La notte brava di Michelle Winter

di
genere
bondage

L’auto correva veloce. La grande città era già lontana. Aveva una meta precisa e stava già arrivando dove voleva. Trentadue anni, bella, bionda, terza di reggiseno, capelli biondi lisci e lunghi, occhi azzurri, Michelle Winter era già una manager affermata. Molte aziende, soprattutto quelle concorrenti, l’avrebbero ingaggiata. Era giunta l’estate. Calda. Torrida. Non ne poteva più di dare ordini e di avere tutto e tutti sottocontrollo. Gli uomini la corteggiavano, qualcuno anche assiduamente, ma nessuno rispondeva a ciò che lei cercava.
Poi un giorno decise di fuggire da tutto questo. Decise di fare un giro per la campagna. Si era fermata a visitare un  paesino disperso nella campagna quando, dalla osteria del centro della piccola piazzetta, sentì ridere sguaiatamente. Incuriosita decise di entrare. C’era un omone, grande, grosso, corpulento, con la testa semipelata, sdentato, aveva solo due incisivi superiori davanti, separati l’uno dall’altro, giallastri.  Questo faceva sì che quando parlava biascicava le parole perdendole. La testa era quasi rotonda, la barba ispida, non curata. Gli orecchi a sventola. Stava bevendo direttamente da un fiasco di vino. Poteva avere sui sessanta anni circa. E mentre beveva rideva e ruttava. Quando Michelle entrò l’uomo smise di bere e pose i suoi occhi sulla bella donna.
-Un caffè per favore- chiese la ragazza.
-Bela sig…gnora cosa ci, hic. Ci fai da gue..queste parti?-
-Piantala Gaspero!- lo brontolò l’oste -lascia stare la signora-
L’omone allore si volse verso l’oste e afferratolo per il bavero della camicia lo minaccio -Bada,, hic, bada di non ro…ro…permi i co…ioni capito?- e lo spinse contro il mobile del bar.
Poi ripreso il fiasco se ne uscì barcollando dalla bettola e rivolto a Michelle disse -Ciao bela si…gnora quando vuoi vieni a tro…dro…dro..varmi al mio po…porcile- bevve una grossa sorsata di vino e ruttò violentemente.
-Non ci faccia caso signora- le disse l’oste -Gaspero è un solitario. Ha un podere qui vicino e stando sempre con maiali, pecore e galline è ignorante, villano e prepotente-
Da quella volta Michelle non smise di pensare a quell’omone. A quelle enormi mani callose, a quel collo taurino. A quel faccione rotondo e duro. Ai suoi modi sguaiati e alla sua rudezza. Era colui da cui voleva farsi prendere, dominare. Era lui colui a cui lei voleva sottomettersi. Essere la sua femmina.
Era riuscita a individuare il podere di Gaspero.  Dalla strada, su una collinetta c’era una piazzola, poteva spiare tutto. Cominciò così, nel tempo libero, ad andare nascostamente a spiarlo. Lo vedeva mentre lavorava; entrare e uscire dal porcile. Oppure mentre beveva il suo fiasco di vino, avidamente mentre sedeva, fuori dalla sua casupola, sporco di letame, con la camicia aperta e il  vino che dalla bocca si versava a fiotti sul petto villoso; e nonostante la distanza, poteva anche sentire i suoi rutti e persino le sue scoregge.
Poi venne il giorno in cui Michelle prese la decisione. Sarebbe andata direttamente da lui, nel suo podere. “-Si-” pensò “-Voglio venire da te! Nel tuo podere. Nella tua casupola. E poi succeda qullo che succeda…!-”
Quel giorno prima di partire per il podere di Gaspero Michelle si fece bella. Andò dal parrucchiere, si vesti con un elegante vestito da sera; nero con la scollatura e che finiva con una minigonna corredata da due spacchi laterali. Sulle labbra un rossetto dal rosso vivo e seducente come così pue le unghie delle mani. Poi Nel tardo pomeriggio, via in auto assaporando tutte le emozioni che la pervadevano.
Finalmente arrivò al podere di Gaspero. Infilò l a stradina che portava alla casupola del grosso omone. Davanti alla porta c’era lui, in piedi con la camicia a scacchi bianchi e neri  chiusa solo da due bottoni sopra la pancia che sbordava anche dai pantaloni chiusi a fatica da un bottone e con la cerniera aperta. Si potevano intravedere le mutande di cotone ormai ingiallite. Portava sandali da frate in pelle ed aveva in mano l’immancabile fiasco di vino da cui ogni tanto dava grandi sorsate.
Michelle fermò l’auto e scese. Gaspero la guardò e con la sua voce biascicata le chiese:
-Bela sign…ora cosa ce fai qui?-
Michelle lo guardò e disse -Sono venuta per te!-
La bella ragazza si avvicinò a Gaspero che stava ingozzandosi si vino. Tolto il fiasco di bocca ruttò afferrando Michelle per un braccio e tirandola a sé.
-Bene! Sono contento ch..che s..s..sei venuta! Sei bela molto beella! E voglio scoparti!-
gasper abbracciò Michelle mettendole con un braccio mentre con una mano le toccò il culo. Poi avvicinò la sua bocca sdentata al viso della ragazza.
-Ba…baciami!- Michelle poteva sentire l’alito puxxolente di Gaspero. Per un momento allontanò il viso da lui ma Gaspero afferrata la testa e i capelli biondi di Michelle la costrinse a baciarlo.
Gaspero la baciò in bocca spingendo la sua lingua in quella della bella trentaduenne. Fu un bacio lungo che lasciò la ragazza senza fiato. Avvinghiata a lui Michelle si vide letteralmente trasportare dentro la casupola di Gaspero. Era una stanza unica. Si poteva vedere ad una parete un vespasiano con il marmo ingiallito, alla parete accanto un letto matrimoniale sgangherato con lenzuola buttate all’aria e ingiallite. Al centro un tavolaccio con una vecchia padella con dentro gli avanzi di una frittata di porri. Gaspero spinse Michelle sul letto. Afferrò la scollatura del bel vestito da sera lo abbassò di forza mettendo a nudo le belle tette di Michelle. Comincio a ciucciargliele avidamente quasi a farle male specialmente afferrandole i capezzoli. Michelle stava per piangere ma Gaspero non le dette il tempo. Afferrati i capelli biondi La baciò ancora sulla bocca e poi la costrinse ad inginocchiarsi davanti  a lui. Michelle si sentiva presa, dominata, dal guardiano di porci. Si sentì pervadere da uno strano piacere. E si lasciò andare alla mercè di Gaspero.
-Ciu.. ciucc…cciamelo!-
Michelle si trovò con il viso davanti alla patta di pantaloni dell’omone epoi sulle mutande ingiallite, puzzolenti di orina.
-Pren…prendilo! Ciuccia.. ciucciamelo-
Michelle riusci con le mani ora libere a sbottonare l’unico bottone che teneva su i pantaloni dell’omone e ad abbassargli le mutande. L’uccello dell’uomo libero e ritto si ritrovò ppoggiato sulle guance e fra i capelli biondi della ragazza. Poi Gaspero se lo prese in mano e lo impose alla bocca di Michelle. La ragazza la aprì e lasciò che il cazzo andasse su e giù fino alla sua gola.
-Be..llo! Be..lo!!-
Gapero però voleva scoparsi Michelle. Afferrò la ragazza con le mani. La tirò su ela getto sul letto. Le alzò la minigonna e le strappo le mutandine nere di pizzo. Poi la girò su se stessa. Michelle si sentì sbattuta, sbatacchiata.  
-Vo..glio sco..pare come con una cagna, voglio pren…derti da dietro!-
Afferratale le spale Gaspero puntò la fica di Michelle e con un colpo preciso la penetrò. Michelle si sentì afferrare le tette dalle mani callose di Gaspero che la stava scopamdo da dietro.
Michelle gemeva sotto i colpi di Gaspero che intanto la baciava sul collo e si inebriava del profumo dei capelli della ragazza. Poi d’un tratto disse:
-Culo! Voglio culo!-
E senza pensarci sfilo il cazzo dalla fica della ragazza e la inculò senza pensarci due volte.
Michelle urlò di dolore ma Gaspero impetuoso comincio a incularla senza pietà. Quand però sentiva che stava per sborrare tolse l’uccello dal culo e glielo reinfilo in fica. Fu una altra galoppata velce- Con le poppe avvinghiate e stretta da lui Michelle gemeva di paicere e dolore. Gapero senti che stava per sborrare. Allora costrinse Michelle a stere sdraiata sul letto completamente coperta da lui. Michelle stava con i dentri stretti serrati mentre Gaspero ansava fra i suoi capelli e le sue guance. Poi leccandole le guance e annusando il profumo dei bei capelli biondi, le sborrò in fica. Michelle completamente sovrastata gemette di piacere.
< Aaahhh!!! Sì! > Gridò < Sono tua! Tutta tua! Sei tu il mio padrone! >
Gaspero la stava allagando e tenendola avvinghiata a sè urlò: < Mia! Mia! Scei...scei mia... tuutta. mia! >
Alla fine quando tolse dalla fica di Michelle l’uccello ormai svuotato, voltò la ragazza verso di lui, bevve dal suo fiasco, le ruttò quasi faccia e la baciò ancora sulla bocca. Michelle guardò Gaspero. Gli aorrise. Gaspero volle baciarla ancora stringendola a sè.
-Sei mia!- gli disse
-Si!- rispose Michelle
Gasperol a strinse a sé. Scoreggiò forte.
-Ti voglio an…an..cora-
-Si! Prendimi ancora e fa di me quello che vuoi-
Poi…………….
scritto il
2010-08-04
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