Susanna mi ha cambiato la vita 1

di
genere
etero

Sono sempre stato un tipo timido. Per questo non ho quasi mai fatto la prima mossa con le donne. Diciamo che mi sono limitato a creare amicizie che a volte sfociavano in qualcosa di più. Un'altra cosa che bisogna sapere su di me e che a primo impatto sono superficiale. Si non mi vergogno ad ammetterlo, quando guardo una donna io guardo la bellezza come prima cosa. Certo, non è tutto in un rapporto. Mi è capitato di trovare estremamente attraente una bella ragazza, e provare per lei un interesse di tipo fisico. Che però poi si è spento con il tempo trovandola caratterialmente incompatibile con me.

Quando ho incontrato Susanna io...la trovai subito affascinante. Sia per la sua bellezza, sia per il suo spirito.
Era estate, lei portava i capelli corti, molto corti. I suoi occhi azzurri erano profondi e ammalianti, un oceano con sfumature verdi. Faceva caldo e lei indossava solo una magliettina mezza strappata e dei pantaloncini corti, mostrando cosi delle gambe da paura.
Io ero seduto nella sala d'attesa del mio dentista quando la vidi passare dalla porta. Per poco non mi scoppiava il cuore nel petto, ed ebbi anche un'altra reazione più in basso.
Appena una delle assistenti del dentista gli disse che l'orario era sbagliato e che era arrivata un'ora prima, lei semplicemente si mise a ridere. Poi si sedette di fronte a me.
Per la mia visita mancavano 10 minuti o poco più. Ma in quei dieci minuti i miei occhi non fecero altro che tentare di memorizzare ogni centimetro del suo corpo.
Sembrano una bestia forse, ma lo stesso tentando di non incrociare il suo sguardo, nonostante lo desiderassi immensamente.
Poco prima che entrassi lei mi guardo e sorrise. Io guardai le sue labbra rosse, e persi la testa a quel punto. Mi alzai e feci per sedermi accanto a lei, con un coraggio che non credevo di avere. Appena posai il sedere sulla sedia fui chiamato per entrare.
Ci rimasi malissimo, ma lei sembro divertita, mi fece un saluto con le dita e io mi incamminai abbattuto come una bestia ferita.
A quel punto feci la mia visita e usci, ma lei non c'era. Quando andai a prendere il nuovo appuntamento notai la lista dei clienti al computer, con i nomi e gli orari delle visite.
Cosi calcolai quale doveva essere il suo in base all'orario e lessi il suo nome.
Poi usci e mentre facevo la scale la incrocia ancora. Stava parlando al telefono.
''Amore sono dal dentista, ci sentiamo più tardi ok?''
Io per poco non cadevo giù. Una coltellata mi avrebbe fatto meno danni.
Gli passai accanto cercando di essere più normale possibile, e lei mi salutò ancora. Sempre sorridendo. Io uscivo dalla porta triste, ancora sentivo il suo profumo mentre ero in strada.

L'appuntamento successivo entrai tutto triste nello studio, memore della volta precedente. La trovai li, seduta mentre leggeva una rivista.
Sempre con abiti estivi, sempre con il suo sorriso e quelle labbra, e quegli occhi, e quella pelle, lisci e abbronzata.
I suoi capelli castani erano pettinati all'indietro, ma aveva i colpi di sole che gli davano un aspetto ancora più sexy.
Non sapevo cosa fare, lei era li. Con il potenziale erotico di una bomba nucleare.
''Ciao!''
''...ciao...''
''Oggi ti puoi sedere accanto a me a quanto pare ''
Booom! La bomba era esplosa.
Io sorrisi e mi sedetti timidamente, non avevo nemmeno una minima traccia del coraggio dimostrato la volta precedente.
''Piacere Susanna''
''Ludovico''
Quel giorno nessuno di noi entrò nello studio, il paziente prima di noi stava subendo un intervento di ricostruzione bello lungo e passata un'ora e mezza entrambi decidemmo di andarcene. Si entrambi. Perchè in quell'ora e mezza noi parlammo.
'' Da molto che vieni qui?''
''Non tanto, da quando mi sono laureato più o meno ''
''In cosa se posso chiedere''
''Architettura''
''Oh un architetto, intrigante''
''Beh veramente ora come ora sono solo impiegato in pratica. Sto lavorando in uno studio che è di un mio zio, e non è che disegno palazzi e cose cosi ''
''Fa lo stesso, un giorno lo farai''
''Tu cosa fai invece?''
''Niente, sono disoccupata al momento, ma vorrei fare la parrucchiera''
Continuammo a parlare per un bel po’. Scoprii alcune cose su di lei, aveva già lavorato in un salone. Però ha perso il lavoro, ma non mi ha detto come mai. Era anche due anni più grande di me, non che la cosa mi importasse.
Dopo che si era stufata sbuffo.
''Che noia! Ti va se ce ne andiamo?''
''Per me va bene''
Anche se avessi avuto 100 carie per ogni dente non avrei rifiutato.
Uscimmo. Lei aveva la macchina e io no. Cosi accettai il suo passaggio. Ci dirigemmo al parcheggio.
''Grazie a Dio ho l'area condizionata, fuori si muore''
''In effetti si. Allora dove andiamo?''
Lei si mise a ridere.
''Che c'è?''
''No, niente. Pensavo al mio ex. Questa macchina è sua in realtà''
Si era lasciata, e io gioio dentro di me.
'' Verra a riprendersela?''
''Che ci provi, quel porco. Glie lo taglio se si avvicina dopo che mi ha tradito''
''Ah''
''Senti Ludovico, tu mi piaci, sei simpatico e carino. Appena ti ho visto ho subito pensato che era un modo per fargliela pagare andare con il primo che capita ma...''
Non sapevo come sentirmi, mi aveva appena confessato che voleva farsela con me, anche per una sola botta e via. Eppure sapevo che se me lo diceva in quel modo, allora aveva cambiato idea.
''...credo tu mi piaccia davvero''
Gioii dentro di me.
Lei si avvicino per baciarmi.
E lo fece, le sue labbra incontrarono le mie, e solo a sfiorarle nei primi istanti io andai a fuoco. Quando poi si unirono completamente e senti la sua lingua farsi strada nella mia bocca... non saprei come descrivere la cosa.
Fatto sta che anche io iniziai a muovere la lingua.
Ci baciammo per almeno cinque minuti, toccandoci e strusciandoci.
Io ero in estasi e i pantaloni erano infuocati.
''Voglio confessarti un'altra cosa ''
''Dimmi pure ''
''Io sono una pervertita diciamo, amo il sesso, amo farlo, amo sperimentare, amo giocare. Ma ci sono alcune condizioni. Io voglio una relazione seria, voglio una complicità, voglio sincerità. Non credere che questa sarà solo una botta e via solo perchè lo facciamo qui ed ora''
Era una minaccia. Lei era seria. Più avanti conoscendola ancora meglio scoprii che se io fossi sparito dopo quell'incontro lei mi avrebbe trovato, e di sicuro l'avrei pagata cara.
Feci si con la testa, intimorito.
Lei sorrise mi diede un altro bacio e poi iniziò a spogliarmi.
Prima la camicia, la sbottonò lentamente.
Appena me la tolse guardo il mio corpo. Andavo in piscina quindi ero abbastanza magro e con qualche muscolo, poi ero anche depilato. Fece uno sguardo malizioso poi inizio a baciarmi il collo, scese giù sul petto leccandomi con la punta della lingua.
Poi mi morse un capezzolo e continuo a scendere giù, sempre sfiorandomi con la lingua.
Arrivata ai pantaloni li sbottonò. E quasi mi strappo le mutande.
''Il tuo amichetto è felice di vedermi''
Non esitò un secondo a prenderlo in bocca.
Iniziò così il rapporto orale più sconvolgente della mia vita (fino a quel momento).
Avevo ricevuto anche il la mia dose di pompini durante l'università. Ma nessuna donna aveva la sua ''grinta'' diciamo.
Era vero che lei amava il sesso, e che godeva a farlo.
Lo prese in mano e si stacco un attimo masturbandomi.
''Abbassa il sedile e stenditi. Ora ti faccio venire in due secondi''
Io eseguii l'ordine, e lei si chinò ancora su di me.
Continuo a prenderlo in bocca, a leccarlo a masturbarmi. Non facevo in tempo ad abituarmi ad una sua pratica che lei subito cambiava approccio.
Gli presi la testa con la mano poco prima di venire, non l'avevo mai fatto con nessuna. Non ero mai venuto in bocca a nessuna.
Lei però non si scompose. Lo prese tutto in gola fino ai testicoli, e poi me li strinse con una mano. Io ruotai gli occhi e venni.
Ero esausto, nonostante avesse fatto tutto lei. Anche con l'aria condizionata sentivo un caldo tremendo.
Lei si posiziono sopra di me e mi baciò. Aveva ingoiato quasi tutto, ma senti lo stesso un sapore strano quando la sua lingua si intreccio con la mia. Non mi importava.
La volevo baciare. E infatti lo feci, la strinsi a me. Con le braccia e la baciai con passione.
''Intuisco che hai gradito''
''Moltissimo''
''Andiamo a casa mia allora. Voglio stare comoda, e voglio che ricambi''
Si infilo una mano fra le gambe, si mide un dito dentro di lei. Poi lo tirò fuori e me lo mise in bocca.
''A casa la dovrai far felice con la tua lingua e con il tuo amichetto''


Continua....

E' il mio primo racconto, siate clementi per questa volta


scritto il
2016-07-10
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