Una penetrazione bestiale – prima parte

di
genere
zoofilia

Ciao a tutti! È la prima volta che scrivo un racconto e lo faccio con il nik del mio compagno con il quale condivido tutte le esperienze sessuali.
Sono, ormai, una donna poco più che quarantenne, ho conosciuto presto il sesso e dal primo momento ho capito che la mia vita sessuale non si sarebbe limitata alla scopatina del sabato sera. Adoro tutto ciò che può provocare in me, nei miei partner o in chi mi guarda piacere e dato, che amo sentirmi piena, pratico e mi faccio praticare il fisting vaginale, gioco sempre con toy di svariato materiale, forma, dimensioni e, se proprio non ne ho a portata di mano, mi infilo qualunque cosa nella fica pur di riempirla e dilatarla.
Da un paio di anni convivo con il mio compagno Dado e sono felice perché non solo non mi limita ma incoraggia le mie perversioni aiutandomi a trovare i miei limiti e spingendo l’asticella sempre un pochino più su per superarli.
Fisicamente sono una donna normale, altezza media, seconda abbondante di seno, data l’età con un filino di pancia che prende il posto lentamente, ma inesorabilmente, del ventre piatto che avevo a venti anni, ma nel complesso mi piaccio e so di piacere a chi mi guarda e apprezza la genuinità non costruita della bellezza femminile. Nell’abbigliamento so essere sia elegante che sportiva ma comunque cerco sempre di indossare calze autoreggenti o collant che fasciano e risaltano le mie cosce.
Voglio raccontarvi quello che Dado mi ha costretto a fare ad inizio ottobre dello scorso anno e che non ho più ripetuto, ma che grazie al racconto di una coppia in questa categoria sta risvegliando in me la voglia di riprovare e quale miglior modo c’è per ricordare se non quello di condividere con voi la mia esperienza?
Io e Dado siamo una coppia aperta che regolarmente si frequenta con un'altra coppia della nostra città e che non disdegna assolutamente l’inserimento di singoli di colore per mettere me e la mia amica al centro dell’attenzione di più uomini contemporaneamente. Le nostre serate si svolgono prevalentemente nella casa in campagna, molto isolata, dei nostri amici e se il clima è benevolo amiamo scopare all’aperto o comunque nei vari capanni della loro tenuta per creare delle situazioni particolari.
L’ultimo sabato del settembre 2015 teatro dei nostri giochi era la stalla, quella sera eravamo solo noi 4 perché il singolo di colore aveva dato buca all’ultima e la serata sembrava scorrere verso la monotonia quando a Dado venne la brillante idea di provocarmi dicendomi che ormai ero talmente aperta che avrei potuto tranquillamente farmi scopare anche dal cavallo che i nostri amici posseggono. Questa affermazione sembrò lasciare Ilaria e Marco (i nostri amici) di sasso, ma non mi stupì in quanto Dado era a conoscenza di questa mia curiosità verso la zoofilia visto che spesso cercavamo sul web esperienze video e documentali di donne con cavalli e da poco lui mi aveva regalato un fallo del tutto simile ad un cazzo equino sia per forma che per misure (pensavo io!!!).
A dire il vero fra una fantasia e la realizzazione della stessa il passo non è mai così breve, poi se tale fantasia è cosi animalesca, lascio a voi immaginare l’abisso che si crea. Fatto sta che quella sera mi sentivo in vena e raccolsi in parte la provocazione di Dado. Dissi che mi sarei avvicinata al cavallo, ci avrei giocato, ma sarei andata oltre solo se in me si fosse accesa la giusta fiammella.
A sentir queste parole Ilaria sembrò sconvolta, mi disse che lei non mi avrebbe seguita nell’avventura ma che avrebbe ben volentieri assistito. I maschietti come al solito erano entusiasti e Dado in cuor suo pensava di poter finalmente veder realizzata la sua fantasia di vedermi scopata da un vero cavallo. Ci dirigemmo nella stalla dove l’animale sembrava aspettare paziente non so cosa, ricordo che fui colpita dalla sua maestosità. A dire il vero non sapevo bene da dove cominciare, ma mi resi conto subito che per far uscire dalla sacca il cazzo mi sarei dovuta prima di tutto concentrare sull’enorme scroto pertanto mi accovacciai sotto la pancia del cavallo cercando di capire da dove iniziare. Indossavo ancora intimo e maglietta ma non avevo più la gonna quindi iniziai con togliermi maglia e reggiseno liberando il mio seno più per il piacere mio e di chi guardava che per il cavallo al quale sicuramente non interessavano le mie grazie.
Fatto ciò cercai di massaggiare le palle in maniera decisa ma allo stesso tempo delicata visto che almeno all’inizio la bestia non sembrava apprezzare e minacciava di scalciare. Per farmi stare più comoda Dado mi avvicinò uno sgabello molto basso e mi fece sedere; in quella posizione avevo lo scroto del cavallo giusto di fronte alla mia faccia. Devo confessare che non mi sentivo molto eccitata, ma volevo almeno vedere il suo cazzo dal vivo quindi continuai nella mia opera che ben presto portò un primo risultato; all’improvviso il cavallo tirò fuori il suo arnese ancora moscio il quale mi colpì sul collo e sulle tette facendo uscire dalla cappella uno schizzo di liquido semi trasparente e vischioso che mi scivolo fra i seni fino a bagnare il mio ventre e si fermò sull’elastico del mio perizoma. Pensavo di provare ribrezzo a tale contatto invece la cosa mi eccitò ed iniziai a sentire che mi bagnavo. Presi con entrambe le mani il cazzo e strusciai la cappella ancora moscia sui miei seni e sulla mia pancia perché la consistenza di quello strano liquido mi piaceva e avrei tanto voluto averne un altro po’ per cospargere il mio corpo, ma il cavallo era diventato troppo irrequieto e il rischio che potesse scalciare e farmi male era troppo quindi, mal volentieri, dovetti rinunciare. Mi alzai dallo sgabello e guardai sconsolata gli altri, la prima a parlare fu Ilaria dicendo che ero una pazza a pensare di poter andare oltre con una bestia e che non avrei nemmeno dovuto provare. A dire il vero le credetti e anche se Dado e Marco cercavano di mantenere in me accesa la speranza dicendomi che si sarebbero documentati, che avrebbero trovato un modo per immobilizzare le zampe del cavallo senza per questo portargli pena, in cuor mio ero convinta che la mia esperienza con la zoofilia si sarebbe fermata lì.
Tornati a casa, Dado mi confessò che l’avermi vista in quella situazione gli aveva provocato un brivido di piacere stupendo e che, se lo volevo, avrebbe comunque condotto qualche ricerca sul web nella speranza di darmi una seconda possibilità. Sicura che non sarebbe stato possibile gli feci una promessa. Qualora avesse trovato il modo mi sarei fatta scopare da quel cavallo.
scritto il
2016-09-10
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