi aveva preso per una verginella sprovveduta, poi pensai a quel “grazie, amore” e mi venne addosso una gran paura, e se si fosse accorta che la guardavo incessantemente? E se pensasse qualcosa di male? E se forse, voleva solo provocarmi? Emma andò via e mi lasciò sola con i miei dubbi quando mi accorsi di un rumore alle mie spalle, evidentemente c’era qualcun altra nello spogliatoio che si era goduta la mia figuraccia.
Mi voltai ed era Monica con a palla in mano, aveva la canotta della squadra e dei fuseaux neri, era sudatissima e mi guardava con aria di sfida come faceva di solito. Io avevo sempre fuggito i suoi sguardi, mi faceva un po’ paura quella ragazza, era troppo aggressiva.
Mi guardò con 2 occhi che non scorderò mai disse -Guarda che ti ho visto come guardavi Emma…sarai mica una lesbica?- io feci no con la testa ma lei continuò -perché se lo sei devi dirmelo subito e poi a tutte le altre perché sai, non è piacevole che qualcun altro si bagni mentre tu ti fai la doccia…-non colsi subito l’umorismo della sua battuta perché intenta a sfuggire con lo sguardo i suoi occhi che mi scrutavano da capo a piedi, avevo paura che mettesse in giro quella falsa voce, che in un paese piccolo poteva rovinarmi.
-E poi, guarda che non è a te di sicuro che pensa Emma…quella è una puttana delle peggiori, è una scusa quella dell’università, lo so io cosa combina a Parma….ma non le hai visto come era ridotto il suo culo stasera e che razza di succhiotti aveva??? O forse ti piacciono solo le tette e la passerina???- .
I suoi discorsi erano sempre più volgari e lei mi stava sempre più vicino, era sudata fradicia ed emanava un forte odore, mi sembrava di ricordare quello di mia fratello quando torna da una partita di calcetto.
Quando all’improvviso mi prese la mano tremante e se la portò sul seno, io la tolsi subito e le urlai -ma sei matta? Smettila!- ma lei me la riprese con forza, era più grande e forte di me e non riuscivo a dimenarmi…-dai, lo so che ti piace toccare, visto che tu sei piatta di seno….- continuavo a fare resistenza ma sempre più inutilmente.
-vuoi che tutti sappiano che sei una lesbica?- io le urlavo di no, ma lei mi provocava dicendomi -allora perché mi tocchi?-. Ero troppo nervosa per controllarmi e così le tirai una sberla e scappai via. Lei, inferocita mi saltò addosso e mi getto sul materassino urlandomi -brutta puttana, questa non me la dovevi fare, adesso ti riduco peggio di Emma….- mi bloccò a terra e mi tolse la tuta, mentre mi minacciava dicendo che si sarebbe inventata un mucchio di storie, che mi avrebbe rovinata e che le avrebbero creduto tutti perché era più grande di me e perché frequentava da più tempo quello spogliatoio.
Mi tolse il pantalone della tuta, mentre la mia resistenza si faceva sempre più fiacca anche perché il suo seno era grosso e lei lo strofinava contro il mio…bloccandomi in quella posizione.
Mi strappò il reggiseno e se lo tolse anche lei mentre infilò con violenza una mano tra le mie cosce. Emisi un forte gemito, mi strofinava il clitoride e mi leccava il seno e io non potevo far nulla per scappare.
Continuai a gemere e cominciai a provare piacere anche perché la sua azione si era addolcita e perché quel sudore mi eccitava terribilmente…-i capezzoli sono turgidi e stai cominciando a bagnarti…sei una lesbica proprio come pensavo….-. Tornò a toccarmi con violenza mentre mi urlava che voleva sfondarmi, come non aveva fatto quel frocio del mio ragazzo…
-Così mi fai male! Fai piano!- -ah bene- disse lei -comincia a piacerti sul serio, visto che non mi dici più smettere…-
-Ma che hai capito?!?!smettila subito, la lesbica sei tu, lasciami andare, mi fai male!-
-E no bella, ora si va fino in fondo perché so che è quello che vuoi…-
Provavo un misto di dolore e piacere, avevo fatto del sesso col mio ragazzo, ma solo 2 volte e con molta calma e se devo essere sincera non mi era neanche piaciuto gran che, forse perché lo avevamo progettato troppo a lungo e alla fine ne ero rimasto un po’ delusa, lui poi era inesperto quanto me e tutte e due le volte venne quasi subito.
Non sapevo ancora insomma cosa fosse un vero orgasmo, ma Monica con le sue dita e la sua lingua sapeva farci e la situazione improvvisa e violenta mi faceva eccitare ancora di più.
-ora ti faccio un giochino, tu però devi promettermi di non scappare…- Feci cenno di si con la testa e non potevo fare altrimenti perché avevo sempre paura delle sue reazioni e la cosa mi piaceva sempre di più…
Mi strappò le mutandine e cominciò a leccarmi le labbra e il clitoride, buttava saliva e poi la spargeva sulla mia vagina dolcemente per poi tornare ad affondare la sua lingua dentro di me.
Stavo impazzendo dal piacere, quando ad un certo punto lei rallentò mi venne d’istinto di prenderle la testa e spingerla giù, lei mi fece un sorriso -che puttanella che sei…-, ma ormai non sentivo più le sue parole in preda com’ero ad un orgasmo furioso.
Mi fece allargare le gambe e la sua lingua andava sempre più vorticosamente a fondo mentre con le mani mi stringeva forte il seno fino a farmi male ma non riuscivo a dirle di smettere.
Urlavo dal piacere, per fortuna la porta era chiusa e non poteva sentirci nessuno, lei intanto tolse una mano dal mio seno e cominciò a masturbarsi. Doveva aver fatto cose del genere altre 100 volte pensai, nella frenesia del momento.
Venni almeno 2 volte sotto i colpi della sua lingua quando lei all’improvviso si alzò, prese la pompa con cui gonfiamo i palloni e la infilò nella mia vagina. Anche se era dilatata a dismisura provai un forte dolore e lo esternai con un forte urlo. -ti devi accontentare di questo bella…-
Non ce la facevo, provavo troppo dolore così le tolsi le mani e lo presi io, facendo un movimento più dolce, mi ero già masturbata con una zucchina una volta ma non lo avevo più fatto perché vinta dall’imbarazzo…mi tornarono alla mente i movimenti che avevo fatto quella volta e li ripetei…ero ormai persa nel piacere tanto che persi il contatto con la realtà.
Quando, dopo qualche minuto aprii gli occhi ed estrassi quel finto membro dalla vagina notai che Monica era seduta di fronte a me nuda e si stava masturbando avidamente, mi ordinò di leccarle la fica. Come ipnotizzata dal piacere mi avvicinai; era molto pelosa ed aveva un odoraccio, provai a leccarle il clitoride ma fui dopo poco frenata un po’ dall’odore dei sui succhi vaginali e un po’ dall’inesperienza, così smisi.
Le misi una mano tra le gambe, quasi per farmi perdonare e cominciai ad accarezzarla, lei urlava -più forte, più forte!- entrai con 3 dita senza problemi quando lei mi prese la mano e mi disse -ora ti guido io…- .
Spinse la mia mano con forza, non so come non facesse a provare dolore, mi sembrava di vedere la scena di un film “Bound, torbido inganno”, con lei sdraiata nuda per terra ed io sopra che la facevo gemere. Urlava terribilmente, avevo paura che ci sentisse qualcuno in strada e la mia mano era quasi addormentata quando lei me la chiuse a pugno e mi disse -ora voglio che me la sfondi…-
Non sapevo cosa fare, fu lei a togliermi dall’imbarazzo spingendo il pugno nella sua vagina, non riusciva ad entrare e mi sembrava impossibile potesse farlo…ma lei era una troia consumata e con i movimenti giusti seppe riusciti. Andammo avanti un minuto, io solo a guardarla, stavo per venire tanto che con la passerina cercavo lo spigolo del materassino….
Lei ebbe l’ennesimo orgasmo poi ci fermammo, tolsi la mano piena dei suoi liquidi e lei me la fece portare alla faccia sporcandomi tutta….mi faceva un po’ schifo la situazione ma non seppi dirle di no….lei cominciò a baciarmi, prima con violenza poi sempre più dolcemente come mai il mio ragazzo aveva fatto.
-sei la mia più bella scopata Antonella…-
Le risposi -anche tu Monica….-
Ci mettemmo sotto la doccia e ci lavammo, lei mi toccava il buco del culetto, provocandomi ma io non volevo andare oltre…stavo ripensando a tutto quello che era accaduto, mi era piaciuto tanto ma non ero una lesbica e finito di scopare, lì sotto la doccia cominciavo a sentirmi a disagio vicino a lei…
Ci rivestimmo, lei mi prestò un paio delle sue mutandine perché le mie le aveva strappate…uscimmo fuori e lei mi chiese se volevo un passaggio o se ci saremmo viste dopo cena, io le risposi che sarei andata da sola e che non ci saremmo potute vedere, in me covava un forte imbarazzo (cosa sarebbe successo tra noi ora?).
Lei capì tutto -guardami Antonella, lo so cosa pensi, che sia stato un errore, e che in fondo ti è piaciuto quindi sei tanto confusa. Hai 18 anni e sei giovane, pensaci su, non dirò niente a nessuno e non ne riparleremo neanche, sarai tu a cercarmi se vorrai che tra noi nasca qualcosa, ok??-
Fui colpita dalla sua dolcezza, fino a quel momento mi era sembrato impossibile che lo fosse… Le risposi -ok!- e mi venne naturale dirle grazie.
Lei mi baciò sulle labbra e andò via…non l’ho più rivista da quella sera
Ho lasciato la squadra e mi sono fatta vincere dalle mie paure e dai freni che davo alla mia sessualità, non so che fine abbia fatto, ma ora, che sono passati 4 anni vorrei rivederla, in fondo, devo restituirle le sue mutandine…
All’inizio le cose andavano male perché non riuscivo affatto ad inserirmi, timida com’ero in un gruppo ben collaudato, la mie compagne non perdevano occasione di rimproverarmi sul campo e in allenamento per ogni minino motivo col solo pretesto di litigare ed allontanarmi dalla squadra.
Ho tenuto duro però, anche perché quello era l’unico modo che avevo per poter fuggire, anche se per poche ore la settimana dalla noia che vivevo a casa con i miei genitori.
E così un poco alla volta sono riuscita ad integrarmi anche perché le mie prestazioni sul campo miglioravano ed ero ormai diventata un elemento insostituibile della squadra.
Le mie compagne mi avevano anche invitato più volte ad uscire con loro ma avevo sempre rifiutato un po’ perché non potevo far tardi la sera, un po’ perché mi sarei sentita in imbarazzo ad uscire con delle ragazze che in fondo sentivo così lontane da me, molte di loro avevano l’auto e lavoravano, io invece facevo il liceo e non mi sarei sentita a mio agio nelle loro compagnie e nei loro discorsi, che giravano quasi esclusivamente sul sesso.
Non ero vergine, ma ero stata solo con un ragazzo con cui purtroppo non aveva funzionato, questo non faceva che accrescere le mie insicurezze.
Sotto le docce Marika si divertiva ad elogiare continuamente le “dimensioni” del suo ragazzo, Marta e Stefania erano sempre pronte a stuzzicarmi, una volta le avevo parlato di Matteo (il mio ex)e loro volevano sempre più sapere dei particolari. Erano tanto pettegole! Ma in fondo 2 brave ragazze, e mi fermavo a chiacchierare spesso con loro.
Monica aveva 25 anni, era da poco entrata nella squadra, era molto taciturna e timida ma in campo sapeva farsi rispettare, con lei non chiacchieravo mai, un po’ mi faceva paura quando mi guardava con quei suoi occhi scuri. E poi c’era Emma…aveva 21 anni e studiava all’università, giocava solo perché quello era l’unico modo per poter fare palestra nel nostro piccolo centro. Era bellissima, tutti i ragazzi le andavano dietro e mentre giocavano si sentivano continuamente apprezzamenti che ci distraevano e l’allenatore aveva il suo bel da farsi per farli tacere.
Ogni tanto mi fermavo a guardarla, aveva un non so che di magnetico, era alta, bionda e con due stupendi occhi azzurri che aveva preso da sua madre che era finlandese. Io invece non ero ancora completamente “sbocciata”, avevo un paio di orribili occhiali da vista ma ero una biondina tanto carina (così mi dicevano tutti)e avevo un bel fisico, solo che provavo vergogna ad indossare una gonna e a truccarmi e stavo più a mio agio in tuta.
Emma era tutto quello che io inconsciamente volevo essere…ma lei a mala pena mi parlava, non cagava nessuno in fondo figuriamoci me.
Una sera, era a fine novembre, io e Emma eravamo rimaste da sole in palestra. Io mi stavo allacciando le scarpe quando sento un cellulare che squilla e Emma che mi implora di passarglielo il più in fretta possibile. Pensai subito che doveva essere uno degli uomini che frequentava, i vociferava che stava con un uomo di città gia sposato e con tanti soldi, anche se io nella mia ingenua mente stentavo a crederci.
Afferrato il cellulare sporgo la mano per passarglielo ma lei mi chiede di aiutarla perché ha le mani bagnate e così mi sfilo le scarpe ed entro nel box della doccia con lei con il cuore che mi batteva a mille e le mani che tremavano per non so cosa.
Era la prima volta che la vedevo nuda, infatti lei preferiva sempre docciarsi quando tutte avevano finito, aveva un corpo stupendo, la pelle liscia che emanava un forte odore di bagnoschiuma e notai subito che si depilava laggiù. Allora erano vere le storie che raccontavano Marta e Stefania pensai!
Mi sentivo in un forte imbarazza a star lì a provare quel batticuore, non ero lesbica e il solo pensiero mi faceva schifo ma fatto sta che ero lì con Emma nuda e non riuscivo a staccarle gli occhi dalla fica, per un attimo mi passò per la mente ane la possibilità di farle una carezza sui capelli ma mi fermai subito. Lei mi disse di chiudere la chiamata poi come se pensasse ad alta voce disse -ah…questi uomini, gli dai un dito e si prendono un braccio…- poi guardandomi mentre indossava l’accappatoio aggiunse -come vorrei essere come te, che non hai nessuno che ti caga e non sai nemmeno come è fatto un cazzo….- poi si avvicino e mi diede un pizzicotto su una chiappa e un bacino sulla testa e disse -grazie, amore…-. Ero rossa dall’imbarazzo e verde dalla rabbia allo stesso tempo! Mi stava prendendo in giro, non sapeva nulla di me e mi aveva preso per una verginella sprovveduta, poi pensai a quel “grazie, amore” e mi venne addosso una gran paura, e se si fosse accorta che la guardavo incessantemente? E se pensasse qualcosa di male? E se forse, voleva solo provocarmi? Emma andò via e mi lasciò sola con i miei dubbi quando mi accorsi di un rumore alle mie spalle, evidentemente c’era qualcun altra nello spogliatoio che si era goduta la mia figuraccia.
Mi voltai ed era Monica con a palla in mano, aveva la canotta della squadra e dei fuseaux neri, era sudatissima e mi guardava con aria di sfida come faceva di solito. Io avevo sempre fuggito i suoi sguardi, mi faceva un po’ paura quella ragazza, era troppo aggressiva.
Mi guardò con 2 occhi che non scorderò mai disse -Guarda che ti ho visto come guardavi Emma…sarai mica una lesbica?- io feci no con la testa ma lei continuò -perché se lo sei devi dirmelo subito e poi a tutte le altre perché sai, non è piacevole che qualcun altro si bagni mentre tu ti fai la doccia…-non colsi subito l’umorismo della sua battuta perché intenta a sfuggire con lo sguardo i suoi occhi che mi scrutavano da capo a piedi, avevo paura che mettesse in giro quella falsa voce, che in un paese piccolo poteva rovinarmi.
-E poi, guarda che non è a te di sicuro che pensa Emma…quella è una puttana delle peggiori, è una scusa quella dell’università, lo so io cosa combina a Parma….ma non le hai visto come era ridotto il suo culo stasera e che razza di succhiotti aveva??? O forse ti piacciono solo le tette e la passerina???- .
I suoi discorsi erano sempre più volgari e lei mi stava sempre più vicino, era sudata fradicia ed emanava un forte odore, mi sembrava di ricordare quello di mia fratello quando torna da una partita di calcetto.
Quando all’improvviso mi prese la mano tremante e se la portò sul seno, io la tolsi subito e le urlai -ma sei matta? Smettila!- ma lei me la riprese con forza, era più grande e forte di me e non riuscivo a dimenarmi…-dai, lo so che ti piace toccare, visto che tu sei piatta di seno….- continuavo a fare resistenza ma sempre più inutilmente.
-vuoi che tutti sappiano che sei una lesbica?- io le urlavo di no, ma lei mi provocava dicendomi -allora perché mi tocchi?-. Ero troppo nervosa per controllarmi e così le tirai una sberla e scappai via. Lei, inferocita mi saltò addosso e mi getto sul materassino urlandomi -brutta puttana, questa non me la dovevi fare, adesso ti riduco peggio di Emma….- mi bloccò a terra e mi tolse la tuta, mentre mi minacciava dicendo che si sarebbe inventata un mucchio di storie, che mi avrebbe rovinata e che le avrebbero creduto tutti perché era più grande di me e perché frequentava da più tempo quello spogliatoio.
Mi tolse il pantalone della tuta, mentre la mia resistenza si faceva sempre più fiacca anche perché il suo seno era grosso e lei lo strofinava contro il mio…bloccandomi in quella posizione.
Mi strappò il reggiseno e se lo tolse anche lei mentre infilò con violenza una mano tra le mie cosce. Emisi un forte gemito, mi strofinava il clitoride e mi leccava il seno e io non potevo far nulla per scappare.
Continuai a gemere e cominciai a provare piacere anche perché la sua azione si era addolcita e perché quel sudore mi eccitava terribilmente…-i capezzoli sono turgidi e stai cominciando a bagnarti…sei una lesbica proprio come pensavo….-. Tornò a toccarmi con violenza mentre mi urlava che voleva sfondarmi, come non aveva fatto quel frocio del mio ragazzo…
-Così mi fai male! Fai piano!- -ah bene- disse lei -comincia a piacerti sul serio, visto che non mi dici più smettere…-
-Ma che hai capito?!?!smettila subito, la lesbica sei tu, lasciami andare, mi fai male!-
-E no bella, ora si va fino in fondo perché so che è quello che vuoi…-
Provavo un misto di dolore e piacere, avevo fatto del sesso col mio ragazzo, ma solo 2 volte e con molta calma e se devo essere sincera non mi era neanche piaciuto gran che, forse perché lo avevamo progettato troppo a lungo e alla fine ne ero rimasto un po’ delusa, lui poi era inesperto quanto me e tutte e due le volte venne quasi subito.
Non sapevo ancora insomma cosa fosse un vero orgasmo, ma Monica con le sue dita e la sua lingua sapeva farci e la situazione improvvisa e violenta mi faceva eccitare ancora di più.
-ora ti faccio un giochino, tu però devi promettermi di non scappare…- Feci cenno di si con la testa e non potevo fare altrimenti perché avevo sempre paura delle sue reazioni e la cosa mi piaceva sempre di più…
Mi strappò le mutandine e cominciò a leccarmi le labbra e il clitoride, buttava saliva e poi la spargeva sulla mia vagina dolcemente per poi tornare ad affondare la sua lingua dentro di me.
Stavo impazzendo dal piacere, quando ad un certo punto lei rallentò mi venne d’istinto di prenderle la testa e spingerla giù, lei mi fece un sorriso -che puttanella che sei…-, ma ormai non sentivo più le sue parole in preda com’ero ad un orgasmo furioso.
Mi fece allargare le gambe e la sua lingua andava sempre più vorticosamente a fondo mentre con le mani mi stringeva forte il seno fino a farmi male ma non riuscivo a dirle di smettere.
Urlavo dal piacere, per fortuna la porta era chiusa e non poteva sentirci nessuno, lei intanto tolse una mano dal mio seno e cominciò a masturbarsi. Doveva aver fatto cose del genere altre 100 volte pensai, nella frenesia del momento.
Venni almeno 2 volte sotto i colpi della sua lingua quando lei all’improvviso si alzò, prese la pompa con cui gonfiamo i palloni e la infilò nella mia vagina. Anche se era dilatata a dismisura provai un forte dolore e lo esternai con un forte urlo. -ti devi accontentare di questo bella…-
Non ce la facevo, provavo troppo dolore così le tolsi le mani e lo presi io, facendo un movimento più dolce, mi ero già masturbata con una zucchina una volta ma non lo avevo più fatto perché vinta dall’imbarazzo…mi tornarono alla mente i movimenti che avevo fatto quella volta e li ripetei…ero ormai persa nel piacere tanto che persi il contatto con la realtà.
Quando, dopo qualche minuto aprii gli occhi ed estrassi quel finto membro dalla vagina notai che Monica era seduta di fronte a me nuda e si stava masturbando avidamente, mi ordinò di leccarle la fica. Come ipnotizzata dal piacere mi avvicinai; era molto pelosa ed aveva un odoraccio, provai a leccarle il clitoride ma fui dopo poco frenata un po’ dall’odore dei sui succhi vaginali e un po’ dall’inesperienza, così smisi.
Le misi una mano tra le gambe, quasi per farmi perdonare e cominciai ad accarezzarla, lei urlava -più forte, più forte!- entrai con 3 dita senza problemi quando lei mi prese la mano e mi disse -ora ti guido io…- .
Spinse la mia mano con forza, non so come non facesse a provare dolore, mi sembrava di vedere la scena di un film “Bound, torbido inganno”, con lei sdraiata nuda per terra ed io sopra che la facevo gemere. Urlava terribilmente, avevo paura che ci sentisse qualcuno in strada e la mia mano era quasi addormentata quando lei me la chiuse a pugno e mi disse -ora voglio che me la sfondi…-
Non sapevo cosa fare, fu lei a togliermi dall’imbarazzo spingendo il pugno nella sua vagina, non riusciva ad entrare e mi sembrava impossibile potesse farlo…ma lei era una troia consumata e con i movimenti giusti seppe riusciti. Andammo avanti un minuto, io solo a guardarla, stavo per venire tanto che con la passerina cercavo lo spigolo del materassino….
Lei ebbe l’ennesimo orgasmo poi ci fermammo, tolsi la mano piena dei suoi liquidi e lei me la fece portare alla faccia sporcandomi tutta….mi faceva un po’ schifo la situazione ma non seppi dirle di no….lei cominciò a baciarmi, prima con violenza poi sempre più dolcemente come mai il mio ragazzo aveva fatto.
-sei la mia più bella scopata Antonella…-
Le risposi -anche tu Monica….-
Ci mettemmo sotto la doccia e ci lavammo, lei mi toccava il buco del culetto, provocandomi ma io non volevo andare oltre…stavo ripensando a tutto quello che era accaduto, mi era piaciuto tanto ma non ero una lesbica e finito di scopare, lì sotto la doccia cominciavo a sentirmi a disagio vicino a lei…
Ci rivestimmo, lei mi prestò un paio delle sue mutandine perché le mie le aveva strappate…uscimmo fuori e lei mi chiese se volevo un passaggio o se ci saremmo viste dopo cena, io le risposi che sarei andata da sola e che non ci saremmo potute vedere, in me covava un forte imbarazzo (cosa sarebbe successo tra noi ora?).
Lei capì tutto -guardami Antonella, lo so cosa pensi, che sia stato un errore, e che in fondo ti è piaciuto quindi sei tanto confusa. Hai 18 anni e sei giovane, pensaci su, non dirò niente a nessuno e non ne riparleremo neanche, sarai tu a cercarmi se vorrai che tra noi nasca qualcosa, ok??-
Fui colpita dalla sua dolcezza, fino a quel momento mi era sembrato impossibile che lo fosse… Le risposi -ok!- e mi venne naturale dirle grazie.
Lei mi baciò sulle labbra e andò via…non l’ho più rivista da quella sera
Ho lasciato la squadra e mi sono fatta vincere dalle mie paure e dai freni che davo alla mia sessualità, non so che fine abbia fatto, ma ora, che sono passati 4 anni vorrei rivederla, in fondo, devo restituirle le sue mutandine…
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