Sara, bellissima Sara - II parte
di
linnear
genere
incesti
Dopo l'episodio accaduto in piscina non accadde più nulla, e a volte mi pareva di aver sognato quel momento di assoluta intimità e tenerezza.
Per due anni avevamo continuato a salutarci e a scambiarci le frasi solite tra zio e nipote. E nell'ultimo anno avevo visto Sara di sfuggita poche volte dal momento che si era trasferita a Roma per l'Università. Era diventata bellissima: aveva conservato il suo fisico da giunco: pieno, ma sottile e flessuoso, ma con una consapevolezza nello sguardo del proprio essere che ormai hanno poche donne.
Stavo andando al lavoro quella mattina e già bestemmiavo per l'imbecille di turno che mi stava tagliando la strada, quando squillò il cellulare.
Sara.
Non era una novità: di tanto in tanto mi chiamava per chiedermi aiuto per qualche dubbio in qualche esame. Ma quella volta la voce era diversa. Nemmeno mi salutò.
- Zio quando possiamo vederci per prenderre un caffè?
Rimasi un po' meravigliato e sulle prime non capii.
-Ciao Sara. In cosa debbo aiutarti stavolta?
Un attimo di silenzio.
-Zio, sai cos'è tra 5 giorni?
Buio totale... cosa sarebbe accaduto tra 5 giorni? Fortunatamente per me non mi dette il tempo di rispondere.
- Il mio compleanno, zio! Compio 21 anni!
La voce era ancora bassa e profonda, e la mente mi rimandò il ricordo di tre anni prima, all'episodio della piscina.
Avevo dimenticato la promessa fattale l'indomani del suo 18esimo compleanno.
Non sapevo cosa dire... non so cosa balbettai perchè al telefono sentii un sospiro e con un tono deluso Sara riprese:
- Va bene, zio. Non fa nulla. Ci vediamo.
Non mi dette il tempo di dire nulla e chiuse.
Rimasi fermo nel traffico fino a quando un'uragano di clacson non mi fece ritornare su questo mondo. Avevo rivissuto in pochi secondi le sensazioni che Sara mi aveva regalato tre anni prima, e mi detti dello sciocco.
Richiamai Sara, che non rispose subito. E quando lo fece il tono era freddo e distaccato.
Le parole che dissi non le avevo pensate fino ad un attimo prima
- Sara, piccola, ti chiedo perdono ma... non ho dimenticato nulla è che... non speravo che tu... che insomma tu ricordassi...
Il tono della risposta divenne di nuovo basso e sensuale.
- Allora possiamo prendere un caffè... oggi pomeriggio? Va bene per te?
Avevo le vertigini: avevo sempre adorato mia nipote, ma dopo averla avuta tra le braccia mentre godeva era diventata parte di me. E solo in quel momento capii quanto mi era mancata.
- Si, d'accordo
Mi disse posto e ora e...
...del resto della giornata non ricordo assolutamente più nulla.
Arrivai al bar con 20 minuti di anticipo ma lei era già li che fingeva di leggere un libro con una coca cola davanti.
Quando mi sedetti al tavolino lei si illuminò pur rimanendo seria. Gli occhi erano due voragini che mi presero subito.
Poggiò solo la sua mano sulla mia.
- Andiamo da qualche altra parte, ti devo parlare.
E con lei sottobraccio cominciammo a camminare. In un attimo era cambiata: rideva e scherzava, con risatine d'argento. Io faticai un po' ma poi capii: era per me, per non farmi fare la figura dell'uomo maturo con la ragazzina. Col suo modo di fare sembravamo quello che in realtà eravamo: uno zio con la sua nipote.
Trovammo un locale con dei separè abbastanza intimi e ci sedemmo. Sara non perse nemmeno un attimo, e guardandomi dritto negli occhi cominciò a parlare.
- Zio... ti ricordi la promessa che mi facesti? Bene io tra 5 giorni farò 21 anni e sono qui per ricordarti il regalo che mi hai promesso.
La sua voce era ferma, matura. E c'era una carica erotica che non ricordavo.
- Voglio averti per un'intera giornata. Voglio che tu faccia l'amore con me. Voglio averti dentro e godere con te come... come quel giorno, ma più intensamente e senza la paura che qualcuno ci scopra.
Avevo il cervello in fiamme, ero eccitatissimo e non sapevo cosa dire. L'odeggiare dei suoi capelli, il ritmico sollevarsi e abbassarsi dei suoi seni mi confondevano. Il suo profumo, profumo di pelle e null'altro, mi inebriava.
Cercai di difendermi, anche se VOLEVO perdere, lo volevo con tutto me stesso!
- Ma, sara, non mi dirai che in questi anni tu non hai avuto modo di provare l'amore...
Ritrasse la mano e il suo sguardo si rabbuiò.
- Amore? Qualche maschietto che si infila nelle mie mutande, che senza pensare minimamente a me, a come mi sento, a quello che provo, mi stantuffa un po', mi sporca e se ne va, tu lo chiami amore?
Era evidentemente schifata dal suo stesso modo di descrivere le cose, e a me cominciò a montare rabbia per quegli stronzi e un'infinita tenerezza per la mia adorata nipote.
Stavolta fui io a prenderle la mano.
- Sara perdonami. non immaginavo. Se questo è il regalo che tu vuoi da me io sarò l'uomo più felice del mondo.
Si illuminò tutta e mi strinse la mano con le sue.
- Solo che... zio non so come dirtelo, ma voglio che sia speciale e "totale".
Mi guardò un attimo e capì che non avevo capito.
Si avvicinò ad una distanza tale da occupare col suo viso tutta la mia visuale. Un brivido caldo mi percorse e mi accorsi di averlo durissimo. Ai limiti della sopportazione.
Abbassò un attimo gli occhi
- Io so che non potremo "stare insieme" nella vita e so che avrò altri uomini.
Cazzo! quanto mi faceva male quella verità
Rialzò lo sguardo
- E quando loro, o io, vorrò godere in... in altro modo, voglio che non sia la prima volta, voglio sapere come fare per non provare dolore.
Cominciavo a capire
Lei perse tutto il pudore, avvicinò la sua bocca ll'orecchio. Sentivo il calore del suo respiro e questo mi fece un effetto bellissimo. Ma quello che mi disse mi sconvolse. Mi sconvolse sentirlo, anche se l'avevo ormai immaginato.
- Zio, voglio sentirti dentro di me. Voglio che tu goda dentro di me, nella mia bocca, sul mio corpo. Voglio che tu mi prenda da dietro, voglio capire cosa si prova a godere sentendolo dentro il proprio ano.
Si scostò per guardarmi di nuovo negli occhi.
- So che tu farai tutto questo senza procurarmi il minimo dolore ne il minimo imbarazzo. So che lo farai facendomi godere come forse non accadrà più. Poi, se non lo vorrai più, io per te tornerò ad essere SOLO la tua nipote.
Sorrise
- Spero la tua nipote preferita.
La guardai per un lungo attimo.
- Sara, tesoro mio. Io sarò felice di fare per te tutto quello che posso e che so. Spero solo di farlo davvero nel modo che tu ti aspetti.
Le strinsi forte le mani, e le carezzai la guancia. Non resistetti e spinsi le dita dentro i suoi capelli, a carezzarle la nuca. Un attimo e l'espressione cambiò. Gli occhi si chiusero e le labbra formarono una "o" emettendo lo stesso suono.
Andò con la mano sulla mia mano e la portò un attimo alla bocca perr un lieve bacio. Sentii la punta della lingua sul dorso e per un aistante la fece scendere a sfiorarle il seno.
Riaprì gli occhi piantandoli nei miei con una profondità impressionante.
- Zio se lo rifai io vengo. Qui, davanti a te.
Portò una mano sotto il tavolino. Fu un attimo. La riportò su mettendola tra le mie. Era bagnata.
Non diceva sciocchezze: sarebbe venuta anche solo se le avessi carezzato la nuca. Le baciai la mano e avidamente portai alla bocca le dita bagnate dei suoi umori. Ne annusai l'intenso aroma e mi venne un fremito violento.
L'avrei voluta prendere li, su quel divanetto, in quello stesso istante. Invece dovetti farmi forza. Lei capì e mi sorrise.
- Non ancora zio. Non qui e non così, ti prego.
Io non potrei mai fare nulla al mondo che possa anche solo minimamente turbare Sara, e mi calmai subito.
- Dimmi quando, cara.
- Tra una settimana esattaa, zio... ti puoi liberare dalla mattina?
Riflettei un attimo.
- Certo, tesoro ma sappi che...
stavolta mi avvicinai io al suo orecchio. Respirai il lieve sudore e i suoi capelli. Divino!
-...sappi che voglio che tu venga anche nella mia mano, nellaabbiamo mia bocca. Voglio che tu svenga dal piacere, tesoro mio.
Stavolta fu lei ad avere un vistodo fremito.Con grande sforzo ci alzammo e tronammo ognuno alle proprie occupazioni.
la settimana sarebbe stata ben lunga!!!!
Per due anni avevamo continuato a salutarci e a scambiarci le frasi solite tra zio e nipote. E nell'ultimo anno avevo visto Sara di sfuggita poche volte dal momento che si era trasferita a Roma per l'Università. Era diventata bellissima: aveva conservato il suo fisico da giunco: pieno, ma sottile e flessuoso, ma con una consapevolezza nello sguardo del proprio essere che ormai hanno poche donne.
Stavo andando al lavoro quella mattina e già bestemmiavo per l'imbecille di turno che mi stava tagliando la strada, quando squillò il cellulare.
Sara.
Non era una novità: di tanto in tanto mi chiamava per chiedermi aiuto per qualche dubbio in qualche esame. Ma quella volta la voce era diversa. Nemmeno mi salutò.
- Zio quando possiamo vederci per prenderre un caffè?
Rimasi un po' meravigliato e sulle prime non capii.
-Ciao Sara. In cosa debbo aiutarti stavolta?
Un attimo di silenzio.
-Zio, sai cos'è tra 5 giorni?
Buio totale... cosa sarebbe accaduto tra 5 giorni? Fortunatamente per me non mi dette il tempo di rispondere.
- Il mio compleanno, zio! Compio 21 anni!
La voce era ancora bassa e profonda, e la mente mi rimandò il ricordo di tre anni prima, all'episodio della piscina.
Avevo dimenticato la promessa fattale l'indomani del suo 18esimo compleanno.
Non sapevo cosa dire... non so cosa balbettai perchè al telefono sentii un sospiro e con un tono deluso Sara riprese:
- Va bene, zio. Non fa nulla. Ci vediamo.
Non mi dette il tempo di dire nulla e chiuse.
Rimasi fermo nel traffico fino a quando un'uragano di clacson non mi fece ritornare su questo mondo. Avevo rivissuto in pochi secondi le sensazioni che Sara mi aveva regalato tre anni prima, e mi detti dello sciocco.
Richiamai Sara, che non rispose subito. E quando lo fece il tono era freddo e distaccato.
Le parole che dissi non le avevo pensate fino ad un attimo prima
- Sara, piccola, ti chiedo perdono ma... non ho dimenticato nulla è che... non speravo che tu... che insomma tu ricordassi...
Il tono della risposta divenne di nuovo basso e sensuale.
- Allora possiamo prendere un caffè... oggi pomeriggio? Va bene per te?
Avevo le vertigini: avevo sempre adorato mia nipote, ma dopo averla avuta tra le braccia mentre godeva era diventata parte di me. E solo in quel momento capii quanto mi era mancata.
- Si, d'accordo
Mi disse posto e ora e...
...del resto della giornata non ricordo assolutamente più nulla.
Arrivai al bar con 20 minuti di anticipo ma lei era già li che fingeva di leggere un libro con una coca cola davanti.
Quando mi sedetti al tavolino lei si illuminò pur rimanendo seria. Gli occhi erano due voragini che mi presero subito.
Poggiò solo la sua mano sulla mia.
- Andiamo da qualche altra parte, ti devo parlare.
E con lei sottobraccio cominciammo a camminare. In un attimo era cambiata: rideva e scherzava, con risatine d'argento. Io faticai un po' ma poi capii: era per me, per non farmi fare la figura dell'uomo maturo con la ragazzina. Col suo modo di fare sembravamo quello che in realtà eravamo: uno zio con la sua nipote.
Trovammo un locale con dei separè abbastanza intimi e ci sedemmo. Sara non perse nemmeno un attimo, e guardandomi dritto negli occhi cominciò a parlare.
- Zio... ti ricordi la promessa che mi facesti? Bene io tra 5 giorni farò 21 anni e sono qui per ricordarti il regalo che mi hai promesso.
La sua voce era ferma, matura. E c'era una carica erotica che non ricordavo.
- Voglio averti per un'intera giornata. Voglio che tu faccia l'amore con me. Voglio averti dentro e godere con te come... come quel giorno, ma più intensamente e senza la paura che qualcuno ci scopra.
Avevo il cervello in fiamme, ero eccitatissimo e non sapevo cosa dire. L'odeggiare dei suoi capelli, il ritmico sollevarsi e abbassarsi dei suoi seni mi confondevano. Il suo profumo, profumo di pelle e null'altro, mi inebriava.
Cercai di difendermi, anche se VOLEVO perdere, lo volevo con tutto me stesso!
- Ma, sara, non mi dirai che in questi anni tu non hai avuto modo di provare l'amore...
Ritrasse la mano e il suo sguardo si rabbuiò.
- Amore? Qualche maschietto che si infila nelle mie mutande, che senza pensare minimamente a me, a come mi sento, a quello che provo, mi stantuffa un po', mi sporca e se ne va, tu lo chiami amore?
Era evidentemente schifata dal suo stesso modo di descrivere le cose, e a me cominciò a montare rabbia per quegli stronzi e un'infinita tenerezza per la mia adorata nipote.
Stavolta fui io a prenderle la mano.
- Sara perdonami. non immaginavo. Se questo è il regalo che tu vuoi da me io sarò l'uomo più felice del mondo.
Si illuminò tutta e mi strinse la mano con le sue.
- Solo che... zio non so come dirtelo, ma voglio che sia speciale e "totale".
Mi guardò un attimo e capì che non avevo capito.
Si avvicinò ad una distanza tale da occupare col suo viso tutta la mia visuale. Un brivido caldo mi percorse e mi accorsi di averlo durissimo. Ai limiti della sopportazione.
Abbassò un attimo gli occhi
- Io so che non potremo "stare insieme" nella vita e so che avrò altri uomini.
Cazzo! quanto mi faceva male quella verità
Rialzò lo sguardo
- E quando loro, o io, vorrò godere in... in altro modo, voglio che non sia la prima volta, voglio sapere come fare per non provare dolore.
Cominciavo a capire
Lei perse tutto il pudore, avvicinò la sua bocca ll'orecchio. Sentivo il calore del suo respiro e questo mi fece un effetto bellissimo. Ma quello che mi disse mi sconvolse. Mi sconvolse sentirlo, anche se l'avevo ormai immaginato.
- Zio, voglio sentirti dentro di me. Voglio che tu goda dentro di me, nella mia bocca, sul mio corpo. Voglio che tu mi prenda da dietro, voglio capire cosa si prova a godere sentendolo dentro il proprio ano.
Si scostò per guardarmi di nuovo negli occhi.
- So che tu farai tutto questo senza procurarmi il minimo dolore ne il minimo imbarazzo. So che lo farai facendomi godere come forse non accadrà più. Poi, se non lo vorrai più, io per te tornerò ad essere SOLO la tua nipote.
Sorrise
- Spero la tua nipote preferita.
La guardai per un lungo attimo.
- Sara, tesoro mio. Io sarò felice di fare per te tutto quello che posso e che so. Spero solo di farlo davvero nel modo che tu ti aspetti.
Le strinsi forte le mani, e le carezzai la guancia. Non resistetti e spinsi le dita dentro i suoi capelli, a carezzarle la nuca. Un attimo e l'espressione cambiò. Gli occhi si chiusero e le labbra formarono una "o" emettendo lo stesso suono.
Andò con la mano sulla mia mano e la portò un attimo alla bocca perr un lieve bacio. Sentii la punta della lingua sul dorso e per un aistante la fece scendere a sfiorarle il seno.
Riaprì gli occhi piantandoli nei miei con una profondità impressionante.
- Zio se lo rifai io vengo. Qui, davanti a te.
Portò una mano sotto il tavolino. Fu un attimo. La riportò su mettendola tra le mie. Era bagnata.
Non diceva sciocchezze: sarebbe venuta anche solo se le avessi carezzato la nuca. Le baciai la mano e avidamente portai alla bocca le dita bagnate dei suoi umori. Ne annusai l'intenso aroma e mi venne un fremito violento.
L'avrei voluta prendere li, su quel divanetto, in quello stesso istante. Invece dovetti farmi forza. Lei capì e mi sorrise.
- Non ancora zio. Non qui e non così, ti prego.
Io non potrei mai fare nulla al mondo che possa anche solo minimamente turbare Sara, e mi calmai subito.
- Dimmi quando, cara.
- Tra una settimana esattaa, zio... ti puoi liberare dalla mattina?
Riflettei un attimo.
- Certo, tesoro ma sappi che...
stavolta mi avvicinai io al suo orecchio. Respirai il lieve sudore e i suoi capelli. Divino!
-...sappi che voglio che tu venga anche nella mia mano, nellaabbiamo mia bocca. Voglio che tu svenga dal piacere, tesoro mio.
Stavolta fu lei ad avere un vistodo fremito.Con grande sforzo ci alzammo e tronammo ognuno alle proprie occupazioni.
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