Letizia cap. 2 - Virgilio

di
genere
dominazione

“ciao Leti, anche in radio la tua voce è molto sensuale sai? Hai delle fantasie e dei gusti decisamente interessanti….credo dovremmo approfondirli meglio”
Erano ormai 10 minuti che aveva il cellulare in mano e continuava a fissare lo schermo come un’ebete. Quel messaggio l’aveva decisamente spiazzata. Non se lo aspettava. Era certa che nessuno di sua conoscenza potesse essere in ascolto a quell’ora. Dannata euforia del momento, dannati deejay che le avevano tirato fuori più di quanto volesse dire ma soprattutto dannata lei e le sue fantasie.
Ma quel numero non l’aveva in rubrica, e la foto era anonima e non le consentiva di risalire alla sua identità. Ma chi era? Cosa voleva? Era bloccata, non aveva la più pallida idea di come comportarsi, di cosa fare. Però non poteva rimanere lì imbambolata tutto il giorno, come una statua di sale. Decise quindi di non decidere, limitandosi al momento a non rispondere sperando che si risolvesse tutto in una bolla di sapone.
Si mise a fare i lavori di casa, spolverare, fare la lavatrice e stirare relegando il turbamento in un angolino della mente. In teoria avrebbe anche dovuto mangiare qualcosa ma non aveva appetito.
Mentre era intenta a fare la lavatrice ricevette la solita chiamata dal suo Luigi che amorevole come sempre le chiedeva come stava, com’era andato il turno di notte, se aveva bisogno di qualcosa e se voleva che si vedessero quella sera dopo l’allenamento di calcio. Come sempre lui riusciva a rasserenarla con la sua dolcezza. Si accordarono per vedersi a casa di lei verso le 22. Luigi avrebbe portato le pizze.
Il resto del pomeriggio trascorse abbastanza tranquillo e il messaggio ricevuto finì nel dimenticatoio.
Alle 22, puntualissimo Luigi si presento a casa sua con le pizze. Chiacchierarono del più e del meno e dopo mangiato trascorsero una piacevole serata sul divano a guardare un film, una vecchia commedia (Io me e Irene). Letizia avrebbe voluto continuare in intimità a letto visto che il giorno dopo avrebbe lavorato il pomeriggio ma Luigi era stanco per l’allenamento e si sarebbe alzato presto la mattina quindi si salutarono scambiandosi un dolce bacio della buonanotte.
Letizia non aveva sonno e preda di un richiamo magnetico accese il computer e si mise a scuriosare fra vari blog che parlavano di BDSM. E proprio mentre stava leggendo con attenzione la testimonianza di una ragazza che diceva di aver iniziato da poco ad appassionarsi a quel mondo, descrivendo in modo entusiasta le sensazioni provate e l’appagamento ricevuto ricevette una notifica sul cellulare.
Sicurissima si trattasse di Luigi che le voleva augurare nuovamente la buonanotte prese distrattamente il cellulare per leggere. Il telefono quasi le cadde dalle mani quando si rese conto che il mittente non era affatto il suo Luigi ma bensì il numero del mattino “non è carino non rispondere ai messaggi”.
La tensione accumulata ritornò prepotentemente e si accorse di tremare tutta. Doveva assolutamente capire chi era e cosa voleva così finalmente si decise a rispondere “si può sapere chi sei? Non ho il tuo numero. E soprattutto cosa vuoi da me?”. Lo sconosciuto era in linea e immediatamente si mise a comporre la risposta “per ora puoi chiamarmi Virgilio. Cosa voglio? Come Virgilio per Dante voglio essere la tua guida. Prenderti per mano. Accompagnarti attraverso l’inferno ed abbandonarti alle soglie del paradiso. Diciamo che abbiamo dei gusti simili e siccome e dal momento che il tuo Luigi non è in grado di seguirti per questa selva oscura lo farò io”. Dannazione! Pensò Letizia maledicendo per l’ennesima volta la sua leggerezza. Sapeva anche il nome del suo fidanzato. Doveva assolutamente capire chi era. “Dimmi chi sei ti prego. Quello di stamattina era solo uno scherzo”.
Il messaggio era stato recapitato e letto ma la risposta tardava ad arrivare aumentando la sua ansia e agitazione.
Finalmente la scritta blu la informò che stava scrivendo “te l’ho detto. Per ora puoi chiamarmi Virgilio! Uno scherzo dici? Io sono convinto del contrario e penso che se Luigi, i tuoi amici o i tuoi colleghi dell’ospedale dovessero riascoltare il podcast del tuo intervento presente sul sito della radio la penserebbero come me...”
La situazione stava precipitando. Quell’uomo conosceva il nome del suo fidanzato, sapeva dove lavorava e quei puntini potevano essere considerati una velata minaccia di sputtanamento “globale”. Al podcast non aveva proprio pensato.
Che casino! Non sapeva proprio cosa fare. Decise di rispondere di getto cercando di essere accomodante per provare a tutelarsi “ok…Virgilio, visto che è così che vuoi essere chiamato, così ti chiamerò. Hai ragione, ho sbagliato a esternare i miei pensieri più reconditi. Ma gradirei che la cosa rimanesse inter nos. Posso contare sul tuo silenzio?”. Doveva assolutamente disinnescare quella bomba prima che le scoppiasse fra le mani. La risposta di Virgilio però non prometteva nulla di buono “brava, vedo che sai essere ubbidiente. Io non credo tu abbia sbagliato, anzi. Vuoi che la cosa rimanga fra noi? Si può fare ma il mio silenzio ha un prezzo…”. Ci mancava solo che le chiedesse dei soldi “e cioè? Guarda che non sono ricca” provò a buttare lì Letizia sperando di chiudere il discorso. “sei povera di soldi ma ricca di energie. Hai solo bisogno di tirarle fuori e convogliarle nel verso giusto. Hai bisogno di una guida e quella guida voglio essere io. Adesso devo andare, ti ricontatterò presto per la tua decisione. Pensaci”.
Letizia rilesse diverse volte quel messaggio di commiato così ambiguo.
Cosa doveva fare? Parlarne con Luigi? Da escludere, lo avrebbe mortificato. Con qualche amica o collega? No, impossibile, con nessuna era così in intimità da spingersi a raccontare quanto accaduto.
Eppure la sua mente vagava, per un attimo le venne in mente l’immagine di lei nuda e bendata, accompagnata per mano da una figura indefinita mentre con in mano uno scrigno per le offerte attraversava una schiera di dannatiti che allungavano le mani su di lei, sfiorandole il viso, i capelli, il seno, i capezzoli turgidi, la schiena e le natiche. Per via della benda sugli occhi le era impossibile capire quanti effettivamente fossero, sentiva solo le loro mani, mentre la figura al suo fianco le sussurrava suadentemente che presto avrebbe offerto se stessa e scoperto cosa custodiva lo scrigno.
Quelle mani che la violavano e alle quali non riusciva a sottrarsi e quella voce che la ipnotizzava costringendola ad andare avanti e avanti e avanti...
Si scosse per far sparire la visione ma scendendo con le mani tra le gambe si accorse di essere eccitata…

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burro1978@hotmail.it
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scritto il
2016-08-06
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