Gangbang in fabbrica
di
drie
genere
gay
Il suono del campanello mi sorprende mentre gioco con un bel cazzo in gomma. Sorpreso mi giro istintivamente verso la porta della camera da letto. Non avevo la minima voglia di alzarmi e interrompere tutto per vedere chi fosse. Anche perché avrei dovuto correre a vestirmi per non presentarmi nudo e col cazzo ben in tiro. Continuo quindi il mio ondeggiare su e giù sul mio lungo e gommoso amico. Suonano ancora, ma lo ignoro nuovamente. Sempre più preso non mi accorgo della rumore della porta che piano piano si apre per poi richiudersi.
Improvvisamente un uomo si affaccia alla porta della stanza. Mi scappa un urlo, chi è e come è entrato?
“Sta tranquilla troia! Mi manda Cristina, le chiavi me le ha date lei”.
Lei era l’unica oltre a me a possedere le chiavi di casa, in modo da potermi venire a trovare quando voleva e senza preavviso.
“Cosa vuoi? Perché ti ha mandato da me?”
“E’ molto semplice. Ha notato quanto ti piaccia prendere cazzi e così ha pensato di farti un regalino”
“Che genere di regalo?”
“C’è una fabbrica non molto lontano da qui dove lavorano alcuni suoi amici, tra cui anche io. Ha detto che avresti intrattenuto tutti gli operai oggi stesso alla pausa pranzo. Mi ha dato le chiavi per portarti subito li, non manca molto alla pausa. Se preferisci puoi chiamarla, ma non penso che sarebbe molto felice di sentirti dubitare dei suoi ordini”
In effetti Cristina non sarebbe stata affatto felice, e quando si arrabbia non è affatto divertente, e poi l’idea di un po’ di movimento non era affatto male.
“Va bene verrò con te giusto il tempo di vestirmi.
Ero un po’ occupato al momento”dissi guardandolo con un’aria da vera puttana.
“L’ho notato. Mettiti questi e lasciati pure quel coso nel culo”.
Mi passò dei vestiti: un tanga e un reggiseno rosso delle calze a rete degli stivali con un tacco esagerato e un lungo cappotto. “Indossa solo questi e datti una truccata. Ti aspetto in macchina davanti al portone”
Detto questo se ne andò di sotto. Finii di vestirmi e mi truccai. Il cazzo nel culo mi dava un po’ fastidio ma piano piano aiutava l’eccitazione nel pensare a cosa stavo per fare.
Finito di preparami corsi in macchina e fui portato alla fabbrica.
Poco dopo arrivammo.
“Scendi vacca! Siamo arrivati. Entra in quella porta. Muoviti!”
Entrai, Era una grande stanza, adibita alla mensa. Io mi ritrovai dietro al bancone da dove venivano serviti i piatti, tutti pronti per essere distribuiti ma nessuna fila. L’uomo che mi aveva accompagnato mi tolse il lungo cappotto lasciandomi mezzo nudo.
“Prima di tutto distribuirai i piatti a tutti. Solo dopo ci divertiremo con te”
Suonò una campanella che probabilmente stava ad indicare l’inizio della pausa. Subito, come se stessero aspettando dietro la porta decine di uomini entrarono in mensa. Subito si alzarono urla di gioia nel vedermi.
Iniziai a servirli uno alla volta. Inutile dire che fui bersagliato da mille commenti provocanti. “Brava zoccola. Ora servici che poi ti faremo divertire”, “Non ti preoccupare che dopo aver bevuto tutta la nostra sborra sarai piena anche”, “ti romperò quel lurido culo da puttana che ti ritrovi” “Urlerai come una cagna!” , “fra un po’ avrai il culo talmente sfondato che non camminerai per giorni”e molti altri. Ero davvero arrapato e non vedevo l’ora di iniziare.
Finii di servire i piatti a tutti, attesi che finissero di mangiare e piano piano andavo girando raccogliendo i piatti sporchi. Ad ogni tavolo, il mio culo veniva bersagliato da sonori schiaffi e il mio viso da decine di sputia cui si aggiungevano i soliti commentini. Nel giro di poco tempo mi ritrovai col culo rosso e caldo.
Quando anche l’ultimo piatto fu sparecchiato mi fu ordinato di inginocchiarmi in mezzo alla sala. Subito fui circondato da decine di loro col cazzo fuori e desideroso di violare la mia bocca. Inizia a succhiare come mai prima d’ora. Erano davvero tantissimi, c’era chi me lo strusciava sul viso chi me lo infilava violentemente in bocca, chi lo usava per colpirmi e chi se lo faceva prendere in mano. All’improvviso uno di loro prese il sopravvento, mi afferrò la faccia con due mani e iniziò a fottermi fino in fondo alla gola. Era di una violenza tale che riuscivo a malapena a respirare. Versi incomprensibili mi uscivano dalla bocca oltre a numerosi rivoli di bava.
“Bravo!! Fai vedere a sta troia cosa vuol dire la frase cazzo in bocca”. “Forza troia succhia!! Lui è solo il primo, te ne aspettano tanti altri!”
Incitato dai suoi compagni, continuava a scoparmi la gola con la stessa foga iniziale fino a quando scaricò il suo sperma sul mio viso. E uno era andato…
Fui sollevato spogliato delle mutande e disteso con la pancia su un tavolo. Mi fu rimosso il fallo di gomma e due dita mi entrarono nel culo, che io da brava puttana tenevo ben in fuori e in vista. Fui lubrificato per bene.
“Forza ragazzi!! Chi vuole essere il primo a cavalcarmi? Dai che li voglio tutti”
Subito mi fu tappata la bocca da un cazzo e svariati altri mi circondarono. Continuavo a succhiare desiderandoli però nel culo.
Presto detto!
Finito di lubrificarmi le due dita uscirono da dentro me e furono sostituite subito da qualcosa di più invitante. Era un uccello grosso e duro. Le mani dell’uomo mi strinsero i fianchi e spinsero verso il basso con il risultato di farmi inarcare la schiena. Sentii il buco allargarsi e l’uccello scorrere dentro lentamente ma inesorabilmente finche il bacino dell’uomo non aderì completamente alle mie natiche. Iniziò così a scoparmi mentre alcuni suoi colleghi iniziavano a venirmi addosso. In poco tempo mi ritrovai la faccia ricoperta da una maschera di sputi e sborra, e così anche la schiena e il culo. E dire che molta l’avevo ingoiata.
Erano talmente presi a scoparmi che non si accorsero di quante volte stavo venendo. Urlavo davvero come una cagna in calore, perché era così che mi sentivo. Volevo tutti quei cazzi per me, li volevo ovunque, i loro insulti continui non facevano che aumentare la mia voglia.
“Dai ragazzi fatemi urlare come puttana che sono. Continuate a scoparmi. Voglio un altro cazzo nel culo, sono insaziabile!!! Sfondatemi per bene quel lurido culo che mi ritrovo, voglio sentirlo a brandelli”
“Brutta zoccola che non sei altro!! Ne vuoi un altro? Sarai subito accontentata”
Un uomo si infilò sotto di me e assieme a quello dietro prese a sfondarmi. Faceva male e iniziai ad urlare più forte di prima, tra le loro risate.
“Allora sei felice ora, troia!! Ora te lo apriamo per bene quel culo”
All’inizio era doloroso, ma col tempo divenne sempre più piacevole.
“Siii…siii…Continuate a rompere il culo a questa lurida puttana. Voglio succhiare ancora… voglio altri cazzi in bocca, voglio sentire la loro sborra sul mio viso.”
Subito fui accontentato. Spompinai altri cazzi che continuavano a inondarmi del loro seme. Sempre più ingorda bevevo il più possibile e il resto me lo spalmavo ovunque. Cazzi entravano e uscivano da ogni mio buco, il culo era ormai totalmente spanato, e altri di loro continuavano ad alternarsi. Godevo sempre di più, ero io stesso ad andare a cercarne in giro per la sala altri, per nulla sazio.
Ad un certo punto fui preso nuovamente nel culo da due di loro.
“Ora ti facciamo un regalino” disse uno ridendo subito imitato da tutti gli altri.
Non capii cosa volesse dire, o forse non ci badai più di tanto, troppo preso a godere dei due dentro di me.
Sentii però qualcosa di freddo toccare il mio ano. Mi girai di scatto e vidi uno intento a infilare dentro il cazzo di gomma che avevo portato con me da casa.
“No quello è troppo fermi. Così no!!”
Tentai di divincolarmi ma un sonoro schiaffo mi stordì. Mi furono bloccate braccia e gambe in modo da impedirmi anche il più piccolo movimento. Urlavo con tutte le mie forze ma sentivo il fallo farsi lentamente strada. Un colpetto secco e fu dentro. Un brivido mi percorse la schiena. Un dolore insopportabile mi costringeva a gridare e piangere.
“Guardate come urla adesso. Non dirmi che è troppo per te?” e tutti risero.
Tutti e tre i cazzi iniziarono a muoversi, sempre più velocemente. Sentivo il culo spaccarsi in due.
Pochi minuti e finalmente vennero scaricando tutto dentro di me. Mi sembrò di svenire, e quando mi ripresi senti altri due cazzi pomparmi per bene il culo in compagnia del loro gemello in gomma.
Mi sentivo sommersa in un mare di urla, insulti sculacciate e pizzicotti. Gli uomini si scambiavano le posizioni e continuavano instancabilmente a scoparmi. Ora capivo cosa significava essere davvero piena di cazzi.
Iniziai a essere strattonato, mi fu liberato il culo e fui preso per i capelli e buttato a terra. Circondato alzai lo sguardo e vidi altri cazzi che puntavano verso di me.
“Succhia troia”
Mi gettai su di loro impaziente di assaggiare altro seme e poco alla volta li feci venire tutti. Ricoperto di sperma fui afferrato e trascinato verso l’uscita. Mi condussero al bagno e mi lasciarono per terra vicino al cesso. Mi incastrarono la testa tra la tavoletta facendomi annusare l’intenso odore di piscio. Capii cosa volevano.
“Si pisciatemi addosso!!”
Subito accontentato. Numerosi fiotti di piscio mi arrivarono da ogni lato. Sulle gambe, sulla schiena, sul culo, sul viso e in bocca.
“Su coraggio facci vedere come bevi troia!!”
Preso dall’eccitazione ingoiai ciò che avevo in bocca scatenando i loro insulti.
“Brava troia. Sai cosa facciamo ora? Ti pisciamo nel culo!!”
Alcuni di loro con ancora il cazzo un po’ duro mi penetrarono a turno (con una facilita disarmante) scaricando la vescica nel mio intestino. Finito di riempirmi svuotai il tutto sul pavimento.
Preso e usato come uno straccio, mi fecero strisciare sul loro piscio fino a quando la campanella non suonò e li riportò a lavoro.
Mi ordinarono di restare seduto fino a sera sul cesso, casomai qualcuno avesse necessità di svuotarsi. Arrivata notte fui riportato a casa ancora pieno di piscio e sperma ovunque. Nudo fui lasciato a 100 metri da casa, e dovetti correre, tutto grondante, per non farmi vedere da nessuno.
Salii in casa e trovai Cristina che mi ordinò di dormire in bagno e di non lavarmi fino al giorno dopo.
Il mattino dopo fui svegliato dal suo piscio in faccia, dolorante, col culo completamente devastato e con la faccia ancora incrostata.
“Sei stata brava mi hanno detto. Penso proprio che scene del genere si ripeteranno!”
Per offese e vari commenti drie@hotmail.it.
Improvvisamente un uomo si affaccia alla porta della stanza. Mi scappa un urlo, chi è e come è entrato?
“Sta tranquilla troia! Mi manda Cristina, le chiavi me le ha date lei”.
Lei era l’unica oltre a me a possedere le chiavi di casa, in modo da potermi venire a trovare quando voleva e senza preavviso.
“Cosa vuoi? Perché ti ha mandato da me?”
“E’ molto semplice. Ha notato quanto ti piaccia prendere cazzi e così ha pensato di farti un regalino”
“Che genere di regalo?”
“C’è una fabbrica non molto lontano da qui dove lavorano alcuni suoi amici, tra cui anche io. Ha detto che avresti intrattenuto tutti gli operai oggi stesso alla pausa pranzo. Mi ha dato le chiavi per portarti subito li, non manca molto alla pausa. Se preferisci puoi chiamarla, ma non penso che sarebbe molto felice di sentirti dubitare dei suoi ordini”
In effetti Cristina non sarebbe stata affatto felice, e quando si arrabbia non è affatto divertente, e poi l’idea di un po’ di movimento non era affatto male.
“Va bene verrò con te giusto il tempo di vestirmi.
Ero un po’ occupato al momento”dissi guardandolo con un’aria da vera puttana.
“L’ho notato. Mettiti questi e lasciati pure quel coso nel culo”.
Mi passò dei vestiti: un tanga e un reggiseno rosso delle calze a rete degli stivali con un tacco esagerato e un lungo cappotto. “Indossa solo questi e datti una truccata. Ti aspetto in macchina davanti al portone”
Detto questo se ne andò di sotto. Finii di vestirmi e mi truccai. Il cazzo nel culo mi dava un po’ fastidio ma piano piano aiutava l’eccitazione nel pensare a cosa stavo per fare.
Finito di preparami corsi in macchina e fui portato alla fabbrica.
Poco dopo arrivammo.
“Scendi vacca! Siamo arrivati. Entra in quella porta. Muoviti!”
Entrai, Era una grande stanza, adibita alla mensa. Io mi ritrovai dietro al bancone da dove venivano serviti i piatti, tutti pronti per essere distribuiti ma nessuna fila. L’uomo che mi aveva accompagnato mi tolse il lungo cappotto lasciandomi mezzo nudo.
“Prima di tutto distribuirai i piatti a tutti. Solo dopo ci divertiremo con te”
Suonò una campanella che probabilmente stava ad indicare l’inizio della pausa. Subito, come se stessero aspettando dietro la porta decine di uomini entrarono in mensa. Subito si alzarono urla di gioia nel vedermi.
Iniziai a servirli uno alla volta. Inutile dire che fui bersagliato da mille commenti provocanti. “Brava zoccola. Ora servici che poi ti faremo divertire”, “Non ti preoccupare che dopo aver bevuto tutta la nostra sborra sarai piena anche”, “ti romperò quel lurido culo da puttana che ti ritrovi” “Urlerai come una cagna!” , “fra un po’ avrai il culo talmente sfondato che non camminerai per giorni”e molti altri. Ero davvero arrapato e non vedevo l’ora di iniziare.
Finii di servire i piatti a tutti, attesi che finissero di mangiare e piano piano andavo girando raccogliendo i piatti sporchi. Ad ogni tavolo, il mio culo veniva bersagliato da sonori schiaffi e il mio viso da decine di sputia cui si aggiungevano i soliti commentini. Nel giro di poco tempo mi ritrovai col culo rosso e caldo.
Quando anche l’ultimo piatto fu sparecchiato mi fu ordinato di inginocchiarmi in mezzo alla sala. Subito fui circondato da decine di loro col cazzo fuori e desideroso di violare la mia bocca. Inizia a succhiare come mai prima d’ora. Erano davvero tantissimi, c’era chi me lo strusciava sul viso chi me lo infilava violentemente in bocca, chi lo usava per colpirmi e chi se lo faceva prendere in mano. All’improvviso uno di loro prese il sopravvento, mi afferrò la faccia con due mani e iniziò a fottermi fino in fondo alla gola. Era di una violenza tale che riuscivo a malapena a respirare. Versi incomprensibili mi uscivano dalla bocca oltre a numerosi rivoli di bava.
“Bravo!! Fai vedere a sta troia cosa vuol dire la frase cazzo in bocca”. “Forza troia succhia!! Lui è solo il primo, te ne aspettano tanti altri!”
Incitato dai suoi compagni, continuava a scoparmi la gola con la stessa foga iniziale fino a quando scaricò il suo sperma sul mio viso. E uno era andato…
Fui sollevato spogliato delle mutande e disteso con la pancia su un tavolo. Mi fu rimosso il fallo di gomma e due dita mi entrarono nel culo, che io da brava puttana tenevo ben in fuori e in vista. Fui lubrificato per bene.
“Forza ragazzi!! Chi vuole essere il primo a cavalcarmi? Dai che li voglio tutti”
Subito mi fu tappata la bocca da un cazzo e svariati altri mi circondarono. Continuavo a succhiare desiderandoli però nel culo.
Presto detto!
Finito di lubrificarmi le due dita uscirono da dentro me e furono sostituite subito da qualcosa di più invitante. Era un uccello grosso e duro. Le mani dell’uomo mi strinsero i fianchi e spinsero verso il basso con il risultato di farmi inarcare la schiena. Sentii il buco allargarsi e l’uccello scorrere dentro lentamente ma inesorabilmente finche il bacino dell’uomo non aderì completamente alle mie natiche. Iniziò così a scoparmi mentre alcuni suoi colleghi iniziavano a venirmi addosso. In poco tempo mi ritrovai la faccia ricoperta da una maschera di sputi e sborra, e così anche la schiena e il culo. E dire che molta l’avevo ingoiata.
Erano talmente presi a scoparmi che non si accorsero di quante volte stavo venendo. Urlavo davvero come una cagna in calore, perché era così che mi sentivo. Volevo tutti quei cazzi per me, li volevo ovunque, i loro insulti continui non facevano che aumentare la mia voglia.
“Dai ragazzi fatemi urlare come puttana che sono. Continuate a scoparmi. Voglio un altro cazzo nel culo, sono insaziabile!!! Sfondatemi per bene quel lurido culo che mi ritrovo, voglio sentirlo a brandelli”
“Brutta zoccola che non sei altro!! Ne vuoi un altro? Sarai subito accontentata”
Un uomo si infilò sotto di me e assieme a quello dietro prese a sfondarmi. Faceva male e iniziai ad urlare più forte di prima, tra le loro risate.
“Allora sei felice ora, troia!! Ora te lo apriamo per bene quel culo”
All’inizio era doloroso, ma col tempo divenne sempre più piacevole.
“Siii…siii…Continuate a rompere il culo a questa lurida puttana. Voglio succhiare ancora… voglio altri cazzi in bocca, voglio sentire la loro sborra sul mio viso.”
Subito fui accontentato. Spompinai altri cazzi che continuavano a inondarmi del loro seme. Sempre più ingorda bevevo il più possibile e il resto me lo spalmavo ovunque. Cazzi entravano e uscivano da ogni mio buco, il culo era ormai totalmente spanato, e altri di loro continuavano ad alternarsi. Godevo sempre di più, ero io stesso ad andare a cercarne in giro per la sala altri, per nulla sazio.
Ad un certo punto fui preso nuovamente nel culo da due di loro.
“Ora ti facciamo un regalino” disse uno ridendo subito imitato da tutti gli altri.
Non capii cosa volesse dire, o forse non ci badai più di tanto, troppo preso a godere dei due dentro di me.
Sentii però qualcosa di freddo toccare il mio ano. Mi girai di scatto e vidi uno intento a infilare dentro il cazzo di gomma che avevo portato con me da casa.
“No quello è troppo fermi. Così no!!”
Tentai di divincolarmi ma un sonoro schiaffo mi stordì. Mi furono bloccate braccia e gambe in modo da impedirmi anche il più piccolo movimento. Urlavo con tutte le mie forze ma sentivo il fallo farsi lentamente strada. Un colpetto secco e fu dentro. Un brivido mi percorse la schiena. Un dolore insopportabile mi costringeva a gridare e piangere.
“Guardate come urla adesso. Non dirmi che è troppo per te?” e tutti risero.
Tutti e tre i cazzi iniziarono a muoversi, sempre più velocemente. Sentivo il culo spaccarsi in due.
Pochi minuti e finalmente vennero scaricando tutto dentro di me. Mi sembrò di svenire, e quando mi ripresi senti altri due cazzi pomparmi per bene il culo in compagnia del loro gemello in gomma.
Mi sentivo sommersa in un mare di urla, insulti sculacciate e pizzicotti. Gli uomini si scambiavano le posizioni e continuavano instancabilmente a scoparmi. Ora capivo cosa significava essere davvero piena di cazzi.
Iniziai a essere strattonato, mi fu liberato il culo e fui preso per i capelli e buttato a terra. Circondato alzai lo sguardo e vidi altri cazzi che puntavano verso di me.
“Succhia troia”
Mi gettai su di loro impaziente di assaggiare altro seme e poco alla volta li feci venire tutti. Ricoperto di sperma fui afferrato e trascinato verso l’uscita. Mi condussero al bagno e mi lasciarono per terra vicino al cesso. Mi incastrarono la testa tra la tavoletta facendomi annusare l’intenso odore di piscio. Capii cosa volevano.
“Si pisciatemi addosso!!”
Subito accontentato. Numerosi fiotti di piscio mi arrivarono da ogni lato. Sulle gambe, sulla schiena, sul culo, sul viso e in bocca.
“Su coraggio facci vedere come bevi troia!!”
Preso dall’eccitazione ingoiai ciò che avevo in bocca scatenando i loro insulti.
“Brava troia. Sai cosa facciamo ora? Ti pisciamo nel culo!!”
Alcuni di loro con ancora il cazzo un po’ duro mi penetrarono a turno (con una facilita disarmante) scaricando la vescica nel mio intestino. Finito di riempirmi svuotai il tutto sul pavimento.
Preso e usato come uno straccio, mi fecero strisciare sul loro piscio fino a quando la campanella non suonò e li riportò a lavoro.
Mi ordinarono di restare seduto fino a sera sul cesso, casomai qualcuno avesse necessità di svuotarsi. Arrivata notte fui riportato a casa ancora pieno di piscio e sperma ovunque. Nudo fui lasciato a 100 metri da casa, e dovetti correre, tutto grondante, per non farmi vedere da nessuno.
Salii in casa e trovai Cristina che mi ordinò di dormire in bagno e di non lavarmi fino al giorno dopo.
Il mattino dopo fui svegliato dal suo piscio in faccia, dolorante, col culo completamente devastato e con la faccia ancora incrostata.
“Sei stata brava mi hanno detto. Penso proprio che scene del genere si ripeteranno!”
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