La zia Cesira
di
Morottot
genere
prime esperienze
Quando comperai la 500 portai mia madre a trovare i suoi parenti che abitavano nei dintorni di Bologna. Andammo a trovare anche la zia Cesira che abitava in collina, in un podere in affitto. Arrivammo all'improvviso perché non avevano il telefono e non li avevamo potuti avvisare e così in casa trovammo solo la vecchia suocera che badava alla casa, mentre la zia e lo zio erano nei campi a lavorare. Era molto caldo ma avendo la 500 il tettuccio apribile avevamo fatto il viaggio abbastanza comodi. Su indicazione della vecchia ci incamminammo verso il frutteto dove stavano raccogliendo le ciliege. Quando arrivammo sul posto eravamo bagnati di sudore e guardammo con sollievo una piccola sorgente che si trovava vicino al campo. Vedemmo due persone che si stavano rinfrescando con l'acqua. Guardai meglio e vidi che uno era lo zio e l'altra la zia. Lo zio era a torace nudo e si stava lavando sotto le ascelle. La zia invece aveva arrotolato la sottana attorno alla vita e si stava bagnando il viso. Io sono attirato in modo incredibile dalle femmine in carne e mia zia era una di quelle. Fin da quando avevo cominciato a interessarmi alle ragazze la zia mi aveva colpito. Aveva due tette enormi ma sostenute, dei fianchi larghi e un sedere incredibile, tondo e sodo da fare impazzire. Quella volta aveva la maglia incollata alle tette per il grande caldo e non portando il reggiseno si vedevano i grossi capezzoli spuntare sotto la tela come due dita. Le gambe erano belle robuste e si poteva intravvedere sotto la sottana un lembo di mutande. Io ero già partito e sentivo il mio pisello cercare di uscire dai pantaloni per farsi vedere. La zia ci salutò con la mano e ci venne incontro. Abbracciò e baciò mia madre e mi strinse forte al petto. Sentii i capezzoli premere contro il mio torace e mi sembrò di stare venendo. Annusai il suo odore di femmina che mi stordì. Per fortuna mi lasciò andare altrimenti non so cosa avrei fatto – Come mai da queste parti? - chiese lo zio, mentre io guardavo le gambe della zia vicino alla coscia e mi sembrava di vedere spuntare un poco di pelo – Con chi siete venuti? - Siamo io e lui – disse mia madre – ha appena comperato la 500 e così abbiamo pensato di venirvi a trovare... - Avete fatto proprio bene – disse la zia ridendo – così vi fermate a mangiare e poi prima di ritornare vi diamo un poco di frutta e di verdura – Ci incamminammo verso casa. Avevo la zia davanti a me e guardavo con insistenza il suo bel sedere dondolare da una parte all'altra. Il caldo mi eccitava e la visione del corpo della zia mi faceva bollire ancora di più il sangue. Mentre rientravamo sentii la zia parlare con mia madre – Ma sai che è diventato un bel ragazzo...ha già la morosa? - No – rispose mia madre – ci mancherebbe altro. Prima dobbiamo trovare un lavoro, poi mettere qualcosa da parte, poi si vedrà. Lui dice che sta bene in casa e alla morosa non ci pensa – Peccato – disse la zia – un così bel ragazzo... se non fosse che sono sposata, mi farebbe girare la testa anche a me - Ma dai – disse mia madre ridendo - hai sempre voglia di scherzare - Eh cara mia – rincarò la zia – ho una certa età, ma certe volte mi prendono delle voglie.. - Stai zitta, che ti sente tuo marito! - Oh quello! Un gran lavoratore, quello si, ma per il resto... ma eccoci arrivati – rnCi mettemmo a tavola e mangiammo di buon appetito. La zia era particolarmente allegra e bevve due bicchieri di vino rn– Oddio – cominciò a dire – mi gira la testa. Uffa con questo caldo! Ci vorrebbe un poco d'aria fresca - Mia madre intervenne – Perché non ti fai portare al boschetto con la macchina? Così prendi un po d'aria. Ci penso io a sistemare qui. Ci hai fatto mangiare così bene che debbo per forza sdebitarmi – Zio vieni anche tu? – chiesi gentilmente – No, sono stanco, preferisco fare una dormita. Andate pure voi. La strada è stata sistemata e si viaggia bene – Così partimmo. La zia fece un poco fatica ad entrare nella minuscola auto e quando salii anch'io ero a stretto contatto con lei. In auto sentii ancora più forte il suo odore e temetti di svenire. Ogni tanto la zia si toccava la maglia per cercare di trovare un poco di refrigerio e vedevo qualche squarcio delle due grandi tette bianche – Non lo sopporto il caldo – disse la zia – se fosse per me andrei nuda... - Fai pure zia – dissi in modo malizioso – io non mi scandalizzo... - Ah brutto boia! - mi disse sorridendo – non mi dire che guardi una vecchia come me? - Tu non sei affatto vecchia – ribattei – anzi se posso dirlo sei molto bella. A me per esempio piaci molto... - La zia si voltò – Ma sentilo! Ti piaccio? Roba da non credere! Allora debbo stare attenta con te... - E si mise a ridere. Finalmente arrivammo al boschetto. Era una collinetta piena di alberi. Sotto c'era un venticello delizioso. Ci sedemmo sull'erba a guardare il panorama. La zia si faceva vento con un foglietto di carta e rideva alle mie battute – Ma davvero non hai la morosa? - No zia, te l'ho detto. A me piaci tu... - Ma smettila dai... oddio! Cosa mi è andato sotto la sottana! - La zia balzò in piedi strillando. Una lucertola si era intrufolata nella sua sottana e per quanti sforzi facesse non riusciva a trovarla - Aiuto! Ti prego aiutami a trovarla - Io accorsi e cominciai a stringere la sottana in diversi punti per vedere se trovavo la bestiola. Nella foga le misi una mano sotto e sentii le sue mutande umide. Non so come successe. Il fatto è che la mia mano scivolò sotto le mutande e sentii il pelo del suo sesso. La zia aveva bevuto ed era un poco alticcia – Cosa fai? - mi disse – Non sta bene, leva quella mano... cosa fai? - Io non capivo più nulla. Sentivo il suo pelo sotto le mie mani e stavo per impazzire. Cominciai ad abbracciarla tentando di toccarle anche le tette. La zia si divincolava ma senza forza – Ma cosa fai? Ma non sta bene...no...non toccarmi li... oddio ma cosa fai' – Io allora la presi per le spalle – Zia è tanto che lo desidero, ti prego lasciati toccare, ti sogno anche la notte. fammi vedere... - Ma cosa dici? Ma dai smettila... oh ti prego, lasciami stare, no non fare così... ma mi stai tirando giù le mutande... ma stai buono... oh perché, mi fai perdere la ragione - Io allora a forza le tirai giù le mutande e le aprii le gambe. La sua bella passerona, ricoperta di peli mi era apparsa come una visione. Mi gettai fra le sue gambe e cominciai a leccarla come un forsennato – Oh no, mi stai leccando, oh cosa sento, mi fai godere bricconcello smettila, dai... - Io continuai a leccarla e le misi un dito nella vagina, poi due, poi tre facendole andare avanti e indietro. Adesso la zia non si ribellava più. Respirava rumorosamente e si muoveva sotto il mio accanito massaggio. Continuai aumentando il movimento – Oh – gridò la zia – cosa sento, era tanto che non provavo … ma sì dai, continua che mi fai provare piacere, sei un birbante però... - Mi fermai – Adesso zia ti togli la sottana e ti metti comoda - La zia, con mia grande soddisfazione, si slacciò la sottana e si stese sull'erba a gambe aperte – Dai vieni piccioncino – mi disse – continua - rnIo mi ributtai sulla sua grande passera e la penetrai col dito mentre sentivo che il mio pisello stava per scoppiare. La zia si lamentò, si divincolò, poi con un grido mi inondò il viso del suo umore. Rimase a terra sfinita mentre io estraevo il mio arnese e alla vista della passerona bagnata comincia a manovrarlo – Ah guarda che affare ha il mio ometto. Dai qua..dai qua che ci penso io - Sotto il mio sguardo esterrefatto, prese in mano il pisello, poi si tolse la maglietta mostrandomi le sue fantastiche tettone. Io ero senza parole – Dai qua che gli troviamo un posticino - così dicendo la zia mise il mio membro fra le sue tette e cominciò a manipolarlo facendole scorrere avanti e indietro. Io ero al colmo del godimento e in breve non riuscii a trattenermi e la inondai col mio sperma. La zia, lo raccolse e si spalmò le tette con cura – E' tutta salute – disse – un'ottima cura contro le rughe. Allora ometto ti è piaciuto? - Zia – dissi – ti prego, fammi vedere il tuo sedere, è una vita che lo sogno - Davvero ti piace? Lo vuoi solo vedere però eh? - Fammelo vedere zia – la pregai. Lei si alzò e si mise in ginocchio offrendomi tutto il suo sedere. Io cominciai a baciarlo e a stringerlo. Poi le portai una mano sulla passerona e cominciai a stimolarla con le dita – Ne hai già voglia – rise la zia – anch'io sai, è tanto che nessuno mi tocca... - Zia me lo lasci mettere di dietro? - Lo sapevo, lo sapevo... vuoi provare, dai prova, fammi sentire - Io le appoggiai il pene contro e spinsi. A fatica riuscii ad entrare e cominciai a muovermi avanti e indietro come un ossesso. Avevo recuperato il turgore e si presentava duro come il marmo – Sentilo... - disse la zia – beata gioventù, è già duro... ma sai che sei proprio bravo, continua pure - rnIo ero al colmo della felicità. Avevo il suo bel corpo a mia disposizione e cercai di durare il più possibile. Finalmente con un grido le vuotai nelle viscere una nuova ondata di sperma e accelerai la stimolazione del suo clitoride. La zia ebbe un nuovo orgasmo e si lasciò cadere a terra esausta. Io caddi sul suo sedere e lo abbracciai stretto – Allora zia, sono stato bravo? - Lei si voltò e mi prese fra le braccia. Io ero al settimo cielo. Appoggiavo la testa fra le sue fantastiche tette e col dito le accarezzavo i capezzoli. La zia mi cullava fra le sue braccia e ogni tanto metteva una mano sul mio pisello e lo accarezzava – Ma chi l'avrebbe detto che mi sarei fatta accarezzare da mio nipote? Da non crederci...eppure devo dire che sei bravo e poi hai un affare niente male... ma allora ti piaccio davvero? - Zia, non ci crederai, ma quando la mamma ha detto che ti voleva venire a trovare non vedevo l'ora. E' tanto che ti guardo, sai ti sogno anche alla notte - Ah si? E cosa fai? - Mi tocco il pisello zia e vengo pensando a te... - Davvero? Ti tocchi? E come fai? Così? - Mi prese il pene che si era afflosciato e lo accarezzò dolcemente. In breve mi ritornò duro – Ma guarda – disse la zia sconcertata – è già pronto. Ma sei proprio insaziabile... - Io intanto le accarezzavo le mammelle e le avevo messo una mano fra le gambe toccandole la fessura – Cosa vuoi fare? Vuoi ricominciare? - disse la zia con la voce roca. Io non risposi. Avevo un grande desiderio ma non mi azzardavo a dirlo – Zia – le dissi – io vorrei tanto mettertelo dentro, ma è pericoloso vero? - La zia fischiò – Hai capito l'ometto? Mi vuoi mettere in cinta? Si potrebbe provare ma se poi ci rimango come facciamo? - Dai la colpa a tuo marito – risposi subito – E come se è tanto che non mi viene a cercare? - E tu zia, vallo a cercare così siamo a posto - Potrei provare, sai che ne ho una grande voglia? Senti, ti do una buona notizia. E' un anno che non mi vengono più le mestruazioni e quindi andiamo sul sicuro. Allora cosa ne dici? - Io ero senza parole – Davvero zia? - Si, ometto, vieni allora che vediamo cosa sai fare – Le misi una mano nella passera e la accarezzai, mentre le baciavo le tette. La zia mi lasciò fare poi mi prese il pisello e se lo mise davanti alla fessura – Avanti, è tutta tua, trattala bene. poverina, è tanto sola... - Io inserii il mio arnese nella sua calda fessura. Avevo delle dimensioni ragguardevoli ma debbo dire che la vagina della zia era ampia e collaudata: chissà chi c'era stato prima di me? Ma la cosa non mi interessava: quello che mi premeva era penetrare quella bella passerona e godermi quelle tette a mia disposizione. Cominciai a spingere mentre la zia diventava rossa e chiudeva gli occhi. Non credevo a me stesso. Tre orgasmi in poco tempo e stavo tenendo a freno il mio desiderio di venire. Mi concentrai e lavorai bene. Andavo e venivo concentrato mentre la zia si divincolava sotto di me. Ad un tratto lei ebbe diverse contrazioni e mi gridò – Oddio sto venendo! Mamma mia! Sei bravissimo! - Le sue contrazioni mi fecero provare un piacere straordinario e la situazione mi sfuggì dalle mani. L'orgasmo sfociò in una grande uscita di sperma che tracimò fuori dalla fessura, bagnandole le belle cosce. Mentre mi lasciavo cadere sul suo corpo morbido e caldo la sentii sussurrare – Basta ti prego, mi hai distrutto...
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