Una penetrazione bestiale – seconda parte
di
Lucia cavallina
genere
zoofilia
La monotonia settimanale mi prese e il sabato dopo, causa impegni di lavoro, non fu possibile raggiungere i nostri amici in campagna così io e Dado la sera optammo per una pizza in casa e un film in TV. La domenica mattina il telefono squillò presto, Dado rispose, parlò per una decina di minuti e tornò a letto sorridente, mi abbracciò cincendomi da tergo e mi disse che Marco aveva trovato il modo per legare le zampe del cavallo e che, quindi, se avessi dato il mio assenso, il sabato successivo avrei avuto la mia seconda chance.
Ad essere sincera la notizia non mi suscitò nulla ma vedere Dado così entusiasta ed eccitato (sentivo il suo membro eretto farsi strada fra le mie chiappe nude) mi portò ad accettare perché dopotutto era giusto che realizzassi questa sua fantasia anche per ringraziarlo per tutto quello che faceva per me e in fondo anche perché speravo di poter sentire sul mio corpo il calore dello sperma equino e perché questa avventura mi avrebbe ancora una volta fatto raggiungere e superare un mio limite. Riesco ad accogliere nella mia fica il pugno chiuso di Dado, riesco a penetrarmi con la riproduzione di gomma del cazzo di un cavallo, sarò anche in grado di accoglierne uno reale.
La settimana la passai lavorando ma appena mi era possibile cercavo sul web filmati di donne che scopavano con cavalli per cercare di capire come avrei dovuto fare e tutte quelle immagini mi fecero salire la voglia tanto da spingermi a masturbarmi.
Il sabato arrivò e mi svegliai carica per la sera, passai la giornata sempre a casa e per preparare la mia fica alla mega penetrazione serale mi feci nell’ordine fistare da Dado, penetrare a fondo con vari falli finti di dimensione crescente e poi nel pomeriggio mi feci un bagno caldo per cercare di rilassare i muscoli delle mie cosce e del mio ventre affinché non fossero troppo tesi nel momento in cui il cavallo avesse violato le mie carni.
Decisi di vestirmi in modo semplice tanto non era il caso di indossare nulla di particolare visto che alla fine sarei dovuta stare nuda in una stalla non proprio profumatissima e avrei dovuto passare la serata sotto un cavallo che sicuramente, a differenza mia, non aveva di certo fatto il bagno. Optai per una gonnellina semplice, uno slip da battaglia e una maglia senza reggiseno, però, forse solo per un mio vezzo o forse perché so quando piacciono a Dado indossai delle calze autoreggenti marrone chiaro, ma ai piedi misi solo delle scarpe sportive.
Solo durante il tragitto Dado mi disse che quella sera Ilaria non sarebbe stata presente perché all’improvviso era dovuta andare dalla mamma che non stava bene. Pensai fra me e me che quella sera sarei stata l’unica femmina in mezzo a tre maschi arrapati e la cosa, devo confessare, mi eccitò.
Arrivati in campagna, dopo i saluti di rito ci dirigemmo tutti e tre nella stalla per preparare il mio amante della serata. In me albergavano sensazioni strane e contrastanti, ero eccitata, volevo rendere felice il mio uomo ma avevo paura di finire con la fica lacerata in ospedale non sapendo nemmeno se sarei stata in grado di inventare una scusa plausibile per giustificare il mio stato.
Tale paura mi veniva da una mia condizione particolare che a questo punto della storia devo per forza raccontarvi. Non so se per allergia o per suggestione psicologica, ma io non sono mai riuscita ad usare nessun lubrificante, ne avevo provati diversi, ma ogni qual volta li spalmavo sul mio sesso mi arrossavo e provavo fastidio quindi ho sempre cercato di supplire a questa mancanza chimica con la naturale secrezione di umori vaginali il cui scopo empirico è proprio quello di lubrificare la vagina per prepararla alla penetrazione. Quella sera dovevo eccitarmi al massimo per accogliere dentro di me il cavallo e per rendere ancora più facile la cosa avrei dovuto fare del sesso orale anche al cavallo per insalivarlo per bene. Adoro fare pompini, ma sarei stata capace di leccare il cazzo di un cavallo o la cosa mi avrebbe dato il voltastomaco? Lo avrei scoperto di li a poco, infatti mentre la mia mente viaggiava fra paure ed insicurezze i ragazzi avevano preparato il cavallo e il rimedio adottato in effetti evitava che questi scalciasse. Adesso toccava a me entrare in scena.
Mi tolsi la maglia liberando i miei seni, sbottonai la gonna che cadde per terra, tolsi le scarpette rimanendo a piedi nudi sul pavimento in cemento della stalla e questa volta tolsi anche le mutandine, Nuda con addosso le sole autoreggenti mi avvicinai al mio amante e lo accarezzai, mi sedetti sul solito sgabello, feci un bel respiro e iniziai come la prima volta a massaggiare l’enorme scroto con entrambe le mani. Questa volta il cazzo moscio del cavallo non si fece attendere molto e venendo fuori da quella strana sacca di pelo anche questa volta fece cadere su di me una quantità forse maggiore di quel liquido che pensai fosse una specie di principio di sperma. Come la volta prima questo scivolo fra i miei seni e dal mio ventre raggiunse le labbra della mia fica bagnandola un po’. A differenza della volta prima l’odore che emanava era più pungente e fui sul punto di allontanarmi istintivamente, ma gli incoraggiamenti di Dado e di Marco mi fecero rimanere in posizione. Presi il cazzo del cavallo e capii che dovevo fare qualcosa per farlo diventare duro così mi feci coraggio e ne avvicinai la cappella al viso aprendo la bocca e saggiandolo con una punta di lingua. Ero decisa ad andare in fondo e per fare ciò avrei dovuto vincere l’iniziale ribrezzo e avrei dovuto fare il mio primo pompino ad un cavallo.
In quelle condizioni la cappella non era molto grande e riuscivo a farla entrare nella mia bocca e mentre succhiavo con le due mani segavo il cavallo nella speranza di ottenere una soddisfacente erezione. Appena iniziò ad acquistare vigore cresceva nella misura e di conseguenza io dovevo indietreggiare per continuare nel pompino tanto che fui costretta ad alzarmi dallo sgabello e ad accovacciarmi.
Insieme all’eccitazione del cavallo aumentava anche quella di Dado e Marco ma la mia era ancora blanda, mi ero bagnata ma non ancora abbastanza d farmi penetrare. Era il momento di farmi portare il giaciglio su cui mi sarei stesa; nei video che avevo visto sul web alcune donne optavano per la posizione carponi facendosi penetrare in fica da dietro, ma erano tutte più alte di me e in quel modo per me sarebbe stato difficile quindi optai per una classica missionaria in cui mi sarei stesa su una balla di fieno della giusta altezza e a gambe larghe avrei indirizzato il cazzo del cavallo dentro di me.
Mi stesi sul giaciglio e chiamai in soccorso Dado, voleva che mi scopassi il cavallo? Bene; avrebbe fatto da palafreniere, ma prima di aiutarmi nella penetrazione avrebbe dovuto leccarmi la fica per bagnarmi a dovere mentre io continuavo ad insalivare l’arnese del mio amante. Dado accettò subito il ruolo, avrebbe fatto qualsiasi cosa il mio amore pur di vedermi scopata dall’animale, si intrufolò fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi divinamente cercando di far penetrare la sua lingua in profondità.
Il momento tanto atteso da Dado era giunto, se fossi riuscita nel mio intento di far godere nel mio ventre un cavallo lo avrei scoperto a breve. Un ultimo dubbio mi venne quando indietreggiai sulla balla di fieno per mettermi alla giusta altezza e vedendo forse per la prima volta la grandezza di quella strana cappella mi resi conto che era ben più grande del fallo finto che avevo utilizzato fino a quel momento.
Dissi a Dado che io avrei allargato con le mani le mie grandi labbra in modo da non creare ulteriore impedimento alla penetrazione mentre lui ascoltando attentamente le mie indicazioni avrebbe spinto lentamente il cazzo dentro di me. Dado lo avvicinò all’ingresso della mia fica e quella strana cappella a contatto con il mio fiore mi sembrò davvero sproporzionata, mi stavo facendo male per allargarne l’ingresso ma sembrava ancora non bastare. Dovevo provare così incoraggiai Dado a spingere lentamente; dal momento in cui sentii il primo contatto al momento in cui la cappella iniziò a farsi strada passarono uno o due secondi ma a me sembrò un tempo lunghissimo, iniziai a sentire dolore, a sudare, fra i miei seni un po’ allargati si era fatta una striscia di lucido sudore e delle lacrime di dolore rigavano il mio volto. Dovevo prendere una decisione, proseguire o fermarmi; pensai che se la cappella fosse entrata più a fondo dentro di me avrebbe trovato più spazio e la parte di pene immediatamente dietro mi era sembrata più abbordabile pertanto incitai Dado a spingere ancora di più; non riuscivo a vedere il mio compagno in faccia ma lui di sicuro vedeva me e lo stato in cui ero quindi sentendo che non spingeva pensai che si fosse bloccato per evitare di farmi ancora più male, ma se continuavo a rimanere in quella condizione la cappella enorme del cavallo mi avrebbe sicuramente lacerato, ormai ero inzuppata di sudore, sentivo le autoreggenti bagnate per cui decisi di dare io un colpo di reni in modo da lasciarlo entrare. Contai mentalmente fino a tre e diedi un colpo forte verso il cavallo. Lanciai un urlo e sentii la cappella farsi spazio nel mio ventre, ma non era come pensavo, non ero abbastanza larga per lui e anche dentro la cappella gonfia mi faceva male, non resistevo più così gridai a Dado di tirarlo fuori, l’uscita fu più dolorosa dell’entrata tanto che urlai con tutto il fiato che avevo il mio dolore e mi accasciai senza più un briciolo di forze sulla balla di fieno.
Anche Marco corse in mio soccorso, ma la mia preoccupazione in quel momento era solo sapere da Dado se avevo lacerazioni; non lo chiesi, lo urlai e Dado mi baciandomi amorevolmente il ventre ansante mi disse di stare tranquilla perché non sanguinavo, ma la mia fica era ancora aperta e stava tornando alla normalità molto lentamente.
Anche la mia seconda prova non andò come speravamo, volevo essere coperta di sperma e magari saggiarne un po’ ed invece avevo miseramente fallito.
Non toccammo più l’argomento fino a qualche sera fa; il racconto di un autore qui sul sito ha risvegliato in Dado la voglia di vedermi di nuovo alle prese con il cavallo; è passato un anno, tempo in cui confesso di aver pensato anche io a quella sera, in questo anno ho provato più volte con immenso piacere la doppia vaginale e mi sono spesso masturbata con oggetti di uso comune davvero impegnativi fino a provare un intera bottiglia da litro dalla parte del fondo sempre senza ausilio di lubrificanti.
Sarò finalmente pronta per il cavallo?
Lucia
Ad essere sincera la notizia non mi suscitò nulla ma vedere Dado così entusiasta ed eccitato (sentivo il suo membro eretto farsi strada fra le mie chiappe nude) mi portò ad accettare perché dopotutto era giusto che realizzassi questa sua fantasia anche per ringraziarlo per tutto quello che faceva per me e in fondo anche perché speravo di poter sentire sul mio corpo il calore dello sperma equino e perché questa avventura mi avrebbe ancora una volta fatto raggiungere e superare un mio limite. Riesco ad accogliere nella mia fica il pugno chiuso di Dado, riesco a penetrarmi con la riproduzione di gomma del cazzo di un cavallo, sarò anche in grado di accoglierne uno reale.
La settimana la passai lavorando ma appena mi era possibile cercavo sul web filmati di donne che scopavano con cavalli per cercare di capire come avrei dovuto fare e tutte quelle immagini mi fecero salire la voglia tanto da spingermi a masturbarmi.
Il sabato arrivò e mi svegliai carica per la sera, passai la giornata sempre a casa e per preparare la mia fica alla mega penetrazione serale mi feci nell’ordine fistare da Dado, penetrare a fondo con vari falli finti di dimensione crescente e poi nel pomeriggio mi feci un bagno caldo per cercare di rilassare i muscoli delle mie cosce e del mio ventre affinché non fossero troppo tesi nel momento in cui il cavallo avesse violato le mie carni.
Decisi di vestirmi in modo semplice tanto non era il caso di indossare nulla di particolare visto che alla fine sarei dovuta stare nuda in una stalla non proprio profumatissima e avrei dovuto passare la serata sotto un cavallo che sicuramente, a differenza mia, non aveva di certo fatto il bagno. Optai per una gonnellina semplice, uno slip da battaglia e una maglia senza reggiseno, però, forse solo per un mio vezzo o forse perché so quando piacciono a Dado indossai delle calze autoreggenti marrone chiaro, ma ai piedi misi solo delle scarpe sportive.
Solo durante il tragitto Dado mi disse che quella sera Ilaria non sarebbe stata presente perché all’improvviso era dovuta andare dalla mamma che non stava bene. Pensai fra me e me che quella sera sarei stata l’unica femmina in mezzo a tre maschi arrapati e la cosa, devo confessare, mi eccitò.
Arrivati in campagna, dopo i saluti di rito ci dirigemmo tutti e tre nella stalla per preparare il mio amante della serata. In me albergavano sensazioni strane e contrastanti, ero eccitata, volevo rendere felice il mio uomo ma avevo paura di finire con la fica lacerata in ospedale non sapendo nemmeno se sarei stata in grado di inventare una scusa plausibile per giustificare il mio stato.
Tale paura mi veniva da una mia condizione particolare che a questo punto della storia devo per forza raccontarvi. Non so se per allergia o per suggestione psicologica, ma io non sono mai riuscita ad usare nessun lubrificante, ne avevo provati diversi, ma ogni qual volta li spalmavo sul mio sesso mi arrossavo e provavo fastidio quindi ho sempre cercato di supplire a questa mancanza chimica con la naturale secrezione di umori vaginali il cui scopo empirico è proprio quello di lubrificare la vagina per prepararla alla penetrazione. Quella sera dovevo eccitarmi al massimo per accogliere dentro di me il cavallo e per rendere ancora più facile la cosa avrei dovuto fare del sesso orale anche al cavallo per insalivarlo per bene. Adoro fare pompini, ma sarei stata capace di leccare il cazzo di un cavallo o la cosa mi avrebbe dato il voltastomaco? Lo avrei scoperto di li a poco, infatti mentre la mia mente viaggiava fra paure ed insicurezze i ragazzi avevano preparato il cavallo e il rimedio adottato in effetti evitava che questi scalciasse. Adesso toccava a me entrare in scena.
Mi tolsi la maglia liberando i miei seni, sbottonai la gonna che cadde per terra, tolsi le scarpette rimanendo a piedi nudi sul pavimento in cemento della stalla e questa volta tolsi anche le mutandine, Nuda con addosso le sole autoreggenti mi avvicinai al mio amante e lo accarezzai, mi sedetti sul solito sgabello, feci un bel respiro e iniziai come la prima volta a massaggiare l’enorme scroto con entrambe le mani. Questa volta il cazzo moscio del cavallo non si fece attendere molto e venendo fuori da quella strana sacca di pelo anche questa volta fece cadere su di me una quantità forse maggiore di quel liquido che pensai fosse una specie di principio di sperma. Come la volta prima questo scivolo fra i miei seni e dal mio ventre raggiunse le labbra della mia fica bagnandola un po’. A differenza della volta prima l’odore che emanava era più pungente e fui sul punto di allontanarmi istintivamente, ma gli incoraggiamenti di Dado e di Marco mi fecero rimanere in posizione. Presi il cazzo del cavallo e capii che dovevo fare qualcosa per farlo diventare duro così mi feci coraggio e ne avvicinai la cappella al viso aprendo la bocca e saggiandolo con una punta di lingua. Ero decisa ad andare in fondo e per fare ciò avrei dovuto vincere l’iniziale ribrezzo e avrei dovuto fare il mio primo pompino ad un cavallo.
In quelle condizioni la cappella non era molto grande e riuscivo a farla entrare nella mia bocca e mentre succhiavo con le due mani segavo il cavallo nella speranza di ottenere una soddisfacente erezione. Appena iniziò ad acquistare vigore cresceva nella misura e di conseguenza io dovevo indietreggiare per continuare nel pompino tanto che fui costretta ad alzarmi dallo sgabello e ad accovacciarmi.
Insieme all’eccitazione del cavallo aumentava anche quella di Dado e Marco ma la mia era ancora blanda, mi ero bagnata ma non ancora abbastanza d farmi penetrare. Era il momento di farmi portare il giaciglio su cui mi sarei stesa; nei video che avevo visto sul web alcune donne optavano per la posizione carponi facendosi penetrare in fica da dietro, ma erano tutte più alte di me e in quel modo per me sarebbe stato difficile quindi optai per una classica missionaria in cui mi sarei stesa su una balla di fieno della giusta altezza e a gambe larghe avrei indirizzato il cazzo del cavallo dentro di me.
Mi stesi sul giaciglio e chiamai in soccorso Dado, voleva che mi scopassi il cavallo? Bene; avrebbe fatto da palafreniere, ma prima di aiutarmi nella penetrazione avrebbe dovuto leccarmi la fica per bagnarmi a dovere mentre io continuavo ad insalivare l’arnese del mio amante. Dado accettò subito il ruolo, avrebbe fatto qualsiasi cosa il mio amore pur di vedermi scopata dall’animale, si intrufolò fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi divinamente cercando di far penetrare la sua lingua in profondità.
Il momento tanto atteso da Dado era giunto, se fossi riuscita nel mio intento di far godere nel mio ventre un cavallo lo avrei scoperto a breve. Un ultimo dubbio mi venne quando indietreggiai sulla balla di fieno per mettermi alla giusta altezza e vedendo forse per la prima volta la grandezza di quella strana cappella mi resi conto che era ben più grande del fallo finto che avevo utilizzato fino a quel momento.
Dissi a Dado che io avrei allargato con le mani le mie grandi labbra in modo da non creare ulteriore impedimento alla penetrazione mentre lui ascoltando attentamente le mie indicazioni avrebbe spinto lentamente il cazzo dentro di me. Dado lo avvicinò all’ingresso della mia fica e quella strana cappella a contatto con il mio fiore mi sembrò davvero sproporzionata, mi stavo facendo male per allargarne l’ingresso ma sembrava ancora non bastare. Dovevo provare così incoraggiai Dado a spingere lentamente; dal momento in cui sentii il primo contatto al momento in cui la cappella iniziò a farsi strada passarono uno o due secondi ma a me sembrò un tempo lunghissimo, iniziai a sentire dolore, a sudare, fra i miei seni un po’ allargati si era fatta una striscia di lucido sudore e delle lacrime di dolore rigavano il mio volto. Dovevo prendere una decisione, proseguire o fermarmi; pensai che se la cappella fosse entrata più a fondo dentro di me avrebbe trovato più spazio e la parte di pene immediatamente dietro mi era sembrata più abbordabile pertanto incitai Dado a spingere ancora di più; non riuscivo a vedere il mio compagno in faccia ma lui di sicuro vedeva me e lo stato in cui ero quindi sentendo che non spingeva pensai che si fosse bloccato per evitare di farmi ancora più male, ma se continuavo a rimanere in quella condizione la cappella enorme del cavallo mi avrebbe sicuramente lacerato, ormai ero inzuppata di sudore, sentivo le autoreggenti bagnate per cui decisi di dare io un colpo di reni in modo da lasciarlo entrare. Contai mentalmente fino a tre e diedi un colpo forte verso il cavallo. Lanciai un urlo e sentii la cappella farsi spazio nel mio ventre, ma non era come pensavo, non ero abbastanza larga per lui e anche dentro la cappella gonfia mi faceva male, non resistevo più così gridai a Dado di tirarlo fuori, l’uscita fu più dolorosa dell’entrata tanto che urlai con tutto il fiato che avevo il mio dolore e mi accasciai senza più un briciolo di forze sulla balla di fieno.
Anche Marco corse in mio soccorso, ma la mia preoccupazione in quel momento era solo sapere da Dado se avevo lacerazioni; non lo chiesi, lo urlai e Dado mi baciandomi amorevolmente il ventre ansante mi disse di stare tranquilla perché non sanguinavo, ma la mia fica era ancora aperta e stava tornando alla normalità molto lentamente.
Anche la mia seconda prova non andò come speravamo, volevo essere coperta di sperma e magari saggiarne un po’ ed invece avevo miseramente fallito.
Non toccammo più l’argomento fino a qualche sera fa; il racconto di un autore qui sul sito ha risvegliato in Dado la voglia di vedermi di nuovo alle prese con il cavallo; è passato un anno, tempo in cui confesso di aver pensato anche io a quella sera, in questo anno ho provato più volte con immenso piacere la doppia vaginale e mi sono spesso masturbata con oggetti di uso comune davvero impegnativi fino a provare un intera bottiglia da litro dalla parte del fondo sempre senza ausilio di lubrificanti.
Sarò finalmente pronta per il cavallo?
Lucia
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