Tornando a casa. La mail di Chicco

di
genere
tradimenti

Questo vuole essere un omaggio ad Esperia per i suoi bei racconti

Silvia,
come ti ho detto al telefono, stasera non torno a casa.Non me la sento. O almeno non ancora. Le ragioni sono troppe per parlarne al telefono.
Quando stamattina ho chiuso la porta di casa alle mie spalle ho avvertito un senso di liberazione. Nelle poche battute che mi avevi detto ho avvertito che mi stavi ancora tradendo.E che non hai alcuna stima di me.
Mi hai trattato come un pappone! Come può esserti venuto in mente che avrei potuto accettare di scambiare le prestazioni sessuali della mia donna, di mia moglie, le tue, con il cambio della Volvo o con una bella vacanza?
Ma questa sensazione di essere ancora tradito, senza neanche un briciolo di rispetto da parte tua, è stata ancora di più rafforzata dalla risibile scusa del debito di riconoscenza. Ieri, dopo una nottata resa infame dalle balle che mi avevi raccontato la sera prima, sono venuto sotto casa di questo Cazzaniga, ed ho visto la tua macchina coperta di polvere e perciò parcheggiata da diversi giorni. Ho così avuto la certezza degli incubi che mi avevano tormentato, mentre mi rigiravo nel letto vuoto e freddo. Tornato a casa sono andato su facebook ed ho visto le foto di questo signore al timone di una barca. Certamente anziano, ma non un povero vecchio malandato prossimo alla pensione, quale me l'avevi più volte descritto. Non solo, perciò, mi hai mentito per settimane, evidentemente per non farmi allarmare, ma quando ti ho scoperto hai ritenuto di poter insistere sulla stessa balla, arricchita dalla storia della volontà di sdebitarti.
E spiegami, poi, come si può fare a sopportare la vicinanza fisica ed intima per giorni
di una persona verso la quale non si prova niente. Probabilmente è pesante anche per le puttane di professione. E' stato, perciò, un tradimento pieno, per il tuo piacere. E' per questo che ti sei risentita quando hai percepito che per me era stata una cosa volgare. E come altro avrei dovuto percepirla dopo tutte le falsità che mi hai rovesciato addosso?
Vedo davanti a me un labirinto pieno di insidie, nel quale non posso più fidarmi di nessuno. E meno di tutti di te.
Proprio questo è stato il mio errore. Sentirmi ed essere totalmente tuo. Averti dato la certezza che io ero comunque lì, pronto ad attenderti.
Io non sarò più di nessuno.Neppure tuo. Me lo impone il mio istinto di sopravvivenza. Per prima cosa devo riappropriarmi di me. Ci sarà spazio per te? e quale? Ancora non lo so.
E che ne sarà del nostro sesso?
Pensavo che il pisello che ho tra le gambe fosse nostro. Che fosse il ponte che serviva ad unirci. Ricordi che per farmelo venire duro bastava che tu mi dicessi "ti amo".
Ed ora? Non penso proprio che che se mi dirai "ti amo" mi verrà duro. E' più probabile che mi verrà il desiderio di allontanarti.E quale sarà il pensiero che potrà eccitarmi? Pensare che sei una zoccola?
Voglio eccitarmi così? No. E tu? vuoi eccitarmi così?
A parte che, su questo piano, Cazzaniga certamente ti può dare più soddisfazione. E non è una competizione che mi interessa.
Vedi che ci sono troppi nodi da sciogliere per poter tornare ora a casa.
Il primo di tutti è che se tu non sei leale su quello che è successo, io non sono in condizione di aprirti neppure uno spiraglio.
Quando stamattina sono uscito di casa, accanto al senso di liberazione dall'oppressione del tuo tradimento che durava ancora,ho avuto, netto, il pensiero che avevo perso tempo a parlare con te.Tu stavi lì a difendere, con le parole e con i gesti, il tuo tradimento senza che neppure ti ponessi il problema del nostro rapporto.
Certo, ho visto che hai pianto e che mi lanciavi sguardi di dolore. Ma davvero pensi che io possa accettare la tua compassione? Riservala per te e, eventualmente, per Cazzaniga quando dovrai cambiargli i pannoloni.
Un'ultima cosa. Quando ti ho chiamato in studio (pensa è stata la prima cosa che ho fatto quando sono sbarcato a Milano) la sostituta di Gina, Erika, è stata molto imbarazzata, saputo che ero tuo marito, nel dirmi che eri in riunione e che non poteva passarti la chiamata.
Dunque, tutti sanno tutto. Io solo non sapevo.
E tu cosa pensi di fare? di presentarti lunedì mattina in studio, fresca e pimpante come quando sei rientrata stamattina a casa, per lavorare ancora con Cazzaniga sotto gli occhi di colleghi e segretarie che sanno perfettamente che scopi con lui?
Ed io dovrei accettare tutto questo? E magari chiamarti per parlare con le segretarie che mi considerano un cornuto o venirti a prendere in ufficio, sotto gli occhi ironici o rattristati dei tuoi colleghi?
Vedi, si tratta di cose che, se davvero ci tenessi a me, ti avrebbero dovuto dare angoscia anche se non ti avessi scoperta.
E' un groviglio inestricabile. E' possibile scioglierlo? Non lo so. Ci sono dubbi che ciascuno di noi due deve risolvere con se stesso. Altri che, se arriviamo a quel punto, dobbiamo risolvere insieme.
Se pensi che la tua sia stata una esperienza bella, pulita ed indimenticabile, non proviamoci nemmeno.
scritto il
2015-07-22
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