La scoperta 2
di
roberta2
genere
dominazione
Dopo il primo incontro con la Signora che mi ha messa alla prova, mettendo alla prova anche se stessa, per qualche settimana abbiamo proseguito solo attraverso la chat e i messaggi. Ci è voluto qualche giorno per sentirmi tornare alla normalità, i capezzoli erano davvero arrossati, al limite del sanguinamento. Per un pò ho sentito fastidio ad ogni movimento,nello strusciamento contro il pizzo del reggiseno, ma era un fastidio che procurava un sottile piacere. Ormai quanto successo si era impresso nella mia mente, raggiungendo a poco a poco un livello di accettazione psicologica della mia nuova condizione di sottomessa.
Nei messaggi che ci scambiavamo era a volte simpatica e divertente, a volte spingeva sul pedale della dominanza. Una mattina mi ha chiesto di lavorare con una zucchina infilata nella figa. Ha voluto che andassi al supermercato, mentre lei era al telefono con me. Mi dava disposizioni passo passo. Ho dovuto toccarne diverse, ostentando intenzione davanti agli altri avventori, ma senza essere eccessiva e volgare. Voleva che qualcuno arrivasse a capire che l'uso che ne arvei fatto non sarebbe stato alimentare. Ero fra l'imbarazzata e il divertita. Quando sono andata in bagno e l'ho infilata, in realtà ho compreso che ero soprattutto eccitata. Me l'ha fatta scegliere di discrete dimensioni per non impacciarmi troppo. La più grossa che c'era, che riempisse al meglio, perchè il mio pensiero fosse dedicato sempre a lei.
Poi è stata la volta della melanzana, del cetriolo. La divertiva provare a mettermi in imbarazzo.
Tassativo il divieto di arrivare all'orgasmo.
Devo ammettere che per quante volte ho pensato di disobbedire, in fondo non lo avrebbe potuto sapere, non l'ho mai fatto. Il suo gioco era il mio.
Finalmente mi comunicò che marito e figli sarebbero stati fuori casa per andare a trovare i nonni in un'altra regione. Per cui casa libera, e per lei (e anche per me) significava il maggiore agio possibile per riprovare un approccio fisico.
Ero davvero eccitata, un pò di timore, qualche ultima remora, ma ormai non mi sarei tirata indietro. Presi un giorno di ferie, con mio marito raccontai che raggiungevo una mia vecchia amica per una giornata di ricordi (nemmeno del tutto una bugia) e con l'auto mi diressi da lei.
Mi accolse come una conoscenza un pò fredda. Mi sembrava evidente comunque la sua eccitazione.
Come chiuse la porta mi ordinò di inginocchiarmi e baciarle i piedi. Obbedii senza resistenza alcuna. Mi fece alzare e mi accompagnò in bagno. C'era la vasca colma di acqua e schiuma, mi fece spogliare ed immergere. Mi lavò in ogni punto del corpo, uscii, e mi asciugò con un telo soffice. Tutto in religioso silenzio.
Mi legò i polsi, mi fece alzare le braccia al di sopra della testa e mi bloccò ad una corda che scendeva da una trave.
Mi girava attorno con un sorriso soddisfatto, mi faceva pensare al gatto che ha appena mangiato il topo. In mano teneva un piccolo frustino. Me lo passò sui contorni del viso, sulle spalle, fece il giro attorno ai capezzoli per scendere all'ombelico e al pube. Lo inserì in mezzo alle coscie, con voce secca mi comandò di divaricare le gambe, voleva che fossi esposta bene alla sua vista e al suo contatto.
Mi mise una mascherina sul volto ed una parrucca rossa.
Vidi una cinepresa, era chiaro che voleva riprendere la scena, e mi rese irriconoscibile.
I miei capezzoli erano rigidi, appuntiti e duri come sassi.
Lei si tolse l'abito che indossava e si rivelò con un bustino rosso, strizzatissimo. Le faceva strabordare la ciccia in più e le sollevava le tette. Le gambe, grosse e pesanti, erano avvolte in calze nere, con una pantofola di raso col tacco. Non era bella, ma non aveva alcuna importanza. Era credibile. Era la mia Signora.
Col frustino dava piccoli e secchi colpi nella zona dei capezzoli, mi sfuggirono dei gemiti di dolore. Uno, due, cinque. Poi mi passò un dito nella figa. "che grandissima troia che sei. Fradicia, sei fradicia". Passò un dito nella sua e me lo mise in bocca. "Ma anche io non scherzo, vero cagnetta?"
Le leccai le dita, assaporai i suoi umori. Pensai che se non fossi stata legata sarei caduta per terra. Ero cosi presa che mi sentivo venire meno le gambe.
Mi legò il collare attorno al collo, mi liberò le braccia. Nel collare aveva inserito una catenella. Tirandola mi diresse in camera da letto, portando con se la cinepresa.
Mi fece sedere sul letto, e mi mostrò la sua nuova attrezzatura. Un grande dildo legato ad una cintura. Mi ordinò di guardare la telecamera e di dire al mondo che stavo accettando di sottomettermi alla mia Signora. Che sarebbe stato bellissimo sapere che vedessero come mi avrebbe posseduto. E chi fosse stato interessato, uomini o donne, a contribuire alla mia educazione, era invitato a contattare la Signora.
Lei poteva disporre di me come gioco di sesso. Accettavo di essere un articolo in vendita del suo privato sexy shop.
La Signora sbattè le mani e con mia sorpresa vidi entrare una signora, magra, più anziana di noi. "Non preoccuparti, e non badarle, lei riprenderà tutto da vicino,"
Anche la Signora indossò una maschera, e diede il via alla nostra esibizione.
Stesa sul letto mi fece spalancare le gambe, mentre la magra si avvicinava per un primo piano della mia figa. La Signora aprì le grandi labbra per esporre il clitoride e l'apertura della vagina. Si rivolse alla telecamera "Potete vedere il piacere che già sgorga dalla mia cagna, non c'è bisogno di nessun preliminare. Le ho chiesto di essere pronta per me, e da brava cagnetta obbediente lei esegue".
Mi venne sopra e mi spinse il dildo nella figa. Lo sentii scivolare dentro, arrivare fino in fondo, a toccare l'utero. Poi lei si mosse come un uomo, mi stava scopando. Più di un uomo cambiò la frequenza dei colpi e mi sbattè per un tempo lunghissimo: Io non pensavo nè alla magra, nè alla ripresa, ero presa da orgasmi che si susseguivano a ondate. La mia testa non dava più nessun cenno di ragionamento. Ero rapita dal piacere, dall'idea di essere esposta e montata a beneficio di emeriti sconosciuti.
Quando uscì da me i miei umori avevano bagnato il letto e colavano lungo le coscie.
Lei aveva gli occhi spiritati. Mi ricordai che per anche per lei era la prima volta con una donna, che stava realizzando la sua fantasia di una vita.
I lineamenti sotto la maschera erano trasformati, era presa dalla passione e dall'eccitazione.
Mi fece girare e mettere a pecora. Di nuovo la punta del dildo si appoggiò all'entrata della figa e di nuovo scivolava dentro e rincominciava la sua cavalcata.
Mi sentivo infuocata, ero talmente bagnata da pensare di essermela fatta addosso.
Non ho mai provato tanto piacere tutto in una volta.
Mentre mi montava la magra appoggiò al comò la cinepresa e si stese sotto di me.
Feci per reagire, ma le mani della Signora si strinsero forte sui miei fianchi ed i colpi affondavano con violenza da farmi sussultare. La bocca della magra mi avvolse un capezzolo e iniziò a succhiare mentre con le mani premeva sulla mammella, sprimacciandola. "Si brava, mungila, fai vedere come le piace. Cagna arrendevole e senza vergogna"
In realtà mi stavo vergognando da pazzi, ma sentirmi strizzare così mentre lei mi sbatteva aumentava ancora il piacere.
Non so quanto abbiamo continuato.
Al mio rientro a casa sentivo solo il corpo indolenzito, piccoli lividi stanno comparendo sul seno. In mezzo alle gambe ho il fuoco, brucia da impazzire.
A casa ho l'ordine di accendere il computer per andare in un sito in cui pubblicherà il filmino.
Nei messaggi che ci scambiavamo era a volte simpatica e divertente, a volte spingeva sul pedale della dominanza. Una mattina mi ha chiesto di lavorare con una zucchina infilata nella figa. Ha voluto che andassi al supermercato, mentre lei era al telefono con me. Mi dava disposizioni passo passo. Ho dovuto toccarne diverse, ostentando intenzione davanti agli altri avventori, ma senza essere eccessiva e volgare. Voleva che qualcuno arrivasse a capire che l'uso che ne arvei fatto non sarebbe stato alimentare. Ero fra l'imbarazzata e il divertita. Quando sono andata in bagno e l'ho infilata, in realtà ho compreso che ero soprattutto eccitata. Me l'ha fatta scegliere di discrete dimensioni per non impacciarmi troppo. La più grossa che c'era, che riempisse al meglio, perchè il mio pensiero fosse dedicato sempre a lei.
Poi è stata la volta della melanzana, del cetriolo. La divertiva provare a mettermi in imbarazzo.
Tassativo il divieto di arrivare all'orgasmo.
Devo ammettere che per quante volte ho pensato di disobbedire, in fondo non lo avrebbe potuto sapere, non l'ho mai fatto. Il suo gioco era il mio.
Finalmente mi comunicò che marito e figli sarebbero stati fuori casa per andare a trovare i nonni in un'altra regione. Per cui casa libera, e per lei (e anche per me) significava il maggiore agio possibile per riprovare un approccio fisico.
Ero davvero eccitata, un pò di timore, qualche ultima remora, ma ormai non mi sarei tirata indietro. Presi un giorno di ferie, con mio marito raccontai che raggiungevo una mia vecchia amica per una giornata di ricordi (nemmeno del tutto una bugia) e con l'auto mi diressi da lei.
Mi accolse come una conoscenza un pò fredda. Mi sembrava evidente comunque la sua eccitazione.
Come chiuse la porta mi ordinò di inginocchiarmi e baciarle i piedi. Obbedii senza resistenza alcuna. Mi fece alzare e mi accompagnò in bagno. C'era la vasca colma di acqua e schiuma, mi fece spogliare ed immergere. Mi lavò in ogni punto del corpo, uscii, e mi asciugò con un telo soffice. Tutto in religioso silenzio.
Mi legò i polsi, mi fece alzare le braccia al di sopra della testa e mi bloccò ad una corda che scendeva da una trave.
Mi girava attorno con un sorriso soddisfatto, mi faceva pensare al gatto che ha appena mangiato il topo. In mano teneva un piccolo frustino. Me lo passò sui contorni del viso, sulle spalle, fece il giro attorno ai capezzoli per scendere all'ombelico e al pube. Lo inserì in mezzo alle coscie, con voce secca mi comandò di divaricare le gambe, voleva che fossi esposta bene alla sua vista e al suo contatto.
Mi mise una mascherina sul volto ed una parrucca rossa.
Vidi una cinepresa, era chiaro che voleva riprendere la scena, e mi rese irriconoscibile.
I miei capezzoli erano rigidi, appuntiti e duri come sassi.
Lei si tolse l'abito che indossava e si rivelò con un bustino rosso, strizzatissimo. Le faceva strabordare la ciccia in più e le sollevava le tette. Le gambe, grosse e pesanti, erano avvolte in calze nere, con una pantofola di raso col tacco. Non era bella, ma non aveva alcuna importanza. Era credibile. Era la mia Signora.
Col frustino dava piccoli e secchi colpi nella zona dei capezzoli, mi sfuggirono dei gemiti di dolore. Uno, due, cinque. Poi mi passò un dito nella figa. "che grandissima troia che sei. Fradicia, sei fradicia". Passò un dito nella sua e me lo mise in bocca. "Ma anche io non scherzo, vero cagnetta?"
Le leccai le dita, assaporai i suoi umori. Pensai che se non fossi stata legata sarei caduta per terra. Ero cosi presa che mi sentivo venire meno le gambe.
Mi legò il collare attorno al collo, mi liberò le braccia. Nel collare aveva inserito una catenella. Tirandola mi diresse in camera da letto, portando con se la cinepresa.
Mi fece sedere sul letto, e mi mostrò la sua nuova attrezzatura. Un grande dildo legato ad una cintura. Mi ordinò di guardare la telecamera e di dire al mondo che stavo accettando di sottomettermi alla mia Signora. Che sarebbe stato bellissimo sapere che vedessero come mi avrebbe posseduto. E chi fosse stato interessato, uomini o donne, a contribuire alla mia educazione, era invitato a contattare la Signora.
Lei poteva disporre di me come gioco di sesso. Accettavo di essere un articolo in vendita del suo privato sexy shop.
La Signora sbattè le mani e con mia sorpresa vidi entrare una signora, magra, più anziana di noi. "Non preoccuparti, e non badarle, lei riprenderà tutto da vicino,"
Anche la Signora indossò una maschera, e diede il via alla nostra esibizione.
Stesa sul letto mi fece spalancare le gambe, mentre la magra si avvicinava per un primo piano della mia figa. La Signora aprì le grandi labbra per esporre il clitoride e l'apertura della vagina. Si rivolse alla telecamera "Potete vedere il piacere che già sgorga dalla mia cagna, non c'è bisogno di nessun preliminare. Le ho chiesto di essere pronta per me, e da brava cagnetta obbediente lei esegue".
Mi venne sopra e mi spinse il dildo nella figa. Lo sentii scivolare dentro, arrivare fino in fondo, a toccare l'utero. Poi lei si mosse come un uomo, mi stava scopando. Più di un uomo cambiò la frequenza dei colpi e mi sbattè per un tempo lunghissimo: Io non pensavo nè alla magra, nè alla ripresa, ero presa da orgasmi che si susseguivano a ondate. La mia testa non dava più nessun cenno di ragionamento. Ero rapita dal piacere, dall'idea di essere esposta e montata a beneficio di emeriti sconosciuti.
Quando uscì da me i miei umori avevano bagnato il letto e colavano lungo le coscie.
Lei aveva gli occhi spiritati. Mi ricordai che per anche per lei era la prima volta con una donna, che stava realizzando la sua fantasia di una vita.
I lineamenti sotto la maschera erano trasformati, era presa dalla passione e dall'eccitazione.
Mi fece girare e mettere a pecora. Di nuovo la punta del dildo si appoggiò all'entrata della figa e di nuovo scivolava dentro e rincominciava la sua cavalcata.
Mi sentivo infuocata, ero talmente bagnata da pensare di essermela fatta addosso.
Non ho mai provato tanto piacere tutto in una volta.
Mentre mi montava la magra appoggiò al comò la cinepresa e si stese sotto di me.
Feci per reagire, ma le mani della Signora si strinsero forte sui miei fianchi ed i colpi affondavano con violenza da farmi sussultare. La bocca della magra mi avvolse un capezzolo e iniziò a succhiare mentre con le mani premeva sulla mammella, sprimacciandola. "Si brava, mungila, fai vedere come le piace. Cagna arrendevole e senza vergogna"
In realtà mi stavo vergognando da pazzi, ma sentirmi strizzare così mentre lei mi sbatteva aumentava ancora il piacere.
Non so quanto abbiamo continuato.
Al mio rientro a casa sentivo solo il corpo indolenzito, piccoli lividi stanno comparendo sul seno. In mezzo alle gambe ho il fuoco, brucia da impazzire.
A casa ho l'ordine di accendere il computer per andare in un sito in cui pubblicherà il filmino.
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