Diario di un matrimonio: II. Una serata indimenticabile

di
genere
trio

Racconti scritti anni fa a quattro mani con la mia ex moglie. Sebbene romanzati, sono tutti fatti accaduti realmente.
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I racconti della sua vacanza in barca entrarono nella nostra vita di coppia: quando voleva eccitarsi tanto o eccitarmi, mi raccontava qualcosa. Dai racconti avevo capito che entrambi avevano un uccello più grosso del mio e che il suo preferito, alla fine, era R. (leggere racconto I).

Alcuni mesi dopo, per la sera del nostro anniversario, le feci un regalo speciale: invitai R. a cena a casa nostra. Quando glielo anticipai la vidi illuminarsi e per un attimo ebbi l’impressione che le si dilatassero le pupille.
La sera arrivò e per l’occasione si vestì esattamente come sulla nave: perizoma senza reggiseno e pareo trasparente. Quando andò ad aprire e lo accolse a piedi nudi, R. ebbe sicuramente una accelerazione cardiaca. Venendo a cena da noi non sapeva come sarebbe stato accolto! Vederla così lo eccitò in un secondo e gli tolse ogni dubbio.
Durante la cena, per rendere tutto più piccante, A. mi chiese di condividere i dettagli piccanti della mia vacanza in Umbria con la sua amica. Io non ebbi bisogno di descrivere fisicamente la ragazza a R. perché la conosceva ed eravamo stati anche in piscina assieme, quindi sapeva che aveva un bel visino, un fisico minuto “niente di che” e delle bellissime labbra un po' carnose a forma di cuore, che erano il suo pezzo forte.
Proprio la bocca ero lo strumento con cui elargiva piacere a uomini e donne (sì, era bisex!). Raccontai di come succhiava e di aver provato con lei per la prima volta la “gola profonda”: era capace di infilarselo completamente in gola, cosa che richiedeva una posizione particolare della testa, reclinata all’indietro.
R. mi chiese la domanda di tutti i maschietti (chissà perché): “ma sputa o ingoia?”.
“Ingoia fino all’ultima goccia –gli risposi- e le piace anche la mattina a colazione!”
Vidi che A. stava allungando il piede nudo tra le gambe di R. e sentendo il suo uccello che si era irrigidito disse:
“Senti come ce l’hai duro adesso! Non sprechiamo tempo…”
Lo prese per mano, lo fece alzare e lo guidò fino alla camera da letto. Mi alzai anch’io per seguirli, ma mi fermai un istante ad osservare la sedia dove A. era seduta: aveva una macchia umida: doveva essere eccitatissima!
Quando arrivai alla camera vidi che R. era seduto sul letto e lei in ginocchio glielo stava succhiando.
Mi spogliai –inutile dire che ero già eccitato- la feci alzare, mi sdraiai sul letto e la invitai a mettersi sopra di me.
Prese il mio uccello in mano, si mise a cavalcioni e se lo guidò nella figa senza neppure togliersi il perizoma (come in barca); ovviamente era larga e bagnatissima. R. si accorse che c’era un tubetto di lubrificante in bella mostra, se lo unse abbondantemente e incominciò a penetrare il culo di mia moglie mentre io era già tutto dentro nel davanti.
Lei rimase immobile e a mano a mano che lui entrava, sentivo che la figa di mia moglie di contraeva e sentivo la pressione dell’uccello del suo amante che, pur nell’altro buco, faceva diventare la vagina più stretta.
Quando sentì che eravamo tutti e due completamente dentro, A. spalancò gli occhi per guardarmi e mi disse senza voce:
“Grazie! Ti amo!”
Poi non riuscì a trattenersi, incominciò ad ansimare e urlò un orgasmo che probabilmente avrebbero sentito anche i vicini. Il mio orgasmo fu contemporaneo a quello di mia moglie, quello di R. non lo so. Alla fine ci abbandonammo rilassati, con i due uccelli nei due buchi principali di mia moglie.
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Quando R. se ne andò, io e mia moglie facemmo la doccia insieme poi, nuda e rilassata sul letto, mi chiese di spalmarle un po' di crema nel buco del culo che le bruciava. Mentre le facevo questa “coccola” mi disse:
“Notte indimenticabile!”
Fu davvero indimenticabile perché quella fu la notte in cui rimase incinta.

La settimana successivo ricambiò il favore invitando a cena la sua amica.

(Continua)
di
scritto il
2016-06-18
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