Tradita
di
Silvana, 49 anni
genere
tradimenti
Ciao a chiunque legga. Sono disperata perché ho scoperto che Rocco, mio marito, mi tradisce. Non so proprio come sia stato possibile, a letto non gli ho fatto mai mancare nulla. L’altra notte, quella prima del giorno in cui ho scoperto le sue scappatelle, gli ho finanche dato il culo ed è così caduto anche l’ultimo tabù tra noi. Ci aveva provato diverse volte ed io avevo sempre rifiutato per paura di farmi male, eppure lui quella notte ha saputo coccolarmi al punto da farmi sciogliere completamente. Poi ho scoperto che aveva fatto pratica con la puttanella che si tromba la sera, quando mi dice che resta un po’ di più al lavoro. Ci sono rimasta di merda anche perché la nostra vita sessuale è stata intensa ed appagante, almeno dal mio punto di vista. Gli ho fatto pompini ovunque. Ricordo che una volta eravamo al ristorante e all’improvviso andò via la luce. Ne approfittai subito per scivolare sotto il tavolo e raggiungere la sua patta. Lo spompinai con avidità, continuando anche dopo che la luce era tornata. Mi piaceva da matti vedere il suo volto fingere di essere rilassato mentre mi stava venendo in bocca ed ancor di più mi piaceva come mi afferrava poi in macchina, strappandomi gli slip con i denti e penetrandomi con la lingua. Oddio, venivo quasi subito.
Maledetto stronzo, ha rovinato tutto…
Dal momento in cui gli ho sbattuto in faccia il cellulare con il messaggio di quella puttana non l’ho più visto, sono passati giorni ormai. Ora sono sola con me stessa in questa casa diventata improvvisamente grande, i nostri figli sono all’università e tornano il fine settimana. Ho fame di cazzo, sì di cazzo. Lo voglio, non posso farne a meno. Quello di Rocco era grosso, non troppo lungo ma tozzo, massiccio, mi sentivo piena ogni volta che me lo spingeva dentro. Il ricordo mi fa bagnare, ma non posso vivere solo del ricordo, perciò ho comprato un dildo. Non avrei mai pensato di comprare un cazzo di gomma a cinquant’anni, ma la vita mi ha improvvisamente mischiato le carte in tavola e devo adeguarmi.
Mi sono distesa sul letto, completamente nuda come piaceva a lui. Accarezzo la figa, calda e umida. Mi fa specie che sia così bagnata, si vede che la voglia è tanta, non posso mentire a me stessa. Accarezzo la clitoride con delicatezza ed immagino che sia la sua lingua a farlo. Inarco i piedi, mi sta piacendo. Allungo la mano e prendo il cazzo di gomma. Lo lecco e ci sputo sopra, non so come fare in realtà per rendere più fluida la penetrazione, quel che faccio è il risultato del ricordo di qualche film porno che ho visto con Rocco, i primi anni in cui ci frequentavamo. Comincio a premere in mezzo alle gambe e con mia grande sorpresa entra senza tanti problemi. Strofino la clitoride con sempre maggior foga, ma mi sta facendo male. Spingo il cazzo dentro, ma non mi appaga. È troppo sottile e lungo, non è per niente come quello di Rocco. Lo faccio roteare, nella speranza di riprovare le emozioni di un tempo, ma è tutto inutile. Mi sento frustrata, allora lo tiro fuori e cerco il buco del culo. Spingo anche lì ma senza risultato. È un oggetto inanimato, mi viene da piangere. In un attimo sfogo tutta l’insoddisfazione lanciando via quel pezzo di gomma, che colpisce il vetro della porta rompendolo. Scoppio a piangere, non ha senso neppure masturbarmi.
Rocco, maledetto stronzo, perché lo hai fatto?
Mi giro in posizione fetale e singhiozzando mi addormento. Nel sogno viene a trovarmi lui, Rocco, mi accarezza e mi consola. Io gli mollo un ceffone, ma lui non reagisce. Anzi, per tutta risposta si china sopra di me e comincia a leccarmi, divarico per bene le gambe dandogli la possibilità di fare un ottimo lavoro. È uno stronzo, ma anche un amatore eccezionale, ecco perché la puttanella me l’ha portato via. Lui lecca, mordicchia e succhia tutte le mie intimità. Poi mi prende da dietro, mi sbatte con violenza e io godo; mi piace, mi sento felice ed appagata. Mi penetra finanche nel culo, facendomi irrigidire di piacere. Sento le sue palle darmi dei colpetti sulla figa mentre seguono il ritmo pelvico. Sto godendo come una scrofa e non me ne vergogno, mi sento felice e disinibita. Poi sfila il suo cazzone umido e gonfio di voglia, mi rigira e me lo infila in bocca. Vedo il suo volto tendersi come quando lo spompinavo negli ambienti aperti, cercando di celare il suo orgasmo. Ecco, sento i primi fiotti di sborra. Provo a deglutire ma… flop… riapro gli occhi ed il sogno è svanito. Sono tutta bagnata, mi accorgo di aver bagnato anche il copriletto. Ma stranamente non provo più rabbia e non ho voglia di piangere perché forse ho capito cosa fare.
Non ho intenzione di subire, voglio reagire. Dunque mi alzo e mi vesto. Forse io non lo sono più, ma la notte è ancora giovane…
Maledetto stronzo, ha rovinato tutto…
Dal momento in cui gli ho sbattuto in faccia il cellulare con il messaggio di quella puttana non l’ho più visto, sono passati giorni ormai. Ora sono sola con me stessa in questa casa diventata improvvisamente grande, i nostri figli sono all’università e tornano il fine settimana. Ho fame di cazzo, sì di cazzo. Lo voglio, non posso farne a meno. Quello di Rocco era grosso, non troppo lungo ma tozzo, massiccio, mi sentivo piena ogni volta che me lo spingeva dentro. Il ricordo mi fa bagnare, ma non posso vivere solo del ricordo, perciò ho comprato un dildo. Non avrei mai pensato di comprare un cazzo di gomma a cinquant’anni, ma la vita mi ha improvvisamente mischiato le carte in tavola e devo adeguarmi.
Mi sono distesa sul letto, completamente nuda come piaceva a lui. Accarezzo la figa, calda e umida. Mi fa specie che sia così bagnata, si vede che la voglia è tanta, non posso mentire a me stessa. Accarezzo la clitoride con delicatezza ed immagino che sia la sua lingua a farlo. Inarco i piedi, mi sta piacendo. Allungo la mano e prendo il cazzo di gomma. Lo lecco e ci sputo sopra, non so come fare in realtà per rendere più fluida la penetrazione, quel che faccio è il risultato del ricordo di qualche film porno che ho visto con Rocco, i primi anni in cui ci frequentavamo. Comincio a premere in mezzo alle gambe e con mia grande sorpresa entra senza tanti problemi. Strofino la clitoride con sempre maggior foga, ma mi sta facendo male. Spingo il cazzo dentro, ma non mi appaga. È troppo sottile e lungo, non è per niente come quello di Rocco. Lo faccio roteare, nella speranza di riprovare le emozioni di un tempo, ma è tutto inutile. Mi sento frustrata, allora lo tiro fuori e cerco il buco del culo. Spingo anche lì ma senza risultato. È un oggetto inanimato, mi viene da piangere. In un attimo sfogo tutta l’insoddisfazione lanciando via quel pezzo di gomma, che colpisce il vetro della porta rompendolo. Scoppio a piangere, non ha senso neppure masturbarmi.
Rocco, maledetto stronzo, perché lo hai fatto?
Mi giro in posizione fetale e singhiozzando mi addormento. Nel sogno viene a trovarmi lui, Rocco, mi accarezza e mi consola. Io gli mollo un ceffone, ma lui non reagisce. Anzi, per tutta risposta si china sopra di me e comincia a leccarmi, divarico per bene le gambe dandogli la possibilità di fare un ottimo lavoro. È uno stronzo, ma anche un amatore eccezionale, ecco perché la puttanella me l’ha portato via. Lui lecca, mordicchia e succhia tutte le mie intimità. Poi mi prende da dietro, mi sbatte con violenza e io godo; mi piace, mi sento felice ed appagata. Mi penetra finanche nel culo, facendomi irrigidire di piacere. Sento le sue palle darmi dei colpetti sulla figa mentre seguono il ritmo pelvico. Sto godendo come una scrofa e non me ne vergogno, mi sento felice e disinibita. Poi sfila il suo cazzone umido e gonfio di voglia, mi rigira e me lo infila in bocca. Vedo il suo volto tendersi come quando lo spompinavo negli ambienti aperti, cercando di celare il suo orgasmo. Ecco, sento i primi fiotti di sborra. Provo a deglutire ma… flop… riapro gli occhi ed il sogno è svanito. Sono tutta bagnata, mi accorgo di aver bagnato anche il copriletto. Ma stranamente non provo più rabbia e non ho voglia di piangere perché forse ho capito cosa fare.
Non ho intenzione di subire, voglio reagire. Dunque mi alzo e mi vesto. Forse io non lo sono più, ma la notte è ancora giovane…
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