La mia prima Milf
di
SimoooonPI
genere
etero
Avevo 19 anni, mi vedevo 1-2 volte a settimana con una ragazza di un anno più grande di me. Non stavamo insieme, ma ci frequentavamo e stavamo bene. Si rideva e si scherzava, si giocava molto... si stava bene! Conoscevo casa sua, abitava con la madre, divorziata, in una casa non troppo lontano dalla mia. Era (ed è tutt'ora) una bella ragazza sul 1,75cm, mora liscia: aveva un lato B e 2 occhi chiari che lasciavano incantati. Insomma, un'ottima trombamica!
Ci si vedeva la sera, spesso cenavo con loro due; dopo cena io e Martina (così la chiamerò per il resto del racconto) andavamo in camera "a vedere un DVD", visto che la madre spesso era in casa (parte del lavoro lo svolgeva da casa e raramente usciva a fare shopping senza la figlia).
Succedeva quel che doveva succedere e non di rado capitava che ci restassi la notte, visto che a volte la mattina si faceva un bel pezzo di strada a piedi insieme. Chiaramente si dormiva poco, ma era normale che fosse così.
La mamma però era una signora davvero molto intrigante. Nonostante la figlia fosse veramente bella, lei, ai tempi 44enne, spesso mi faceva sognare ad occhi aperti (lei la chiamerò Elisabetta). Anche lei mora, occhi scuri e sguardo molto intenso, capelli lisci e lunghi poco sotto le spalle, mani e piedi sempre molto curati, sempre elegantemente vestita, anche per il lavoro che svolgeva. Fisicamente si presentava alta quanto la figlia, quindi abbastanza alta, ma spesso anche slanciata da un tacco (quasi mai altissimo), ma che dava al suo polpaccio la giusta forma, visto che le gambe erano belle toniche. Non era una donna magra (ma assolutamente non grassa), i chili li aveva "nei punti giusti": come dico sempre io, aveva splendide proporzioni. Nonché un gran bel seno, a volte in vista, per mio grande piacere!
Ero ancora un pischello.
Ma mi piaceva. Senza assolutamente rischiare di essere visto, qualche occhiata a quelle gambe, per me magnifiche... O a quel seno... Ce le mandavo eccome! Ma era anche alto il timore di essere visto (dall'una o dall'altra!), quindi l'occhiata capitava raramente e proprio per frazioni di secondo. Elisabetta per me era un'icona di bellezza, un esempio, la rappresentante di un mondo che avrei scoperto da lì in avanti, quello attualmente molto in voga delle milf.
QUEL GIORNO io e Martina dovevamo vederci e dormire insieme, presi un film che mi chiese lei in DVD e andai a casa sua. Era tardo pomeriggio, dovevamo ancora finire di studiare e c'eravamo messi al tavolo del salotto. Eravamo soli e nel silenzio di casa sua si stava proprio bene. Martina era accanto a me, capotavola, china sui libri come suo solito, io alla sua destra con la schiena dritta ben appoggiata alla sedia e il libro leggermente rialzato verso di me.
Ad un certo punto rientrò Elisabetta: un'autentica visione, ancora più di altre volte, tacco alto, taieur chiaro sopra il ginocchio, camicia leggermente sbottonata che lasciava intravedere una parte della sua fisicità, capello slegato, la borsa sotto un braccio e dei fascicoli sotto l'altro braccio. Si, ce l'ho ancora davanti agli occhi... Era a 2 metri circa da noi. Col suo gran bel sorriso, ci saluta e si gira dalla parte opposta rispetto a noi per posare borsa, chiavi e quant'altro.
Mi aveva letteralmente folgorato, bella, con quelle splendide gambe "nude" a vista, il tacco che le dava un gran bello slancio, i suoi piedi curati, anche se si intravedevano solo le punte delle dita, quel giorno con lo smalto rosso. Nel piegarsi in avanti per appoggiare alcuni oggetti, la spaccatura lasciava anche intravedere qualcosa di più, l'inizio della sua coscia sinistra... La gonna aderente lasciava anche intravedere la forma dei suoi glutei, tutt'altro che afflosciati. Si stava togliendo la giacca, per appoggiarla all'attaccapanni, ma non stavo seguendo i suoi movimenti, mi ero distratto da quel che vedevo più sotto e da tutte le sue proporzioni...
Poi si gira, si avvicina leggermente a noi, si appoggia con una mano alla sedia di Martina e si piega in avanti col busto per togliersi le scarpe... Altra visione, stavolta ben più completa, sul suo seno, a poco più di mezzo metro da me... Rimasi qualche secondo a guardarle "la camicia"... Quasi come se non riuscissi a toglierle gli occhi di dosso.
Io ero immobile, col libro in mano e... Lo sguardo altrove. Anche lei era lì, ferma immobile, si stava togliendo una ad una le scarpe...
No. In realtà no. Mi stava fissando. Ed era più che evidente che avesse capito cosa stavo guardando, anzi, fissando. Abbassai velocissimamente lo sguardo sul libro, quasi a scappare dall'incrociare il suo. Tutto d'un tratto le sensazioni che avevo appena provato scomparvero. Penso di aver cambiato colore 2-3-4 volte, ma sempre tra il rosso e il viola intenso. Il cuore mi batteva fortissimo. Lei invece era sempre lì, ferma, sembrava immobile.
Rialzai gli occhi, un micro-nano secondo per capire se stava guardando ancora me o no.
Mi stava ancora fissando. Il silenzio si fece pesantissimo, fino a quando Martina girò pagina del libro, un rumore minimo, che però riuscì ad interrompere quella specie di momento "tragico" per me, ed Elisabetta si allontanò piano piano per andare a cambiarsi.
Andata via, non cambiò molto dentro di me. I minuti successivi furono tremendi. Non capivo, da lì a poco, cosa sarebbe potuto accadere. Avevo rovinato tutto. Mi sarebbe dispiaciuta una scenata, che però non mi aveva fatto "lì per lì"... Mi sarebbe dispiaciuto in primis chiudere con Martina... Ma pensavo anche alle voci che da li a poco potevano scatenarsi su di me "A Simone piacciono le vecchie"... Insomma ero proprio andato fuori di testa per una cazzata. Ma a quell'età, beccato in quel modo e così da vicino... Poteva anche starci. Avevo in testa il massimo della baraonda.
Manco a dirlo, non riuscii a studiare decentemente da lì a cena. Per niente. Meno male mancava poco.
Dopo una decina di minuti infatti torna Elisabetta; mi stavo pian piano riprendendo, e invece all'improvviso il terrore s'era nuovamente impossessato di me. In realtà, venne solo a prendere dei fogli e per chiederci se ci andava bene cenare per le 20,30. Pericolo passato. Mentre si allontanava, riuscii anche a guardare come era vestita, con una gonnella larga leggermente svolazzante lunga fino al ginocchio e una maglietta coi bottoni davanti, un po' scollata. Come stava generalmente in casa.
Da lì a poco andammo in cucina anche io e Martina, su sua idea, (io sarei Assolutamente rimasto a "studiare" fino all'ultimo), per aiutare la mamma ad apparecchiare. Scoprii subito che il clima non era così terribile come me lo ero immaginato. Era esattamente lo stesso di sempre, con Elisabetta che però era ancora più attiva e chiacchierona del solito.
Ci accomodammo per cena e come al solito Elisabetta faceva le parti direttamente con la pentola in tavola. Generalmente lei stava davanti a me, Martina nel mezzo capotavola alla mia destra.
Martina si alza per prendere la grattugia, Elisabetta mi porge il piatto con la pasta... Chinandosi in avanti in modo evidente... Col braccio tirato indietro verso di sé e la scollatura che, a quel punto volontariamente, lasciava intravedere "un bel panorama"... Cambiò anche la sua voce "Tieni Simo..." Con una voce calda e accompagnata da una specie di sorriso... Nuovamente non riuscii a trattenermi dal guardare...
... E dal diventare completamente rosso, ma in modo ben diverso da prima! Non ci capivo letteralmente più niente. Martina anche stavolta non si accorse di niente, era di spalle. Ma io SI.
La cena andò avanti tranquillamente come al solito, a parte qualche sguardo che ogni tanto si incrociava io ed Elisabetta ma dai quali fuggivo alla velocità della luce.
Mentre Elisabetta sistemava i piatti, fui tragicamente beccato, ancora una volta, a fissarle abbastanza da vicino il lato B del quale qualcosa si intravedeva dai vestiti: lei era al lavello davanti al posto di Martina (in quel momento a prendere la scopa sul terrazzo), quindi alla mia sinistra, a un metro da me. Alla destra di Elisabetta però c'era uno specchio e lei guardando quello, mi vide. Anche in quel caso resi ancora più evidente la mia azione sfuggendo dal suo sguardo in un nano secondo...
Ero terribilmente destabilizzato da quel che era successo in poche ore. Svariati errori miei, ma anche una sua risposta. Continuavo a non capire molto, ma sapevo di rischiare tanto per ogni cosa che facevo. Decisi di CERCARE di non guardarla più.
Ci riuscii anche perché con Martina si decise di andare a vedere il film. Buonanotte Buonanotte, e andammo in camera sua, con Elisabetta che generalmente leggeva libri nella sua camera.
Quella sera Martina era molto stanca e si addormentò pesantemente poco dopo l'inizio del film (che aveva scelto e che voleva vedere). Io invece, fissai il televisore e le immagini che vi scorrevano senza assolutamente seguire il film. Tant'è che mi accorsi della fine solo dal silenzio che piombò in camera DOPO la colonna sonora sui titoli di coda.
Non avevo visto il film, non ero stanco, non avevo sonno, ero veramente distratto e ancora sconvolto. L'unico sorriso me lo regalai vedendo Martina dormire pesantemente pensando che a me quella notte proprio non sarebbe toccato!! Bon per lei! Dicevo...
Dopo una buona mezz'ora che ero a letto senza riuscire ad addormentarmi, mi venne sete. Generalmente una bottiglietta d'acqua me la portavo in camera, quella sera, niente. Mi dovevo alzare, ma erano quasi le 01:00 e non avevo voglia di fare rumore e svegliare Martina. Avevo troppa sete. Mi feci coraggio, mi infilai le ciabatte e, facendo più piano possibile, uscii dalla camera di Martina per andare in cucina.
Ero ancora talmente sveglio che nella penombra notai dei fogli per terra in sala, li raccattai e li misi sul tavolo. Poi, andai in cucina a bere. Presi un bicchiere e mi misi seduto al tavolo guardandomi in giro per vedere se c'era qualcosa da leggere o una Settimana Enigmistica da fare.
Sentii invece aprirsi una porta e in 2 secondi mi si presentò Elisabetta. Era vestita con una splendida veste da notte bianco perla lunga quasi fino al ginocchio, non molto larga. Si intravedevano sui fianchi le parti laterali delle mutande, il seno era invece libero da reggiseni e con un riporto di seta che dal limite superiore scendeva per 7-8 cm.
"Non riesci a dormire?" Mi chiese... Io le feci un cenno con la testa, quasi sconsolato, mi passa dietro e mi chiede "Vuoi qualche altra cosa da bere?" "si grazie", le dissi io spostando verso destra il bicchiere.
Aspettavo che mi versasse un po' d'acqua, venendo dalla mia destra; me la trovai invece sulla sinistra, mentre si appoggiava al tavolo coi glutei. La gamba più vicina a me però era piuttosto svestita, come se avesse la veste alzata... non feci in tempo a ragionare di ciò che mi fece passare la sua gamba sopra la mia testa per appoggiarla sulla parte alta di destra dello schienale della mia sedia.
"O forse preferisci assaggiare qualcosa di più caldo" mi disse mentre si appoggiava di schiena all'indietro sul tavolo e posizionava anche l'altro piede sullo schienale iniziando anche ad alzare il bacino per sbattermi letteralmente in faccia la sua patata già piuttosto bagnata.
Non ebbi quasi reazione. Non riuscivo a togliere gli occhi da quel punto, le sue cosce erano completamente aperte davanti a me, lei mi fissava e non aspettava altro che iniziassi ad assaggiarla. Tutto ciò che avevo sempre immaginato era lì, davanti a me, ma ero fermo, immobile, non riuscivo a capacitarmi di ciò.
Ero attratto come da una super calamita, e tra l'altro sempre con la mano destra sul bicchiere, mentre fissavo la sua patata e mi ci avvicinavo lentamente. Fui però letteralmente spinto da dietro dai suoi piedi e dalle sue gambe, che mi abbracciarono e mi avvicinarono in modo veramente deciso verso di lei, fino quasi a sbatterci contro.
Ero in bambola. Letteralmente preso, immobilizzato, fisicamente ma soprattutto sopraffatto mentalmente. Lei invece a quel punto aveva anche la testa appoggiata sul tavolo e iniziando ad assaporare i suoi umori, era letteralmente caldissima, bollente, quasi già pronta ad esplodere.
La reazione dentro di me fu istantanea. Il mio pene raggiunse i suoi massimi in un secondo. Se dentro di me stavo ancora cercando di capire quel che stava succedendo, lei aveva ben chiaro cosa doveva fare. La mia testa fu preda dei suoi umori per un paio di minuti. Le sue cosce mi stringevano e mi tenevano vicino alla sua patata bollente. Col bacino andava in su e in giù sulla mia lingua, in un susseguirsi di mugugni di piacere.
A un certo punto sentii allentare la pressione intorno alla mia testa... Si alzò verso di me col bacino fino a rimanere seduta sul tavolo davanti a me. "Alzati e seguimi" mi disse facendomi un cenno con la mano destra "Hai appena iniziato, stanotte avrai molto da fare!". E dopo queste parole mi agguantò per il pene e guardandomi fisso negli occhi mi tirò via dalla cucina.
Entrammo in camera sua, ad aspettarci uno splendido letto matrimoniale con testata di ferro battuto, le lenzuola col piumone aperte da un lato e una luce accesa sul comodino. Mi spogliò e si tolse la veste.
Ancora una volta, non capii più niente. Invece di darmi da fare rimasi ancora una volta fermo, immobile. Mi prese per le spalle, mi baciò sulle labbra, mi iniziò a leccare bocca e naso e mi disse: "Ora sdraiati, voglio sentire la tua lingua dentro di me!".
Ero letteralmente in estasi. Vederla che mi saliva sopra, nuda e vogliosa, un sogno che si avverava, quelle cosce stavano per entrare a contatto con me, la patata era veramente già molto calda, non del tutto depilata ma decisamente aperta, feci per alzare la testa, mi trovai istantaneamente i polsi delle sue mani sulla fronte, a tenermi bene attaccato al materasso.
Mi stava letteralmente montando. Dapprima dolcemente me la appoggiò sulla bocca. Poi fece per rialzarsi, mi prese per i polsi, se li portò tra il polpaccio e le sue cosce, in fondo, praticamente dietro al ginocchio. Ci si sedette sopra, avevo le mani e le braccia immobilizzate, potevo muovere giusto i gomiti.
Lei invece aveva entrambe le mani libere e iniziava a farmi sentire la sua patata completamente aperta sul mio viso. Ero letteralmente in ebollizione. Il mio cazzo era in tiro come non mai. Ciò che vedevo, quando oscillando avanti e indietro non mi copriva gli occhi, era fantastico. Ero praticamente dentro la sua patata.
D'altro canto però i suoi seni, così vicini, non erano minimamente avvicinabili. Avrei voluto toccarli, massaggiarli, sentirne la consistenza. Così come avrei voluto sfiorare i suoi glutei e le sue gambe. Ma con le mani potevo giusto giusto aprire e chiudere le dita. In ogni caso non avrei certo fatto niente per distrarla da tutto ciò che stava facendo e sentendo. I suoi mugulii erano continui. Si dimenava avanti e indietro, reggendosi forte alla testata di ferro battuto attaccata al letto; in alcuni momenti andava più veloce, in altri rallentava. In altri ancora invece preferiva il movimento circolare, fermo restando che spesso usufruiva sia del mio naso (non piccolissimo) che spingeva sul clitoride che della mia lingua, sempre fuori al massimo.
La bocca perennemente aperta non permetteva di deglutire, e ogni tanto mi sforzavo di farlo, chiudendola leggermente. Lei però ogni volta abbassava lo sguardo, spostava le sue mani sulla mia fronte e mi invitava a tirarla fuori completamente di nuovo.
Nonostante le condizioni "forzate", mai e poi mai avrei cercato di spostarmi, di muovermi, di distrarla, neanche di pensare a me. Andò avanti così per almeno venti minuti, nei quali la sentii allargare di forza le gambe sopra di me più e più volte.
Ad un certo punto sentii un rallentamento, stava ancora strusciando la sua patata sul mio viso, ma in questo momento in modo quasi dolce rispetto a prima e solo sulla parte bassa, dal mento alla bocca. Mi stava guardando, con profonda soddisfazione, e in quel momento mi sentii veramente tranquillo e non più preoccupato dei suoi sguardi. Mi chiese, finalmente, se mi facessero male le braccia, le feci cenno di no con la testa, nonostante sentissi tutto fuorché benessere su tutta la lunghezza delle braccia.
Continuò allora per altri due o tre minuti, stavolta lasciandosi andare leggermente all'indietro. Si alzò, liberandomi le braccia indolenzite. Non riuscii subito a muoverle, fece prima lei ad avvicinarsi al mio volto, a leccarmi e a baciarmi tutto.
Poi si avvicinò al mio orecchio e mi disse... Ora penserò a te... Continuò a baciarmi e a leccarmi, scendendo dall'orecchio fino al mio cazzo, ancora sempre e perennemente in tiro. Fece per assaggiarlo... Mi guardò con aria soddisfatta e si mise a 69 sopra di me... Stavolta le mani erano completamente libere, ma ancora una volta era decisamente lei a comandare i giochi, continuando a farsi leccare decisa e senza indugiare un attimo sul mio viso, aiutata dai talloni dei piedi posizionati dietro la mia testa.
La sua mano afferrava decisa e forte il mio cazzo che con grande fatica cercavo di trattenermi dall'esplodere in meno di un secondo. La sua lingua era forte e decisa, roteava con passione sopra di me. Le sue labbra se lo stringevano forte, allo stesso modo delle mani. Spostai le mani su di lei, le accarezzai per un attimo la pelle della schiena seguendo tutte le sue curve fino ai suoi glutei. Poi tornai in giù, lungo la schiena, fino a giungere finalmente al suo seno, pieno, sodo, era un'ottima quarta.
La passione che tirava fuori in quel momento tra il pensare a sè stessa e far godere me era altissima; era decisamente instancabile, io non riuscii più a trattenermi. Feci uscire tutto me stesso in tante lunghe pulsioni. Lei sembrò quasi non accorgersene, continuava imperterrita a seguire il ritmo del mio piacere, senza accontentarsi mai. Non avevo più la forza di resistere, e nemmeno di tenere la lingua fuori. Uscì tutto me stesso, ma la sua bocca sembrava completamente vuota).
Quando si accorse che non ne avevo proprio più, si fermò. Si girò al mio fianco, mi guardò con grande soddisfazione e, con un sorriso che ho sempre impresso davanti agli occhi, mi ringraziò. Appoggiò la testa sulla mia pancia e si mise a guardarmi.
Si parlò qualche minuto. Anzi, parlò più che altro lei. Le accarezzai i capelli, la coccolai con delle carezze sulle braccia e sui fianchi. Ogni tanto smetteva di parlare. Mi guardava con occhi più che mai ricchi di felicità. E io non potevo che essere contento.
In quel momento riavvolsi il nastro un attimo, pensai al risvolto che aveva avuto la serata, clamorosamente positivo, benché iniziata con le peggiori delle mie aspettative.
Pensavo volesse addormentarsi in quella posizione, pensai di tornare in camera di Martina, ma lei non chiudeva gli occhi, proprio non sembrava nemmeno stanca. Erano le 2.06. Lo ricordo perfettamente.
Lo ricordo bene perché guardò anche lei l'ora, e alzandosi sulle braccia con gli occhi che le brillavano, mi disse : "E ora si ricomincia!". Mi risalì addosso, iniziando a baciarmi e a strusciarsi coi seni. Io in quel momento ero allibito, pensavo tra me e me che non ce l'avrei potuta fare, dopo una ripassata come quella. Mi sarei accontentato anche solo di riuscire a farlo rialzare qualche secondo.
Invece passarono i secondi e arrivarono le prime, corpose, risposte. Lei se ne accorse quasi subito e fece anche finta di meravigliarsene. Dapprima mi salì nuovamente sopra la lingua per farsela leccare, questa volta con un impeto molto inferiore a prima. Poi scese lei, ad allietare il mio cazzo che nonostante tutto era bello arzillo.
Mi fissava, usava solo le labbra e la lingua, ma mi guardava dritta negli occhi andando in su e in giù. Poi si fermò e mi disse: "Ora lo voglio sentire tutto dentro di me... " speravo avesse dei preservativi per non dover andare di la a prenderne uno, e meno male ne aveva uno nel cassetto... Mai vista quella confezione. Ma vabbè. Sperai tanto non fosse vecchio o scaduto o altro ma non sarei mai andato di là, quindi pensai solo a trattenere il finale.
Iniziò a cavalcarmi, impegnai tutto me stesso nel resistere, soprattutto come consistenza, lei con le mani sul mio petto faceva quel che voleva seduta sopra di lui, io con le mani sul suo seno la vedevo in tutta la sua bellezza mentre sfogava le sue calde passioni su di me. Talmente eccitante che in pochi minuti riuscì a farmi anche arrivare al punto di venire... Cercai in tutti i modi di spostarla, lei capì, continuando a massaggiare con una mano, tolse il preservativo e mi finì, letteralmente, con lingua, bocca e mano destra.
A quel punto però ero realmente KO. Non so se avrei retto con gli occhi aperti altri 10 minuti. Mi si chiudevano. Le palpebre erano pesanti. Mi si avvicinò, iniziò a baciarmi il collo, con enorme dolcezza, raccontandomi che erano mesi che non lo faceva, raccontandomi che erano proprio anni che non stava così bene con un uomo, ma raccontandomi anche che erano mesi che pensava a me...
In quel momento ero contento, ma... Mi resi conto che non avevo capito proprio niente di quel che pensava di me nei mesi precedenti. Magari da qualche comportamento lo potevo capire. Ma forse no. Boh!
Dopo pochi minuti mi addormentai. Sonno profondo. Svegliato dopo poco da Elisabetta con carezze sulla parte destra del volto e baci sulla guancia sinistra; mi invitava a tornare da Martina.
Volevo chiederle di passare ancora qualche minuto/ora/giorno insieme a lei, ma non ci riuscii. La guardavo. La fissavo negli occhi. Ma non mi usciva niente dalla bocca.
Fu lei che, nell'invitarmi ad andare da Martina, mi disse: "Dai, che da ora una avanti avrai da fare un po' di più in questa casa ... " portandomi la mano sui suoi seni nudi "se ne hai voglia...." Concluse. Mi diede un altro bacio mentre mi allontanavo. Chiusi la porta, tornai da Martina piombando istantaneamente in un sonno profondo.
Al suono della sveglia mi sentivo decisamente stanco, e credevo di aver fatto solo un gran bel sogno. Ma era realtà, e me ne accorsi dall'aver lasciato da Elisabetta... Le ciabatte. Fortunatamente Elisabetta se ne accorse la mattina stessa e me le lasciò appena di lato alla porta di camera. Non era stato un sogno. Era decisamente stata una splendida realtà!
Da quella notte, per i successivi 8-10 mesi, quella casa si trasformò per me in un fantastico paradiso del piacere. E la voglia che mi dimostrò Elisabetta fin dal pomeriggio successivo, mi dimostrarono che non fu solo una botta e via. Passavo molto tempo, quando Martina era fuori, con Elisabetta. Non c'era nemmeno bisogno del DVD. E nemmeno di stare in camera... Vasca da bagno, cucina, divano, studio (!) e camera... Non c'era differenza alcuna. Il ritmo col quale ci si vedeva "in relax" io ed Elisabetta era ben più alto di quello che c'era a quei tempi (e rimase) con Martina. Ma la sera, prima di cena, ero io a propormi di apparecchiare.
Giochi di sguardi, senza minimamente rischiare, come mi chiese Elisabetta, ma con una complicità enorme. Fin da subito. Passione, complicità, affetto amichevole, forse anche qualcosa di più. Ma si stava troppo bene insieme. E si continuava.
Chiaramente, dalle volte successive, Elisabetta non sempre riusciva a sopraffarmi e a dominarmi sessualmente in quel modo, e col tempi riuscii anche io OGNI TANTO a dettare i tempi. Anche se, vederla e sentirla in quel modo mi affascinava talmente tanto che la lasciavo fare più che volentieri!
Ci si vedeva la sera, spesso cenavo con loro due; dopo cena io e Martina (così la chiamerò per il resto del racconto) andavamo in camera "a vedere un DVD", visto che la madre spesso era in casa (parte del lavoro lo svolgeva da casa e raramente usciva a fare shopping senza la figlia).
Succedeva quel che doveva succedere e non di rado capitava che ci restassi la notte, visto che a volte la mattina si faceva un bel pezzo di strada a piedi insieme. Chiaramente si dormiva poco, ma era normale che fosse così.
La mamma però era una signora davvero molto intrigante. Nonostante la figlia fosse veramente bella, lei, ai tempi 44enne, spesso mi faceva sognare ad occhi aperti (lei la chiamerò Elisabetta). Anche lei mora, occhi scuri e sguardo molto intenso, capelli lisci e lunghi poco sotto le spalle, mani e piedi sempre molto curati, sempre elegantemente vestita, anche per il lavoro che svolgeva. Fisicamente si presentava alta quanto la figlia, quindi abbastanza alta, ma spesso anche slanciata da un tacco (quasi mai altissimo), ma che dava al suo polpaccio la giusta forma, visto che le gambe erano belle toniche. Non era una donna magra (ma assolutamente non grassa), i chili li aveva "nei punti giusti": come dico sempre io, aveva splendide proporzioni. Nonché un gran bel seno, a volte in vista, per mio grande piacere!
Ero ancora un pischello.
Ma mi piaceva. Senza assolutamente rischiare di essere visto, qualche occhiata a quelle gambe, per me magnifiche... O a quel seno... Ce le mandavo eccome! Ma era anche alto il timore di essere visto (dall'una o dall'altra!), quindi l'occhiata capitava raramente e proprio per frazioni di secondo. Elisabetta per me era un'icona di bellezza, un esempio, la rappresentante di un mondo che avrei scoperto da lì in avanti, quello attualmente molto in voga delle milf.
QUEL GIORNO io e Martina dovevamo vederci e dormire insieme, presi un film che mi chiese lei in DVD e andai a casa sua. Era tardo pomeriggio, dovevamo ancora finire di studiare e c'eravamo messi al tavolo del salotto. Eravamo soli e nel silenzio di casa sua si stava proprio bene. Martina era accanto a me, capotavola, china sui libri come suo solito, io alla sua destra con la schiena dritta ben appoggiata alla sedia e il libro leggermente rialzato verso di me.
Ad un certo punto rientrò Elisabetta: un'autentica visione, ancora più di altre volte, tacco alto, taieur chiaro sopra il ginocchio, camicia leggermente sbottonata che lasciava intravedere una parte della sua fisicità, capello slegato, la borsa sotto un braccio e dei fascicoli sotto l'altro braccio. Si, ce l'ho ancora davanti agli occhi... Era a 2 metri circa da noi. Col suo gran bel sorriso, ci saluta e si gira dalla parte opposta rispetto a noi per posare borsa, chiavi e quant'altro.
Mi aveva letteralmente folgorato, bella, con quelle splendide gambe "nude" a vista, il tacco che le dava un gran bello slancio, i suoi piedi curati, anche se si intravedevano solo le punte delle dita, quel giorno con lo smalto rosso. Nel piegarsi in avanti per appoggiare alcuni oggetti, la spaccatura lasciava anche intravedere qualcosa di più, l'inizio della sua coscia sinistra... La gonna aderente lasciava anche intravedere la forma dei suoi glutei, tutt'altro che afflosciati. Si stava togliendo la giacca, per appoggiarla all'attaccapanni, ma non stavo seguendo i suoi movimenti, mi ero distratto da quel che vedevo più sotto e da tutte le sue proporzioni...
Poi si gira, si avvicina leggermente a noi, si appoggia con una mano alla sedia di Martina e si piega in avanti col busto per togliersi le scarpe... Altra visione, stavolta ben più completa, sul suo seno, a poco più di mezzo metro da me... Rimasi qualche secondo a guardarle "la camicia"... Quasi come se non riuscissi a toglierle gli occhi di dosso.
Io ero immobile, col libro in mano e... Lo sguardo altrove. Anche lei era lì, ferma immobile, si stava togliendo una ad una le scarpe...
No. In realtà no. Mi stava fissando. Ed era più che evidente che avesse capito cosa stavo guardando, anzi, fissando. Abbassai velocissimamente lo sguardo sul libro, quasi a scappare dall'incrociare il suo. Tutto d'un tratto le sensazioni che avevo appena provato scomparvero. Penso di aver cambiato colore 2-3-4 volte, ma sempre tra il rosso e il viola intenso. Il cuore mi batteva fortissimo. Lei invece era sempre lì, ferma, sembrava immobile.
Rialzai gli occhi, un micro-nano secondo per capire se stava guardando ancora me o no.
Mi stava ancora fissando. Il silenzio si fece pesantissimo, fino a quando Martina girò pagina del libro, un rumore minimo, che però riuscì ad interrompere quella specie di momento "tragico" per me, ed Elisabetta si allontanò piano piano per andare a cambiarsi.
Andata via, non cambiò molto dentro di me. I minuti successivi furono tremendi. Non capivo, da lì a poco, cosa sarebbe potuto accadere. Avevo rovinato tutto. Mi sarebbe dispiaciuta una scenata, che però non mi aveva fatto "lì per lì"... Mi sarebbe dispiaciuto in primis chiudere con Martina... Ma pensavo anche alle voci che da li a poco potevano scatenarsi su di me "A Simone piacciono le vecchie"... Insomma ero proprio andato fuori di testa per una cazzata. Ma a quell'età, beccato in quel modo e così da vicino... Poteva anche starci. Avevo in testa il massimo della baraonda.
Manco a dirlo, non riuscii a studiare decentemente da lì a cena. Per niente. Meno male mancava poco.
Dopo una decina di minuti infatti torna Elisabetta; mi stavo pian piano riprendendo, e invece all'improvviso il terrore s'era nuovamente impossessato di me. In realtà, venne solo a prendere dei fogli e per chiederci se ci andava bene cenare per le 20,30. Pericolo passato. Mentre si allontanava, riuscii anche a guardare come era vestita, con una gonnella larga leggermente svolazzante lunga fino al ginocchio e una maglietta coi bottoni davanti, un po' scollata. Come stava generalmente in casa.
Da lì a poco andammo in cucina anche io e Martina, su sua idea, (io sarei Assolutamente rimasto a "studiare" fino all'ultimo), per aiutare la mamma ad apparecchiare. Scoprii subito che il clima non era così terribile come me lo ero immaginato. Era esattamente lo stesso di sempre, con Elisabetta che però era ancora più attiva e chiacchierona del solito.
Ci accomodammo per cena e come al solito Elisabetta faceva le parti direttamente con la pentola in tavola. Generalmente lei stava davanti a me, Martina nel mezzo capotavola alla mia destra.
Martina si alza per prendere la grattugia, Elisabetta mi porge il piatto con la pasta... Chinandosi in avanti in modo evidente... Col braccio tirato indietro verso di sé e la scollatura che, a quel punto volontariamente, lasciava intravedere "un bel panorama"... Cambiò anche la sua voce "Tieni Simo..." Con una voce calda e accompagnata da una specie di sorriso... Nuovamente non riuscii a trattenermi dal guardare...
... E dal diventare completamente rosso, ma in modo ben diverso da prima! Non ci capivo letteralmente più niente. Martina anche stavolta non si accorse di niente, era di spalle. Ma io SI.
La cena andò avanti tranquillamente come al solito, a parte qualche sguardo che ogni tanto si incrociava io ed Elisabetta ma dai quali fuggivo alla velocità della luce.
Mentre Elisabetta sistemava i piatti, fui tragicamente beccato, ancora una volta, a fissarle abbastanza da vicino il lato B del quale qualcosa si intravedeva dai vestiti: lei era al lavello davanti al posto di Martina (in quel momento a prendere la scopa sul terrazzo), quindi alla mia sinistra, a un metro da me. Alla destra di Elisabetta però c'era uno specchio e lei guardando quello, mi vide. Anche in quel caso resi ancora più evidente la mia azione sfuggendo dal suo sguardo in un nano secondo...
Ero terribilmente destabilizzato da quel che era successo in poche ore. Svariati errori miei, ma anche una sua risposta. Continuavo a non capire molto, ma sapevo di rischiare tanto per ogni cosa che facevo. Decisi di CERCARE di non guardarla più.
Ci riuscii anche perché con Martina si decise di andare a vedere il film. Buonanotte Buonanotte, e andammo in camera sua, con Elisabetta che generalmente leggeva libri nella sua camera.
Quella sera Martina era molto stanca e si addormentò pesantemente poco dopo l'inizio del film (che aveva scelto e che voleva vedere). Io invece, fissai il televisore e le immagini che vi scorrevano senza assolutamente seguire il film. Tant'è che mi accorsi della fine solo dal silenzio che piombò in camera DOPO la colonna sonora sui titoli di coda.
Non avevo visto il film, non ero stanco, non avevo sonno, ero veramente distratto e ancora sconvolto. L'unico sorriso me lo regalai vedendo Martina dormire pesantemente pensando che a me quella notte proprio non sarebbe toccato!! Bon per lei! Dicevo...
Dopo una buona mezz'ora che ero a letto senza riuscire ad addormentarmi, mi venne sete. Generalmente una bottiglietta d'acqua me la portavo in camera, quella sera, niente. Mi dovevo alzare, ma erano quasi le 01:00 e non avevo voglia di fare rumore e svegliare Martina. Avevo troppa sete. Mi feci coraggio, mi infilai le ciabatte e, facendo più piano possibile, uscii dalla camera di Martina per andare in cucina.
Ero ancora talmente sveglio che nella penombra notai dei fogli per terra in sala, li raccattai e li misi sul tavolo. Poi, andai in cucina a bere. Presi un bicchiere e mi misi seduto al tavolo guardandomi in giro per vedere se c'era qualcosa da leggere o una Settimana Enigmistica da fare.
Sentii invece aprirsi una porta e in 2 secondi mi si presentò Elisabetta. Era vestita con una splendida veste da notte bianco perla lunga quasi fino al ginocchio, non molto larga. Si intravedevano sui fianchi le parti laterali delle mutande, il seno era invece libero da reggiseni e con un riporto di seta che dal limite superiore scendeva per 7-8 cm.
"Non riesci a dormire?" Mi chiese... Io le feci un cenno con la testa, quasi sconsolato, mi passa dietro e mi chiede "Vuoi qualche altra cosa da bere?" "si grazie", le dissi io spostando verso destra il bicchiere.
Aspettavo che mi versasse un po' d'acqua, venendo dalla mia destra; me la trovai invece sulla sinistra, mentre si appoggiava al tavolo coi glutei. La gamba più vicina a me però era piuttosto svestita, come se avesse la veste alzata... non feci in tempo a ragionare di ciò che mi fece passare la sua gamba sopra la mia testa per appoggiarla sulla parte alta di destra dello schienale della mia sedia.
"O forse preferisci assaggiare qualcosa di più caldo" mi disse mentre si appoggiava di schiena all'indietro sul tavolo e posizionava anche l'altro piede sullo schienale iniziando anche ad alzare il bacino per sbattermi letteralmente in faccia la sua patata già piuttosto bagnata.
Non ebbi quasi reazione. Non riuscivo a togliere gli occhi da quel punto, le sue cosce erano completamente aperte davanti a me, lei mi fissava e non aspettava altro che iniziassi ad assaggiarla. Tutto ciò che avevo sempre immaginato era lì, davanti a me, ma ero fermo, immobile, non riuscivo a capacitarmi di ciò.
Ero attratto come da una super calamita, e tra l'altro sempre con la mano destra sul bicchiere, mentre fissavo la sua patata e mi ci avvicinavo lentamente. Fui però letteralmente spinto da dietro dai suoi piedi e dalle sue gambe, che mi abbracciarono e mi avvicinarono in modo veramente deciso verso di lei, fino quasi a sbatterci contro.
Ero in bambola. Letteralmente preso, immobilizzato, fisicamente ma soprattutto sopraffatto mentalmente. Lei invece a quel punto aveva anche la testa appoggiata sul tavolo e iniziando ad assaporare i suoi umori, era letteralmente caldissima, bollente, quasi già pronta ad esplodere.
La reazione dentro di me fu istantanea. Il mio pene raggiunse i suoi massimi in un secondo. Se dentro di me stavo ancora cercando di capire quel che stava succedendo, lei aveva ben chiaro cosa doveva fare. La mia testa fu preda dei suoi umori per un paio di minuti. Le sue cosce mi stringevano e mi tenevano vicino alla sua patata bollente. Col bacino andava in su e in giù sulla mia lingua, in un susseguirsi di mugugni di piacere.
A un certo punto sentii allentare la pressione intorno alla mia testa... Si alzò verso di me col bacino fino a rimanere seduta sul tavolo davanti a me. "Alzati e seguimi" mi disse facendomi un cenno con la mano destra "Hai appena iniziato, stanotte avrai molto da fare!". E dopo queste parole mi agguantò per il pene e guardandomi fisso negli occhi mi tirò via dalla cucina.
Entrammo in camera sua, ad aspettarci uno splendido letto matrimoniale con testata di ferro battuto, le lenzuola col piumone aperte da un lato e una luce accesa sul comodino. Mi spogliò e si tolse la veste.
Ancora una volta, non capii più niente. Invece di darmi da fare rimasi ancora una volta fermo, immobile. Mi prese per le spalle, mi baciò sulle labbra, mi iniziò a leccare bocca e naso e mi disse: "Ora sdraiati, voglio sentire la tua lingua dentro di me!".
Ero letteralmente in estasi. Vederla che mi saliva sopra, nuda e vogliosa, un sogno che si avverava, quelle cosce stavano per entrare a contatto con me, la patata era veramente già molto calda, non del tutto depilata ma decisamente aperta, feci per alzare la testa, mi trovai istantaneamente i polsi delle sue mani sulla fronte, a tenermi bene attaccato al materasso.
Mi stava letteralmente montando. Dapprima dolcemente me la appoggiò sulla bocca. Poi fece per rialzarsi, mi prese per i polsi, se li portò tra il polpaccio e le sue cosce, in fondo, praticamente dietro al ginocchio. Ci si sedette sopra, avevo le mani e le braccia immobilizzate, potevo muovere giusto i gomiti.
Lei invece aveva entrambe le mani libere e iniziava a farmi sentire la sua patata completamente aperta sul mio viso. Ero letteralmente in ebollizione. Il mio cazzo era in tiro come non mai. Ciò che vedevo, quando oscillando avanti e indietro non mi copriva gli occhi, era fantastico. Ero praticamente dentro la sua patata.
D'altro canto però i suoi seni, così vicini, non erano minimamente avvicinabili. Avrei voluto toccarli, massaggiarli, sentirne la consistenza. Così come avrei voluto sfiorare i suoi glutei e le sue gambe. Ma con le mani potevo giusto giusto aprire e chiudere le dita. In ogni caso non avrei certo fatto niente per distrarla da tutto ciò che stava facendo e sentendo. I suoi mugulii erano continui. Si dimenava avanti e indietro, reggendosi forte alla testata di ferro battuto attaccata al letto; in alcuni momenti andava più veloce, in altri rallentava. In altri ancora invece preferiva il movimento circolare, fermo restando che spesso usufruiva sia del mio naso (non piccolissimo) che spingeva sul clitoride che della mia lingua, sempre fuori al massimo.
La bocca perennemente aperta non permetteva di deglutire, e ogni tanto mi sforzavo di farlo, chiudendola leggermente. Lei però ogni volta abbassava lo sguardo, spostava le sue mani sulla mia fronte e mi invitava a tirarla fuori completamente di nuovo.
Nonostante le condizioni "forzate", mai e poi mai avrei cercato di spostarmi, di muovermi, di distrarla, neanche di pensare a me. Andò avanti così per almeno venti minuti, nei quali la sentii allargare di forza le gambe sopra di me più e più volte.
Ad un certo punto sentii un rallentamento, stava ancora strusciando la sua patata sul mio viso, ma in questo momento in modo quasi dolce rispetto a prima e solo sulla parte bassa, dal mento alla bocca. Mi stava guardando, con profonda soddisfazione, e in quel momento mi sentii veramente tranquillo e non più preoccupato dei suoi sguardi. Mi chiese, finalmente, se mi facessero male le braccia, le feci cenno di no con la testa, nonostante sentissi tutto fuorché benessere su tutta la lunghezza delle braccia.
Continuò allora per altri due o tre minuti, stavolta lasciandosi andare leggermente all'indietro. Si alzò, liberandomi le braccia indolenzite. Non riuscii subito a muoverle, fece prima lei ad avvicinarsi al mio volto, a leccarmi e a baciarmi tutto.
Poi si avvicinò al mio orecchio e mi disse... Ora penserò a te... Continuò a baciarmi e a leccarmi, scendendo dall'orecchio fino al mio cazzo, ancora sempre e perennemente in tiro. Fece per assaggiarlo... Mi guardò con aria soddisfatta e si mise a 69 sopra di me... Stavolta le mani erano completamente libere, ma ancora una volta era decisamente lei a comandare i giochi, continuando a farsi leccare decisa e senza indugiare un attimo sul mio viso, aiutata dai talloni dei piedi posizionati dietro la mia testa.
La sua mano afferrava decisa e forte il mio cazzo che con grande fatica cercavo di trattenermi dall'esplodere in meno di un secondo. La sua lingua era forte e decisa, roteava con passione sopra di me. Le sue labbra se lo stringevano forte, allo stesso modo delle mani. Spostai le mani su di lei, le accarezzai per un attimo la pelle della schiena seguendo tutte le sue curve fino ai suoi glutei. Poi tornai in giù, lungo la schiena, fino a giungere finalmente al suo seno, pieno, sodo, era un'ottima quarta.
La passione che tirava fuori in quel momento tra il pensare a sè stessa e far godere me era altissima; era decisamente instancabile, io non riuscii più a trattenermi. Feci uscire tutto me stesso in tante lunghe pulsioni. Lei sembrò quasi non accorgersene, continuava imperterrita a seguire il ritmo del mio piacere, senza accontentarsi mai. Non avevo più la forza di resistere, e nemmeno di tenere la lingua fuori. Uscì tutto me stesso, ma la sua bocca sembrava completamente vuota).
Quando si accorse che non ne avevo proprio più, si fermò. Si girò al mio fianco, mi guardò con grande soddisfazione e, con un sorriso che ho sempre impresso davanti agli occhi, mi ringraziò. Appoggiò la testa sulla mia pancia e si mise a guardarmi.
Si parlò qualche minuto. Anzi, parlò più che altro lei. Le accarezzai i capelli, la coccolai con delle carezze sulle braccia e sui fianchi. Ogni tanto smetteva di parlare. Mi guardava con occhi più che mai ricchi di felicità. E io non potevo che essere contento.
In quel momento riavvolsi il nastro un attimo, pensai al risvolto che aveva avuto la serata, clamorosamente positivo, benché iniziata con le peggiori delle mie aspettative.
Pensavo volesse addormentarsi in quella posizione, pensai di tornare in camera di Martina, ma lei non chiudeva gli occhi, proprio non sembrava nemmeno stanca. Erano le 2.06. Lo ricordo perfettamente.
Lo ricordo bene perché guardò anche lei l'ora, e alzandosi sulle braccia con gli occhi che le brillavano, mi disse : "E ora si ricomincia!". Mi risalì addosso, iniziando a baciarmi e a strusciarsi coi seni. Io in quel momento ero allibito, pensavo tra me e me che non ce l'avrei potuta fare, dopo una ripassata come quella. Mi sarei accontentato anche solo di riuscire a farlo rialzare qualche secondo.
Invece passarono i secondi e arrivarono le prime, corpose, risposte. Lei se ne accorse quasi subito e fece anche finta di meravigliarsene. Dapprima mi salì nuovamente sopra la lingua per farsela leccare, questa volta con un impeto molto inferiore a prima. Poi scese lei, ad allietare il mio cazzo che nonostante tutto era bello arzillo.
Mi fissava, usava solo le labbra e la lingua, ma mi guardava dritta negli occhi andando in su e in giù. Poi si fermò e mi disse: "Ora lo voglio sentire tutto dentro di me... " speravo avesse dei preservativi per non dover andare di la a prenderne uno, e meno male ne aveva uno nel cassetto... Mai vista quella confezione. Ma vabbè. Sperai tanto non fosse vecchio o scaduto o altro ma non sarei mai andato di là, quindi pensai solo a trattenere il finale.
Iniziò a cavalcarmi, impegnai tutto me stesso nel resistere, soprattutto come consistenza, lei con le mani sul mio petto faceva quel che voleva seduta sopra di lui, io con le mani sul suo seno la vedevo in tutta la sua bellezza mentre sfogava le sue calde passioni su di me. Talmente eccitante che in pochi minuti riuscì a farmi anche arrivare al punto di venire... Cercai in tutti i modi di spostarla, lei capì, continuando a massaggiare con una mano, tolse il preservativo e mi finì, letteralmente, con lingua, bocca e mano destra.
A quel punto però ero realmente KO. Non so se avrei retto con gli occhi aperti altri 10 minuti. Mi si chiudevano. Le palpebre erano pesanti. Mi si avvicinò, iniziò a baciarmi il collo, con enorme dolcezza, raccontandomi che erano mesi che non lo faceva, raccontandomi che erano proprio anni che non stava così bene con un uomo, ma raccontandomi anche che erano mesi che pensava a me...
In quel momento ero contento, ma... Mi resi conto che non avevo capito proprio niente di quel che pensava di me nei mesi precedenti. Magari da qualche comportamento lo potevo capire. Ma forse no. Boh!
Dopo pochi minuti mi addormentai. Sonno profondo. Svegliato dopo poco da Elisabetta con carezze sulla parte destra del volto e baci sulla guancia sinistra; mi invitava a tornare da Martina.
Volevo chiederle di passare ancora qualche minuto/ora/giorno insieme a lei, ma non ci riuscii. La guardavo. La fissavo negli occhi. Ma non mi usciva niente dalla bocca.
Fu lei che, nell'invitarmi ad andare da Martina, mi disse: "Dai, che da ora una avanti avrai da fare un po' di più in questa casa ... " portandomi la mano sui suoi seni nudi "se ne hai voglia...." Concluse. Mi diede un altro bacio mentre mi allontanavo. Chiusi la porta, tornai da Martina piombando istantaneamente in un sonno profondo.
Al suono della sveglia mi sentivo decisamente stanco, e credevo di aver fatto solo un gran bel sogno. Ma era realtà, e me ne accorsi dall'aver lasciato da Elisabetta... Le ciabatte. Fortunatamente Elisabetta se ne accorse la mattina stessa e me le lasciò appena di lato alla porta di camera. Non era stato un sogno. Era decisamente stata una splendida realtà!
Da quella notte, per i successivi 8-10 mesi, quella casa si trasformò per me in un fantastico paradiso del piacere. E la voglia che mi dimostrò Elisabetta fin dal pomeriggio successivo, mi dimostrarono che non fu solo una botta e via. Passavo molto tempo, quando Martina era fuori, con Elisabetta. Non c'era nemmeno bisogno del DVD. E nemmeno di stare in camera... Vasca da bagno, cucina, divano, studio (!) e camera... Non c'era differenza alcuna. Il ritmo col quale ci si vedeva "in relax" io ed Elisabetta era ben più alto di quello che c'era a quei tempi (e rimase) con Martina. Ma la sera, prima di cena, ero io a propormi di apparecchiare.
Giochi di sguardi, senza minimamente rischiare, come mi chiese Elisabetta, ma con una complicità enorme. Fin da subito. Passione, complicità, affetto amichevole, forse anche qualcosa di più. Ma si stava troppo bene insieme. E si continuava.
Chiaramente, dalle volte successive, Elisabetta non sempre riusciva a sopraffarmi e a dominarmi sessualmente in quel modo, e col tempi riuscii anche io OGNI TANTO a dettare i tempi. Anche se, vederla e sentirla in quel modo mi affascinava talmente tanto che la lasciavo fare più che volentieri!
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