Fuoco cammina con me

di
genere
bondage

"Adesso ti vorrei legare... Anzi, ho un'idea! Io vado a prendere le birre e te mi aspetti qui legata al letto, ok? Eh Lyd, ok?"
Io lo guardavo, con la bocca socchiusa, non sapevo se stesse scherzando o no.
"Si..." gli dico, lui si avvicina e continua a toccarmi, su e giù, dentro e fuori la fica e il culo. Io gemo ed ansimo, ho la faccia sul cuscino, la gonnellina tirata sopra la maglietta a fiorellini rosa e neri, il culo scoperto, rosso per gli schiaffi, all'insù pronto a ricevere ogni cosa. Potevo muovermi, non mi aveva ancora legata, sembrava che stesse lì lì per scoparmi, non che non lo volessi... ma l'idea di aspettare mi faceva eccitare da impazzire. Allora gli dico che avrebbe dovuto legarmi, sperando che capisse cosa volevo intendere. Mi lega prima le caviglie, una gamba a destra ed una a sinistra, spalancate, in attesa di lui, poi passa alle mani lasciandole abbastanza libere di muoversi. E mi infila nuovamente le dita dentro, muovendole forte e velocemente. Stavo impazzendo dal piacere, avevo i seni gonfi che spingevano sul letto e i capezzoli duri. Muovevo il culo ,eccitata, lì davanti al suo viso. Si ferma improvvisamente e mi dice: "Io vado a prendere le birre, torno subito". Ci guardiamo, non sapevo che espressione assumere, mi mordevo il dito per cercare di nascondere un sorriso di soddisfazione. Mi sentivo indifesa, piccola nei miei 19 anni in confronto ai suoi 36, lì mezza nuda, legata al letto col culo scoperto ad aspettare.
Sento la porta che sbatte, non credevo fosse uscito davvero, magari voleva solo sapere fino a che punto mi sarei spinta a dirgli di si. Forse mi stava spiando per sapere cosa avrei fatto e sarebbe spuntato dalla porta dicendomi "ah, che bambina cattiva, ti avevo detto di non muoverti e di stare ferma...e tu cosa stai facendo... Ti stai toccando? Ma che bimba cattiva, schifosa e vogliosa... certe cose non si devono fare..." Ma lui non tornava, era uscito veramente ed io mi stavo toccando, non lo facevo mai ma in quell'occasione mi sembrava la cosa giusta da fare... Lo stavo aspettando, seminuda e legata al suo letto, ero eccitata, quando sarebbe tornato mi avrebbe scopato forte, me lo avrebbe finalmento dato tutto, era quello che volevo avere. Ho iniziato a toccarmi sempre più velocemente, stava iniziando a piacermi, continuavo ad essere bagnata, non ho mai smesso di esserlo. Il mio sesso era gonfio, mi strusciavo sul letto, mi toccavo il culo e mi passavo le dita sui capezzoli. Ogni rumore che sentivo sussultavo temendo e sperando che fosse lui, ma l'attesa continuava, lunga ed eccitante.
Decisi di farmi delle foto, il cellulare era fortunatamente vicino ed riuscivo a muovere un braccio, cosìcche avrebbe potuto ricordare bene quel momento in cui non aveva potuto vedermi. Per ogni scatto che facevo mi sentivo sempre più bella e calda.
Poi è tornato, finalmente. Mi ha lanciato uno sguardo severo e rapido e si è diretto in cucina senza dire una parola. Poi dopo qualche minuto di attesa è tornato, si è spogliato e dopo avermi infilato le dita me lo ha messo tutto dentro senza dirmi una parola. Volevo che parlasse, che mi dicesse che era tornato per scoparmi, che mi chiedesse se mi fossi toccata mentre lo aspettavo... ma non disse nulla. L'unico suono che si sentiva erano i miei gemiti più alti e più bassi a seconda di quanto me lo spingesse dentro, il mio respiro sempre più veloce, il mio culo che sbatteva contro il suo petto e i suoi sospiri di piacere. Uscì e me lo mise in bocca, diceva che non sarebbe riuscito a venire due volte nella stessa sera, intanto io lo volevo ancora, volevo essere ancora scopata. E quindi continuammo a farlo sempre più forte e violentemente, mi dava così tanti schiaffi sul culo che ogni volta che spostava la mano per toccarmi il seno o infilarmi un dito, trattenevo il respiro per un secondo e chiudevo gli occhi, preoccupata per il breve e atteso dolore. Sentivo il suo corpo sopra il mio, le sue mani erano ovunque, mi davano piacere ed io ero lì, inerme, non potevo difendermi dalle sue spinte, puntuali, a volte piu veloci e brevi, altre più profonde e lente. Non potevo fare nulla, legata come ero, se non ricevere, ricevere tutto il suo cazzo dentro. E poi, quando l'eccitazione era troppa, quando non facevo altro che gemere, succhiare le sue dita che avevano un sapore particolare... il mio sapore, quando sentii che tirava a sé la treccia dei miei capelli facendomi inarcare la schiena e piegare il collo all'indietro, lì, nel massimo dell'eccitazione, mi gira e mi conduce a sé facendo esplodere tutto il suo piacere nella mia bocca, sul mio viso, fra i miei capelli. E mentre tutto mi scivolava sulle guance e mi gocciolava dalle labbra, lui mi guarda,con dolcezza, mentre io continuavo ad essere così eccitata... come se avessi un fuoco dentro.
di
scritto il
2015-04-14
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