Altro che ragazzina
di
Alfonso
genere
etero
Quando mi è possibile frequento questo sito e mi eccito molto a leggere le storie vere. Fino a qualche giorno fa non pensavo che ne avrei avuta una da raccontare pure io. Ciao a tutti. Sono Alfonso, un uomo di 48 anni, amante del sesso ma abbastanza tranquillo in quanto il sesso con mia moglie, nonostante 20 anni di matrimonio, va a gonfie vele. Qualche giorno fa presi un giorno di congedo per un problema urgente da sbrigare. Pensavo di perdere una mattinata e invece alle 9 e mezzo mi ero già liberato. Quindi, prima di fare ritorno a casa, pensai di fare una capatina al centro commerciale. Feci un giretto e mi fermai al bar per un caffè. A chi vidi mentre portavo la tazzina alle labbra? Daniela, figlia di nostri amici della stessa comitiva. Una ragazza che praticamente avevo visto nascere e cresciuta e che, come gli altri figli delle altre coppie della stessa comitiva, legatissima a me in quanto quando ci riunivamo ero io a tenerli calmi raccontando magari delle favolette. Era abbracciata ad un ragazzo il quale mi dava le spalle. Lei, col mento sulla spalla di lui, guardava nella mia direzione. I nostri sguardi si incrociarono, lei arrossì e mi fece il segno di silenzio con l'indice sul naso. Le feci cenno che sarei stato muto. Dopo aver pagato alla cassa me la trovai di fronte. "Mi raccomando, muto. che non ti venga in mente di dire ai miei di avermi vista qua!" disse sorridendo. "Ma perché non sei andata a scuola?" "Niente così, non ero preparata bene. Silenzio tu, non mi tradire!" "Tranquilla! Ma quello chi è?" "Ma dai ti prego. Ma tu che fai? non sei andato in ufficio?" "No, avevo da fare. Ora torno a casa". Ci lasciammo. La vidi allontanare e dirigersi verso quel ragazzo. Daniela è una bella ragazza di 18 anni. Quest'anno è di maturità. Non l'avevo mai guardata con altri occhi. Nemmeno quel giorno, nonostante fosse una donna formata del tutto. Nei suoi jeans più che attillati, non riuscii ad immaginarla mentre pomiciava con quel ragazzo. Quindi tornai a casa, mi cambiai indossando una tuta leggera di cotone e, trovandomi solo, essendo mia moglie al lavoro, avevo intenzione di collegarmi al sito preferito e poi, sul tardi, avrei preparato qualcosa per pranzo. Proprio mentre mi stavo sedendo davanti al pc ecco il campanello. Chi cazzo sarà mai a quest'ora? Non lo sanno che di mattina non ci siamo? Pensai tra me e me. Aprii la porta e rimasi più che sorpreso. "Daniè, come mai? E' successo qualcosa?!". Disse solo ciao ed entrò direttamente in soggiorno. Conosce bene la casa ed è di casa. Richiudo la porta. "Quale buon vento? Come sei venuta?" "Col motorino" "Eri col tuo ragazzo" "mi stufava. Ti faccio compagnia visto che sei solo" Girava per la stanza come se stesse camminando sui carboni ardenti. "Ah grazie" le dissi. "Ti dispiace?" "No, anzi, se vuoi pranzare qua sarà contenta pure Elvira (mia moglie). "Nooo. Non lo deve sapere che sono venuta" disse sedendosi sul divano. "Perché? Perché cos'è un segreto?" "Certo. Voglio stare con te" "Va bene stai con me, ma perché Elvira non lo deve sapere?" "Perché non voglio stare con te come pensi tu ma come intendo io". Al che si sfilò la maglietta rimanendo in reggiseno. "Ma che fai? Sei impazzita?" "Per niente. Voglio trombare con te" "Daniè ma che dici? Ma come parli? Non ti credevo così. Io sono come se fossi tuo padre". Si sbottonò e abbassò la zip dei jeans. Io ero di fronte a lei e cercai di farla desistere. "Ma Daniè ti rendi conto? Sei una ragazzina di 18 anni". Si tolse il reggiseno. Cazzo che tette! "Credi che sono una verginella?" disse accarezzandosi le tette e fissandomi sorridendo. Non ci fu verso di convincerla e anzi si sfilò jeans e mutandine restando nuda. "lo vedo che già ce l'hai duro. Ora ti faccio morire dalla voglia". Si mise a toccarsi la fica giocando pure con la peluria castana. Era vero, aveva ragione: il mio cazzo era in agitazione. A volte la buona volontà non basta: come si può essere impassibili davanti ad una ragazza, anche se l'avevi vista crescere, anche se poteva essere tua figlia, anche se aveva solo 18 anni, completamente nuda, con due belle tette al vento, le cosce aperte e che si lisciava la fica invitandoti a scoparla. Ero sicuro di non poter resistere e quando distese il braccio portando la mano destra sul cazzo palpandolo con decisione, capii che quello doveva essere il giorno della mia rovina o un giorno da ricordare per tutta la vita. Io sono stato debole e lei lussuriosamente provocante. Mi inginocchiai e la mia lingua fu fra le sue cosce. "Eheeeeeee" bisbigliò quando le mordicchiai il clitoride. Ero fuori di me, le aprii le grandi labbra e presi a leccarla in ogni angolo. Sussultava di piacere e mi teneva la testa attaccata alla sua fica. "Mmmmmm. Siii" Che sei bravo tuuu!" gridò. La penetrai con la lingua assaporando i suoi umori umori vaginali. "Siiii. Come sono gustosa?" disse scivolando sul divano e allargandosi, lei stessa, la fica il più possibile. Portai su le braccia e presi a palparle le tette e strizzarle i capezzoli. Si dimenava come una forsennata ed, ad un tratto: "Arrivoooo, arrivoooooooo. Sii, leccami ancoraaa" gridò. "Tu più bravo sei. Sempre l'ho pensato che sei bono" disse mentre mi abbassava la tuta. "Porca miseria! Tu più grosso ce l'hai" disse quando lo prese segandolo piano. Poi lo leccò e lo mise in bocca. Non era il pompino di una pompinara esperta ma l'eccitazione mia era al massimo a solo pensare che mi stava spompinando una ragazza che avevo considerato sempre come una figlia mia. Se lo sfilò per un attimo e guardandomi disse: "Che ne dici?" "Dico che sei una bella troietta. Se lo sapesse tua madre...." "A mia madre pure piaci. Dice che sei il più simpatico della comitiva". Questo proprio non lo sapevo. Le sorprese non finirono: mentre mi spompinava impugnandolo con la mano sinistra, con la destra cercò giù la tasca dei jeans e tirò fuori un preservativo. Non credevo ai miei occhi. Mentre me lo teneva in bocca strappò l'involucro e poi sfilandoselo disse: "Non ti preoccupare ci penso io". Me lo mise lei stessa e poi mi disse che mi voleva cavalcare come se fossimo in auto. Lei stessa mi disse di sedermi e venne su con le ginocchia sul divano. Se lo sistemò lei stessa, si abbassò e sospirò forte. "Uhuuuuu! Mamma mia che belloo! Il tuo è più belloo! E' bello grossooo!". La troietta cercò la mia bocca e ci baciammo lussuriosamente. Mi cavalcava; era lei che si dimenava sopra di me e, dopo un minuto, raggiunse un orgasmo agitandosi tanto da farmi pure male. Non riuscivo a capire nemmeno quello che le usciva dalla bocca. Godeva ancora ed io, a solo pensare con chi stavo scopando e a pensare quello che mi disse di sua mamma che è ancora più bona della figlia, non resistetti più e, dimenandomi pure io, venni. "Ti è piaciuto?" chiese "Si, ma adesso vestiti e vai via" "Aspetta. Che fretta hai?" disse sfilandomi il preservativo pieno di sborra e dicendomi dove buttarlo. Le dissi che ci pensavo io e di sbrigarsi a rivestirsi. "Prima mi devi rompere il culo". Altro che sorprese! "Ma io dico che sei pazza. Non ti rendi conto di quello che dici?" "Voglio che me lo svergini tu". Non capii più niente, anche perché si mise a 90 gradi, allargò le chiappe e stuzzicandomi disse: "Guarda che bel buchino vergine. Che ne dici?" Però cerca di non farmi tanto male perché è la prima volta. Vieni che te lo preparo di nuovo" disse in fine ficcandoselo ancora in bocca. Che dovevo fare? Presi una pomata, la feci rimettere a 90 gradi, gliela spalmai mentre diceva che era bello; poi gli ficcai il dito medio dentro facendo avanti e indietro e cercando di aprirlo e renderlo elastico. Ansimava, diceva che le piaceva. Poi impomatai pure il mio cazzo, glielo misi fra le chiappe facendola sospirare di piacere; quindi tenendolo con la mano lo indirizzai nel posto giusto e pian piano che andavo dentro lei si lamentava e si dimenava. Appena la cappella fu tutta dentro disse: "Ahii. Continuaa". Più la penetravo, più si lamentava, fino a quando, quasi tutto dentro, presi a stantuffarla con delicatezza. Cercai di darle piacere pure nella fica e presi a strofinarle il clitoride fra il pollice e l'indice. Incominciava a godere. "Sii. Ora mi piaceee. Finalmente ho il culo rottooo". Le sborrai nel culo e anche lei ebbe un altro grandioso orgasmo. Mentre si ripuliva mi disse che era contenta. Le dissi di rivestirsi e che non si permettesse di venirmi a trovare a casa trovandomi da solo. Sorrideva e mi diceva che nella vita non si sa mai. "A posto siamo se a tuo marito, già da fidanzati, gli metti le corna" "Queste mica sono corna, è stato un fatto così. E poi da chi mi dovevo fare sverginare il culo? Lui nemmeno me lo chiede e le mie compagne si vantano di prenderlo in culo". Quando se ne andò, dandomi un bacio vero in bocca, presi il preservativo, lo avvolsi in un foglio di carta e lo buttai nella spazzatura. Cercai se avessimo lasciato delle avvisaglie di una scopata, mi lavai e cucinai pensando, non solo a Daniela, ma anche a sua madre.
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