Diario di un matrimonio: III.Il gioco di ruolo

di
genere
trio

Racconti scritti anni fa a quattro mani con la mia ex moglie. Sebbene romanzati, sono tutti fatti accaduti realmente.
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La cena a cui invitò la sua amica D. era basata su un gioco di ruolo (leggi I e II).
Io e mia moglie A. avremmo cenato e D. sarebbe stata la nostra cameriera. In effetti, D. era una cameriera perfetta, compita e sexy: indossava un abito nero con la gonna che terminava appena sopra il ginocchio, calze e scarpe nere, guanti bianchi, un grembiule bianco e una crestina bianca che A. usava da studentessa quando lavorava come cameriera in una pasticceria del centro. Inoltre, indossava un collare di velluto nero che le aveva prestato A. e che la rendeva molto sexy. Durante la cena parlammo a D. sempre dandole del Lei. Faceva parte del gioco.
Dopo l’antipasto, A. sfilò un sandalo e allungò un piede sotto il tavolo e cominciò a massaggiarmi l’uccello. Ovviamente D. vedeva tutto. Appena A. si rese conto che mi ero eccitato a dovere chiamò D. e le disse:
“D., il signore gradirebbe una sveltina!”
D., senza dire niente, appoggiò il vassoio che aveva in mano, mise le mani sotto la gonna e sfilò gli slip e solo allora mi accorsi che le calze erano degli autoreggenti molto sexy; si chinò in avanti appoggiandosi ad una sedia e alzò la gonna offrendomi il suo sedere.
“Se il signore vuole gradire…” mi disse.
Il sedere di D. era un po' troppo grosso, sicuramente sproporzionato, ma con una pelle bellissima e risultava un oggetto erotico estremamente piacevole da vedere e da toccare. Mi alzai in piedi, slacciai i pantaloni ed estrassi un uccello che stava per esplodere dal desiderio; è inutile precisare che D. si era già eccitata ed era quindi bagnata ed accessibile. Senza dirle una parola la penetrai e afferrandole i fianchi con le mani cominciai a sbattermela. Dopo un paio di minuti A. commentò:
“Fai presto caro, o il risotto si raffredderà”
“Hai ragione, cara, ‘vengo’ subito”; diedi altre due pompate vigorose e incominciai a godere.
Lo tirai fuori che pulsava ancora, mi riallacciai i pantaloni e dissi a D.:
“Per ora può bastare, grazie. Ma non rimetta gli slip, non le servono”. Tornammo a mangiare. Nei momenti che seguirono, era possibile vedere dei rigagnoli che tracciavano le calze di D.: era un misto del mio liquido seminale e dei suoi umori vaginali abbondanti.
Per secondo c’erano delle sogliole con della maionese; pensai che avevamo lasciato stare D. troppo a lungo e dovevamo coinvolgerla maggiormente. In un momento in cui D. era in cucina, presi un cucchiaio di Maionese e lo versai sulle dita dei piedi di A.; quando D. torno in sala da pranzo le dissi, indicandole il piede di mia moglie:
“D., non ha visto che la signora si è sporcata?”
“Mi scusi, signore, non avevo visto”, rispose lei.
Detto questo s’inginocchiò e incominciò a leccarle il piede. Visto che era in ginocchio davanti a me, le alzai la gonna per gustarmi ancora la vista del suo culone tondo e lei lasciò fare senza fiatare.
A. le disse: “Tolga il sandalo e pulisca bene tra le dita!”
D. tolse il sandalo di A.; lo leccò per pulirlo prima di riporlo, poi incominciò a succhiare le dita di A. una a una.
“Sono sporca anche qui!” le disse A. mostrando la passerina.
D. si inginocchiò sotto il tavolo e incominciò a lavorarsi mia moglie con la lingua. A., con non-chalance, riprese a mangiare e a conversare. Per due volte si interruppe dicendomi: “Scusami caro, sto venendo”.
Dopo cena mia moglie disse d’essere “sazia” e mi suggerì di prendermi qualche soddisfazione con la cameriera; chiese a D. di mettersi a novanta gradi appoggiata al divano e mi disse: “Scopatela un po'!”. Pompavo a più non posso. Questa volta non era una sveltina e portai D. al piacere, forse due volte. Poi, io e A. andammo a dormire e mia moglie disse a D.: “Pulisca tutto e venga a letto con noi, nuda e disponibile”.
“Certo signora!” rispose D. obbediente.
E così fece!
Anche questa fu un notte indimenticabile!
di
scritto il
2016-06-18
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